ALCHIMIA - SCIENZE ASTRATTE

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ALCHIMIA

FISIOGNOMICA E ALCHIMIA

ALCHIMIA
di Andrea Fontana
2011


      



Nel corso dei secoli sono stati scritti e pubblicati innumerevoli libri dal contenuto alchimistico.
Si pubblica la definizione che scrisse Helena Petrovna Blavatsky nel 1892 nel "Theosophical Glossary" - "IL GLOSSARIO TEOSOFICO" - tradotto in italiano e pubblicato nel 1998 dall'Istituto Cintamani - Roma.

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ALCHÌMIA

In arabo Ul-khemi è, come suggerisce il nome, la chimica della natura. Ulkemi o Al-kimia, comunque, è solo una parola arabizzata presa dal greco chemeia da "succo", linfa estratta da una pianta.
Secondo Wynn Westcott : "Il primo uso dell'attuale termine 'alchìmia' si trova nei lavori di Julius Firmicus Maternus, che visse all'epoca di Costantino il Grande. La Biblioteca Imperiale di Parigi contiene il più antico trattato di alchìmia esistente e conosciuto in Europa; fu scritto in lingua greca da Zosimo il Panopolita nel 400 d. C. ed è seguito, cronologicamente, dal trattato di Enea Gazeo dell'anno 480 d. C.". Esso tratta delle più sottili forze della natura e delle varie condizioni in cui operano.
Cercando sotto il velo del linguaggio, più o meno artificioso, per dare al non iniziato un'idea di quel tanto di misterium magnum che si può affidare nelle mani di un mondo egoista senza correre alcun rischio, l'alchimista postula come suo primo principio l'esistenza di un certo Solvente Universale, dal quale tutti i corpi composti sono dissolti nella sostanza omogenea dalla quale essi si erano evoluti; questa sostanza egli la chiama oro puro o summa materia.
Questo solvente, chiamato anche menstruum universale, ha il potere di eliminare tutte le cause di malattia dal corpo umano, di ridare la gioventù e di prolungare la vita. Tale è il lapis philosophorum (la pietra filosofale). L'alchìmia fu introdotta per la prima volta in Europa da Geber, il grande saggio e filosofo arabo, nell'ottavo secolo della nostra era, ma era conosciuta e praticata molto tempo prima in Cina ed in Egitto. Sono stati scoperti, e conservati sotto il nome generico di trattati ermetici, molti papiri sull'alchìmia, ed altre prove del fatto che essa fosse lo studio favorito dei re e dei sacerdoti.
L'alchìmia è studiata sotto tre distinti aspetti, che permettono molte interpretazioni differenti : il Cosmico, l'Umano e il Terrestre. Questi tre metodi sono simboleggiati da tre proprietà alchemiche - zolfo, mercurio e sale. Scrittori diversi hanno sostenuto che esistono rispettivamente tre, sette, dieci e dodici processi; ma tutti sono stati concordi nell'affermare che nell'alchìmia esiste un solo scopo, e cioè quello della trasmutazione dei metalli vili in oro puro. Comunque, cosa sia realmente quest'oro, ben poche persone lo comprendono in senso corretto. Non vi è dubbio che in natura esista qualcosa come la trasmutazione dei metalli inferiori nei più nobili, come l'oro. Ma questo è solo un aspetto dell'alchìmia, il terrestre o puramente materiale, poiché si capisce che logicamente lo stesso processo ha luogo nelle viscere della terra. Eppure, oltre ed al di là di questa interpretazione, esiste in alchìmia un significato simbolico, puramente psichico e spirituale. Mentre l'Alchimista-Cabalista ricerca la realizzazione del primo, l'Alchimista-Occultista, invece, sprezzando l'oro delle miniere, pone tutta la sua attenzione e dirige tutti i suoi sforzi solo verso la trasmutazione del quaternario inferiore nella triade superiore divina dell'uomo, i quali, quando finalmente sono fusi, diventano uno. In alchìmia i piani spirituale, mentale, psichico e fisico dell'esistenza umana, sono paragonati ai quattro elementi: fuoco, aria, acqua e terra, ed ognuno è capace di una triplice composizione: fissa, instabile e volatile. Poco o niente è conosciuto dal mondo sull'origine di questo ramo arcaico della filosofia; però è certo che esso sia precedente alla formazione di qualsiasi Zodiaco conosciuto, e poiché si occupa delle forze personificate della natura, probabilmente è anche precedente a tutte le mitologie del mondo; né vi è alcun dubbio che il vero segreto della trasmutazione (sul piano fisico) era conosciuto nei tempi antichi, e che esso fu perduto prima dell'alba del cosiddetto periodo storico. La chimica moderna deve le sue scoperte fondamentali all'alchìmia, ma trascurando l'innegabile verità di quest'ultima, e cioè che esiste un unico elemento nell'universo, la chimica ha messo i metalli nella classe degli elementi e solo ora comincia a scoprire il suo grossolano errore. Perfino alcuni enciclopedisti si sono ora visti costretti a confessare che se la maggior parte dei casi di trasmutazione sono frode o illusione, "tuttavia alcuni di essi sono accompagnati da testimonianze che li rendono probabili… Tramite la batteria galvanica si è scoperto che perfino gli alcali hanno una base metallica. La possibilità di ottenere metalli da altre sostanze che contengono gli ingredienti che li compongono, nonché la trasmutazione di un metallo in un altro deve perciò rimanere imprecisata. Tanto meno devono essere considerati impostori tutti gli alchimisti. Molti hanno lavorato con la convinzione di arrivare al loro obiettivo con pazienza inesauribile e purezza di cuore, cosa vivamente raccomandata dagli alchimisti attendibili come il più importante requisito per il successo della loro opera".


ALCHIMISTI - Da Al e Chemi, fuoco, o il dio e patriarca Kham che è anche il nome dell'Egitto. I Rosacroce del Medioevo, come Robertus de Fluctibus (Robert Fludd), Paracelso, Thomas Vaughan (Eugenio Filalete), Van Helmont ed altri, sono stati degli alchimisti, che cercavano lo spirito celato in ogni materia inorganica. Alcune persone - anzi la grande maggioranza - hanno accusato gli alchimisti di ciarlataneria e di false affermazioni. Sicuramente, uomini come Ruggero Bacone, Agrippa, Henry Khunrath e l'arabo Geber (il primo che introdusse in Europa alcuni segreti della chimica) possono difficilmente essere trattati come impostori e tanto meno come pazzi. Gli scienziati che rinnovano la scienza della fisica sulla base della teoria atomica di Democrito, come fu ribadita da John Dalton dimenticano, perché fa loro comodo, che Democrito di Abdera era un alchimista, ed una mente che fu capace di penetrare così profondamente nelle operazioni segrete della natura, dovette avere valide ragioni per studiare e diventare un filosofo Ermetico. Olao Borrichio dice che la culla della alchimia dev'essere cercata in tempi molto remoti. (Iside Svelata Vol. I° pag. 42).




LA SCUOLA DEGLI ALCHIMISTI (1757) - Pietro Longhi - Venezia, Ca' Rezzonico


ARTE E ALCHIMIA



Nella storia dell'Arte, ci sono stati numerosi artisti che hanno realizzato opere scultoree e pittoriche dedicate all'Alchimia, specialmente durante il Medioevo.

Nel Rinascimento l'Alchimia fu studiata e praticata, ma la Chiesa Cattolica tenne sotto controllo il suo sviluppo, imponendo che l'unica risposta a tutte le domande dell'uomo, fosse solo la fede.
Invece l'Umanesimo rispolverò la saggezza antica per adattarla al Cristianesimo e permise  la crescita di questa disciplina.  
Caterina Sforza, Cosimo I de'Medici, Elisabetta I d'Inghilterra e specialmente Francesco I de Medici, che fece realizzare da Giovanni Stradano all'interno dello studiolo in Palazzo Vecchio a Firenze il “Laboratorio dell'alchimista”, si interessarono molto a questa materia, al punto da ritenere i loro alchimisti personaggi degni di ricevere grandi onori.
Nel 1600 però le cose inziarono a cambiare, come dimostra la pittura per mano dei pittori-testimoni, il mondo iniziò a guardare diversamente gli alchimisti, fino a quando le scoperte di Galileo Galei (1564- 1642) mutarono il modo di intendere tutte le scienze e resero superati gli alchimisti.  

Ecco alcune opere raffiguranti gli alchimisti ed i loro simboli.



Duomo di Siena,
mosaico pavimentale in pietra raffigurante Ermete Trismegisto, leggendario padre dell’Alchimia


Gli alchimisti occidentali fanno risalire l'origine dell’Alchimia all'antico Egitto ed al suo fondatore, il dio Thot, chiamato Ermes-Thoth o Ermes tre volte grande, che presso i Greci divenne noto con il nome di Ermete Trismegisto (da: "très" = tre e "megistòs" = grande).
Secondo la tradizione il dio Thot ha scritto i quarantadue libri della Conoscenza, che hanno coperto tutti i campi dello scibile, fra cui anche l'Alchimia. Il simbolo di Ermete era il caduceo, due serpenti che con le loro spire avvolgono un bastone e si affrontano frontalmente, che divenne uno dei principali simboli alchemici. Il più celebre lascito di Thot è la: "Tavola di Smeraldo", nota solamente attraverso traduzioni greche ed arabe, e generalmente considerata la base per la pratica e la filosofia alchemica occidentale.





La Tavola di Smeraldo qui riportata è la versione latina tratta dal "De Alchimia" edito a Norimberga nel 1541.
Tradotta in italiano vi si può leggere quanto segue:

"E’ vero senza menzogna, certo, assolutamente veritiero.
Ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto, e ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso, per fare il miracolo di una cosa unica.
E come tutte le cose sono state prodotte e sono venute da uno per la mediazione di uno, così tutte queste cose sono provenute da questa cosa unica per adattamento.
Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il vento l’ ha portato nel suo grembo; la terra è la sua nutrice.
Il padre di tutto, il telesma di tutto il mondo è qui.
La sua forza o potenza è intera se è convertita in terra.
Tu separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente, con grande industria.
Esso sale dalla terra al cielo, e di nuovo ridiscende in terra, e così riceve la forza delle cose superiori e inferiori.
Tu avrai per questo mezzo la gloria di tutto il mondo e per questo ogni oscurità fuggirà da te. E’ la forza forte di ogni forza perché essa vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa spessa.
Così il mondo è stato creato.
Da questa nasceranno mirabili mutamenti, il mezzo dei quali è qui.
E’ per questo che sono stato chiamato Hermes Trismegistos, colui che possiede le tre parti della Filosofia del mondo intero.
Ciò che ho detto dell’operazione del Sole è perfetto. È compiuto."


Non possiamo sapere con precisione quando sia stato composto questo testo; i primi accenni, risalgono al secolo VIII, ma la sua stesura, come il suo ritrovamento e la sua diffusione sono narrati in numerose leggende. Si dice, per esempio, che Sara, la moglie di Abramo, lo abbia trovato in una grotta vicino ad Hebron; oppure che Alessandro Magno lo abbia rinvenuto nella tomba del dio Hermes.
E’ storicamente assodato invece che la città di Alessandria fu un centro di conoscenza alchemica, che conservò la propria preminenza fino al declino della cultura egiziana antica. Sfortunatamente non esistono documenti originali egizi sull'Alchimia. Questi scritti, qualora fossero esistiti, andarono perduti nell'incendio della Biblioteca di Alessandria, nel 391 d.C.
L'alchimia Egiziana è quindi conosciuta attraverso le opere di antichi filosofi greci e sopravvissute solamente in traduzioni islamiche.
Nell'ambiente sincretistico della cultura alessandrina gli antichi Greci si appropriarono delle dottrine ermetiche degli Egiziani, mescolandole con le filosofie del Pitagorismo e della scuola ionica.
La distruzione del Serapeo e della Biblioteca di Alessandria segnò la fine del centro culturale greco, spostando il processo dello sviluppo alchemico verso il vicino Oriente.
L'Alchimia islamica è molto meglio conosciuta perché meglio documentata e molti dei testi antichi giunti sino a noi si sono preservati come traduzioni islamiche.

   
Glossario illustrato di antichi simboli alchemici




Il globo crucigero e il serpente crocifisso, da "Zoroaster", manoscritto del XVII secolo



Alchimista, XVI secolo, di David Teniers il Vecchio (Anversa, 1582 – 1649)



Quadro di Giovanni Stradano (1523-1605)



Il gabinetto dell'alchimista, di David Teniers il giovane (1610 - 1690)


L'alchimista (1649) di David Teniers il giovane (1610 - 1690)


L'alchimista nel suo laboratorio, del 1650, di David Teniers il giovane (1610 - 1690)


Un altro quadro di David Teniers il giovane raffigurante un alchimista del XVI secolo


Quadro di David Teniers il giovane (1610-1690)


Un alchimista nel suo Studio, di David Teniers il giovane (1610 - 1690)

   
Altri due quadri con il tema dell'Alchimia, di David Teniers il giovane

    
Altri due quadri con alchimisti, di David Teniers il giovane



L'alchimista, di Adriaen van Ostad (1610-1685)



L'Alchimista, di Thomas Wijck (1616 – 1677)



L'alchimista e il suo laboratorio, olio di Thomas Wyck (1616-1677)



Quadro di Cornelis Pietersz Bega(1620-1664)



Mattheus van Helmont (1623-1679)



L'Alchimista scopre il fosforo cercando la Pietra Filosofale, di Joseph Wright of Derby (1734-1797)



Il laboratorio dell'alchimista, di Eugène Isabey (Paris, 1803 - Montévrain, 1886)



L'Alchimista, di William Fettes Douglas (1822-1891)



Quadro d William Fettes Douglas (1822-1891)



L'incantesimo, 1864, di William Fettes Douglas (1822-1891)




Il gabinetto dell'alchimista, quadro di Lois-Gabriel-Eugene Isabey, datato 1841



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