GLOSSARIO SANSCRITO - SCIENZE ASTRATTE

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GLOSSARIO SANSCRITO

DIZIONARI E GLOSSARI

GLOSSARIO SANSCRITO       
La Scrittura divina trasmessa dai Deva                                   

     
Introduzione

Chakra, mantra, yoga, prana, karma… e molti altri sono i termini che talvolta utilizziamo per esprimere concetti che non sono riscontrabili esattamente nella nostra lingua. Una volta tanto non si tratta di termini "inglesi", ma di termini che appartengono alla millenaria cultura indiana; una cultura che ha fatto della ricerca spirituale il suo fulcro e che si è espressa nel "Sanscrito".
Il significato che noi diamo normalmente a tali termini spesso non è corretto o comunque non corrisponde al significato originale, o ancora rimane piuttosto vago alla nostra comprensione. Inoltre, la semplice conoscenza dei termini non implica, soprattutto in questo caso, una completa comprensione del loro significato; l'ambito corretto in cui essi dovrebbero essere utilizzati non caratterizza propriamente la nostra "cultura occidentale", tuttavia ciò non vieta di ricercare quei termini che possono finalmente esprimere e rappresentare per noi "concetti" riscontrabili a livello spirituale e dunque appartenenti alla Tradizione unica universale.
Per rendere più agevole e scorrevole la lettura abbiamo evitato di inserire le note sulla pronuncia e sulla fonetica.
Il Sanscrito (così come il Pracrito e l'Hindi) è scritto in Devanagari
, la "Scrittura divina".
I 49 segni dell'alfabeto sanscrito vengono definiti matrika
, "piccole madri", poiché, aggregandosi, danno origine al linguaggio e generano, attraverso i loro nomi, tutte le cose.

Si ringraziano le Edizioni Asram Vidya che hanno pubblicato il "Glossario Sanscrito" - Gruppo Kevala, Edizioni Asram Vidya, Roma 1998.  
                                                                                                                                     

Si è fatto uso delle seguenti abbreviazioni:
a = aggettivo - avv = avverbio - f = sostantivo femminile - ind = indeclinabile - m = sostantivo maschile
n = sostantivo neutro - pf = participio futuro passivo - pp = participio passato - pr = pronome - v = verbo  
                                 
 

 

                                         Vocali                                                                                Consonanti

    

Esempi di scrittura


Precisamo che il contenuto di questo Glossario non è completo e deve essere ampliato.

A
primo suono dell’alfabeto sanscrito e prima lettera (A-matra) della sacra sillaba Om (Aum): rappresenta la totalità dell’esistenza nel suo stato di manifestazione grossolana. Morfologicamente, come prefisso, ha valore privativo (mentre la vocale lunga a ha valore positivo e aggiuntivo).
Agni (m)
il fuoco, il Fuoco sacrificale; la Divinità vedica del Fuoco; il Reggitore del Regno del Fuoco; il Fuoco sacro evocato tramite l’ascesi (tapas) e la disciplina (sadhana).
Aikya (n)
unità, unicità; identità.
Ajna (a)
ignorante, privo di conoscenza
Ajnacakra (n)
uno dei sette cakra (lett. "cerchio") o centri sottili esprimenti determinati stati della coscienza, e precisamente quello che è rappresentato al centro tra le sopracciglia e ha Om come bijamantra. E’ il centro della percezione divina o visione spirituale. Lo stato di coscienza del jiva che può determinarsi nel mondo della maya (secondo il metodo di interpretazione nirukta: a+ajna) oppure risolversi nella pura Realtà-atman con la realizzazione della Conoscenza (nirukta: a+jna). Rappresenta così la duplice possibilità (loto con due petali) della coscienza del jiva, cioè la determinazione individuale e la dispersione molteplice (gli altri cakra) oppure la dilatazione nell’universale.
Akasa (m, n)
lo "spazio", l’etere universale che pervade l’intero universo; la possibilità di espressione esistenziale; il luminoso; il primo dei cinque elementi (bhuta), la sua caratteristica è sabda (suono).
Aksara (a)
indissolubile, indistruttibile, imperituro. Questa parola designa la sillaba sacra Om.
Amrita (n)
l’immortalità, il mondo immortale dell’Essere; l’ambrosia degli Dei; il nettare della Conoscenza capace di concedere l’immortalità a colui che se ne nutre.
Anahatacakra (n)
uno dei sette cakra, quello simbolicamente situato nella regione del cuore. E’ la sede del jivatman nel suo corpo sottile. Costituisce il "centro di simmetria" dei cakra legati al jiva nella sua espressione individuata ed è il "luogo" donde emana la consapevolezza di essere. Anche hrdayacakra.
Ananda (m)
beatitudine assoluta, pura felicità, gioia senza oggetti; condizione inerente all’essere consapevole della pienezza del proprio Essere.
Anu (m)
atomo; ente singolo, indivisibile; individuo.
Asana (n)
posizione, positura dell’Hathayoga. L’asana, di là dall’atteggiamento esteriore e corporeo, sottintende uno stato mentale caratterizzato da equilibrio, stabilità, attenzione: perciò più sottile che fisico.
Asram (n)
luogo di ritiro e meditazione dove, sotto la direzione di un Istruttore , o guru, i discepoli si riuniscono per vivere una disciplina spirituale.
Asura (m)
geni di ordine inferiore, spiriti delle tenebre assimilabili alla disarmonia; demoni. Si oppongono ai deva, spiriti della luce.
Atman (m)
il Sé, lo Spirito, la pura Coscienza. L’atman è l’Assoluto in noi, completamente fuori del tempo-spazio-causa e, in quanto tale, è identico al Brahman, Assoluto in sé. Con la sua sola presenza l’atman dà vita a tutto e tutto si riassorbe nell’atman.
Aum (m)
la sacra sillaba Om scomposta nei suoi elementi costitutivi: a, u, m.
Avatara (n)
la "discesa" del Divino, incarnazione di un Principio per ristabilire il Dharma.
Ayur Veda
la scienza medica. E’ una scienza tradizionale che nella cura delle malattie agli inizi si basava essenzialmente sull’impiego di elementi naturali: acqua, erbe, minerali.

Bandha (m)
appoggio, connessione, legame, relazione; schiavitù dovuta all’ignoranza della propria natura di Essere infinito.
Bhakti (f)
devozione ardente, amore per il Divino; fede, costanza e attaccamento alla Divinità sotto qualsiasi condizione; assenza di egotismo; la via dell’amore, della devozione, dell’abbandono, della dedizione alla Divinità.
Bhavacakra (n)
la ruota (cakra) dell’esistenza, effigie comune a tutto l’Oriente che simboleggia il ciclico ripetersi delle condizioni di esistenza senza un inizio e senza un termine; divenire trasmigratorio (samsara).
Bhuta (n)
l’esistente, sostanza componente o costituente, elemento primordiale. Con questo termine si designano gli elementi prima della natura di cui, secondo la concezione vedantica, è costituita la manifestazione universale nel suo aspetto formale sottile e grossolano. Poiché i piani causale, sottile e grossolano della manifestazione non sono entità separate, ma aspetti via via più densi, o condensati, della medesima Esistenza unica, il grado di condensazione di ciascuno corrisponde alla sua "distanza" dal Principio. Essendo aspetti vibratori di un unico Essere universale, vanno considerati come successive "precipitazioni" o "condensazioni", per cui risultano contenuti l’uno nell’altro in quanto espressione attuata di possibilità interne.
Bija (n)
seme, germe, causa prima; contenuto coscienziale.
Bijamantra (m)
suono-seme principiale; mantra, o sillaba mistica, associato a ciascuno dei cakra.
Bodha (m)
la conoscenza intuitiva, la comprensione risolvente; conoscenza in quanto effettiva consapevolezza.
Bodhi (m)
pensiero illuminato, perfetta illuminazione, integrale risveglio alla coscienza; Conoscenza pura.
Bodhisattva (m)
lett. "colui la cui natura è pura Conoscenza". Per il Buddhismo è l’essere risvegliato e realizzato che, rinunciando al nirvana, si consacra al risveglio delle anime non liberate.
Brahma (m)
uno dei tre aspetti della Trimurti indù, ossia della triplice forma con cui si manifesta l’Essere qualificato, Brahman saguna (saguna: con attributi) o Isvara, e corrisponde precisamente all’aspetto creatore, aspetto costruttivo dell’intero mondo dei nomi e delle forme. E’ il principio manifestante dell’Universo, in relazione a quello conservatore (Visnu) e quello trasformatore (Siva).
Brahman o Brahma (n)
la Realtà assoluta, l’Assoluto in sé; "Quello" (Tat) che, totalmente trascende e incondizionato, è sempre identico a se stesso. L’Uno-senza-secondo. Brahman è assolutamente distinto da ciò che penetra e pervade, mentre questo non è affatto distinto da Lui: se lo si distingue, è solo in modo illusorio. Questa irreciprocità nella relazione di Brahman con il mondo implica chiaramente l’esclusione tanto del panteismo come di qualunque forma di immanentismo. Brahman è l’Essere non qualificato (nirguna), il mondo è lo sviluppo di una delle sue infinite possibilità di qualificazione: così il Brahman è il Non-Essere in quanto puro e assoluto Essere senza dualità e rappresenta la pura Realtà metafisica trascendente qualsiasi principio di carattere ontologico. Brahman dunque non si modifica nel mondo, ma questo costituisce lo sviluppo indefinito delle qualità ishvariche, per cui Brahman è altro dal mondo mentre il mondo è compreso nel Brahman. In quanto Assoluto, Brahma non differisce dall’atman, che è l’Assoluto nell’essere, sì che la totale e definitiva liberazione può compiersi solo nella piena consapevolezza dell’identità (aikya) tra atman e Brahman.
Buddha (pp)
risvegliato, appellativo attribuito a colui che si è "risvegliato" o "illuminato". Secondo la Dottrina buddista vi sono stati e vi saranno dei Buddha; tra questi va menzionato il Gautama, il fondatore storico del Buddhismo.
Buddhi (f)
intelletto superiore, intuizione, intelligenza; una delle quattro facoltà dell’organo interno, quella dell’intuizione discriminativa; la parte più sottile e pura dell’organo interno che, costituendo nell’individualità umana un piano di rifrazione, capta un riflesso della luce dell’atman o della pura Coscienza: è appunto da tale riflesso, nella sua integralità, che costituisce il jiva e che si determina poi negli altri elementi dell’individualità.

Cakra (n)
ruota, cerchio, centro, plesso. L’anatomia e la fisiologia indù riconoscono sette cakra principali situati lungo la colonna vertebrale, dal coccige fino al sommo della testa. Corrispondono a centri di gravità della coscienza e delle sue determinazioni nell’ambito dell’individualità. Lo yogi ne prende coscienza nella sua meditazione e perviene a situarli esattamente. Sono rappresentati sotto forma di loti (padma) che l’ascesa di kundalini colora, anima e dischiude. Ogni cakra è in stretta corrispondenza con certe funzioni fisiche, mentali, vitali e spirituali ed esprime un determinato stato di coscienza. I cakra rappresentano determinazioni della energia-consapevolezza o sakti; questa giace, virtualmente "arrotolata" (kundalini), alla base della colonna vertebrale, nell’ultimo cakra (muladhara), assopita ma pronta a destarsi come un serpente. Lo yoga in generale tende a reintegrare tali determinazioni, di per sé limitanti, nella pura Coscienza (Siva) la quale è priva di limite e di forma, cioè infinita. La conoscenza e la sperimentazione delle funzioni specifiche dei cakra rivestono pertanto un’importanza fondamentale, sempre che siano ottenute sotto una sapiente ed esperta guida. Cfr. Yogadarsana.
Diamo alcune significative correlazioni:
Cakra / Bija / Glandole / Stati di coscienza
Muladhara / Lam / Surrenali / Istinto di lotta vitale
Svadhisthana / Vam / Gonadi / Istinto procreativo
Manipura / Ram / Fegato – pancreas / Coscienza sensitiva
Anahata / Yam / Timo / Coscienza universale
Visuddha / Ham / Tiroide e Paratiroide / Coscienza empirica
Ajna / Om / Pituitaria o Ipofisi / Coscienza unitiva
Sahasrara / / Pineale o Epifisi / Coscienza del purusa
Cakravartin (m)
monarca universale, sovrano del mondo. Epiteto del Buddha.
Candra (a, m)
risplendente come oro; rilucente; la luna; la sfera della luna.
Citta (a, n)
la sostanza mentale in cui si condensa la pura Coscienza-cit; il pensiero individuale e formale; facoltà che dà "forma" alle idee e le associa tra loro.

Darsana (n)
visione benefica di un Saggio, l’occasione in cui si può contemplare un Saggio. Punto di vista, veduta, prospettiva.
Deha (m)
corpo, aggregato fisico-grossolano; il veicolo fisico denso dell’atman. E’ dipendente dai sei stadi: nascita, crescita, mutamento, declino, morte e dissoluzione.
Deva (m)
colui che risplende; essere angelico, divinità; princìpi funzionali nell’ambito dell’individualità grossolana e sottile.
Devaki (f)
l’Energia Divina; la Madre divina.
Devalaya (m)
la dimora della Divinità; il tempio della Divinità.                                                                                                                         
Devaloka (m)i mondi degli Dei, sfere superiori di esistenza, e quindi di conoscenza; condizioni superumane acquisite con le azioni virtuose, ma comunque limitate e relative; mondo dei princìpi secondi dell’Essere.
Devanagari (f)
la scrittura degli Dei, il carattere in cui il sanscrito viene generalmente scritto.
Devananda (m)
la beatitudine assaporata dai deva.
Devapuja (f)
adorazione del Divino.
Devavac (f)
la parola divina.
Devavani (f)
la voce divina.
Dharma (m)
questa parola deriva dalla radice dhr, che significa sostenere, preservare, "indossare", e nel suo significato più generale, designa un "modo di essere"; vale a dire, la natura essenziale di un essere. Quindi conformità al Principio unitario-tonale e conseguentemente alla Legge di Armonia che esso impone e che da esso emana. Dharma corrisponde perciò all’Equilibrio universale, Equilibrio-Armonia, quindi dovere-giustizia. Il Dharma universale comprende quello individuale, e questo è parte integrante di quello. Nel senso metafisico il Dharma rappresenta ciò attraverso cui si manifesta l’Armonia quale espressione dell’Unità dell’Essere. Il Dharma fondamentale dell’uomo è la presa di coscienza pratica della propria Natura divina, che permea tutti gli esseri.

Ganesa
uno dei due figli di Siva e Uma generato da Uma senza il concorso di Siva. E’ la divinità dalla testa di elefante protettrice di ogni impresa e simbolo dell’attività intelligente. Viene invocato all’inizio di ogni rito e pratica religiosa.
Gautama o Gotama
il nome del Buddha.
Gita (f)
canto; nome dato ad alcuni scritti sacri. Si compone di due sillabe, gi e ta, stando la prima per "sacrificio" e la seconda per "spiritualità". Pertanto la Gita insegna tanto il sacrificio quanto la vera natura dell’anima e il modo di realizzare il Divino nell’uomo.
Guna (m)
filo, corda; qualità costitutiva, attributo, caratteristica. I guna sono alla base della manifestazione, sia nel piano orizzontale degli "effetti" sia nella gerarchia verticale delle cause, per cui si possono ravvisare tanto nella fenomenologia – individuale e universale – grossolana e sottile, quanto in relazione ai piani dell’esistenza. I guna sono tre, complementari e correlati reciprocamente: sattva (equilibrio), rajas (attività) e tamas (passività).
Guru (m)
Istruttore, Maestro spirituale; precettore colui che elimina l’ignoranza: gu significa oscurità o ignoranza, e ru sta per rimozione; ogni persona venerabile e rispettabile; colui che compie cerimonie purificatrici e istruisce nei Veda.
Guru (a)
pesante, gravoso; grande; lungo; esteso; importante.
Gurudeva (n)
titolo onorifico dato a un Maestro spirituale.

Ham
il suono-seme (bija-mantra) del Visuddhacakra. E’ anche l’abbreviazione di aham (io), che compare in diversi mantra, per esempio: "So ’ham: io sono Quello", mantra di identificazione coscienziale del jiva con il Brahman.
Hamsa (m)
il Cigno simbolico, veicolo di Brahma, che cova l’Uovo del Mondo. Simboleggia anche i due aspetti dell’inspirazione (ham, l’essere individuato) e dell’espirazione (sa, Quello, l’Essere assoluto) che caratterizzano il ciclo vitale ed esistenziale di ogni ente, ovvero l’emergenza della forma e la sua soluzione nell’Essenza.
Ham sah
mantra sacro, altra forma per "So ham". Vedi ham.
Hara
nome attribuito a Siva e che significa "colui che porta via"; il Trasformatore.                                                                                     
Hare    un’espressione per rivolgersi al Signore.
Hathayoga (m)
lo yoga che ha per meta l’armonizzazione e il dominio del corpo trasformandolo in tempio dello spirito. L’espressione hathayoga, "yoga violento", si riferisce ad un insieme di posizioni e purificazioni corporee, di tecniche di controllo del soffio vitale e stimolazione delle energie latenti nell’uomo. Lo Hathayoga prende il corpo e le funzioni vitali come strumenti di perfezione di realizzazione.
Himalaya (m)
la dimora delle nevi, nevi perenni; la regione montuosa che si estende lungo i confini settentrionali dell’India. E’ considerata la dimora degli Dei e in essa è situato anche il mitico monte Meru che rappresentava l’axis mundi, l’origine dell’energia della terra. Anche Himagiri.
Hindi (f)
la lingua derivata dal sanscrito parlata nella valle del Gange.
Hridayacakra (n)
il loto del cuore; sinonimo di anahatacakra.

Ida (f)
una delle tre nadi principali, situata sul lato sinistra della susumna. E’ simmetrica alla pingala rispetto alla susumna, cioè quella centrale. E’ la corrente pranica in relazione con la luna mentre pingala lo è col sole.
Indra
il Potente, il Supremo, il Capo degli Dei vedici. Divinità della folgore e della tempesta.
Isvara (m)
Personalità divina; rappresenta quello che potremmo definire il Dio-Persona. Comprende l’intero campo della manifestazione e anche dell’immanifesto principiale, cioè i tre aspetti: grossolano, sottile e causale, dal punto di vista individuale e da quello universale. Isvara è il Signore di maya. Esprime tutte le indefinite possibilità dell’essere qualificato. E’ Isvara che compendia e sintetizza la Triplice Forma manifestante (Trimurti) nelle sue modalità di creazione (Brahma), conservazione (Visnu) e dissoluzione (Siva) dell’universo come anche di ogni singolo ente o evento. La manifestazione nella sua attualità rappresenta il "sogno" di Isvara. Così, la manifestazione è la "proiezione onirica" di Isvara "dormiente", di cui il singolo jiva rappresenta un "momento" coscienziale determinato e condizionato dall’ignoranza, quindi costretto in una data dimensionalità spazio-tempo-causa.

Jagat (n)
il mondo manifestato, il mondo nella sua totalità, l’universo; il "sogno" di Isvara.
Jala (n)
acqua, uno dei cinque elementi (bhuta). Anche ap.
Japa (m)
ripetizione di un bija o mantra; il mormorare un mantra.
Jiva (m)
essere vivente (jivin), anima individuata. E’ un riflesso coscienziale, un raggio di pura coscienza. Il jiva-riflesso produce movimento e attività entro di sé ingenerando tanto il soggetto quanto l’oggetto dell’esperienza, della conoscenza, e così via. Il jiva, illuminando a sua volta la mente (citta, manas) e i veicoli inferiori, determina il proprio vincolo alla sua stessa "proiezione interna" trovandosi sottoposto alla legge della dualità, quanto dire del tempo-spazio. Il jiva è la particola infinitesima di Isvara, ed è solo riconducendosi a Esso che può, infine, risolversi nel Brahman.
Jivatman (m)
l’atman che si riflette nel jiva.
Jnana (n)
conoscenza, da jna (conoscere), identica al greco gnosis; Conoscenza catartica e liberatrice.

Kailasa (m)
vetta dell’Himalaya; è la montagna sacra per eccellenza dell’Induismo ed è venerata come tale anche dal Buddhismo. Simbolicamente è il vertice supremo dell’essere umano, residenza del Signore.
Kalacakra (n)
la ruota del tempo; ciclo, rivoluzione del tempo.
Kalahayuga (n)
l’epoca della faziosità. Così viene chiamata l’attuale era del Kaliyuga.
Kali (m)
il colpo perdente ai dadi; oscuro, tenebroso.
Kali (f)
il colore nero o blu scuro. Rappresenta il Principio eterno della natura tradizionalmente raffigurata con quattro braccia, eretta sulla forma coricata di Siva.
Kaliyuga (n)
l’era tenebrosa, oscura, chiamata anche l’età del ferro; il quarto dei quattro yuga. L’era attuale il cui inizio è stato determinato dall’avvento dell’avatara Krisna.
Kalpa (m, n)
ciclo di tempo di quattordici manvantara che si estende tra due pralaya (dissoluzione cosmica); un precetto sacro, un comando, una legge; un rituale.
Kama (m)
desiderio, brama, avidità; impulso volitivo; attaccamento al mondo sensoriale; uno dei sei nemici dell’uomo; il Dio dell’amore; il terzo dei quattro fini dell’esistenza umana.
Kamala (n)
il fiore del loto.
Kamaloka (m)
il piano dualistico dell’attrazione-repulsione.
Kamamanas (n)
la condizione mentale di completa conformazione al desiderio; il rapporto tra desiderio e la mente empirica; l’emozione che procede dall’immaginazione.
Karma o Karman (n)
azione, attività, principio di causalità; effetti risultanti da un’azione; rito. Questa parola ha significati diversi; sacrificio, azione rituale, ecc. In special modo significa la serie causale che ci farà raccogliere nel corso delle vite successive il risultato di ciò che abbiamo fatto e pensato. Il karma è il frutto dell’azione che determina l’individuazione di un soggetto agente; karma è l’inerzialità della massa mentale del soggetto, ed è ciò che lo sospinge ad agire, pensare, identificarsi, esistere in una data condizione. Il karma può considerarsi come "causa ed effetto" dell’azione, tale da coinvolgere e costringere l’essere nel perenne ciclo del divenire (samsara), della trasmigrazione da una condizione di coscienza-esistenza all’altra.
Karmayoga (m)
lo yoga dell’ "azione senza azione", sentiero spirituale che consiste nell’agire in questo mondo senza ricercarne i frutti; il distacco dal godimento del frutto dell’azione.
Karuna (f)
pietà, compassione, una delle virtù da coltivare per la purificazione della mente.
Kha (n)
spazio, spazialità interna; il "cielo" della pura coscienzialità, non condizionata dalle contingenze.
Kosa (m)
guscio, involucro, guaina; involucro energetico. Secondo il Vedanta, cinque guaine si sovrappongono al Sé. I kosa circoscrivono e racchiudono il jivatman ma, nello stesso tempo, sono contenuti e compresi nell’atman sicché ne costituiscono delle modificazioni sovrapposte e come tali ne velano l’essenziale natura di pura Consapevolezza.
Krisna
una delle grandi incarnazioni divine; ottavo avatara di Visnu.
Kundalini (f)
letteralmente "l’arrotolata". Forza serpentina; energia nervosa e psichica posta nel loto alla base della colonna vertebrale e ivi giacente in condizione di virtualità potenziale. Viene risvegliata attraverso lo yoga e portata ad ascendere lungo la susumna sì da attraversare consecutivamente i vari loti-cakra fino a reintegrarsi – in quanto energia-sakti – con il principio purushico che è Siva al sommo del capo. Rappresenta la consapevolezza dell’essere che attraversa i vari stati relativi di coscienza fino a realizzare lo stato supremo o assoluto. Viene eccitata dalla riconduzione al centro delle energie laterali (ida e pingala) alla susumna o dalla reintegrazione delle determinazioni dispersive nel Principio immobile e immutabile.

Lam
il suono-seme (bijamantra) del muladharacakra.
Linga (n)
carattere sottile, ragione, segno dell’inferenza; il fallo quale simbolo dell’energia creatrice; canone della corretta interpretazione di un testo.
Loka (m)
"mondo", cosmo determinato o sfera di influenza da non considerare in senso strettamente spaziale. Condizione di esistenza determinata dallo stato di coscienza-conoscenza, condizione espressiva in relazione alla "dimensionalità" spazio-tempo-causale.

M
terza lettera (M-matra) della sacra sillaba Om (Aum); rappresenta la totalità dell’esistenza nello stato immanifesto-causale quale unità di coscienza.
Maha (a)
grande.
Mahadeva (m)
grande Divinità; appellativo di Siva.
Mahatma (m)
grande anima: appellativo dato a chi ha raggiunto la perfezione morale e spirituale; uno spirito nobile.
Mala (f)
ghirlanda, corona; uno dei metodi di recitazione dei mantra delle Upanisad.
Mana (n, m)
desiderio, devozione verso un ideale.
Manas (n)
la mente, il senso interno, il mentale in genere; mente individuata ed empirica, dotata di capacità razionale-analitica; manifestazione sottile-formale; la coscienza empirica, il pensiero individuato di ordine formale; individualità del momento che può trovarsi nella sfera grossolana e sottile: ciò perché l’essere integrale ha possibilità di sviluppi formali indefiniti. Rappresenta il campo di "sperimentazione" dell’ego (aham).
Manavaloka (m)
mondo dell’uomo, condizione di esistenza dell’essere nello stato umano.
Mandala (n)
circolo, ruota; disco; orbita; associazione; l’orizzonte visibile; un tipo di diagramma mistico usato per invocare una Divinità; cosmogramma simboleggiante un particolare stato di coscienza e, nello stesso tempo, strumento per conseguirlo mediante la sua continua meditazione e contemplazione; supporto per certi tipi di meditazione.
Mani (m)
avi, antenati.
Manipuracakra (n)
uno dei sette cakra situato all’altezza del plesso solare; il più alto dei cakra inferiori, ha come bijamantra il suono ram, cioè il mantra del Fuoco. Anche nabhicakra.
Mantra (m)
una sezione dei Veda; inni usati negli atti rituali; formula o parola sacra, versetti espressi o meditati in parole durante la concentrazione e la meditazione; parole o suoni di potere atti a far acquisire e stabilizzare certi stati di coscienza; pensiero vibrante. Un mantra ha due aspetti: il primo è manana, e significa che ciò che si è ascoltato deve penetrare nella mente; il secondo è trana, e vuol dire che qualunque cosa sia penetrata nella mente vi deve essere fermamente stabilita e preservata.
Mantrayoga (m)
lo yoga basato sulle sacre formule verbali (mantra) al fine di risolvere la mente in Brahman.
Manu (m)
l’Intelligenza cosmica, immagine riflessa di Brahma che si esprime come il Legislatore primordiale e universale. Non è un personaggio né un mito, ma un Principio. E’ il prototipo dell’Uomo. Rappresenta la funzione ordinatrice dell’Intelletto universale.
Matra (m, a)
misura, quantità metrica; lunghezza di ogni piede (pada); particola elementare o costituente; ciò che misura o determina la qualità; ciò che deve osservare certi limiti o restrizioni.
Mauna (n)
il silenzio; lo stato del muni; la condizione nella quale l’Unione (yoga) può veramente realizzarsi; il Silenzio onnicomprensivo del Sé; il Silenzio che simboleggia ed esprime la Coscienza dell’Assoluto, cioè la Consapevolezza dell’Identità con Brahman nirguna, il quale si instaura all’estinzione di ogni relatività (nirvana).
Maya (a)
Ignoranza metafisica; fenomeno; il mondo empirico fenomenico; tutto ciò che è modificazione sovrapposta alla pura Coscienza del Sé; ciò che non è né reale né non reale ma che, dal punto di vista della Realtà, semplicemente non è; il mondo del cambiamento e della trasformazione; l’apparenza della Realtà-Brahman; il "sonno-sogno" di Isvara.
Meru (m)
la mitica montagna d’oro e di gemme dell’Himalaya. Essa rappresenta il punto centrale dell’Universo attorno al quale si dice ruotino tutti i pianeti.
Moksa (m)
liberazione, emancipazione dal divenire-relativo, affrancamento da maya e dal conseguente divenire trasmigratorio (samsara); liberazione dall’ignoranza, dall’illusione, dalla dualità gioia e dolore, dal ciclo delle nascite e delle morti; riconoscimento della Verità.
Mudra (f)
gesto, sigillo, simbolo; movimento gestuale simbolico che accompagna la formulazione dei mantra o l’assunzione di determinate "posizioni" (asana); atteggiamento esteriore che simboleggia e indica un preciso stato interiore di consapevolezza o, per analogia, di ausilio per raggiungerlo; gesto simbolico di determinati stati di coscienza e quindi di Conoscenza che, assieme ai mantra, ecc., può suggellare il particolare rito con cui il guru conferisce l’iniziazione al discepolo qualificato.
Muka (m)
uno dei tre tipi di suono, il suono del silenzio; suono prodotto dal primordiale movimento che provocò l’emergere dalla maya da Brahman: l’Aum.
Muladharacakra (n)
uno dei sette cakra o loti (padma), situato alla base (adhara) della colonna vertebrale, nel quale è raccolta kundalini (l’arrotolata). Il suo bijamantra è il suono lam. E’ in stretta connessione con il principio individuale dell’essere. E’ il cakra dove, per analogia, la coscienza è condensata nello stato più grossolano, massivo, inerziale.
Muni (m)
Asceta che pratica il silenzio; colui che conosce il valore del Silenzio (mauna); lo stato di coscienza di colui che ha realizzato l’Assoluto non qualificato, il Sé come Silenzio onnipervadente in quanto Coscienza pura.
Murti (f)
"forma", manifestazione formale, incarnazione.

Nabhicakra (n)
"il cakra che sta nel fulcro". Altro nome per il manipuracakra in quanto centro della coscienza individuale. E' il più alto dei cakra inferiori, ed è sito all'altezza del plesso solare, quindi al di sotto del cakra in cui simbolicamente risiede il jivatman (anahata). E' il perno su cui ruotano le indefinite determinazioni della coscienza individualizzata esprimentisi nel modo e nella tensione "focali" del desiderio-avversione, attrazione-repulsione, ecc. Il bijamantra è ram.
Nada (m)
tono, energia vibratoria che si manifesta come suono.
Nadi (f)
canali di natura sottile. Sono conduttori di prana in senso lato. Rappresentano le possibilità di determinazione della coscienza e costituiscono quindi la "struttura" sottile dell'essere individuato, ovvero la struttura luminosa-energetica. Le nadi principali sono: ida, pingala e susumna lungo la cui direttrice sono disposti i vari loti o cakra.
Nirguna (a)
senza attributi, non qualificato, assoluto. Si applica al Brahman supremo. Lo stato di nirguna non è uno stato negativo, in quanto la negazione, in questo caso, equivale all’infinita affermazione; non rappresenta un "vuoto" bensì un’infinita Pienezza (purna).
Nirukta (pp, n)
metodo di interpretazione etimologica delle singole parole il quale si basa essenzialmente sul valore simbolico degli elementi di cui sono composte le parole stesse e che, pertanto, conduce a un significato non espresso (nirukta) esplicitamente.
Nirvana (n)
estinzione, spegnimento, soluzione. Anche nirvrtti. Stato supremo nel quale l’aspetto individuale (separato) dell’essere è scomparso per far posto alla coscienza della Realtà Una. Estinzione dell’impulso karmico che determina l’esistenza e il movimento espressivo della coscienza individuata (jiva), cioè del riflesso di coscienza atmica, e conseguente soluzione e assorbimento del jiva stesso nell’atman non duale.
Nirvrtti (a)
esente da modificazioni (vrtti). E’ anche sinomino di nirvana.

Om
la sillaba sacra fra tutte, la sillaba imperitura (aksara). E’ il simbolo dell’assoluto-Brahman, dell’Infinito e anche di tutte le concezioni che l’uomo può farsi del Supremo, del Divino. Questa sillaba fa parte di quasi tutti i mantra. Corrisponde all’infinita "affermazione" che è propria solo della Realtà assoluta, ovvero dell’Essere non qualificato il qual trascende e comprende tutte le possibili infinite qualificazioni, determinazioni e oggettivazioni. Il simbolo grafico che la rappresenta in sanscrito è ugualmente considerato in tutta l’India come particolarmente sacro. E’ il simbolo della Totalità e, nello stesso tempo, dell’Unità assoluta (Non-dualità) che la trascende. La sillaba Om (omkara) è un importantissimo "seme" di meditazione in quanto gli elementi che la compongono, cioè i suoni-lettere A, U, M, stanno a indicare precisi stati di coscienza-consapevolezza. Essi esprimono rispettivamente il piano grossolano (A), quello sottile (U) e quello causale (M) e tutte le loro rispettive modalità di conoscenza, a livello individuale e universale, nonché i corrispondenti stati di coscienza.
Omkara (m)
La sillaba Om. La sillaba Om è il simbolo onnicomprensivo di tutti i suoni e dello stesso silenzio (mauna) quale Coscienza atmica onnipervadente (vedi pranava).
Om tat sat
Quello è la Realtà. Il triplice simbolo di Brahman.

Pada (m, n)
"piede", nel senso di paragrafo, parte, divisione, capitolo, condizione; "misura", piede ritmico poetico; luogo o stato; "quarto" della sillaba Om (la sillaba Om ha quattro parti o pada indicati dalle lettere a, u, m che la compongono e dal suo suono silenzioso).
Padma (m, n)
il loto, il fiore del loto. Designa anche i cakra, i quali sono rappresentati da loti con petali.
Pancakosa (m)
i cinque differenti "involucri" o guaine (kosa) che racchiudono l’atman e costituiscono la struttura umana.
Pandit o Pandita (m)
sapiente, erudito della Scienza sacra; dotto.
Pani (m)
le mani, uno dei cinque organi di azione.
Para (a)
altro, differente; superiore, supremo. Superlativo usato come prefisso.
Parabhati (f)
sommo splendore.
Parama (a)
supremo, il più grande, il migliore, il più distante: per esempio, paramaguru. Anche para.
Paranirvana (n)
il nirvana supremo, la definitiva estinzione dell’individualità nel Sé assoluto e impersonale.
Parinirvana (n)
il completo assorbimento del riflesso coscienziale dell’ente nella coscienza universale.
Parvati (f)
Sakti di Siva. Questo nome indica che è figlia della montagna (Himalaya).
Pasa (m)
schiavitù, costrinzione nel relativo cui è soggetta l’anima ottenebrata dall’ignoranza; vincolo.
Pataloka (m)
"i sette mondi inferiori". Questi sette loka o mondi sono destinati al mantenimento del corpo fisico, mentre i sette superiori (devaloka) sono utilizzati per scopi divini.
Pingala (f)
una delle tre nadi principali, situata sul lato destro della susumna. E' simmetrica alla ida rispetto alla susumna, cioè quella centrale. E' la corrente pranica in relazione col sole, mentre ida lo è con la luna.
Pitta (f)
la bile, uno dei tre umori del corpo (vedi tridosa).
Prabodha (m)
risveglio dal sonno dell’ignoranza; conoscenza, consapevolezza; intelligenza.
Prana (m)
soffio vitale, il respiro cosmico, energia vitale. Il flusso superiore, che controlla la parte superiore del corpo. Il termine prana sottende diversi significati. In primo luogo, si designa prana il soffio vitale, cioè il flusso energetico che è proprio della struttura sottile dell'essere individuato; prana appartiene perciò allo stato sottile della manifestazione, sebbene si manifesti esteriormente anche a livello grossolano, ad esempio il prana nell'uomo si manifesta nella funzione respiratoria, ma il prana non è la respirazione. In un altro livello il prana è in relazione con il funzionamento mentale, il flusso del pensiero che si riflette nel ritmo armonico respiratorio. A livello ancora superiore, il prana rappresenta la totalità delle energie universali per cui esso esiste a tutti i livelli della manifestazione.
Pranava (m)
"ciò che si pronuncia", la sacra sillaba Om.
Pranayama (m)
la respirazione pranica, il controllo del respiro, ovvero l'estensione del dominio del prana. Come il prana ha diversi significati, così anche il pranayama è suscettibile di varia interpretazione, di portata sempre più vasta.
Prayoga (m)
connessione, relazione.
Prema (m, n)
amore unitivo o comprensivo. E' di due tipi: amore innato (per cui ci si aspetta qualcosa in cambio) o amore divino (espresso nel servizio amorevole e disinteressato).
Puja (f)
offerta, culto dedicato a una Divinità; cerimonia, rito.
Purana (n)
"raccolta mitologica". Testi sacri molto popolari in India. Il loro scopo è di allargare e sviluppare il significato e il contenuto dei Veda.
Purna (n)
la Pienezza; l’Assoluto-Infinito in quanto Pienezza.
Purusa (m)
uomo, persona, essere; l'Uomo universale.

Ra (v)
concedere, donare, conferire.
Raga (m)
passione, avidità, attrazione; attaccamento. E' la forza di attrazione verso oggetti, stati, ecc. , intorno cui gravita e da cui è condizionata la coscienza egoica.
Rajas (n)
uno dei tre guna, quello che corrisponde all'attività, all'energia, al fuoco, al calore, al desiderio, alla passione.
Rajayoga (m)
lo yoga regale. Si occupa della mente con le sue diverse qualificazioni, soprattutto dell'aspetto volitivo e, realizzando un centro di coscienza stabile come leva, inizia un processo di coordinazione, integrazione, dominio, trasmutazione e trascendenza delle energie psichiche imprigionanti sì da bruciare tutti gli ostacoli che impediscono kaivalya, la realizzazione del Sé.
Ram
il bijamantra del manipuracakra, il suono-seme del Fuoco.
Rama
il settimo avatara di Visnu, venne chiamato "incarnazione del Dharma".
Rasa (m)
linfa; sapore; sentimento; emozione; gusto, aroma; dolcezza, affetto; attrazione; ardente desiderio.
Rsi (m)
Saggio, Veggente; colui che ha realizzato la Conoscenza; i grandi Saggi che hanno "udito" la Tradizione e l’hanno tramandata attraverso i Veda e le Upanisad in particolare.
Rupa (n)
grazia, bellezza, splendore; natura, carattere, peculiarità; forma, qualità, essenza; colore; le forme attraverso le quali si manifesta la vita.

Sabda (m)
il suono; l’aspetto qualificato di Brahma, attraverso il suo simbolo Om.
Sadhana (f)
nome dato a ogni disciplina seguita con ardore e perseveranza per progredire nella vita spirituale; disciplina spirituale; ascesi (tapas) o sforzo spirituale al quale si sottopone il discepolo per procedere alla purificazione. Anche realizzazione perfetta.
Sadguru (m)
il vero Maestro; colui che rimuove l’ignoranza e conduce il ricercatore verso la liberazione.
Sadhana (n)
mezzo, strumento adeguato a conseguire un determinato fine. Nome dato ad ogni disciplina seguita con ardore e perseveranza per progredire nella vita spirituale; disciplina spirituale; ascesi (tapas) o sforzo spirituale al quale si sottopone il discepolo per procedere alla purificazione. Anche realizzazione perfetta.
Sadhu (m)
Saggio, colui che ha compiuto la perfetta realizzazione.
Saguna (a)
con attributi, qualificato; si riferisce al Brahman dotato di attributi (guna) ovvero all’Essere qualificato.
Sahajadharma (m)
il dharma connaturato a un individuo fin dalla nascita.
Sahasra (n)
un migliaio, mille
Sahasranama (m)
i mille nomi del Divino
Sahasraracakra (n)
uno dei sette cakra, il loto dai mille petali. E’ situato sulla "corona" del capo. E’ simbolicamente la dimora di Siva, cui si unisce la Sakti (kundalini) al compimento dell’ascesa lungo la susumna. E’ simmetrico del muladharacakra rispetto all’anahata e corrisponde alla coscienza nella sua universalità. Lo stato di coscienza che esprime è quello dell’Unità (jiva-Isvara) autoconsapevole e illimitata. E’ il "centro" di attrazione della coscienza durante la sadhana e il "punto" di qualificazione-riflessione del jiva (stato causale) in seno alla Coscienza atmica infinita e non duale. E’ il padma (loto) che si dischiude al passaggio della coscienza jivaica liberando e risolvendo il punto di riflessione nell’infinita spazialità del Sé, ove l’unità scompare nella Non-dualità. E’ il cakra che compendia e sintetizza gli altri, li emana e riassorbe, riassorbendosi a sua volta nella coscienza senza vibrazioni-onde.
Sakti (f)
energia; energia dinamica "indotta" dalla presenza del polo di equilibrio statico (Siva); potenza virtuale della maya, l’energia della manifestazione; volontà produttrice, corrispondente alla illimitata "capacità", insita nella pura Coscienza infinita, di assumere qualificazione e determinazione, quindi di "prodursi" in diversi stati, oggetti, universi: la reintegrazione di Sakti (polo negativo mobile) in Siva (polo positivo immobile) è il riassorbimento della determinazione nel Principio e quindi la "depolarizzazione" della pura coscienzialità. Nome della Madre divina considerata come la divina energia primordiale; Dea suprema del Tantrismo.
Sakticakra (n)
il cerchio dell’energia, i vari cakra in quanto "centri di risonanza" vibratoria-coscienziale a vai livelli di frequenza.
Sama (m)
calma mentale; tranquillità della mente che non aderisce più agli oggetti esterni o interni; "apatia" in opposizione a "simpatia", quindi la "non-risonanza" oggettuale della e nella mente; dominio che dirige la mente-attenzione interiormente, impedendole ogni esteriorizzazione dispersiva.
Sama (a)
stesso, medesimo; uguale, identico.
Samadhi (m)
etimologicamente significa identità trascendente, cioè autoidentità essenziale la quale trascende l’apparente distinzione formale. Poiché tale essenza è comune a tutto, può tradursi anche come unità coscienziale. Samadhi allora vuol dire "identità reale", e svela l’essenza di tutte le cose, essenza una-senza-secondo, in quanto l’ente stesso ne è partecipe quale Essere. Contemplazione, contemplazione trascendentale; contemplazione in cui si raggiunge un perfetto stato di identità essenziale e quindi coscienziale.
Samadi (m)
(sama = calma + adi = ecc.) "la calma e le altre virtù mentali", cioè dama (autodominio), uparati (raccoglimento interiore), titiksa (pazienza perseverante), sraddha (fede), samadhana (stabilità mentale).
Samana (m)
melodia uno dei cinque soffi vitali (prana). La sua attività si estende dal cuore al plesso solare, riguarda il nutrimento e la sua assimilazione equilibrata ed è in special modo collegato con la funzione digestiva e con il manipuracakra.
Samdhi (m)
combinazione, coalescenza eufonica per cui si modificano i suoni per assimilazione e mutazione; fenomeno fonetico tipico del sanscrito (es. cit + sakti = cic-chakti).
Samsara (m)
ciclo perenne del divenire; divenire trasmigratorio quale passaggio continuo per diverse condizioni di coscienza e quindi di esistenza; trasmigrazione; corso dell’indefinita successione di nascita-vita-morte-rinascita al quale pone fine la liberazione (moksa). Corrisponde all’ininterrotta catena di causa-effetto, per cui il karma vincola l’essere individuato al divenire; rappresenta così la sovrapposizione illusoria ma consistente di maya al puro Brahman incausato. Nel Buddhismo corrisponde alla "Ruota dell’Esistenza", nella quale si alternano gli stati di vita e di morte con le loro relative "esperienze".
Samudra (m)
oceano; esistenza eterna e infinita.
Santi (f)
pace, pace profonda; pacificazione, acquietamento scaturiente dalla comprensione e dalla trascendenza. Beatitudine nirvanica.
Sara (n)
essenza, realtà.
Sarasvati
la Sakti di Brahma, ha come attributo la Saggezza; la Dea del linguaggio e dell’insegnamento.
Sarva (a, pr)
tutto, intero, completo; ognuno, tutti; il Tutto, l’Intero indiviso nella totalità delle sue possibilità.
Sat (n)
l’Essere, il puro Essere; esistenza assoluta e reale, contrario di asat: ciò che non ha esistenza.
Sattva (n)
Essere, esistenza in sé; essenza; saggezza, intelligenza, intelletto, "luce intellettuale"; uno dei guna, quello che corrisponde all’equilibrio, all’armonia, alla luce, alla purezza.
Siddha (pp)
perfetto, compiuto, realizzato; perfetto nello yoga, colui che ha realizzato la perfezione yogica; colui che ha realizzato l’Unione, la reintegrazione di sé nell’Assoluto.
Siddhi (f)
compimento, perfezione yogica; poteri psichici ottenuti durante la pratica yoga; Realizzazione.
Siva (m)
benefico, benigno, fausto; uno dei tre aspetti della Trimurti, il Divino considerato particolarmente sotto il suo aspetto (murti) trasformatore e risolutore ma che, in unione con la sua Sakti (Parvati) assume la funzione di costruttore, di creatore: come tale ha per simbolo il linga; lo Shivaismo diversifica la funzione dissolutrice da quella creatrice e conservatrice, per cui tanto gli aspetti di Siva quanto le relative Sakti sono differenziati ma, nello stesso tempo, considera Siva come il Principio unico e assoluto in seno a cui il relativo, mondo dei nomi e delle forme, ossia il divenire, può emergere solo in modo apparente. Tanto Siva quanto Sakti si suddividono l’uno nelle "persone" della Trimurti e l’altra nelle corrispondenti "energie" (Sarasvati, Laksmi, Parvati). Il principio Siva si trova in ogni aspetto dell’esistenza e costituisce ciò che per il Vedanta è il sempre e ovunque presente Uno-senza-secondo, ossia Brahman. Siva è anche il grande Yogi (mahayogin). E’ chiamato Pasupati, "Signore degli esseri"; rappresenta il principio di astrazione-soluzione, quindi l’atto di "consapevolezza" che lo esprime e in cui si verifica; infine la Coscienza pura onnipervadente senza modificazioni.
So ’ham
"Io sono Quello"; "Io sono Lui". E’ un mantra che proclama l’identità dell’ente con il Divino. Inspirando si pronuncia so (Quello) ed espirando si emette ham (io).
Soma (m)
succo; nome di una tipica bevanda indiana, simbolo delle acque della vita; il succo di tale pianta, il più importante elemento nelle offerte sacrificali.
Sri (f)
radianza, luce, gloria; prosperità, fortuna; sacro, santo; benedetto: appellativo dato ai Maestri; termine usato come titolo onorifico ai nomi di Divinità, ai titoli dei testi sacri e ai nomi illustri.
Sruti (f)
audizione, la Tradizione "udita"; sacra Conoscenza in quanto "immediatamente" rivelata (Veda), diversa dalla Smriti, o tradizione rammentata, indiretta, "mediata".
Sunya (a)
il vuoto, la vacuità; tale termine non esprime un carattere negativo o di annichilimento in quanto nel vuoto di determinazioni e qualificazioni v’è infinita pienezza (purna) di possibilità.
Surya (m)
il sole, il Sole quale Divinità.
Susumna (f)
la nadi centrale rispetto a ida e pingala, le tre principali; arteria "sottile"; carotide; canale centrale, attraverso cui sale kundalini, che passa lungo il midollo spinale e attraversa la regione della testa fino al brahmarandhra. Lungo la susumna sono disposti i sette cakra.
Sutra (n)
filo, corda; aforisma, verso; il "filo" che collega diverse cose tra loro: per traslato è l’atman che collega tutti gli stati esistenziali; trattato, testo che codifica i princìpi fondamentali dei darsana filosofici.
Svadhisthanacakra (n)
uno dei sette cakra; il secondo cakra lungo la susumna, quello relativo alla funzione della procreazione, quindi alla conservazione della specie. Ha come bijamantra il suono vam ed è, ordinariamente, il centro di attrazione dell’energia scaturiente dal muladhara, ciò che ne impedisce, quando è enfatizzato, l’ulteriore ascesa. Corrisponde all’elemento acqua (ap). Cfr. Yogadarsana.

Tamas (n)
uno dei tre guna, quello che corrisponde all’oscurità, all’inerzia, alla passivitià, alla staticità inerte. Corriponde all’elemento terra.
Tanmatra (m)
lett. "la misura di ciò", l’estensione o delimitazione di qualcosa, quindi determinazione, qualità sostanziale e, per estensione, anche sensazione.
Tantra (n)
"trama di un tessuto"; dottrina, testo dottrinale. Il nome tantra (tendere) è in rapporto con il simbolismo della tessitura e lo si trova applicato anche ai Libri sacri. Con questo termine si designa generalmente un insieme di Scritture la cui essenza è costituita dal culto della Sakti, intesa quale energia manifestante, rappresentata dalla Grande Madre detta "Dea" (Devi, Durga).
Tantrayoga (m)
lo yoga dell’esperienza diretta con il risveglio della kundalini.
Tapa (m)
sofferenza.
Tapas (n)
calore, calore ascetico, austerità; calore o fuoco della volontà che si sviluppa con l’ascesi; ardente ispirazione.
Tattva (n)
verità, principio; categoria, principio elementare. Nel significato di "verità" si oppone a mata (verità soggettiva, opinione personale, credenza individuale) in quanto esprime una "verità oggettiva", inconfutabile, di carattere universale.
Trimurti (f)
il triplice aspetto, la triplice manifestazione: è costituita dalla triade composta dalle "persone" Brahma-Visnu-Siva nelle loro funzioni di creazione-conservazione-dissoluzione, riferite tanto al singolo ente, oggetto, essere individuato nella sua espressività, quanti agli interi universi. Le tre "persone" della Trimurti costituiscono i tre aspetti (murti) in cui si manifesta Isvara (Essere principiale o qualificato), attraverso cui si portano al completo sviluppo le qualità insite nella sua stessa natura.

U
seconda lettera (U-matra) della sacra sillaba Om (Aum); rappresenta la totalità dell’esistenza nello stato sottile della manifestazione. Corrisponde allo stato di sogno o al piano sottile universale.
Upadesa (m)
istruzione spirituale, iniziazione; l’insegnamento per un sentiero spirituale; l’iniziazione, la comunicazione di una formula o mantra iniziatorio.
Upanisad (n)
"sessioni o insegnamenti esoterici". Il vocabolo upanisad nella sua accezione etimologica indica l’atto del "sedersi accanto a qualcuno" in atteggiamento reverenziale, riferito in particolare al discepolo seduto ai piedi del Maestro per riceverne un insegnamento esoterico, in forma dialogica, per via di simboli, analogie e formulazioni di equivalenze o connessioni segrete. Le Upanisad sono parte integrante dei Veda, rappresentano la Tradizione primordiale e costituiscono il Vedanta stesso nella sua essenza. Il Vedanta etimologicamente significa "fine dei Veda" e tale espressione deve essere intesa nel doppio significato di "conclusione", essendo le Upanisad l’ultima parte dei testi vedici, e di "scopo" perché quanto vi è insegnato è lo scopo ultimo dell’intera Conoscenza tradizionale.

Vahana (n)
veicolo
Vaidya (m)
un dotto, un sapiente; un dottore, un medico.
Vam
il bijamantra dello svadhisthanacakra.
Varuna (m)
"colui che tutto avvolge", colui che contiene in sé l’universo.
Vasana (f)
"impressioni" mentali subcoscienti indotte dall’esperienza, dall’azione, dal pensiero, o provenienti da epoche indefinite del passato attraverso il karma accumulato.
Veda (m)
conoscenza, lett. "ciò che è stato visto, realizzato dai Saggi (Rsi)"; Conoscenza suprema, Scienza sacra. Più particolarmente le quattro grandi raccolte che contengono l’esposizione di quella Scienza sacra e tradizionale per eccellenza che formano la Sruti o Tradizione "non-umana".
Vedanta (m)
il compimento dei Veda.
Vid
radice verbale da cui derivano veda e vidya, significa nello stesso tempo "vedere" e "conoscere".
Vidya (f)
la conoscenza, conoscenza della Realtà, meditazione coscienziale che conduce alla Realizzazione. Può essere classificata come apara (inferiore) e para (superiore).
Vikarma (n)
azione proibita.
Virya (n)
energia, atteggiamento virile; condizione di "solarità" del discepolo avanzato.
Visnu (m)
uno dei tre aspetti della Trimurti indù, il Divino considerato particolarmente sotto l’aspetto di conservatore della creazione. Spesso è chiamato Narottama, cioè "l’Uomo supremo". Visnu viene considerato anche il sostrato dell’esistenza, e quindi nello stesso tempo ne è sostegno e sostanza in quanto Onnipervadente (da vis: pervadere).
Visuddha (pp)
perfettamente purificato.
Visuddhacakra (n)
uno dei sette cakra, situato all’altezza del plesso oro-faringeo, il cui bijamantra è il suono ham. Quando kundalini vi perviene, la purezza pervade l’espressione dell’essere.
Visva (n)
la totalità, il Tutto considerato nella sua unità; lo stato di veglia nell’ordine individuale, quindi il piano grossolano della manifestazione; la coscienza nello stato di veglia.
Visvaloka (m)
la sfera grossolana nell’ordine universale.

Yam (m)
il suono-seme (bijamantra) dell’anahatacakra.
Yana (n)
via, veicolo.
Yantra (n)
supporto; figura simbolica, tracciata o immaginata, che serve da supporto alla meditazione.
Yoga (m)
unione, reintegrazione, fusione completa. Genericamente la reintegrazione dell’individuale nell’universale, del relativo (jiva) nell’Assoluto (atman): quindi esprime uno stato in cui sparisce ogni nozione di dualismo e di differenza. Designa anche i mezzi, o sadhana, idonei a realizzare l’unione col Divino. Uno dei sei darsana.
Yogi o Yogin (m)
colui che pratica lo yoga; colui che è già pervenuto a un punto molto avanzato nello yoga; colui che ha realizzato l’Unione, ovvero si è reintegrato nel Sé.
Yoni (m)
matrice o radice primordiale.
Yuga (n)
èra o periodo di tempo del mondo; epoca, età, ciclo, tempo. Gli yuga sono quattro: krta o satya, l’età dell’oro; treta, l’età dell’argento; dvapara, l’età del bronzo; kali, l’attuale età del ferro. Formano complessivamente un manvantara o mahayuga.
Yugadharma (m)
lo spirito dei tempi; i mali che emanano dalla debolezza e dalla malvagità degli uomini.
Yugavatara (m)
un avatara che con la sua venuta chiude un’epoca per dare inizio ad un’altra (Rama, Krsna sono stati yugavatara).
Yukti (f)
connessione, correlazione; congiungimento.


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