La TERRA, Mitologia, Arte e Astrologia - SCIENZE ASTRATTE

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La TERRA, Mitologia, Arte e Astrologia

ASTROLOGIA > PIANETI, ASTEROIDI E PUNTI FITTIZI

LA TERRA  
Mitologia, Arte e Astrologia
di Andrea Fontana
17 Aprile 2013







MITOLOGIA


Tellus è l’antico nome latino di Tellure, la dea romana della Terra e protettrice della fecondità, dei morti e contro i terremoti. Il suo culto, più antico della religione ufficiale romana, è collegato a quello della Grande Madre e veniva celebrato il 15 aprile con la festa delle Fordicidia, ma col tempo fu associato a quello di Cerere sino a fondersi con esso.
Tellus, insieme a Cerere, è citata da Ovidio come una delle "madri delle messi" (frugum matres).

Nella mitologia norrena, la divinità della Terra era Jörð, la madre di Thor e la figlia di Nótt e Annar.

    

Jörð, antica dea della Terra nella mitologia norrena e madre di Thor, dipinto di Mårten Eskil Winge, 1872

Tellus corrisponde nella mitologia greca a Gea o Gaia,  il Titano femmina che impersonifica la Terra.
Esiodo ha raccontato nella sua Teogonia come, dopo il Caos, sorse l’immortale Gea, progenitrice degli dèi dell’Olimpo. Da sola e senza congiungersi con nessuno, Gea generò Urano (il cielo stellato), Ponto (le sterili profondità del mare) e le Montagne. In seguito si unì ad Urano dando alla luce i Titani: Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto, Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe e Teti. Dopo di loro nacque Crono (Saturno), il più giovane, furbo e terribile dei suoi figli, che prese ad odiare il suo potente padre.


Schema della TEOGONIA narrata da Esiodo

Esiodo parla anche della successiva progenie di Gaia ed Urano, dapprima con i Ciclopi, giganti con un solo occhio: Bronte, Sterope ed Arge. Poi i tre terribili Ecatonchiri dalle cento braccia: Cotto, Briareo e Gige, ognuno dotato anche di cinquanta teste.
Urano rinchiuse i Ciclopi e gli Ecatonchiri nel Tartaro, in modo che non potessero vedere la luce, rallegrandosi di quest’azione malvagia. Questo fatto fece soffrire Gaia (il Tartaro si trovava infatti nelle sue viscere), che così creò un tipo di pietra focaia grigia (Adamantina) e con questa modellò una grande falce con cui radunò Crono (Saturno) e i suoi fratelli, chiedendo loro di obbedirle ed aiutarla. Soltanto Crono, il più giovane, ebbe il coraggio di prendere la falce di pietra che lei aveva fatto e servirsene per evirare il padre quando si avvicinò a Gaia per accoppiarsi con lei. Dalle gocce di sangue mischiato a sperma che la colpirono, Gaia generò le forti Erinni, i Giganti, tra cui Abseo, e le Ninfe del frassino dette Melie. Il membro reciso di Urano, gettato in mare, fecondò le acque dalla cui spuma sorse Afrodite (Venere). Urano venne quindi deposto da suo figlio Crono e, nel frattempo, i Titani liberarono i Ciclopi dal Tartaro: Crono (Saturno) divenne il loro re ed iniziò quella che fu chiamata l’Era dell’oro.
Dopo che Urano venne castrato, Gaia ebbe anche un figlio, Tifone dal Tartaro, mentre con Ponto generò le divinità marine Nereo, Taumante, Forcide, Ceto ed Euribia.
Crono, però, assunse ben presto il medesimo comportamento del padre Urano e nel timore di venire spodestato dai figli divorò man mano che nascevano i figli partoriti dalla moglie Rea, la quale, disperata per i continui abomini compiuti dal marito, si rivolse a Gea nel tentativo di salvare l'ultimo nascituro, Zeus (Giove).
Gea allora consigliò alla figlia di fare ingoiare a Crono, con l'inganno, una pietra avvolta in fasce e di nascondere il piccolo Zeus presso il monte Ida, in modo tale che, una volta cresciuto, il Cronide, avesse potuto spodestare il padre a sua volta. Divenuto adulto, Zeus liberò con un farmaco dal ventre di Crono i suoi fratelli e ingaggiò insieme a loro contro il padre una terribile battaglia che durò 10 anni, la Titanomachia.
Gea, per favorire Zeus ed ottenere la sua vendetta, gli consigliò di liberare gli Ecatonchiri ed i Ciclopi, ancora imprigionati nelle sue tetre viscere, per dare una svolta decisiva al combattimento. Vinta la battaglia ed assunto il potere, Zeus punì i Titani sconfitti, gettandoli tutti nel Tartaro, atto che fece adirare Gea, la quale, furibonda per il trattamento serbato ai suoi figli, aizzò i terribili e poderosi Giganti a punire Zeus e gli altri Olimpici, dando inizio alla guerra conosciuta come Gigantomachia. Grazie all'intervento di Heracle (Ercole) nello scontro gli Olimpici si assicurarono la vittoria e Gea, ancora risentita, chiamò in difesa il figlio Tifone, generato in unione con il Tartaro. Zeus affrontò anche il mostro Tifone, lo sconfisse e lo schiacciò sotto ad una montagna o al vulcano Etna.
Dopo la battaglia contro i Titani Zeus si spartì il mondo con i suoi due fratelli maggiori, sorteggiando i tre Regni: Zeus ebbe in sorte i Cieli e l'Aria, Poseidone (Nettuno) le Acque e ad Ade (Plutone) toccò il mondo dei morti. L'antica Terra, Gaia, non poté essere concessa ad alcuno, ma venne condivisa da tutti e tre a seconda delle loro capacità.

La Dea della Terra, o Dea Natura, ha avuto molti nomi:
   = in area mediterranea: Cibele, Iside, Atargatis, Semele, Demetra, Bona Dea, Tellus, Ma-Bellona;

Saturnia Tellus = Terra di Saturno; Tellus Stabilata = che protegge dai terremoti; Tellus mater = madre di tutti gli esseri viventi;

   = tra gli Ittiti Hepat;
   = in Mesopotamia Aruru, Nintu, Ninhursaga;
   = tra gli Egizi Hator;
   = tra i Sumeri Inanna;
   = tra gli Accadi Astarte;
   = tra i Semiti Ishtar;
   = tra i Cananei Anath;
   = tra gli Hurriti Hebat, Ma;
   = tra gli Indiani Durga, Kali, Prithivi;
   = tra i Cinesi Kwan-yi;
   = tra gli Aztechi Coatlicue;
   = tra i Giapponesi Kannon;
   = tra i Teutoni Nerthus.


  
ARTE



Ci sono pervenute svariate sculture raffiguranti la Madre Terra, alcune di origine molto antica, che testimoniano il culto della Madre, in un periodo in cui vigeva il Matriarcato, risalente ai tempi della Civiltà di Atlantide, nata 12 milioni di anni fa e scomparsa nel 2348 a.C. con l'inabissamento dell'ultima isola di quella remota Civiltà, di cui narrò Platone chiamandola Poseidonia, che è riportato nella Bibbia con il racconto del Diluvio Universale.
Nella Civiltà di Atlantide il potere era detenuto dalle donne, ma la Razza umana si era talmente degradata e corrotta che il Lògos planetario (Dio) decise di porre fine a quella Civiltà per mezzo dell'Acqua, simbolo dell'emotività che era stata sviluppata in modo estremo, così come nella Civiltà seguente ed ancora attuale, chiamata "Ariana" oppure "Caucasica", dobbiamo sviluppare la mente nel suo complesso, prima la mente concreta e poi la mente astratta, attraverso molte incarnazioni ed esperienze di vita terrena.

La 'Mater Matuta' è una Dea italica preromana e non proveniente dalla Grecia, anche se poi vi fu un assimilazione con la Leucotea ellenica. La Dea risale al matriarcato e se ne hanno tracce visibili fin dal 1500 a.C.
Ma della Grande Madre si hanno tracce in ogni parte del mondo, fino a 30.000 anni fa.

       
Grande Madre di Willendorf (circa 30.000-24.000 a.C.) - Naturhistorisches Museum di Vienna


Un scultura molto antica a noi pervenuta è la Grande Madre di Willendorf, si dice che risale a 24.000 anni a.C.
È una statuetta di 11 cm. d'altezza, rinvenuta nel 1908 dall'archeologo Josef Szombathy, in un sito archeologico risalente al paleolitico, presso Willendorf, in Austria.
La Venere di Willendorf è una delle statuine antropomorfe più famose del mondo. Risalente al Paleolitico superiore (30-25.000 -a.C.), è considerata una delle prime rappresentazioni femminili; il grado di accuratezza con cui vennero realizzate alcune parti del corpo, la rendono, a tutti gli effetti, un'opera d'arte. Si pensa che l'esecutore l'abbia realizzata intagliando un frammento di roccia calcarea con semplicissimi attrezzi di pietra, ed una volta terminata, sia stata colorata con una tintura a base di ocra rossa. Si trova attualmente al Naturhistorisches Museum di Vienna.
Il Museo Campano, singolare e preziosa collezione di reperti sacri, accoglie le spoglie di un tempio arcaico scoperto nel 1873, in cui si rivennero molte statue di tufo o di pietra con donna seduta con uno o più pargoletti tra le braccia. Di solito le Dee invece del pargolo portavano i loro attributi, ma solo una Dea portava un melograno in una mano e una colomba nell'altra, così dissero che era la "Mater Matuta", antica divinità italica dell'aurora e della nascita e le "madri" erano ex voto, per grazia ricevuta, cioè per aver messo alla luce un bimbo.

La Mater Matuta è la manifestazione della Dea Natura, anticamente c'era la 'Mamma Mammosa', detta anche Mammona, e la 'Mater Matuta', di cui la prima era la parte invisibile della Dea, e di cui la seconda, la Terra, era la parte visibile. Nella destituzione patriarcale della Grande Madre, Mammona decadde e nel Nuovo Testamento diventò il diavolo. Successivamente, quando il Cristianesimo proibì i culti pagani, gli autori parlarono di 'Natura Naturans' e 'Natura Naturata', era la stessa cosa detta in modo più ermetico.
Poichè il ciclo naturale delle messi implica la morte del seme, perché esso possa risorgere nella nuova stagione, la Grande Madre è connessa al ciclo di morte-rinascita.

La 'Mater Matuta' aveva un tempio nel Foro Boario, accanto al Porto fluviale di Roma, che le fonti riportano consacrato addirittura da Romolo, distrutto nel 506 a.c. e poi ricostruito. Altre fonti lo fanno risalire al re Servius Tullius, e la sua festa cadeva il 9 Giugno, sempre le Matralia. Il suo tempio è stato riscoperto sotto la chiesa di S. Omobono nel 1937. Il santuario più antico di cui si sono ritrovati i resti risale infatti al VII secolo a.c.
Un tempio successivo vi fu riedificato agli inizi del VI sec. a.c., riconsacrato nel 530 a.c, e si ritiene fatto edificare dal re Servio Tullio.
Lo storico romano Tito Livio, nel I sec. a.c., racconta che in seguito alla cattura di Veio nel 396 a.c., Marco Furio Camillo fece ricostruire il tempio per un voto. Livio riferisce inoltre che il tempio andò a fuoco nel 213 e fu ricostruito l'anno successivo. La documentazione archeologica tende a sostenere le fonti letterarie.



                 

Mater Matuta, VI sec. a.C. - Museo di Villa Giulia, Roma     -          Mater Matuta- V a.C. - Capua, Museo campano

                

Statua cineraria etrusca - da Chiusi - 550-530 a.C.     -     Mater Matuta, V secolo a.C.- Museo Archeologico, Firenze


             
Mater Matuta - statua in tufo del VI secolo a.C. - Santa Maria Capua Vetere, Caserta

Il giorno sacro alla Mater Matuta nel Santuario di Satricum era l'11 giugno, quando veniva onorata nelle feste dei Matronalia, cioè la festa delle matrone. Il culto era molto diffuso e a Satricum, come a Roma, a Capua, a Beiruth e nelle città dell'Africa settentrionale, dove c'erano templi dedicati alla Dea, con gran numero di fedeli, come testimoniano gli innumerevoli e preziosi doni nelle stipe votive, spesso prodotti in aree molto lontane.
Le donne erano le più devote, anzi le Univirae, cioè le donne sposate una sola volta, che in quel giorno potevano chiedere grazie per i nipoti, i figli delle sorelle. L'Univira entrava nel tempio accompagnata da una schiava che, dopo aver spazzato, veniva cacciata a frustate. Solo dopo questo strano rito le bonae matres potevano offrire focacce gialle in rustiche scodelle.
Il sito del tempio infatti era sacrale almeno dal XIV sec. a.C., quando la buca votiva accoglieva i doni dei fedeli.

La festa esaltava il ruolo della seconda madre, la zia, e rappresentava un modello di solidarietà tra sorelle, entrambi madri e zie, e una rivincita al femminile. Frustando la schiava, perché proprietà del marito e possibile concubina, ma anche estranea in quanto non libera.



Antica statua calcarea della Madre Terra -  Malta



Una delle opere artistiche più note della dea Tellus si trova a Roma, all'esterno dell'Ara Pacis Augustae (altare della pace augustea) ed è chiamata Saturnia Tellus.
L'Ara Pacis Augustae  è un altare dedicato dall'imperatore romano Cesare Augusto nel 9 a.C. alla Pace nell'età augustea, intesa come dea romana, e situato in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, luogo emblematico perché posto a un miglio (1.472 m) dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi). Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell'arte augustea ed intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana.

     
Roma - L'Ara Pacis Augustae fotografata dai due ingressi


  
                                            Pannello della Saturnia Tellus                                             La Saturnia Tellus a colori nel 2009


Il pannello della Saturnia Tellus è uno dei meglio conservati dell'Ara Pacis, pervenutoci praticamente integro.
Si tratta di una complessa allegoria di una mitica terra dell'Età dell'oro. Il rilievo rappresenta una grande figura matronale seduta con in grembo due bambini e alcuni frutti della Terra. Ai lati si trovano due figure femminili seminude, una seduta su un cigno in volo, identificata come simbolo dell'aria, e l'altra su un drago marino, simbolo del mare; questi due animali predominanti riecheggerebbero la serenità della pace, cioè Terra marique: la pace in terra e in mare. Anche il paesaggio ha elementi allegorici: a sinistra è fluviale, con canne e un'oinochoe (una brocca di età preellenica) dal quale fluisce l'acqua, al centro è roccioso con fiori e animali (una giovenca accasciata e una pecora che pascola), mentre a destra è marino. L'interpretazione della scena è controversa: la figura centrale sarebbe una personificazione della Madre Terra o dell'Italia, o forse della Pace, e secondo altri potrebbe essere una Venere Genitrice; si pensa che queste interpretazioni fossero fuse in un'ideologia ambivalente della Pax Romana dell'epoca di Cesare Augusto; la Pax quindi farebbe prosperare l'Italia trasformandola nell'ambiente ideale dell'età dell'Oro cantata da Orazio. Non è da escludere che la figura con il cigno sia Venere, che farebbe coppia col rilievo posto simmetricamente della personificazione di Roma, i cui culti saranno poi accoppiati, i cui culti saranno poi avvicinati.



TELLUS - la Terra, Gèa-Gaia (1992)  
Quadro-scultura in terracotta policroma di Andrea Fontana – cm. 35 x 45

Questo quadro-scultura raffigura un’allegoria della dèa latina Tellus, la Madre Terra, Gèa o Gaia per i greci, abbondante e generosa, che porta sul suo grembo una grande cesta ricolma di alcuni dei tanti frutti prodotti sul suo suolo.
Da notare la rotondità concentrica di tutta la figura, che ha l’epicentro nel suo ventre ed accoglie a braccia aperte una grande cesta colma dei frutti della Terra e sovrapposta al suo ventre, che accentua la rotondità della figura e richiama quindi la rotondità sferica del pianeta Terra con i suoi colori predominanti: verde, blu e azzurro.
Sullo sfondo vi è una ghirlanda di foglie che scendono e che formano simbolicamente la lettera maiuscola M, iniziale di Mater, la Madre.



ASTRONOMIA


La Terra è il terzo pianeta visibile in ordine di distanza dal Sole ed è il più grande dei pianeti terrestri del Sistema solare, (insieme a Mercurio, Marte e Venere), sia per quanto riguarda la massa sia per il diametro e con la maggiore densità, la più alta gravità e il più forte campo magnetico.
E' il pianeta su cui vivono tutte le specie viventi a noi conosciute, l'unico corpo planetario del Sistema solare adatto a sostenere la vita fisica: sulla sua superficie infatti si trova acqua in tutti e tre gli stati (solido, liquido, gassoso) e un'atmosfera composta in prevalenza da azoto e ossigeno, che, insieme al suo campo magnetico, la protegge dai raggi cosmici.
La formazione della Terra è datata a circa 4,54 miliardi di anni fa e tale età fu determinata da Clair Patterson nel 1953, utilizzando metodi radiometrici legati al decadimento dell'uranio. Essa possiede un solo satellite naturale, la Luna.                                       
La Terra è l'unico pianeta del sistema solare in cui è nota la presenza di acqua alla stato liquido ed in grande quantità, tanto da farle attribuire l'appellativo di "pianeta blu", sebbene tale colore non deriva dall'acqua, ma dal suo campo magnetico e ionico.

    

Sistema geocentrico sostenuto da Aristotele e Tolomeo


Per molti secoli si è ritenuto che la Terra fosse al centro dell'Universo, perché si aveva l'impressione che fossero tutti gli altri corpi celesti a girare intorno a essa.
La teoria del sistema geocentrico è rimasta ufficialmente accreditata fino ai primi decenni del 1700, nonostante i pareri diversi di vari filosofi e studiosi, che nei secoli hanno teorizzato che è il Sole ad essere al centro e la Terra gira intorno a esso.

La teoria del sistema eliocentrico fu insegnata dal sommo Pitagora in forma di mito, con le immagini del Sole come Apollo Musagete che suona la lira dalle sette corde, o come Pan che soffia al suo flauto dalle sette canne, ossia un’allegoria del sistema eliocentrico con i sette pianeti.
Alcuni filosofi greci fecero seri tentativi di uscire dal geocentrismo e dalle sfere omocentriche di Eudosso di Cnido, prima con l'astronomo e occultista greco Eraclide Pontico (385-322 a.C.) e poi con Aristarco di Samo (310-230 a.C.) che teorizzò esplicitamente l'eliocentrismo nella sua forma attuale e successivamente ne dette anche una dimostrazione, secondo la testimonianza di Plutarco, Seleuco di Seleucia.
Ma la teoria eliocentrica venne però fermamente rifiutata nel II secolo d.C. da Claudio Tolomeo(100-175 d.C.) che era certo della centralità ed immobilità della Terra nell'Universo.
Quindi la teoria geocentrica rimase dominante fino alla fine del Medioevo, anche a causa della “Precessione degli Equinozi” usata per la misurazione astronomica.
Inoltre il Cristianesimo avallò la cosmologia tolemaica in quanto compatibile con le Sacre Scritture (in Giosuè, cap. X si legge in effetti il famoso brano "Fermati, o Sole!").


Sistema eliocentrico di Copernico


Nel 1543 l'astronomo Niccolò Copernico (1473-1543), con il suo "De Revolutionibus orbium coelestium" (Le Rivoluzioni dei mondi celesti) ha proposto la corretta visione del Sistema solare, in cui ha formulato nuovamente una teoria eliocentrica, nata per sostituire totalmente la teoria tolemaica. Dunque è il Sole - e non la Terra - ad essere al centro del sistema solare.
L'ipotesi di Copernico era basata essenzialmente su calcoli astronomici e probabilmente su lavori di alcuni studiosi arabi che ripresero le idee dei filosofi greci. Copernico impostò la nuova teoria al fine di ridurre la complessità dei calcoli necessari a prevedere le posizioni dei pianeti. Ciononostante, a causa della sua riforma astronomica vennero ad aprirsi problemi di ordine fisico, cosmologico e filosofico: la centralità della Terra venne a mancare, sia in senso astronomico che metafisico. L'uomo si trovò così inserito in un Universo infinito, con il Sole al centro, senza periferia (contrariamente a quanto stabilito dalla Fisica aristotelica), omogeneo e soggetto ovunque alle medesime leggi fisiche e matematiche. Copernico iniziò a scrivere la sua opera nel 1506 e la finì nel 1530, ma non fu pubblicata fino all'anno della sua morte. Sebbene non avesse problemi formali con la Chiesa, ed anzi avesse dedicato il suo libro al papa Paolo III, la versione a stampa conteneva una prefazione non firmata del teologo tedesco Andrea Osiander, che sosteneva che il sistema descritto da Copernico era semplicemente uno strumento matematico, che non voleva rappresentare la realtà. Forse proprio grazie a tale prefazione che il lavoro dello scienziato non diede adito a grandi discussioni circa la sua possibile eresia nei successivi 60 anni.

La Chiesa cattolica difese strenuamente il sistema geocentrico, giungendo nel 1600 alla condanna al rogo come eretico dell'ex frate domenicano Giordano Bruno (1548-1600) colpevole, oltre ad aver accettato la teoria copernicana, di aver definito le stelle come angeli e corpi dotati di anima razionale, di aver attribuito alla Terra un'anima sensitiva e razionale e di aver sostanzialmente negato la Creazione divina, mettendo in discussione l'immortalità dell'anima e l'unicità dell'uomo nell'universo attraverso diverse proposizioni filosofiche contestategli nel processo in cui fu condannato e bruciato vivo.
Nel 1615 fino al 1633 il Sant'Uffizio inquisì anche Galileo Galilei (1564-1642) perché aveva esposto la tesi eliocentrica, che fino ad allora era stata considerata del tutto eretica e per questo nel 1633 fu processato, costretto ad abiurare e quindi condannato al carcere a vita, che poi fu trasformata in una condanna agli arresti domiciliari, che dovette scontare nella propria villa di Arcetri. Inoltre fu condannato a recitare preghiere quotidiane per tre anni e dovette pronunciare un atto di abiura. Teologicamente la Chiesa basò la difesa del sistema geocentrico soprattutto sull'autorità di versetti biblici dell'Antico Testamento, ma contestarono a Galileo anche aspetti scientifici indimostrabili della sua teoria, e il fatto che il fisico e astronomo pisano aveva rifiutato di confrontarsi nel "Dialogo sopra i massimi sistemi" anche con il modello dell'astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601). Infatti gli astronomi gesuiti avevano elaborato un sistema astronomico basato sul modello Ticoniano che rispondeva alle osservazioni e alle predizioni possibili con gli strumenti dell'epoca. Galileo invece non poteva spiegare con la sua teoria né risolvere con il suo cannocchiale il problema della parallasse stellare.
Il processo a Galileo è stato annullato 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, da Papa Giovanni Paolo II, nel suo discorso ai partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze e dal cardinale Poupard, che ha specificato che la condanna del 1633 fu ingiusta e arretrata per un'indebita commistione di teologia e cosmologia pseudo-scientifica.

La questione determinante per la scelta fra il sistema Ticoniano e il sistema Copernicano trovò soluzione grazie ad un astronomo pontificio, Eustachio Manfredi (1674-1739) che nella Specola pontificia di Bologna, nel 1729, diede la prima dimostrazione empirica del moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole, già postulata teoricamente dall'inglese James Bradley nel 1728. In seguito a questa scoperta, la Chiesa ammise la scientificità del sistema galileiano e rimosse dall'indice molte opere di Galileo.

Anche l'astronomo e matematico tedesco Johannes Kepler, italianizzato in Giovanni Keplero (1571-1630), a differenza di Tycho Brahe, appoggiò il modello eliocentrico del sistema solare e partendo da questo per vent'anni provò a dare un senso ai suoi dati. Alla fine giunse a formulare le sue tre leggi sui movimenti planetari che enunciò nelle Tavole Rudolfine, così chiamate in onore di Rodolfo II d'Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero. In tali tavole introdusse anche i logaritmi neperiani per agevolare i calcoli astronomici.
Mentre le prime due leggi furono enunciate in un classico libro di astronomia, la terza, invece, fu inserita in un testo che si occupava anche di musica e di astrologia e che era denso di temi pitagorici. Keplero era convinto che Dio non fosse solo Geometra ma anche un musico, ed egli sostenne l'idea che la musica e il sistema solare fossero manifestazioni della stessa armonia, quasi come se le posizioni dei vari pianeti, similmente ai tasti di un pianoforte, dovessero corrispondere alle note.

La dimostrazione della correttezza della teoria eliocentrica arrivò nel 1851 per opera del fisico Jean Bernard Léon Foucault (1819-1868) attraverso l'esperimento del Pendolo di Foucault.



Dopo le correzioni di Keplero, di Isaac Newton e della moderna Astronomia e Astrofisica, ora sappiamo che in realtà nemmeno il Sole con il Sistema solare e la Via Lattea sono immobili, ma che l'intero Universo si sta espandendo, e sembra sia in accelerazione.
Per cui anche la teoria eliocentrica si è dimostrata inesatta.

Sul sistema geocentrico, o più precisamente sul sistema topocentrico ed egocentrico, ossia sul luogo esatto dove nasce ogni individuo, è tuttora basata l'Astrologia moderna, consolidata nell'antichità classica, ma risalente alla remota e scomparsa Civiltà di Atlantide.


Nota personale:
nel 1988 ho avuto l’intuizione che Leonardo Da Vinci fosse consapevole che il Sole è al centro del nostro Sistema solare e tutti i pianeti gli ruotano intorno, perché nel suo grande dipinto del Cenacolo egli situò la figura di Gesù Cristo con il capo esattamente al centro e sovrapposto ad un’ipotetica immagine del Sole al tramonto, intuibile al centro del cielo nel paesaggio retrostante. Per questo Leonardo anticipò di quasi 50 anni la scoperta del Sistema eliocentrico che fu attribuita all’astronomo Niccolò Copernico.
Per approfondire leggere questo articolo: IL CENACOLO RIVELATO




Il Maestro Hilarion ha rivelato cosa c'è all'interno della Terra.
Dal libro: LA NATURA DELLA REALTA', Edizioni Crisalide, 1997.

"Fin da quando l'uomo è apparso sulla Terra, la vera natura di questa gli è sempre sfuggita. Egli, infatti, non ha mai compreso la qualità più importante di questo corpo collocato nello spazio, vale a dire, che esso è un essere vivente in possesso di emozioni e di intelligenza, proprio come l'uomo stesso. Se avessero riconosciuto la vera natura della grande entità sulla cui superficie vivono, gli esseri umani non ne avrebbero deturpato le bellezze e non ne avrebbero depredato le ricchezze nel modo che tutti sappiamo.
La struttura della Terra è molto diversa da quella concepita dai geologi. La Terra non ha un nucleo centrale liquido o semiliquido; al contrario, al suo interno esiste un'ampia zona vuota, che si estende dal Polo Nord al Polo Sud. In questa cavità, vivono da millenni persone e animali: tali abitanti differiscono geneticamente dagli esseri che popolano la superficie del pianeta, ma per il resto sono uguali a loro in tutto e per tutto.
Molti degli animali che vivono in questa cavità sono gli stessi che si trovano sulla superficie terrestre. Vi sono, però, anche specie sconosciute sulla terra e perfino molte specie che ormai vengono considerate estinte.
Nel centro geometrico della sfera terrestre si trova un Sole, molto piccolo se paragonato al Sole esterno, ma che genera la sua energia allo stesso modo. Entrambi i Soli sono costituiti da una massa di punti primari liberi (non occultati da atomi), che emettono una grande quantità di energia. Le caratteristiche degli strati esterni di questi due corpi sono tali che, nel caso del Sole esterno, il movimento generale dei nodi trasversali è centripeto, mentre in quello del sole centrale è centrifugo.
E’ questa repulsione gravitazionale generata dal Sole centrale a far si che l'enorme massa della Terra non collassi su se stessa, distruggendo la cavità centrale. II campo gravitazionale repulsivo prodotto dal Sole centrale è responsabile anche della forza che spinge gli abitanti della cavità verso le pareti di questa. In effetti, questi abitanti registrano la gravità in modo perfettamente analogo a quello degli uomini, vale a dire, come una forza che li attira al suolo."



                 

       Mappa della Terra cava con il Regno di Agarta                                Polo artico con la Groelandia




IL SOLE AL CENTRO DELLA TERRA
di Giuliana Conforto
http://www.giulianaconforto.it


      

"C’è un CRISTALLO nel “cuore” della Terra: si sta espandendo e dimostra una spiccata personalità oltre a un’incredibile autonomia rispetto al resto del pianeta. Il CRISTALLO ruota, infatti, più veloce del resto del pianeta, quindi è nella Terra, ma non è della Terra.
Suddiviso in due emisferi, simili, ma diversi a livello strutturale, il CRISTALLO può coincidere con il MOTORE PRIMO, cantato da saggi e poeti. Con i Suoi tanti movimenti liberi e indipendenti, è il Piccolo Sole che compone Suoni ed emette l’eterna ARMONIA, è la FONTE della VITA, la vera LUCE, che anima infiniti mondi.
La vera LUCE è citata nei Vangeli ed è l’imponente e straordinaria FORZA nucleare che i fisici chiamano “debole”, l’unica FORZA capace di generare l’espansione, accelerare la rotazione di tutti i corpi celesti, riscaldare l’intero sistema solare, accelerare l’espansione dell’intero universo e vincere l’attrazione gravitazionale, cioè provocare i fenomeni che stanno avvenendo, che l’astronomia non è capace di spiegare e i media perciò non diffondono. Sono i tanti segni che precedono la rivelazione tante volte annunciata: il VERO SOLE è il CRISTALLO, al centro della Terra, cantato da saggi come Giordano Bruno e descritto da poeti quali Dante che lo chiama “il mobile cielo cristallino”
Il CRISTALLO in questi ultimi anni sta cambiando il Suo MESSAGGIO: il lato sensibile – il campo debole – sta crescendo, mentre quello visibile, il campo elettromagnetico sta diminuendo. Gli effetti di questo cambio si vedono in fenomeni quali il riscaldamento globale e la riduzione del campo magnetico terrestre. Non solo; si sentono anche come coscienza di una verità profonda che la conoscenza ortodossa ignora."




"AGARTHA", la Terra Cava
Articolo tratto da: http://avvistamentiecontatti.blogspot.it/2012/06/agartha-la-terra-cava.html#more


"Una delle sorprese maggiori che potrebbe avere la gente che vive sulla superficie della Terra è sapere che non siamo gli unici abitanti del nostro amato pianeta.
Il nostro pianeta infatti è cavo. All’interno di questa cavità esiste un ambiente perfettamente vivibile per gli umani e per gli animali. Tale ambiente è riscaldato dal sole che esiste al centro della Terra. L’Aurora, il sole al centro della Terra, è molto meno potente del Sole del nostro sistema solare. La Terra Cava è anche chiamata Agartha.Il Sole del nostro sistema solare è di 5° dimensione, mentre l’Aurora è di 3° dimensione. Per questo è molto meno potente e la sua luce è perfetta per mantenere luce 24 ore su 24 nella Terra Cava ed una temperatura piuttosto stabile, intorno ai nostri 20°-30°. Come potete immaginare, nella Terra Cava non esiste il buio.
Molta gente sarà sorpresa dal sapere che nella Terra Cava vivono ben 17 miliardi di umani!



Torniamo comunque alla Terra Cava. I suoi 17 miliardi di umani sono disposti su un unico continente. Non vi sono infatti oceani nella Terra Cava, vi sono solo laghi e fiumi, e la quasi totalità della superficie interna è quindi terraferma.
La Terra Cava inizialmente fu creata per ospitare solo animali. La superficie esterna invece avrebbe dovuto ospitare gli umani. Fino a 120.000 anni fa, gli umani non si erano mai trasferiti in massa nella Terra Cava. Furono le due distruzioni nucleari su Lemuria e su Atlantide poi che costrinsero molti umani a trasferirsi nel Regno degli Animali della Terra Cava.
Gli umani della Terra Cava sono molto simili agli umani che vivono in superficie. Se considerate che le origini genetiche sono le stesse, dovreste immaginare che non vi è differenza sostanziale fisicamente parlando. L’unica differenza sostanziale sta nel fatto che essi hanno mantenuto una base genetica alla nascita più elevata di quella degli umani di superficie.
Mentre gli umani di superficie, infatti, sono scesi ad avere una base genetica alla nascita di 2 basi di Dna attivate, quelli della Terra Cava non sono mai scesi ad una base genetica alla nascita inferiore a 1024 basi di Dna attivate. Hanno mantenuto in media, quindi, una maggior consapevolezza. La differenza non è poi così grande, ma sufficiente a far sì che siano riusciti a vivere in pace e a non aver avuto guerre fortemente distruttive tra di loro sin da quando i primi esseri umani scesero nella Terra Cava circa 120.000 anni fa.
Esistono molte città nella Terra Cava, esiste un governo della Terra Cava ed esistono governi locali. Hanno tecnologie che si basano non sull’elettricità, come le nostre, ma sulla radioattività.
Esistono due entrate principali che portano alla Terra Cava, e si trovano ai due poli. Ne esistono poi molte altre sparse per il mondo. Tali entrate sono sorvegliate (nel lato interno delle entrate) 24 ore su 24 da guardiani della Terra Cava. Qualche umano di superficie, nei 120.000 anni di storia degli esseri umani della Terra Cava, è riuscito ad entrare nella Terra Cava attraverso qualche passaggio, per lo più casualmente. Molte persone della Terra Cava, invece, sono venute in superficie in questi 120.000 anni ma non sono riconoscibili in quanto sono fisicamente come gli umani di superficie. E quando vengono in superficie, lo fanno per capire a che punto sono gli umani di superficie.
Quelli che vengono sono delle sorte di “agenti segreti” ai quali vengono fatte studiare le lingue, le culture e le caratteristiche della gente di superficie in modo che una volta saliti non siano riconoscibili come “non terrestri”. Gli umani della Terra Cava nel secondo semestre dell’anno in corso (2012) si presenteranno all’umanità e sarà l’inizio per poter iniziare una collaborazione ed unione di fratellanza e pace con questo meraviglioso popolo.


Derinkuyu: La città sotterranea misteriosa quanto le Piramidi


Da secoli si raccontano storie di grotte e tunnel nelle profondità della terra, passaggi sotterranei che conducono a regni di demoni e mostri. È possibile che queste leggende nascondano una sorprendente verità? Forse ci sono davvero luoghi misteriosi e inspiegabili sotto i nostri piedi, luoghi le cui origini potrebbero non essere di questo mondo.


L'Impero romano e la provincia romana di Cappadocia (in rosso) al tempo dell'imperatore Traiano


La Cappadocia, nella Turchia orientale, è delimitata al nord dal Mar Nero e a sud dalla catena montuosa del Tauro.


Tauro, la catena montuosa nella Turchia meridionale

Nel 1963, una semplice ristrutturazione nella città di Derinkuyu ha portao ad una scoperta straordinaria. L'apertura della parete di una grotta, ha rivelato un passaggio verso una città sotterranea, antica di migliaia di anni, ad oltre 85 metri di profondità.






Ci sono tredici piani che scendono sottoterra, con pozzi di ventilazione e circa quindicimila bocchette che portano l'aria anche ai livelli più profondi. Per quanto incredibile, le camere rocciose scoperte potevano contenere circa 20.000 persone tra uomini, donne e bambini. Ci sono perfino tracce di centri religiosi, magazzini, torchi per il vino e stalle per il bestiame. Nei livelli sotterranei sono stati trovati sale da pranzo, cucine annerite dalla fuliggine, cantine, botteghe di alimentari, una scuola, numerose saloni e anche un bar. La città ha beneficiato della presenza di un fiume sotterraneo e pozzi d’acqua. Era una piccola città completamente autosufficiente, che ancora oggi stupisce studiosi e ingegneri.

La costruzione di una città come Derinkuyu sarebbe stata un'impresa per chiunque, anche in tempi moderni e con attrezzature moderne. Pensare che un'opera del genere sia stata realizzata in un'epoca così remota è semplicemte stupefacente, paragonabile solo alle piramidi d'Egitto. A Derinkuiu, a causa della morbidezza della pietra, bisognava stare molto attenti a fornire abbastanza supporto ai piani superiori con i pilastri, altrimenti ci sarebbero stati crolli catastrofici. Invece, è sorprendente l'assenza di qualsiasi traccia di collasso grave, quindi dobbiamo supporre che dovessero essere particolarmente abili e conoscessero molto bene il materiale roccioso.



Parliamo di popoli antichissimi, ed è difficile immaginare come possano aver fatto a realizzare un'opera del genere. Forse furono aiutati da qualche altra civiltà? Ma chi ha costruito questa enorme città sotteranea? E quale motivazione misteriosa li ha spinti a vivere sottoterra? Perchè qualcuno vorrebbe vivere nella profondità di queste strane caverne?
Secondo molti archeologi e studiosi, è probabile che Derinkuyu servisse come rifugio temporaneo durante le invasioni e che sia stata costruita intorno all'800 a.C. dai Frigi, un popolo dell'Età del Bronzo imparentato con i Troiani. Altri credono che sia stata costruita dagli Ittiti, popolo guerriero menzionato nella Bibbia e che aveva prosperato centinaia di anni prima.
Ma è possibile che la città sotterranea sia ancora più antica? Secondo i teorici degli "Antichi Astronauti" lo è, e forse di varie migliaia di anni. La Cappadocia faceva parte dell'impero di Zoroastro, di origine persiana, con una delle più antiche tradizioni religiose dell'umanità. Si ritiene che la religione di Zoroastro, una fede antica basata sulle forze opposte del bene e del male, abbia fortemente influenzato sia l'Induismo che il Giudaismo e il Cristianesimo.
Fondata intorno al VI secolo a.C., il suo dio principale è il creatore Ahura Mazdā. Nel secondo capitolo del testo sacro zorastriano "Avestā", Ahura Mazdā salva l'intero genere umano da un distrato ambientale globale, un pò come la storia di Noè nella Bibbia ebraica: il grande profeta Yima fu incaricato dal creatore di costruire il palazzo "Vara di Yima" al fine di proteggere tutte le creature dall'imminente disastro. Secondo i teorici degli Antichi Astronauti, questo palazzo sarebbe da indentificare con l'opera realizzata a Derinkuyu.
Secondo i testi sacri, Yima costruì una città sotterranea a più piani per proteggere un gruppo scelto di persone e animali non dall'alluvione, ma da un'era glaciale globale. Nella "Vendidad" viene denominato come il "malvagio inverno". Secondo molti climatologi classici, l'ultima era glaciale si è verificata circa 18.000 anni fa, terminando intorno al 10.000 a.C. È possibile che Derinkuyu sia stata costruita come rifugio da un devastante inverno globale?
Non potendo datare la pietra al carbonio, chiunque può fare ipotesi su quanto sia antica Derinkuyu. Ma se Derinkuyu dovesse essere la città sotterranea che Ahura Mazdā ha ordinato di costruire, forse c'è un sorprendente nucleo storico dietro la leggenda. Se è così, chi o cosa era il dio Ahura Mazdā?
Dai testi sacri zoroastriani, Ahura Mazdā sembra essere il responsabile della gestione di tutto quello che succede sulla Terra. Lo si può leggere in vari modi: potrebbe rappresentare una sorta di forma di coscienza universale che sovraindente alla vita dell'universo e dell'umanità, oppure, molto più concretamente, potrebbe rappresentare un'intelligenza extraterrestre che vigila sul pianeta.
Quasi tutti i testi sacri antichi parlano della conoscenza data al genere umano da "divinità" discese dal cielo. È possibile che Ahura Mazdā sia stato un essere intelligente proveniente da un altro mondo e che sia stato riconosciuto come un dio dalle antiche popolazioni terrestri? E se sì, ha fornito la tecnologia necessaria ai suoi seguaci per costruire questo complesso labirinto di protezione contro un disastro ambientale?
Ma ci potrebbe essere un'altra inquietante ragione dietro la costruzione di Derinkuyu. Secondo alcuni studiosi, un indizio sarebbe l'insolito sistema di sicurezza della città sotterranea, realizzato con porte da 500 chili posizionate su rotelle e che possono essere spostate da una sola persona. Queste porte sono state realizzate con grande ingegno. In pratica, si possono aprire facendo leva solo dall'interno. Ciò lascia supporre che chiunque abitasse a Derinkuyu si nascondesse da qualcosa o da qualcuno.

Secondo i testi antichi zoroastriani, Ahura Mazdā si alza in cielo in un carro divino e muove guerra contro il suo eterno nemico Angra Mainyu, il demone della distruzione. È possibile che si tratti, come sostengono molti teorici degli Antichi Astronauti, della raffigurazione di due forze extraterrestri che si scontrano per il controllo della Terra e delle sue risorse?
Solo delle intelligenze evolute avrebbero potuto avere la capacità di alzarsi in volo con dei veicoli aerei (carri divini). Queste entità erano in possesso di quel genere di macchine di cui si legge in ogni cultura antica del mondo! Basta pensare alle "Vimana" della tradizione Indù o al "Carro di Fuoco" nella Bibbia ebraica che rapisce il profeta Elia portandolo in cielo.
Se prendiamo in considerazione la tradizione zoroastriana, ci sono chiari accenni ad una sorta di battaglia aerea tra fazioni in guerra. Perciò, è molto probabile che le grotte di Derinkuyu siano state usate come riparo contro i bombardamenti aerei degli extraterrestri che si combattevano tra loro. Se un veicolo aereo sorvola Derinkuyu ad alta velocità, non potrà mai vedere le bocchette di areazione della città sotterranea. Derinkuyu è il rifugio antiaereo per eccellenza!"



Shamballa
di Lorella Binaghi
da: http://www.cieliparalleli.com/Storia-delle-religioni/shamballa.html


Secondo "La Dottrina Segreta" rivelata in parte e trascritta da H. P. Blavatsky nel 1888, in tempi remoti da un globo dello schema di Venere con uno della catena di terra si formò un canale energetico (wormhole) con il quale fu possibile la discesa dei "Signori della Fiamma" da Venere alla Terra. I "Signori della Fiamma" chiamati genericamente i Sanat Kumara risiedono all'interno del nostro globo che è vuoto come un geode e sono in ogni antica tradizione denominati gli Dei o gli Angeli.
Le spie del Vaticano appresero le storie inerenti ai Signori di Venere da spezzoni di tradizioni religiose arcaiche che però non rivelavano ai profani il luogo esatto dove essi risiedevano e per tale ragione dal XV secolo dopo uno zero gli agenti del vaticano che a quei tempi si facevano chiamare Francescani furono sguinzagliati intorno al mondo per cercare l'accesso al regno dei Sanat Kumara e per tentare di penetrarvi. Nel XV secolo i missionari cattolici di quel santo regno appresero solo un nome dai popoli dell'Asia Centrale, e quel nome è Shamballa.


I viaggi di "Amerigo Vespucci" per ricerca al "Regno del Prete Gianni", 1499


L'azienda cattolica fin dai tempi di Federico d'Aragona (Federico I di Napoli) ha speso ingenti fortune per ricercare e conquistare il "Regno del Prete Gianni", termine con il quale i Francescani si riferivano al complesso di terre continentali interiori, quel misterioso regno è citato in quasi tutte le tradizioni antiche anche come: "Città Celeste" (Edda scandinave), "Asar" (Mesopotamia), "Terra dell'Amenti" (Egitto), la "Città dei Sette petali di Vishnù" (India), Agharti o Agharta (induismo), la "Città dei Sette Raggi di Edom o Eden" (tradizione giudaica), l'Ade (miti greci), "Shamballa" (Asia Centrale), "Erdami" (Tibet), Shangri-La (Nepal), "Alberdi" o "Aryana" (Persia), la "Terra di Caanan" (tradizione nomadica), "Maya-Pam" (Aztechi), "Xibalba" (Maya Quiché), "Tula" (Messico), "Dual, Dananda o la Terra dei Misteri" (Gallia occidentale), "Valhalla" o "Thule" (Germania), il "Regno d'Avalon" (tradizione arturiana dei Francescani).

Soltanto quando il Vaticano riuscì a far costruire velivoli e quindi a sorvolare zone remote polari fu in grado d'individuare gli accessi più eclatanti al "Regno del Prete Gianni". Da quel momento la Santa Sede e i suoi membri servitori tentano missioni per la conquista della nostra Terra interna risultate però impossibili.



La Terra cava con il Sole interno
Immagine tratta da: http://nuevafrontera.wordpress.com/2010/12/10/557


Il dipinto mostra la costituzione morfologica del pianeta Terra, vuota al suo interno. La gravità è presente in diversi punti entro lo spessore della crosta terrestre mentre al centro splende un sole atomico formato dal canale energetico elettronico naturale che attraversa il geode terrestre dai poli ed è chiamato dai fisici contemporanei FTE (Flux Transfer Event). Il Sole atomico illumina la nostra Terra interiore 24 ore al giorno mantenendo le temperature interne del pianeta costantemente sui 29° centigradi. I continenti interni sono percorsi da fiumi e circondati da mari le cui acque si connettono con quelle oceaniche esterne attraverso le due grandi cavità polari del diametro di 2.000 chilometri.

La luce del Sole interno fuoriuscendo dalle cavità polari forma il fenomeno delle aurore polari.



Cavità polare artica in un'immagine reale. Veduta dalla Stazione MIR



Disegno tibetano d'Agharta la terra interna


Alcune autrici e autori che hanno parlato del mondo interno:
Dante Alighieri (La Divina Commedia 1321), Tommaso Campanella (La città del sole 1602), Julio Verne (Viaggio al centro della terra 1864), Bulwer Lytton (The Coming Race, 1871), Helena Petrovna Blavatsky (Iside Svelata 1877, La Dottrina Segreta 1888), William Reed (Phantom of the Poles 1906), Willis George Emerson (Il Dio Fumoso il Viaggio nella Terra Cava 1908), Marshall Gardner (A Journey to the Earth's Interior 1920), Ferdinand Ossendowski (Bestie, uomini e dèi 1922), Alice Bailey (A Treatise on the Cosmic Fires. 1925), James Hilton (Orizzonte Perduto 1933), Nicholas Roerich (Il Cuore dell’Asia 1940), Alice Bailey ("Esoteric Astrology - a Treatise on the Seven Rays. Vol. III 1951) Francis Amadeo Giannini (Worlds beyond the Poles: Physical Continuity of the Universe 1959), Ray Palmer (rivista Flying Saucer, New York, ritirata dalla circolazione 1959), Raymond Barnard (Il Grande Ignoto 1960), William F. Warren (Il Paradiso Perduto, o la Culla della Razza Umana al Polo Nord, 1964.)

Note

1) -



In immagine, la catena della terra e i suoi sette globi, secondo gli insegnamenti della Dottrina Segreta trascritta da H. P. Blavatsky. (H. P. Blavatsky: "The Secret Doctrine. The Synthesis of Science Religion, and Philosophy", Editor William Q. Judge, 117, Nassau Street, New York. The Theosophist, Adyar, Madras - 1888.)


Grafico del Settenario Solare

Il Divino Settenario appeso alla Triade formando così la Decade e le sue permutazioni 7, 5, 4, 3. (S.D. Vol. I, pp 259).

2) - La "scala di Giacobbe" entro la Bibbia scritta dai Gesuiti nel XVI secolo simbolicamente si riferisce alla connessione tra un globo della catena di Venere con uno della catena planetaria terrestre.


Udine-Palazzo Patriarcale. Sogno di Giacobbe, di Giambattista Tiepolo



Approfondimenti

La storia di un pianeta di H. P. Blavatsky
http://www.cieliparalleli.com/Costume/la-storia-di-un-pianeta-di-h-p-blavatsky.html

Seguono estratti dai libri di Alice Bailey (opera del Maestro D.K.).

N.d.E.: i testi di Alice Bailey tradotti in italiano sono purtroppo stati volutamente corrotti in alcuni punti dai Gesuiti che ne hanno curato la traslazione dall'inglese, per tale ragione io suggerisco ai ricercatori di leggerli nella versione originaria.

Esoteric Astrology. A Tratise on the Seven Rays . Vol. III. Di Alice Bailey(Lucis Publishing Company, New York, 1951):
"... gli Angeli solari, giunsero in origine da Venere." (48).

A Treatise on the Cosmic Fires. Di Alice Bailey (Lucis Publishing Company, New. York, 1925):
"Venere ha polarità negativa, e perciò fu possibile il misterioso assorbimento, da parte della Terra, della forza di Venere." (323).

"... quando questi due poli opposti si collegarono elettricamente. (324).
 -- Shamballa: ... dove il Signore del Mondo, l’Antico dei Giorni, ha la sua sede principale."
H.P.Blavatsky dice che è “una località molto misteriosa a causa delle sue associazioni future”. - S.D., II, (413).

Esoteric Astrology. A Tratise on the Seven Rays . Vol. III. Di Alice Bailey (Lucis Publishing Company, New York, 1951):

"Quelli che concludono in Pisces e conseguono gradi più elevati nel loro sviluppo entrano nel centro che
chiamiamo Shamballa, ma la gran parte degli iniziati e dei discepoli aderisce al secondo centro, la Gerarchia del Servizio."
(141).

"Shamballa, il Custode del Piano per il nostro pianeta."
(196).

"Polaris — La Stella di Direzione — regge Shamballa."
(197).

(Sanat Kumara, Signore di Shamballa);
(431).

"Ai tempi di Atlantide, l’ultimo grande intervento si verificò proprio direttamente da Shamballa e ne conseguì la dstruzione parziale di intere regioni e continenti."
(441).

"Chi cerca di evocare la forza di Shamballa si avvicina di molto all’energia del fuoco. Il fuoco è simbolo e qualità del piano mentale. Il fuoco è un aspetto della natura divina. Fu anche una delle caratteristiche più notevoli della guerra. Lo si produce con mezzi fisici e col concorso del regno minerale, e fu il mezzo di distruzione più minaccioso scelto durante il conflitto. Fu l’avverarsi dell’antica profezia secondo cui si sarebbe tentato di distruggere la razza Ariana col fuoco, così come l’Atlantidea fu spazzata via dalle acque. Ma l’ardente buona volontà e l’uso consapevole e focalizzato della forza di Shamballa possono opporre fuoco a fuoco...
(587).
Una delle cause della seconda guerra mondiale fu appunto nel contatto prematuro (con Shamballa) — provocato da alcune menti egoiste di relativa alta qualità, sostenute dalla Loggia Nera (N.d.E.: i Gesuiti). Per rimediare ed eliminare l’influenza delle forze oscure dal nostro pianeta Terra, può intervenire la forza di Shamballa, attivamente e coscientemente applicata dalla Loggia Bianca (N.d.E.: Gerarchia planetaria degli Istruttori/trici, Società Vril), con la collaborazione degli uomini la cui volontà - di - bene sia abbastanza forte da proteggerli nella loro opera e non farli deflettere in canali scorretti e rischiosi." (588).

A Treatise on the Cosmic Fires. Di Alice Bailey (Lucis Publishing Company, New. York, 1925:

"La Verga dell’Iniziazione nota come il “Diamante Fiammeggiante”, che è usata da Sanat Kumara, l’Unico Iniziatore, chiamato nella Bibbia l’Antico dei Giorni. Questa Verga è celata “in Oriente” e contiene il fuoco latente che irradia la Religione di Saggezza. Questa Verga fu portata dal Signore nel Mondo quando Egli prese forma e venne sul nostro pianeta diciotto milioni di anni fa..." (211).

"Vi sono sette Kumara connessi alla nostra evoluzione planetaria, dei quali quattro sono exoterici; i quattro exoterici hanno veicoli di materia eterica; tre Kumara sono esoterici ed hanno i veicoli di materia più sottile. Sanat Kumara, il Signore del Mondo, è il rappresentante in terra della forza specializzata del Logos Planetario; gli altri sei Kumara trasmettono energia dagli altri sei schemi planetari."
76 S.D., I, 186-189. (105).

"Gli studiosi distinguano attentamente i cinque Figli di Brahma nati dalla Mente, i cinque veri Kumara, dai loro rappresentanti sul nostro pianeta, Coloro che stanno intorno a Sanat Kumara, e che si può dire (in senso esoterico) Lo rappresentino." (206).

"... attraverso la catena di Venere del nostro schema; per effetto di una stimolazione che ebbe origine nello schema di Venere; perché il kundalini logoico aveva vitalizzato uno dei triangoli di forza sistemici, triangoli di cui Venere e la Terra formavano (temporaneamente) due vertici; questo produsse l’individualizzazione di coloro che, specialmente nella Gerarchia umana, costituiscono un centro particolare del corpo del Logos planetario."

"Sanat Kumara ed i suoi allievi sono nella forma fisica, ma non hanno preso dei corpi fisici densi. Lavorano sui livelli vitali eterici e dimorano in corpi eterici.
Shamballa, dove dimorano, esiste come i Kumara, nella materia fisica, ma è materia degli eteri superiori del piano fisico, e soltanto quando l’uomo avrà sviluppato la vista eterica, sarà rivelato il mistero che sta al di là dell’Himalaya. Perciò Sanat Kumara è il Logos planetario e tuttavia non lo è."
(379).



ASTROLOGIA



               

                                 Il glifo della Terra                     Il Cerchio dello Spirito e la Croce della Materia


Il simbolo astronomico ed astrologico della Terra è un Cerchio che contiene una Croce; questo simbolo possiede vari livelli di interpretazione.
Il significato più noto rappresenta la Croce della Materia circondata dal Cerchio dello Spirito, all'interno del quale è contenuta la vita che si sviluppa su questo pianeta.


                                   

Il glifo di Venere e l'altra versione del glifo della Terra      -         Il Globo Crucigero


Un'altra versione del simbolo della Terra è un Cerchio sormontato dalla Croce, che assomiglia molto al simbolo capovolto di Venere, ossia Venere Retrograda, ma se è usata come simbolo della Terra rappresenta una versione stilizzata del “Globo Crucigero", in cui la Croce rappresenta e simboleggia la sovranità di Cristo sulla Terra.

Il globo crucigero (in latino: "globus cruciger") è un simbolo cristiano usato già nell’alto Medioevo dai re sulle monete, nell'iconografia e nelle insegne regali, che rappresenta il dominio di Cristo sul mondo. Il primo utilizzo conosciuto di questo simbolo risale al periodo tra il 395 e il 408 e si trova sul lato posteriore delle monete dell'imperatore bizantino Arcadio ed a partire dal 423 sulle monete dell'imperatore Teodosio II, ma ci sono riferimenti anche in alcune immagini che ritraggono l'imperatore Ottaviano Augusto che tiene in mano il globo del mondo.

         
L'imperatore Ottaviano Augusto che regge il mondo - Arte alto medioevale (Insulare, Carolingia, Ottoniana)



          

   Cristo in Maestà, Museo Stadel di Francoforte     -   Salvator Mundi, di Andrea Previtali, 1519

Il simbolismo del mondo tenuto in una mano, oppure sotto a un piede, era conosciuto anche dagli antichi romani, presso cui era usata la sfera come rappresentazione del cosmo e con il dominio dell'imperatore su di esso; per esempio su una moneta del IV secolo è raffigurato l'imperatore Costantino il Grande che tiene in mano una sfera; in una moneta del II secolo, del regno dell'imperatore Adriano, è raffigurato il dio Salus che tiene la sfera del mondo sotto un piede.
Dopo che il Cristianesimo è divenuto la religione ufficiale dell'Impero Romano, al globo del mondo è stata aggiunta la croce, simboleggiante il dominio dell'unico Dio sul mondo. Per i cristiani, la presenza del globo crucigero nelle insegne imperiali rappresentava il fatto che l'imperatore governava il mondo per volere divino. La croce sormontante la sfera rappresentava inoltre il trionfo della cristianità sui pagani.

        
Vetrata con Cristo e il globo crucigero     -   Stemma dell'Ordine Certosino  -  Stemma con il Globo Crucigero


Da notare che il Globo è diviso in tre parti, corrispondenti ai tre Continenti conosciuti fino al Medioevo, Asia, Europa e Africa, mancando quindi l'America, l'Oceania e l'Antartide, che non erano ancora state ufficialmente scoperte.

        


Ma non tutti sono a conoscenza che il simbolo più comune della Terra, che raffigura il Cerchio con la Croce al centro, simboleggia con il Cerchio il nostro Pianeta e la Croce simboleggia la Croce (fisica e spirituale) sulla quale è morto il Figlio di Dio per Amore verso l’Umanità, dalla quale emerge gloriosa e invisibile la figura del Cristo Risorto, Maestro dei Maestri e Maestro degli uomini e degli Angeli, che continua a irradiare silenziosamente la sua Potente Energia d’Amore su tutto il nostro Pianeta.


Inoltre è molto approfondita ed esoterica la spiegazione del Maestro Tibetano D.K. nel "Trattato sul Fuoco Cosmico" (pag. 161) riguardo al simbolo del cerchio diviso in 4 parti, usato anche per la Terra, come simbolo universale:
"Il cerchio diviso in quattro. Questo è il vero cerchio della materia, la croce a bracci uguali dello Spirito Santo, che è la personificazione della materia intelligente attiva. Indica la quarta qualità quadridimensionale della materia, e la penetrazione del fuoco in quattro direzioni; la sua triplice irradiazione è simboleggiata dai triangoli formati dalla quadruplice croce.
Questo raffigura la quadruplice rivoluzione di ogni atomo. Con questo non s’intende la possibilità dell’atomo di compiere quattro rivoluzioni, ma che la caratteristica della sua rivoluzione è di essere a quattro dimensioni; è questa la meta che si persegue e che comincia ad essere riconosciuta nella materia già ora, nella quarta ronda e quarta catena.
Quando la quinta spirilla, o quinta corrente di forza dell’atomo sarà sviluppata, e l’uomo potrà concepire un movimento rotatorio a quattro dimensioni, l’esattezza di questo simbolo verrà riconosciuta. Si vedrà allora che tutti gli involucri, nel loro progresso dall’inerzia al ritmo, attraverso la mobilità, passano per tutti gli stadi, sia che si tratti degli involucri logoici, dei raggi che velano gli Uomini Celesti, dei piani che formano i corpi di certe entità solari, del corpo causale (o involucro dell’Ego sul piano mentale), del corpo fisico umano nella sua costituzione eterica, o di una cellula di questo corpo eterico. Tutte queste forme materiali (che esistono nella materia eterica che è la vera materia di tutte le forme) sono all’origine degli ovoidi indifferenziati; poi si animano di un moto rotatorio, manifestando calore latente, poi, manifestano la dualità, fuoco latente e fuoco radiante; l’espressione di questi due fuochi ha per risultato un’attività quadridimensionale, ossia la ruota o forma rotatoria che gira su sé stessa."



IL SOLE E LA TERRA


Secondo l'Astrologia dell'Anima gli influssi della Luna sono forti fino all'età di 21 anni, quando si è compiuto il Ciclo di ricapitolazione delle vite passate (3 sottocicli di 7 anni). Da quel momento dovrebbe iniziare l’influsso del Sole, anche se è stato dimostrato dall’Astrologia Psicologica, con la cosiddetta “compensazione”, che vi sono persone che vivono in ritardo o vivono solo rare volte nella vita i valori del loro Segno solare. Questo perché a seconda del livello evolutivo vi sono persone che rimangono attaccate al passato ed ai vari comportamenti subconsci, ed altre che invece proseguono spedite in direzione del futuro.
Quindi non è uguale per tutti gli esseri umani il momento in cui c’è il risveglio del Sole e ciò vale per tutti i sessi, maschi e femmine, perchè l'ego è asessuato, al pari dell'Anima.
Tutte le Energie che giungono nel nostro Sistema solare dal Cosmo penetrano innanzitutto nel Sole, luogo in cui avviene la trasformazione, per poi diffondersi in tutto il restante Sistema solare e quindi anche sulla Terra, che però è un pianeta raramente considerato nell'analisi astrologica, come invece dovrebbe essere, poichè tutti noi esseri viventi ci troviamo da milioni di anni su questo pianeta verde e azzurro.

Si deve all'Astrologia Esoterica rivelata dal Maestro Tibetano D.K. la comprensione del Segno in cui si trova la Terra, che è sempre opposto al punto dove si trova il Sole, ma è importante valutare anche in questo caso il livello evolutivo del soggetto che si sta analizzando per poter comprendere se il collegamento è con la Personalità della Terra, che è di 3° Raggio, oppure con l'Anima del nostro Pianeta, che è di II Raggio, o infine per i grandi Iniziati con la Monade di Primo Raggio, di cui si occupa l'Astrologia dei Sette Raggi.


     
Raggi della Terra: Monade di Primo; Anima di II; Personalità di 3°

Purtroppo in quasi tutti i software astrologici la Terra non è inclusa, come se non esistesse nemmeno, oppure come se fosse qualcosa da nascondere o di indesiderabile, ma l'astrologo esoterico ha il dovere di considerare anche tale nostro Pianeta ed aggiungerlo intuitivamente all'analisi astrologica.
Inoltre può essere molto diverso nascere e vivere in una zona della Terra oppure in un'altra, perchè non soltanto le città e le Nazioni hanno dei Raggi ben definiti, che possono essere fra loro diversi, ma il Maestro Tibetano ha anche rivelato che l'Occidente ha un'Anima di Secondo Raggio e una Personalità di 4 Raggio, invece l'Oriente ha un'Anima di Quarto Raggio e una Personalità di 3°, con i relativi Segni zodiacali collegati.



Esempio della posizione della Terra e del Sole in un astrografico


Possiamo trovare dov'è posizionata la Terra se contiamo 180 gradi dalla posizione natale dove si trova il Sole.
Per esempio, se il Sole è a 20°11' del Leone, ecco che la Terra sarà in Acquario nello stesso identico grado, minuto primo e secondo.
Però non si tratta di un'opposizione come accade con altri pianeti, bensì di una potenziale complementarietà, che può fare spostare la coscienza da un polo all'altro dei due Segni coinvolti e può trasformare gli antagonismi in capacità di migliorare ed evolvere la propria coscienza, ma molto dipende dal livello evolutivo.
La posizione della Terra, in un oroscopo, rappresenta concretamente il cammino che un individuo deve percorrere in ciascuna incarnazione e in questo modo si può imparare quali sono le aree nella propria vita che hanno un'influenza sulla Coscienza Collettiva.
La Terra è il reggitore del Segno del Sagittario nell'Astrologia dell'Anima.
Le frecce del Sagittario si dirigono dove si trova la Terra, per cui la posizione della Terra indica l'opposizione complementare e la sintesi fra la natura animale del centauro e l'Anima. Il grosso conflitto fra le due polarità ha luogo nella posizione di entrambe nella carta del cielo.
La zona in cui si trova la Terra ci mostra il campo di esperienza e di battaglia che dev'essere affrontato. Il Sole rappresenta la potenziale creatività della personalità in ciascuna incarnazione, e la Terra, opposta al Sole, indica dove o come questa creatività deve essere espressa. La zona dove è posizionata la Terra può farci comprendere in che modo possiamo essere di servizio all'Umanità, poiché i nostri doveri e le nostre responsabilità nella vita presente, ovvero il nostro dharma, sono indicati anche dalla Terra nell'Oroscopo. La freccia del Sagittario indica il campo di esperienza attraverso l'ambiente, che è la parte fisica del pianeta Terra, che deve essere migliorato con urgenza per salvare il nostro pianeta al più presto. L'Umanità di medio livello evolutivo non riesce ancora a capire che il nostro comportamento, i nostri pensieri e le nostre emozioni, quando sono negative, producono una violenta reazione nel campo eterico del nostro pianeta. Tali negatività sono immagazzinate nel Corpo Eterico che avvolge il nostro pianeta, nello stesso modo in cui il nostro corpo fisico è avvolto dalla controparte Eterica, ed arriva un momento che tali negatività divengono concrete ed insieme ad altre cause precipitano nel Piano Fisico, provocando disastri, cataclismi, terremoti, ecc ...!
Occorre riflettere molto su questo e partecipare al lavoro di purificazione energetica dei Corpi sottili del nostro Pianeta, come fanno consapevolmente da milioni di anni i Maestri di Saggezza e gli Iniziati.


LA LUNA E LA TERRA


Vi sono molte persone, in prevalenza femminili, che dedicano una reverente attenzione alla Luna, perché viene rivendicata come simbolo del “Principio femminile”, ma si tratta di una interpretazione distorta, poiché è stato ampiamente spiegato negli anni trenta del secolo scorso dal Maestro Tibetano D.K. – grande esperto di Cosmogonia e Astrologia - tramite i libri di Alice Bailey, che la Luna è un antichissimo Ex-pianeta morto, un’ostruzione nel cielo indesiderabile che non ha alcuna vita e che si sta lentamente disintegrando nello spazio.
Questo è stato confermato con precisione dai rilevamenti estremamente scientifici effettuati dagli astronauti americani sul suolo lunare nei loro innumerevoli allunaggi.
Le residue vibrazioni che provengono dal remotissimo passato della Luna si infiltrano nella sfera d’influenza della Terra creando una negatività incalcolabile, perché influenzano i centri istintivi (Chakra basale) e sessuali (Chakra sacrale) a livello inconscio.  

    
Le dimensioni della Terra in proporzione al Sole e alla Luna

Nell’Astrologia Classica moderna la Luna è considerata impropriamente ed erroneamente come un simbolo del principio femminile, ma ritenere che un piccolo satellite della Terra, deserto e privo di vita come è la Luna, che rappresenta la parte oscura (l’ombra postulata da Jung) del Principio femminile umano, sia l’Archètipo di questo Principio significa degradare il vero Archètipo femminile, che invece è rappresentato dalla Terra, la Grande Madre, in cui viviamo e siamo, che è un pianeta vivo, dove nasce e prolifica la vita e che anticamente era rispettato e venerato nel suo significato più profondo, come ricordano le antiche sculture che la raffigurano sotto le sembianze di un’abbondante madre, che a volte allatta un bambino.



Molte persone ritengono erroneamente che gli influssi dei Cicli lunari siano derivati dalla Luna, ma è esattamente il contrario, perché invece provengono dal Sole. Addirittura al Plenilunio la Luna è completamente annullata, in quanto essa riflette sulla Terra totalmente la Luce del Sole, ed essa è fuori azione, perché si trova in un punto dove non interferisce e lascia completamente libero il passaggio alle Energie Solari, permettendo un rapporto diretto e privo di ostacoli fra la Terra e il Sole (tranne nei rari casi delle eclissi, che sono periodi di pericolo).


BIBLIOGRAFIA FONDAMENTALE




TERRA MATER - Il culto del principio femminile nell'antica Europa
di Giovanni Feo


Intorno alla seconda metà del ventesimo secolo si è affermata in Occidente una nuova scuola di studi e ricerche, divenuta essenziale disciplina del pensiero moderno, presente in accademie e università, i cui lavori continuano ad influenzare in modo rilevante le discipline umanistiche, in particolare Storia, Archeologia, Antropologia, Psicologia, Etnologia, Storia delle religioni e Storia della filosofia. Tra i precursori di tali indirizzi va annoverato lo svizzero Carl Gustav Jung, psicologo e studioso del mito, il primo a concepire un modo strutturato di interpretazione del materiale mitico e mitologico, al fine di utilizzarlo per nuovi modelli cognitivi, utili a comprendere l'essere umano e il suo mondo.

Altre importanti figure hanno affiancato Jung, tra le principali l'ungherese Caroly Kerényi, il rumeno Mircea Eliade, gli inglesi M. Esther Harding e, in ambito mitostorico e letterario, Robert Graves.

Uno dei temi centrali emerso da queste ricerche riguarda la scoperta di una millenaria e obliata fase storica del nostro passato , segnata dalla presenza di civiltà "matrifocali", civiltà dove il principio femminile fu al centro di culti e culture per un lungo periodo di tempo che, iniziato nel Paleolitico, trovò la sua decadenza nell'età del Bronzo. A dare il definitivo crisma dell'ufficialità accademica a questi studi è stata un'archeologa lituana da poco scomparsa, Marija Gimbutas, il cui indirizzo di ricerche interdisciplinari continua in vari ambiti del mondo culturale moderno.

Il lavoro svolto dalla Gimbutas ha valore epocale, poichè permette di ridefinire il quadro storico del nostro passato e i modelli culturali e religiosi che lo determinarono, in primis il modello archetipico di una Grande Dea della terra, la madre terra,esplicita forma simbolica del principio femminile creatore e divino le cui rappresentanti, le donne, ne furono le prime interpreti e adepte.

Riassumiamo sinteticamente alcune delle principali conclusioni a cui hanno portato i lavori e le ricerche degli autori precedentemente citati.

Carl Gustav Jung (1875-1961) studiò approfonditamente miti e simboli della psiche umana, analizzando il vasto materiale reperibile in varie tradizioni del passato, con particolare attenzione alla tradizione ermetica degli alchimisti medioevali. Nei suoi due libri sull'ermetismo, "Psicologia e alchimia"(1944) e "La psicologia del transfert" (1946), Jung mette a fuoco alcuni punti fondamentali. Secondo lo psicologo svizzero , l'alchimia fu essenzialmente un tipo di "processo di individuazione" dell'essere umano, praticato dai "filosofi" dell'ermetismo medioevale che chiamarono tale processo "La Grande Opera". Questo fu il supremo compito riservato al vero uomo di conoscenza (e di fede); l'obiettivo finale, al pari della psicologia junghiana, concerneva la realizzazione del "Sè",autentico e recondito centro della psiche umana.
La realizzazione della Grande Opera alchemica era imperniata sulla congiunzione degli opposti "coniunctio oppositorum" ovvero sul principio di integrazione di elementi opposti e complementari: luce e tenebra, maschile e femminile, acqua e fuoco ecc... Tale unione, e più in generale il concetto stesso di integrazione degli opposti, fu il vero fine delle operazioni alchemiche ed ermetiche.
Da tali premesse Jung elaborò un concetto di "anima", femminile, contrapposto all' "animus", maschile. La visione junghiana dell'anima portò alla definizione di un principio femminile considerato sotto nuova luce, rivelatore di valenze e scenari del tutto nuovi. Il principio "Femineo Eterno" (così lo chiamò Goethe nel Faust) fu per i saggi della tradizione ermetica il centro focale della vita, del culto e della cultura. Il tema venne sviluppato da una delle principali allieve di Jung, la dottoressa M. Esther Harding, che pubblicò varie opere, tra cui "I misteri della donna" (Woman's mysteries, 1971). Fu l'ungherese Caroly Kerényi ( 1897- 1973), anche lui collaboratore di Jung, a sviluppare una preziosa ricerca sul senso intrinseco degli antichi miti, dedicando al principio femminile alcune opere, tra cui "Figlie del Sole" (Tochter der Sonne, 1944) e, assieme a Jung, "Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia" (Einfurung in das Wesen der Mythologie, 1940-1941) dove sono studiati gli archetipi del Fanciullo divino e della Fanciulla divina (Kore).

Da tutti questi lavori emersero nuovi stimoli e nuove prospettive, tra i quali è da segnalare l'enciclopedico lavoro di Robert Graves (1885-1985), in particolare "La Dea Bianca" (The White Goddess, 1948), incentrato sull'antica civiltà celtica e i suoi rapporti con quella Mediterranea, con la tradizione ebraica, la cristiana e, in sintesi, riscoprendo il culto di una Grande Dea in tutta l'antica Europa.
A livello prettamente accademico la tematica del principio femminile nelle civiltà premoderne fu sviluppata dal fondatore della prima cattedra di Storia delle Religioni (Chicago, 1957), il rumeno Mircea Eliade. Per primo, egli propose un'esauriente e chiara interpretazione delle antiche religioni e cosmologie, comprese quelle matriarcali.

In tempi più vicini, l'archeologa lituana Marija Gimbutas (1921-1994) Ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca di testimonianze archeologiche sull'antico culto di una Grande Dea della terra, riuscendo a datare e a definire i tempi e i luoghi del primordiale culto. Grazie ai nuovi dati archeologici, le iniziali ricerche di Jung, di Graves e degli altri, sono oggi suffragate da prove concrete, tangibili e materiali, che confermano l'esistenza di una longeva civiltà matrifocale nell'antica Europa, tesi che fino a pochi decenni fa era ancora considerata ipotetica e marginale.
L'origine del culto matrifocale viene fatto risalire dalla Gimbutas all'età paleolitica, dunque ai primordi della civiltà umana. Il dato è degno della massima attenzione, in quanto permette di definire la prima e la più longeva fase cultuale e culturale del passato dell'umanità . A medesime conclusioni sembrano portare varie ricerche effettuate nei continenti extraeuropei, così da potersi parlare di un vero "primato" del principio femminile alle origini della storia umana.
Riportiamo un passo della Gimbutas dove viene data una definizione di civiltà matrifocale: "Cultura caratterizzata da un dominio della donna nella società e dal culto di una dea che incarna il principio creativo come Fonte e Dispensatrice di tutto". Si tratta di una cultura "pre-indoeuropea .....matrifocale e probabilmente matrilineare, agricola e sedentaria, egualitari a e pacifica. In netto contrasto con la successiva cultura proto-indoeuropea, patriarcale, stratificata, dedita alla pastorizia, nomade e bellicosa, instauratasi in tutta Europa, eccettuate alcune aree a sud e a ovest, durante tre ondate di invasioni dalle steppe russe, tra il 4500 e il 2500 a.C.".
A conferma di quanto affermato, la Gimbutas ha pubblicato i disegni, le foto e la catalogazione di un innumerevole quantità di reperti archeologici che attestano l'antico culto. La Gimbutas scrive che: "Circa 20.000 piccole sculture (della Dea) in argilla, marmo, osso, rame o oro sono oggi conosciute, da un totale di circa 3.000 siti del Neolitico e del Calcolitico dell'Europa sud-orientale". L'area presa in esame dalla Gimbutas è compresa tra: Italia centro-meridionale, Grecia, Balcani e area danubiana, Creta, Mar Egeo, Anatolia e sponde occidentali del Mar Nero. L'epoca di sviluppo di una civiltà matrifocale in quest'area è fissata intorno al VIII millennio a.C.. Stessa data gli storici assegnano all'inizio della "rivoluzione neolitica". E ancora: stessa data che i ritrovamenti di ambra permettono di attribuire all'inizio della navigazione sui mari.
L'inizio dell'era del Bronzo (2000 a.C. circa) viene fatta corrispondere dalla Gimbutas alla fase di decadenza delle antiche civiltà matrifocali. Fine e decadenza che i grandi cantori epici del passato, Omero e Virgilio, celebrarono nei loro poemi sulla caduta di Troia e sui viaggi nel Mediterraneo compiuti da eroi greci e troiani (Ulisse, Enea) alla ricerca di nuove terre. La storia e il mito di Troia sono in assonanza con avvenimenti decisivi e cruciali dell'età del Bronzo finale (1200 a.C. circa): la caduta dell'ultimo baluardo della Grande Dea, Ilio o Troia, fu causata da invasori indoeuropei, i "nuovi Greci", forse i Dori, gli Achei o altri popoli patriarcali scesi da est nelle terre mediterranee.

Nonostante il lento decadere ed estinguersi delle civiltà matrifocali, forme e archetipi del principio femminile continuarono a trovare espressione e, in non pochi casi, a riemergere significativamente in fasi cruciali della storia umana. Il culto di una Grande Dea sopravvisse nei secoli sotto varie forme presso tutte le maggiori civiltà europee. In Italia, con la civiltà etrusca (X secolo - I d.C.) la Grande Dea e il suo culto furono al centro della vita religiosa e sociale per molti secoli. Il culto patriarcale si instaurò soprattutto in seguito all'espandersi della civiltà romana e di quella ateniese, arrivando infine la Chiesa cristiana a promuovere una lunga e sanguinosa repressione contro la "vecchia religione", destinandola a una sempre più estrema clandestinità e illegalità.
L'impatto tra Cristianesimo e mondo "pagano" (dove ancora sussisteva il culto della Dea) fu meno violento nel mondo celtico. Ne è prova il sopravvivere di tradizioni relative a importanti figure femminili di età medioevale (come Guinevere e Morgana ) la cui vera identità rimanda ad antiche divinità del pantheon celtico, Gwenddydd e Morrigan.
Nell'antico Egitto il culto di Iside fu perpetuato nei secoli da celebri regine, Nefertiti e Cleopatra le più note. Ad Alessandria d'Egitto, in quella che fu la più importante Biblioteca del mondo antico, furono depositati i testi del "Corpus Hermeticum", vero tesoro di conoscenze ermetiche e cosmologiche dove il primordiale simbolismo del principio femminile era conservato nella sua forma originaria. Il Corpus Hermeticum fu tradotto a Firenze nel 1463 da Marsilio Ficino,per conto di Cosimo de' Medici.
Molti templi e sacrari della Grande Dea, una volta sconsacrati o interdetti , divennero in seguito importanti luoghi di culto della cristianità. Dalle ricerche archeologiche risulta che Lourdes, Fatima e molti altri luoghi delle apparizioni Mariane, furono già luoghi sacri in epoca preistorica. Chiese dedicate alla Madonna, sorte su siti pagani (greci, etruschi, celtici...), sono numerosissime. La sovrapposizione di templi di diverse religioni dimostra anche che il culto cristiano della Madonna e il suo peculiare simbolismo fu sovrapposto intenzionalmente su quello di una grande dea pagana, spesso conservandone alcuni tipici aspetti naturalistici (Madonna del Bosco, della Fonte, delle Rocce, dei Serpenti, delle Formiche ecc.).

Ad Efeso, nell'attuale Turchia, davanti al tempio della dea Artemide si trova un edificio che la tradizione indica come "Casa della Madonna". L'edificio, sorto accanto ad acque sorgive ritenute curative, fu in parte costruito con le pietre prelevate dal vicino tempio di Artemide, Secondo la tradizione, dopo la crocifissione di Gesù, Maria venne a vivere ad Efeso in questa casa, davanti al celebre santuario dell'Artemide Efesina dove, già in quei tempi, esisteva la venerata sorgente , meta di pellegrinaggi, visibile ancora oggi.

Nel Perù, dopo la conquista spagnola, il culto andino-incaico della madre-terra (la Pachamama) fu integrato a quello della Madonna cristiana, così che oggi ambedue le figure divine sono venerate dalla popolazione di lingua quechua.

Il culto di una grande dea ha tra le sue terre d'elezione l'India.
Qui sopravvivono tradizioni antichissime, incentrate sul culto di vari aspetti del femminile, venerato nelle figure di Lakshmi, Parvati, Durga e altre dée del pantheon hindu.
Secondo la tradizione riportata nei Veda, i libri sacri dell'hinduismo, la nostra epoca corrisponde al Kali yuga, era governata dalla dea Kali, ovvero il principio femminile nel suo aspetto distruttivo. La fine di quest'era, tormentata e afflitta dai demoni dell'egoismo non più sotto controllo, coinciderà con l'inizio di un nuovo ciclo stoico.
Nei Veda è scritto che la dea Kali, al termine del suo ciclo storico, sfogherà contro la terra tutto il suo potere distruttivo. Contemporaneamente il suo divino compagno, Shiva, dormirà in un fatale estraniamento dalla vita. Ma, nel momento in cui il dio si risveglierà, la dea cesserà la sua danza di morte e distruzione e si riunirà a lui. Avrà allora inizio una nuova fase evolutiva, per tutte le creature viventi, all'insegna della pace e dell'armonia. Dal mito vedico risulta l'ambivalenza della dea. Possiede aspetti creativi e distruttivi allo stesso tempo. E' anche evidente che la pace e l'armonia dipendono dall'unione di Shiva e di Kali (coniunctio oppositorum).

Nelle antiche concezioni misteriosofiche la dea era la stessa terra. Monti, fiumi, caverne, laghi e boschi erano i luoghi sacri del suo corpo fisico, i suoi centri vitali. Il potere della dea , genitrice e creatrice universale, si manifestava ovunque, sotto mille nomi e forme diverse ma, come scrisse Apuleio, "unica è la sua essenza".
In tale antica cosmovisione il mondo manifestato, della vita e del divenire, quindi tutto il creato, ricade sotto la tutela del principio femminile. Il mondo invisibile delle essenze, al di là delle forme manifeste, è invece sotto la tutela del principio maschile. Nelle civiltà matrifocali, se al principio femminile spettava un ruolo centrale, quello maschile non era però escluso o sottostimato.

In ultima analisi era la "coppia" e la sua armonica interazione ad essere centrale e fondante. Analogamente ,nella congiunzione degli opposti della tradizione ermetica, i due principi, maschile e femminile, congiunti secondo arte e conoscenza, indicavano la via per risolvere armoniosamente conflittualità e opposizioni. Tale via può essere riscoperta e rivalutata oggi, epoca di catastrofici conflitti globali, alimentati da primitive ideologie e dalla rigidità di paranoici fondamentalismi.
Kali e Shiva, archetipi divini, possono ricostituire l'ordine cosmico. Il ruolo degli esseri umani, nel propiziare questo matrimonio del Cielo e della Terra, è fondamentale. La posta in gioco è il futuro della vita.

APPENDICE
Quadro cronologico delle civiltà matrifocali dell'antica Europa:

7000 a.C Area matrifocale: Grecia, Yugoslavia, Balcani, Egeo, Creta, Italia centro-meridionale, Anatolia, mar Nero occidentale
6000 a.C Neolitico, era megalitica: la pietra e la sua lavorazione quali elementi del culto della terra
5500 a.C. Calcolitico: apice delle civiltà matrifocali
4500 a.C. Prime invasioni da est di popoli seminomadi e patriarcali
3000 a.C. Stonehenge (I fase) : piramide di Giza, Misteri di Iside, Sumer, alfabeto cuneiforme , culto di Ishtar
2500 a.C. Civiltà minoica, culto di Arianna, Pasife e il dio-toro
2000 a.C. età del bronzo : invasioni indoeuropee nel bacino mediterraneo
1450 a.C. fine della civiltà minoica
1250 a.C. Invasioni indoeuropee ( Dori, Achei)
1200 a.C. Caduta di Troia
1100 a.C. Grande migrazione tirrenica: gli Etrusco-Tirreni portano nel centro-Italia il culto di una grande dea e del dio-toro
VI sec. a.C. Nascita della Repubblica Romana e inizio della decadenza etrusca. Ascesa del culto patriarcale di Giove in Roma e di Zeus ad Atene. E' anche di quest'epoca la prima compilazione scritta del Vecchio Testamento, libro sacro del patriarcale Ihawhe.


Inoltre è interesssante leggere questo articolo corredato di illustrazioni:
L’ORIGINE DELLA ‘DEA’ - di Alessandro Demontis
http://www.scribd.com/doc/42382140/Origine-Della-Dea



DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELLA MADRE TERRA


Questa è la versione pubblicata da Cormac Cullinan su "I Diritti della Natura", Wild Law, dove si spiega come ha lavorato nel 2010, a Cochabamba insieme ad altri gruppi di studio per arrivare a questa dichiarazione che è il fondamento del lavoro che si auspica possa partire dalla “base” cioé da noi, il Popolo della Terra.
E’ impensabile, allo stato attuale delle cose, pensare che a livello di Stato o di Regione si possa prendere in considerazione questa carta e tutto ciò che ne consegue.
Ma come fatto in Ecuador con un referendum popolare e una nuova assemblea costituente nel 2008 ma anche in 25 comuni degli USA (vedi CELDF), il nuovo albero della Vita e delle relazioni tra le creature della Terra, inclusi noi esseri umani, parte dalle radici. E le radici siamo noi. Chiediamone l’adozione al nostro comune di appartenenza, con le dovute “personalizzazioni”. Diritti della Natura Italia è nato per aiutarti in questo lavoro.

Preambolo

Noi, i popoli e le nazioni della Terra:
Tenendo presente che facciamo parte di Madre Terra, una comunità indivisibile, viva, di creature in relazione e interdipendenti tra loro, con un destino comune;
nel riconoscere con gratitudine che Madre Terra è la fonte della vita, del nutrimento e dell’apprendimento e che ci fornisce tutto l’occorrente per vivere bene;
nel riconoscere che il sistema capitalista e tutte le forme di saccheggio, sfruttamento, abuso e contaminazione hanno provocato grande distruzione, degrado e sconvolgimento della Madre Terra, mettendo a rischio la vita per come la conosciamo oggi attraverso fenomeni quali i cambiamenti climatici;
convinti che non è possibile, in una comunità viva e interdipendente, riconoscere solo i diritti degli esseri umani senza provocare uno squilibrio con la Madre Terra;
nell’affermare che per garantire i diritti umani è necessario riconoscere e difendere i diritti della Madre Terra e di tutte le sue creature e che esistono culture, pratiche e leggi che fanno questo;
consapevoli dell’urgenza di intraprendere un’azione collettiva risolutiva per trasformare le strutture e i sistemi che provocano il cambiamento climatico e le altre minacce alla Madre Terra;
proclamiamo questa Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra e ne chiediamo l’adozione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come modello di realizzazione per tutti i popoli e tutte le nazioni del mondo, al fine che ogni individuo e ogni istituzione si assuma la responsabilità di promuovere il rispetto dei diritti riconosciuti in questa Dichiarazione, attraverso l’insegnamento, l’educazione e la presa di coscienza, per affermare, con misure e meccanismi nazionali e risoluti e illuminati, il loro riconoscimento universale ed efficace e il loro rispetto tra tutti i popoli e gli Stati del mondo.

Articolo 1. Madre Terra

1. Madre Terra è un essere vivente.
2. Madre Terra è una comunità irripetibile, indivisibile, autoregolamentata di creature correlate che sostiene, accoglie e riproduce tutte le creature.
3. Ogni creatura è definita dalle sue relazioni come parte integrale di Madre Terra.
4. I diritti innati di Madre Terra sono inalienabili poiché provengono dalla stessa fonte dell’esistenza.
5. Madre Terra e tutte le creature hanno titolo a tutti i diritti innati riconosciuti in questa Dichiarazione, senza distinzioni come quella tra esseri organici e inorganici, specie, origine, utilizzo a fini umani o di qualsiasi altro status.

   Proprio come gli esseri umani hanno diritti umani, anche tutte le altre creature hanno diritti specifici alla propria specie o al proprio genere, appropriati al ruolo e alla funzione nell’ambito delle comunità nelle quali esse vivono.
   I diritti di ogni creatura sono limitati dai diritti delle altre creature e ogni conflitto tra questi diritti deve essere risolto in un modo che mantiene l’integrità, l’equilibro e la salute di Madre Terra.

Articolo 2. Diritti Innati di Madre Terra

1. Madre Terra e tutte le creature che la compongono hanno i seguenti diritti innati:
(a) il diritto alla vita e all’esistenza;
(b) il diritto di essere rispettate;
(c) il diritto di proseguire nei loro cicli e processi vitali, liberi da sconvolgimenti umani;
(d) il diritto di mantenere la propria identità e la propria integrità in quanto creatura distinta, autoregolamentata e interrelata;
(e) il diritto all’acqua come fonte della vita;
(f) il diritto all’aria pulita;
(g) il diritto alla salute integrale;
(h) il diritto di libertà dalla contaminazione, dall’inquinamento e dai rifiuti tossici o radioattivi;
(i) il diritto di non modificare o sconvolgere la propria struttura genetica in un modo che minaccia la propria integrità o il proprio funzionamento sano e vitale;
(j) il diritto a un pieno e immediato ripristino della violazione dei diritti riconosciuti dalla Dichiarazione provocati da attività umane;

2. Ogni creatura ha il diritto di avere un luogo e di interpretare il proprio ruolo sulla Madre Terra per il suo funzionamento armonioso.

3. Ogni creatura ha il diritto al benessere e a vivere libera dalla tortura o dal trattamento crudele degli esseri umani.

Articolo 3. Obblighi degli esseri umani verso Madre Terra

1. Ogni essere umano ha la responsabilità del rispetto e della vita in armonia con Madre Terra.
2. Gli esseri umani, tutti gli Stati e le istituzioni pubbliche e private devono:
(a) agire in accordo con i diritti e gli obblighi riconosciuti in questa Dichiarazione;
(b) riconoscere e promuovere la piena attuazione ed esecuzione dei diritti e degli obblighi riconosciuti in questa Dichiarazione;
(c) promuovere e partecipare all’apprendimento, all’analisi, all’interpretazione e alla comunicazione di come si vive in armonia con Madre Terra in accordo con questa Dichiarazione;
(d) garantire che il perseguimento del benessere umano contribuisce al benessere della Madre Terra, ora e in futuro;
(e) stabilire e applicare norme e leggi efficaci per la difesa, la protezione e la conservazione dei Diritti della Madre Terra;
(f) rispettare, proteggere, conservare e dove necessario ristabilire l’integrità dei cicli ecologici, dei processi e degli equilibri vitali di Madre Terra;
(g) garantire che i danni ai diritti innati riconosciuti in questa Dichiarazione provocati da violazioni umane vengano corretti dai responsabili che dovranno anche assumersi la responsabilità di ripristinare l’integrità di Madre Terra;
(h) conferire l’autorità agli esseri umani e alle istituzioni di difendere i diritti della Madre Terra e di tutte le creature;
(i) affermare misure precauzionali restrittive per prevenire che le attività umane provochino l’estinzione di specie, la distruzione di ecosistemi o lo sconvolgimento di cicli ecologici;
(j) garantire la pace ed eliminare armi nucleari, chimiche e biologiche;
(k) promuovere e supportare pratiche rispettose per Madre Terra e tutte le creature in conformità alle loro culture, tradizioni e consuetudini;
(l) promuovere sistemi economici in armonia con Madre Terra e in conformità ai diritti riconosciuti da questa Dichiarazione.

Definizioni

1. Il termine “creatura” include ecosistemi, comunità naturali, specie e tutte le altre entità naturali che esistono come parte di Madre Terra.

2. Niente di ciò che è contenuto in questa Dichiarazione limita il riconoscimento di altri diritti innati di tutte le creature o delle creature specificate.

MANIFESTO DIRITTI TERRA https://www.youtube.com/watch?v=yTwoXEYXV4I

EVO MORALES (PRES. BOLIVIA)  E DIRITTI DELLA TERRA https://www.youtube.com/watch?v=ONZhWPHlI4k

OIKOS   https://www.youtube.com/watch?v=j2BBImhAfi4

MESSAGGIO ECOLOGICO DAL LIBRO SIGMA ART DI ALESSANDRO FERRARA   https://www.youtube.com/watch?v=QqKCZABJIUE

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