IL KARMA - LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO - SCIENZE ASTRATTE

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IL KARMA - LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO

LEGGI SPIRITUALI E COSMICHE

LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO
E LA LEGGE DELLA RINASCITA

di Andrea Fontana
2011





Il KARMA, ossia la LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO



Sul
Karma è stato scritto tantissimo, ma il Maestro Tibetano D.K. spiegò bene che non tutto quello che scrissero i teosofi era preciso, in quanto ogni persona ha esperienze e zone geografiche (in cui ha vissuto) diverse da altre persone, e soprattutto il livello evolutivo è generalmente diverso.
La
Legge di Causa ed Effetto, composta da Karma e Dharma, è collegata con la Legge della Rinascita, e non può essere evitata da nessun essere umano.
La Reincarnazione è una
Legge Spirituale ed è giusto sapere che fu Cristo, all'inizio del Cristianesimo, che decise di togliere dai Vangeli ogni riferimento ad essa, perchè non voleva condizionare in modo passivo l'Umanità, come invece accadeva e accade ancora oggi in Oriente, specie in India, dove le persone dominate dalla paura di creare altro Karma negativo, preferiscono vivere in modo passivo e lavativo senza fare niente per migliorare la propria Società. Tuttavia alcuni cenni nei Vangeli sono rimasti.
Se non si crede alla reincarnazione è impossibile spiegare queste parole del Cristo:

«Non passerà la settima generazione senza che tu debba pagare fino all'ultimo iota. Non strapperai un capello dalla testa di tuo fratello senza che ciò ti sia reso».


Il nostro ego ha migliaia e migliaia di esistenze precedenti. I dolori e le sofferenze, così come le fortune e le gioie che abbiamo sono debiti che abbiamo contratto in esistenze anteriori. Possiamo ottenere, sia con la preghiera sia diventando migliori, un nostro sollievo, ma non è possibile ottenere la remissione del nostro debito, poiché è detto:

«Il bambino pagherà per le colpe del nonno».

Se il cervello umano non riesce a ricordare niente del passato karmico, è sia una fortuna e sia una precauzione verso gli inevitabili sensi di colpa (o anche peggio) che noi avremmo se ricordassimo tutti gli sbagli e il male che abbiamo commesso nelle migliaia di vite precedenti, fin da quando eravamo degli umanidi trogloditi, milioni di anni fa.
I ricordi delle vite precedenti possono affiorare alla mente cosciente solo quando la mente concreta non ha più il sopravvento nella personalità, e questo accade solo in rari momenti degli Stadi evolutivi e soprattutto negli Iniziati, in cui la Mente astratta è in perfetto equilibrio con la mente concreta.
Il Sè superiore di ogni persona conosce precisamente tutto il suo Karma ed egli decide quanto di esso sia possibile in ogni vita fare vivere alla persona (sia positivo, che negativo), ma sempre in modo lento e graduale, perchè nessun essere umano potrebbe reggere tutto il Karma in una sola vita.
Il livello evolutivo di un individuo si può accertare in modo scientificamente esoterico, ma occorre essere dei chiaroveggenti volontari, così da vedere l'Aura umana con tutti i Chakra fin nei loro nuclei più profondi; dallo sviluppo di questi Centri eterici e psichici si può riconoscere il livello evolutivo.
Ma l'argomento dei Chakra è molto complesso ed è pertinente soprattutto alla Guarigione Esoterica ed all'Astrologia dell'Anima.
Un terzo metodo per intuire il livello evolutivo (che è stato anche definito: "l'età di esperienza dell'Anima") è quello di esaminare la vita di una persona attraverso la sua Biografia, dalla quale si deduce in quale Stadio si può trovare, ma per poterlo fare occorre essere abbastanza conoscitori di Scienze Esoteriche, e comunque non è un metodo scientifico, come invece lo sono i primi due.

Il dottor Douglas Baker, Discepolo del Maestro inglese Robert Browning, ha precisato che i Signori del Karma (specifici Deva preposti all'applicazione della Legge di Causa ed Effetto) sono collegati alle quattro cavità del cuore umano, cioè ai due atri e ai due ventricoli.

Per tale motivo si comprende che l'infarto o altre patologie collegate al cuore, sono precisamente regolate da questi Deva come effetto delle azioni compiute in questa e nelle altre vite precedenti.

In Astrologia non solo Saturno ma altri pianeti indicano il Karma, oltre alla Luna, Marte e perfino il Sole, dato che il proprio Segno solare è il tipo di energia che si aveva al momento del decesso nell'ultima incarnazione.
Il Maestro D.K. rivelò infatti che il Segno in cui si trova il Sole al momento della nostra nascita indica anche il Segno in cui si trovò il Sole al momento della dipartita nella vita precedente, così come chi muore in questa vita con il Sole in un Segno, ritornerà nella prossima incarnazione a nascere nello stesso identico Segno.
E' una delle tantissime rivelazioni esoteriche che nessun essere umano può verificare, a meno che si tratti di un Iniziato, che può accedere alle Cronache dell'Akasha.

Vi sono da tanti anni svariati tipi di "Canalizzazioni"(Channeling), che nessuno però sa da dove provengono esattamente.
Generalmente si tratta di messaggi di tipo emozionale, che sono utili per calmare il Corpo Astrale, e questo va bene. Va però notato che in nessuno di tali messaggi sono trasmesse nuove Conoscenze, se non copiature di altre.
Nei libri dettati alla Bailey, il Maestro Tibetano ha messo in guardia sul pericolo dell'illusione da parte di una qualsiasi "entità" che dovesse usare il corpo di un medium, ed ha rivelato vari metodi per capire, tramite lo sviluppo del discernimento, le persone che sono usate da "entità" del "Piano Astrale", definito anche "Piano Emotivo", sia pur di apparente "elevata" evoluzione.




             La Terra con i suoi Piani sottili invisibili

Il Piano Astrale è un'agglomerato di sette livelli o "Dimensioni", parallele alla Dimensione Fisica, ed è connesso al Piano Mentale inferiore. In queste Dimensioni vi sono ogni genere di "entità", la maggior parte sono il prodotto di desideri, emozioni e pensieri di vari livelli vibratori, definite Forme-Pensiero, prodotte dall'Umanità nel corso dei secoli e dei millenni, che i Discepoli conoscono bene e sono allenati a non farsene influenzare.
Occorre sapere che fra il Piano Mentale inferiore e il Mentale Superiore
esiste una Barriera, che è invalicabile dai falsi maestri e dalle forme pensiero, ma può essere superata solo con il collegamento al proprio Sè superiore, ottenibile - dopo varie vite - tramite la purezza di vita, la Meditazione e il Servizio altruisitco, che producono lo sviluppo della Mente Astratta, chiamata anche Mente superiore e infine raggiungere la vera Intuizione Spirituale, da non confondersi con l'intuito.

Il Maestro Tibetano ha rivelato che tutti i "medium", cioè coloro che entrano in uno stato di "trance", passivo o inconsapevole, non sono mai ispirati dalla Gerarchia dei Maestri, perchè sono usati da "entità" del Piano Astrale per mezzo del Plesso solare, che è un Chakra inferiore e quindi involutivo, al contrario dei Chakra della Testa, che sono situati sopra al diaframma e sono evolutivi.
Egli ha ben spiegato che nessuno dovrebbe lasciare usare il proprio corpo a un'entità esterna, perchè il risultato (inevitabile) è che in tale modo si apre l'accesso successivamente ad altre "entità", di cui nessuno saprebbe mai la provenienza.
Infatti sia Helena P. Blavatsky, sia soprattutto Alice Bailey si collegavano coscientemente col Maestro Tibetano (che si trovava fisicamente nell'Himalaya, mentre loro erano in America) tramite un'intensa focalizzazione nel loro cervello, ed erano consapevoli di tutto, dall'inizio fino alla fine della trasmissione telepatica. Questo è un tipo di telepatia superiore molto rara e ardua, che perfino Discepoli di grado avanzato non sono stati in grado di effettuare.
Il Maestro Tibetano scelse Alice Bailey perchè era il Discepolo più adatto, mentre invece tanti altri non lo erano, anche se alcuni forse erano più evoluti.
Il Tibetano non ha mai usato il Plesso solare di Alice Bailey, che infatti ha continuato a rimanere in contatto telepatico con questo Maestro per ben trent'anni, e questa lunga durata rivela quanto fosse sicuro e"reale" quel metodo.
Se osserviamo le "comunicazioni" ricevute da altri medium, vecchi e moderni, esse non superano nemmeno un terzo di tale durata, e dopo di esso sopraggiungono sempre a tali medium malattie di tipo mentale o nervoso, in quella vita o nella vita successiva.



I sette grandi Piani planetari che avvolgono la Terra


Occorre sapere dove è "situata" la Gerarchia Spirituale del nostro Pianeta.
La Gerarchia si trova nelle varie Dimensioni del
Piano Monadico, che sono talmente "lontane" dal Piano Astrale che nessun medium è in grado di averne accesso.
Nel Piano Astrale e nel Piano Mentale inferiore si trovano addirittura "entità" artificiali che si presentano come i Maestri della Gerarchia, di cui sono solo il riflesso imperfetto e ingannatore (maestri ascesi).
Nel corso degli anni ci sono stati alcuni medium che hanno creduto, sia pur in buona fede, di essere ispirati dal Maestro Tibetano o da altri Maestri, ma è bene comprendere che non era realmente il Tibetano e nemmeno qualcuno degli altri Maestri.
Dal 1949, dopo il decesso di Alice Bailey, il Tibetano e la Gerarchia hanno deciso di non trasmettere più altre Conoscenze al mondo, perchè hanno precisato che prima del 2025 gli Aspiranti e i Discepoli di tutto il mondo devono imparare a mettere in pratica quegli Insegnamenti, tramite il Servizio altruistico, lo studio e l'applicazione delle Leggi Universali e la Meditazione verso il proprio Sè superiore.
Bruce Lyon ha dichiarato ufficialmente che sta preparando in questi anni l'apparizione della Terza fase dell'Insegnamento, che ha precisato durerà dal 2025 al 2125; alcuni suoi libri sono stati tradotti e pubblicati dall'Istituto Cintamani di Roma.

In questo grafico a colori tratto dal volume di Douglas Baker: "Il Gioiello nel Loto" - Edizioni Crisalide- si vedono i sette Piani planetari, con l'ascesi evolutiva di ogni Regno di Natura, di cui solo il settimo è solido, il Piano Fisico.
Partendo dal basso verso l'alto si vede il:
PIANO FISICO, violetto; composto da 7 sottopiani: 1) Solido 2) Liquido 3) Gassoso e da 4 livelli di Eterico.
PIANO EMOTIVO O ASTRALE, rossastro.
PIANO MENTALE, arancione; suddiviso in Mentale Inferiore e Mentale Superiore.





LA REINCARNAZIONE


Pensiero di Omraam Mikhaël Aïvanhov:

"Ogni nostra azione e ogni nostro sentimento, così come ogni nostro pensiero, qui e ora, rappresenta una causa che provoca delle conseguenze. Ma poiché la nostra vita non termina nel momento in cui lasciamo la terra, quelle azioni, quei sentimenti e quei pensieri, che sono realtà vive e operanti, continueranno a seguirci non solo nell'aldilà, ma anche quando torneremo a incarnarci di nuovo.
La reincarnazione, dunque, è semplicemente il prolungamento logico della legge di causa ed effetto. E chi non ammette che ciò che si è al presente, come pure ciò che si vive adesso, è influenzato da quello che si è stati e da quello che si è vissuto nelle esistenze precedenti – oltre al fatto che ciò che si fa e si vive in questa esistenza avrà delle ripercussioni nelle esistenze future – ebbene, costui non capirà mai niente della Giustizia divina."






La dottrina della reincarnazione nel contesto post-moderno occidentale

Relazione al Convegno «Cristianesimo e reincarnazione», organizzato dall’Associazione Culturale Lohengrin, Università La Sapienza, Roma, 29 aprile 2004.
Andrea Menegotto
Ricercatore e Coordinatore per la Lombardia del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) e membro della SIPR (Società Italiana di Psicologia della Religione)


1. Una premessa di carattere storico
«Trasmigrazione», «metempsicosi», «reincarnazione» o «rinascita» dell’anima (1)
sono sinonimi che stanno ad indicare il transito dell’anima di un individuo dopo la sua morte da un corpo a un altro o da una forma di esistenza a un’altra. La credenza nella reincarnazione ha origini antichissime: si sono trovate tracce nelle religioni dell’Africa e dell’Australia. Oggi gli egittologi non sono più d’accordo sul fatto che gli antichi Egizi credessero in essa, anche se autori come Platone (428/427-347 a.C.) ed Erodoto (ca. 484-425 a.C.) non avevano dubbi in proposito. Dall’Europa sud-orientale e dall’Asia Minore la credenza giunge in Grecia e qui viene accolta dai seguaci del filosofo e matematico Pitagora (570-490 ca. a.C.) che si ispira alle dottrine dell’orfismo, secondo le quali il ciclo di reincarnazioni successive conduce l’anima alla purificazione. Attingono alle dottrine orfiche anche Platone e le correnti filosofiche del neoplatonismo e del neopitagorismo. L’idea della trasmigrazione non viene mai accolta nell’ebraismo pre-cristiano e nel cristianesimo, mentre penetra in gran parte nell’ebraismo della diaspora.
Nel pensiero religioso e filosofico orientale la teoria della trasmigrazione appare chiaramente affermata per la prima volta in forma dottrinale nella raccolta di testi filosofico-religiosi indiani delle Upanisad (VIII-VII sec. a.C.); da allora, le varie opere della tradizione religiosa orientale parlano della trasmigrazione. Il concetto centrale è quello di karma (in sanscrito «azioni»), vocabolo utilizzato per indicare l’insieme delle leggi che regola la reincarnazione. Propriamente il karma rappresenta nella filosofia indiana la somma delle azioni individuali, buone o cattive, unite all’anima nella trasmigrazione: ogni nuova incarnazione e ogni vicenda sperimentata dal corpo è determinata dal karma precedente. Samsara («pellegrinaggio») è il termine sanscrito che indica la reincarnazione come il ciclo di vite, morti e rinascite cui è soggetto ogni essere vivente. Secondo la concezione tradizionale, ancora oggi valida, si può descrivere la reincarnazione dicendo che la condizione in cui l’anima rinasce è determinata dalle azioni buone o cattive compiute nelle incarnazioni precedenti; le anime di coloro che operano il male rinascono in forme inferiori. Sia l’induismo (2)
che il buddhismo (3) auspicano il superamento di questo processo e la liberazione, dal momento che l’esistenza è una condizione di sofferenza. L’induismo, in particolare, considera il samsara come il vero e proprio migrare dell’anima individuale l’atman da un corpo all’altro fino alla liberazione, il momento in cui ha luogo la sua identità con il brahman, l’anima universale. Questa liberazione si raggiunge mediante i riti e le varie pratiche, proposte dalle diverse scuole filosofiche e religiose di purificazione, grazie ai quali si cancellano i residui del karma e si rinuncia ai desideri del mondo.
In Europa, dopo che nel Medioevo la teoria della trasmigrazione delle anime quasi scom-pare, in epoca moderna – e in particolare nel periodo illuminista – le idee sulla reincarnazione ritornano (4).
La tesi reincarnazionista è ad esempio sostenuta dal filosofo Gotthold Eph-raim Lessing (1729-1781) nella sua opera del 1780 intitolata L’educazione del genere umano, inoltre centinaia di gruppi e autori, grazie anche al diffuso interesse per l’Oriente che si sviluppa nel diciottesimo secolo, parlano di essa. Relativamente a questo periodo al-cuni rilievi sono senza dubbio importanti da fare: la dottrina reincarnazionista si diffonde in particolare in ambienti che hanno a che fare con lo spiritismo, la magia e l’occultismo in genere. Si cerca inoltre di dare una parvenza di scientificità alle affermazioni riguardanti il ricordo di vite passate, questo è quello che avviene, ad esempio, con la teoria del magnetismo animale di Franz Anton Mesmer (1734-1815) e la sua concreta applicazione ad alcuni pazienti che – una volta magnetizzati – sarebbero stati in grado di ricordare vite passate.

2. La frammentazione della credenza reincarnazionista in diversi modelli
Nei secoli diciannovesimo e ventesimo, con un processo che continua oggigiorno, si può chiaramente assistere come ben mostra Massimo Introvigne (5)
alla frammentazione della credenza reincarnazionista in diversi modelli o ambiti.

a.
Si può così individuare un modello spiritico, dove, grazie soprattutto ad Allan Kardec (1804-1860), autore de Il Libro degli Spiriti, si realizza una stretta unione fra reincarnazione e spiritismo. All’interno dello spiritismo sono allora individuabili due correnti che hanno, riguardo alla reincarnazione, tesi contrastanti: quella degli spiritisti latini che credono, secondo la teoria codificata da Kardec e ora diffusa soprattutto in America Latina, che le anime dei defunti passano da un corpo all’altro dimenticando le vite precedenti e ricalcando così la legge karmica tipica di alcune credenze e religioni orientali quali l’induismo ed il buddhismo, e la corrente degli spiritisti inglesi e statunitensi, che invece, nella loro maggioranza, rifiutano categoricamente ogni concetto di rinascita.

b. Un secondo modello è quello dell’occultismo e dei nuovi movimenti magici, dove la credenza nella reincarnazione è diffusa quasi in ogni contesto e in particolare, nell’ambito di quella che possiamo definire la «magia della vita», cioè quella forma di magia che mira a vincere la morte e ad assicurarsi la certezza dell’immortalità
(7). Per alcuni si tratta solo di una preparazione spirituale a morire, ma vi sono movimenti come Damanhur (8) che insegnano a morire e ritengono che si possano programmare le reincarnazioni.

c. Il modello orientale, consiste invece nella propaganda in Occidente di dottrine reincar-nazioniste genuinamente legate alle tradizioni religiose orientali da parte di maestri appartenenti a queste stesse tradizioni. L’episodio cardine in questo senso è rappresentato dal Parlamento Mondiale delle Religioni, riunito per celebrare il quarto centenario della scoperta dell’America nel quadro dell’Esposizione Universale di Chicago del 1893. Questo avvenimento rappresenta per molti occidentali la prima occasione per venire in contatto con alcuni maestri orientali. In questo contesto si presentano per la prima volta al pubblico occidentale grazie anche alla mediazione della Società Teosofica alcuni autentici maestri orientali, sia induisti che buddhisti. Fra gli induisti spicca la figura di Swami Vivekananda (1863-1902), il discepolo prediletto del mistico Sri Ramakrishna (1836-1886), definito dallo scrittore Romain Rolland «la consumazione di duemila anni della vita spirituale di trecento milioni di indù». Dopo il grande successo riscosso in quell’occasione da Vivekananda, spesso ricordato come «il san Paolo» dell’induismo per il suo incessante lavoro missionario in Occidente, i maestri indiani favorevoli a visitare le terre occidentali a fini missionari si molti-plicheranno notevolmente. Fra i buddhisti spiccano Anagarika Dharmapala (1864-1933) e

Soyen Shaku (1859-1919), quest’ultimo ha oltretutto un ruolo decisivo per la diffusione dello zen in Occidente. Conformemente a questo modello, oggi un numero rilevante di occidentali incontra per la prima volta la dottrina della reincarnazione quando si trova di fronte alla letteratura di movimenti religiosi di ispirazione o di origine orientale, che si tratti della Società Teosofica, degli Hare Krishna o dell’Organizzazione Sathya Sai Baba. Essi, infatti, non sono importanti soltanto per le loro dimensioni quantitative (minoritarie ma, anche in Italia, tutt’altro che irrilevanti), ma per la loro capacità di influenzare cerchie molto più vaste di persone. Un gruppo relativamente piccolo come la ISKCON, popolarmente noto come Hare Krishna (10), ha distribuito milioni di copie dei suoi libri e opuscoli. Il testo sulla reincarnazione più diffuso dagli Hare Krishna11 è diventato popolarissimo in numerosi paesi dell’Occidente, è spesso citato anche in contesti insospettati ed ha certamente contribuito alla diffusione della moda della reincarnazione anche presso persone che non si sognerebbero mai di aderire al movimento degli Hare Krishna. In questa prospettiva, le minoranze religiose di derivazione orientale come pressoché tutte le minoranze religiose sono interessanti come punte di un iceberg: fanno emergere in maniera piuttosto evidente un tema spirituale che è oggetto più in generale dell’interesse di molte altre persone che non aderiscono ad alcun movimento. Nel caso specifico in questione, quello dei movimenti di origine orientale, essi nella stragrande maggioranza anche se non mancano eccezioni rimandano appunto al grande interesse «popolare» e diffuso su cui torneremo che circonda le teorie della reincarnazione.

d. La stessa Società Teosofica rappresenta un quarto modello, in cui le dottrine squisita-mente orientali vengono ampiamente diffuse, ma anche adattate ad un contesto occidentale e ad uno sfondo di carattere occultista
12. Per quanto le due opere principali della fondatrice Madame Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), Iside svelata e La dottrina segreta (13), non siano facili da accostare e propongano un complesso schema cosmologico, in prospettiva di sintesi possiamo ritenere che, essendo l’uomo composto di sette «corpi» (divino, monadico, spirituale, intuitivo, mentale, astrale e fisico) cui corrispondono sette piani di realtà alla morte i due ultimi corpi (astrale e fisico) sono abbandonati, in attesa di prenderne di nuovi in una successiva reincarnazione. Il processo delle reincarnazioni è un processo educativo e, tramite esso, l’uomo impara a liberarsi dell’attaccamento ai piani più bassi. Indispensabile, a questo fine, è l’aiuto dei Maestri, i quali non sono spiriti, ma uomini tanto perfetti da avere completato il ciclo delle reincarnazioni, che decidono di rimanere nel mondo per aiutare gli altri. Alcuni Maestri – tra cui Morya, Koot Hoomi, Gesù e il principe ungherese Rakoczy (identificato con il Conte di Saint Germain, 1710-1784, il leggendario esoterista del Sette-cento) – hanno avuto un ruolo particolare nella vita dei fondatori della Società Teosofica. I Maestri operano lungo sette “raggi”, linee di attività che emanano dal centro del mondo per guidare tutti gli aspetti della vita sulla Terra. Lo scopo principale che molti soci ritengono essere proprio della Società Teosofica consiste nel tenere aperte «linee di forza» attraverso cui i Maestri possano guidare l’umanità. Nella vita della Società, questa ambizione si traduce in un’ampia attività di tipo culturale, artistico, umanitario e sociale, che ha dato un con-tributo decisivo alla conoscenza della spiritualità orientale in Occidente, così come alla presa di coscienza da parte di molti indiani della ricchezza della loro eredità religiosa.

e. Il modello scientifico raggruppa in un insieme le varie esperienze psicologiche e parapsicologiche di coloro che, prese le mosse da Mesmer e dai sostenitori del magnetismo animale, elaborano la pretesa di dare dimostrazioni scientifiche della reincarnazione.

f. Un ultimo modello può essere infine individuato nel tentativo di conciliare reincarna-zione e cristianesimo, proponendo diversi argomenti ed in particolare affermando che la Bibbia stessa e alcuni fonti cristiane dei primi secoli attesterebbero la credenza nella reincarnazione, prospettiva peraltro smentita da autorevoli studi in ambito biblico e sulle fonti legate Padri e agli scrittori ecclesiastici dei primi secoli dell’era cristiana
14. L’antecedente storico all’interno di questo modello è costituito dall’opera e dal pensiero di Anna Bonus Kingsford (1846-1888), fondatrice all’interno della Teosofia di una «Loggia Ermetica della Società Teosofica», destinata a riunire i teosofi interessati all’«esoterismo cristiano», cioè ad una presentazione della Teosofia in termini cristianeggianti, che tuttavia, a poco a poco, si distacca dalla società fondata dalla Blavatsky.

3. La Chiesa di Scientology: una visione di sintesi
A partire dagli anni 1950 si assiste ad una ricomposizione di questi modelli reincarnazio-nisti in un’unica visione sintetica e unitaria. Il punto di partenza di questa ricomposizione è rappresentato dalla dottrina della Chiesa di Scientology
15, che presenta la sua visione reincarnazionista davvero in maniera sintetica rispetto i modelli di decomposizione precedenti: infatti essa si rivela aperta ad apporti orientali, ad influenze della tradizione occultista, ma anche connotata dalla pretesa di dare indicazioni scientifiche certe e documentate.
In effetti, il fondatore Lafayette Ronald («L. Ron») Hubbard (1911-1986) considera un risultato essenziale della sua ricerca l’esistenza di vite passate, della cui realtà è convinto di avere trovato le prove. Tant’è vero che nel luglio 1951, a un seguito di un intenso dibattito circa la questione delle vite passate e non intendendo rinunciare a questo aspetto per lui peculiare, egli giunge a dimettersi dall’organizzazione che precede la fondazione della Chiesa di Scientology (la Hubbard Dianetic Research Foundation), che poi trasformerà nella Hub-bard Association of Scientologists (1952), fino a giungere alla vera e propria costituzione della Chiesa di Scientology (febbraio 1954), da parte di alcuni discepoli, che la fondano indipendentemente da Hubbard, ma con la sua benedizione.

4. La vera sintesi dei modelli: la dottrina della reincarnazione nel contesto del New Age
Tuttavia la Chiesa di Scientology presenta una visione specifica del mondo e dell’uomo che solo chi accetta tutti i presupposti dottrinali stabiliti dai testi del fondatore può condivi-dere. Il vero terreno di ricomposizione, di diffusione e di sviluppo dei vari modelli reincar-nazionisti è allora propriamente il fenomeno New Age, il quale è per sua natura disposto ad accogliere una pluralità di visioni che possono essere integrate all’interno del clima olistico, relativistico e sincretistico che lo caratterizza
16. In effetti, i temi e le idee ricorrenti nel New Age sembrano riassumere ed integrare in un unico (anche se multiforme) contesto diversi ambiti della frammentazione che sono stati presi in considerazione: la ricerca di spiritualità alternative e il ricorso a tecniche di meditazione – che sfociano di frequente in direzione delle tradizioni orientali – veicolano spesso la dottrina della reincarnazione; occorre ricordare poi che gli autori del New Age fanno riferimento continuo a questa dottrina e i messaggi spiritici del channeling con frequenza si rifanno ad una idea reincarnazionista; inoltre il sottofondo in ambito occultista e le origini che il New Age trova nella Società Teosofica senza dubbio fanno rientrare fra i temi dominanti anche l’idea della trasmigrazione delle anime.
È tipico però del New Age tentare anche un approccio scientifico al discorso dei ricordi di vite passate, tuttavia le affermazioni legate al presunto valore scientifico e alla possibilità di dimostrare empiricamente il valore della teoria della reincarnazione non sono convalidate dai più rigorosi ambienti scientifici. Se infatti i sostenitori della reincarnazione fanno riferimento come tesi fondamentale all’esperienza delle «regressioni ipnotiche» in cui alcuni pa-zienti sarebbero messi in condizione di avere ricordi di passate esistenze, validi esperti – psichiatri e psicologi – qualificano tali esperienze come non significative e comunque attribuiscono loro altre spiegazioni diverse dall’ipotesi reincarnazionista
17.
5. Reincarnazione e galassia del believing without belonging
Il New Age, con i suoi presupposti relativisti, non è altro che un’espressione significativa e di vasta portata del clima post-moderno, caratterizzato più in generale dal fenomeno che la sociologa anglosassone Grace Davie definisce come «believing without belonging»
18, vo-lendo indicare la galassia del «credere senza appartenere», che nel caso del nostro Paese  comprende circa la metà della popolazione nazionale che si dichiara più o meno vagamente «religiosa» o «credente», ma non frequenta con regolarità nessuna religione organizzata. In Italia, questo popolo del «credo, a modo mio» è composto nella stragrande maggioranza dei casi di battezzati e quindi almeno di «cattolici anagrafici», attratti dai più diversi prodotti che si possono trovare nell’odierno supermarket delle religioni.
Come già abbiamo avuto modo di accennare, le teorie della reincarnazione appaiono co-me una proposta piuttosto interessante anche per chi non fa la scelta decisiva di aderire ad un movimento religioso di derivazione orientale, ma pur magari influenzato dai testi o dalle idee di un movimento preferisce coltivare la sua fede all’interno della galassia del «credo, a modo mio». Un ruolo importante nella diffusione dell’idea reincarnazionista in Occidente è senza dubbio attribuibile all’interesse diffuso per il buddhismo.
Secondo i dati raccolti dal CESNUR (www.cesnur.org), una stima aggiornata circa la presenza buddhista porta a quantificare il totale di aderenti ad organizzazioni buddhiste nel nostro Paese in 74.000 unità se si considerano i cittadini italiani e in circa 100.000 se si in-cludono gli immigrati non cittadini. Tuttavia, risulta piuttosto evidente come l’influenza del buddhismo in Occidente e in Italia vada molto al di là della cerchia di chi aderisce formalmente ad un’organizzazione facendo dello stesso buddhismo, a tutti gli effetti, la sua fede «ufficiale». In Occidente, già negli anni 1960 e 1970, grazie anche agli ambienti della con-trocultura hippie, si sviluppa a livello popolare un notevole interesse per lo zen (una fra le molte scuole buddhiste), seguito dal grande successo del buddhismo tibetano a partire dagli anni 1980. Questo successo passa anche per la letteratura e il cinema, dal Siddhartha (1922) di Hermann Hesse (1877-1962) a film come Piccolo Buddha, Sette anni in Tibet e Kundun. Dunque, una buona parte dell’influenza del buddhismo in Occidente, si gioca al di fuori dell’appartenenza alle associazioni che raggruppano i fedeli buddhisti e si concentra nell’ambito della galassia del believing without belonging.
Posto che il buddhismo in quanto tale è e rimane una fra le grandi tradizioni religiose dell’umanità a cui pure la Chiesa cattolica guarda con rispetto (19)
e con cui intraprende il dialogo interreligioso, occorre però rilevare che alcune idee circa il buddhismo diffuse all’interno del mondo di chi «crede senza appartenere» corrispondono a visioni poco reali-stiche rispetto alla vera essenza del buddhismo storico e delle sue attuali incarnazioni in vari filoni e scuole saldamente radicate alla loro tradizione originaria. Va infatti notato che il buddhismo (e, peraltro, pure l’induismo) in ultima analisi auspica il superamento e l’uscita dell’uomo dalla ruota della vita e della morte (samsara) attraverso il cammino delle «quattro nobili verità», vero perno dell’antropologia buddhista. Secondo esse, passando per la constatazione che (1) la vita è sofferenza (dukka) e (2) la causa della sofferenza è l’azione (karma); si ammette (3) l’esistenza uno stato al di là della sofferenza cui si accede eliminando la sua causa ultima, l’ignoranza, questo stato è chiamato nirvana (uno stato di vita ultra-terrena al di là della sofferenza e della morte, si tratta di uno stato di quiete consistente nell’eliminazione di ogni realtà concreta in quanto transitoria e dolorosa, sulla sua natura esistono peraltro controversie fra le varie scuole); per giungere, infine, alla convinzione per cui (4) è possibile superare l’ignoranza attraverso l’etica, la meditazione e la saggezza. Risulta piuttosto evidente come la dottrina della reincarnazione tipica delle scuole buddhiste tradizionali sia molto diversa dalla visione edulcorata diffusa in Occidente sulla scia delle interpretazioni di sedicenti esperti e mass-media, che pare piuttosto ricalcare la formula del «Ritenta e sarai più fortunato» di molti concorsi a premi.
6. Reincarnazione, dati statistici e cultura popolare
Seppure la «qualità» della credenza nella reincarnazione  in linea generale e almeno al livello del «credo, a modo mio» appare dunque piuttosto scadente, secondo l’Indagine Europea sui Valori (EVS) del 1999, in Italia, essa rappresenta una credenza condivisa da «oltre un terzo degli intervistati» (20), mentre secondo un’altra interpretazione degli stessi dati statistici (21)
si tratterebbe del 15%. In ogni caso, molti di questi sono reincarnazionisti «deboli» in quanto credono, contraddittoriamente, sia nella reincarnazione sia nella resurrezione della carne.
Una recente ricerca sul pluralismo morale e religioso degli Italiani
22 pare in realtà ridurre a circa il 5% il dato, sostanzialmente in linea con altre ricerche svolte in Italia23. Occorre rilevare come la discrepanza dei risultati sia anche attribuibile alla differente modalità di esposizione della domanda (o delle domande) circa la vita dopo la morte, che naturalmente variano da ricerca a ricerca. In linea generale, pare che tutto sommato siano pochi i reincar-nazionisti «duri e puri», ma più la domanda si rivela «aperta» ovvero lascia la possibilità di optare sia per il concetto di reincarnazione che per quello di risurrezione della carne il numero di chi è disposto a dichiarare la sua fede in questa credenza spuria, dimostrando così di vivere la confusione e il sincretismo tipici di questo mondo frantumato e post-moderno, è destinato a crescere. Prova ne è che indagini effettuate in Italia e in altri Paesi24 mostrano come la credenza nella reincarnazione sia presente anche fra coloro che frequentano la Messa domenicale, con percentuali solo leggermente minori rispetto a quelle della popolazione in generale. Se si passa a intervistare cattolici impegnati regolarmente in un gruppo parrocchiale o in un movimento ecclesiale le percentuali scendono in modo molto più significativo, ma – lungi dallo sparire – rimangono.
In ogni caso, il dato statistico appare generalmente in diminuzione, a testimonianza di una certa «crisi» del New Age
25 e dell’influenza che la cultura popolare esercita sulle credenze dei cittadini. Quest’ultimo elemento non è per nulla trascurabile, poiché i fenomeni popolari quali libri e film di successo, quando affrontano temi particolari quali quello della reincarnazione, sono in grado di determinare mutamenti statistici di qualche rilievo in relazione agli indici di riferimento di alcune credenze. Di fatto, dando uno sguardo al panorama cinematografico e letterario degli ultimi anni da questa prospettiva, non si nota la presenza significativa di romanzi e di film in grado di influenzare le credenze della popolazione in tema di reincarnazione.
L’unica eccezione è rappresentata dal film What Dreams May Come, ispirato all’omonimo romanzo di Richard Matheson (1978), avente come interpreti principali gli attori Robin Williams e Annabella Sciorra, uscito nelle sale cinematografiche nell’ottobre 1998 e in quelle italiane con il titolo Al di là dei sogni. Il numero di febbraio 1999 della rivista Hinduism Today la quale rappresenta l’ambiente indù nazionalista legato alla Vishwa Hindu Parishad (VHP), un’associazione internazionale di propaganda dell’induismo alle cui origini sta la Rashtriya Swayamsevak Sangh (Associazione dei Volontari della Nazione, RSS)
26  pubblica un ampio articolo che rappresenta una lettura della pellicola e, secondo la prospettiva induista che è propria della rivista, tenta di dare una valutazione del film 27. Al parere sostanzialmente entusiasta di chi ha steso l’articolo (probabilmente l’autrice vede nel film la possibilità di una diffusione in Occidente delle idee tipiche del New Age, che dalla stessa sono ricondotte sostanzialmente all’induismo, seppure attraverso la mediazione della Società Teosofica), si contrappongono i pareri sfavorevoli di alcuni induisti intervistati. Comunque sia, l’articolo ha senz’altro il pregio di inquadrare bene e giustamente il film e i suoi produttori in un’atmosfera culturale e spirituale tipicamente New Age. In effetti, in Al di là dei sogni Oriente e Occidente non di rado si fondono all’insegna del sincretismo, ele-mento in qualche modo qualificante il New Age. Per limitarci ad un esempio, si può accennare al fatto che ad una scena ambientata in un luogo che ricorda evidentemente l’Inferno dantesco, ne succede repentinamente un’altra dove appare chiarissimo il messaggio reincarnazionista. Resta da precisare che Richard Matheson è in realtà un romanziere più sofisticato e problematico di quanto si potrebbe dedurre dal film, infatti il suo romanzo di vampiri I am Legend (1954) con il pretesto dei vampiri, è una riflessione intelligente sul futuro nichilistico dell’umanità ed è giustamente considerato un classico. Per quanto la pellicola abbia goduto di una buona distribuzione nelle sale italiane, essa non pare avere rappresentato un fenomeno di costume in grado di influenzare in maniera significativa le idee degli spettatori in tema di credenze, come invece accade per esempio, pur in relazione a contenuti di carattere religioso diversi rispetto alla reincarnazione con il clamore sviluppatosi intorno al romanzo di Dan Brown, The Da Vinci Code (2003) 28.
A spiegarci il motivo del mancato successo di Al di là dei sogni contribuisce Antonio Monda, docente di sceneggiatura e regia presso il Film Department della New York University, il quale afferma: «[…] Ma pochi film hanno raggiunto i picchi di cattivo gusto espressi da Al di là dei sogni, tratto dall’omonimo romanzo di Richard Matheson, nel quale Vincent Ward racconta a modo suo qual è la vita che ci attende oltre la morte. Le immagini ricchissime, e in più di un’occasione di straordi-naria efficacia visiva (i riferimenti diretti sono a Gustav Dorè e ai romantici inglesi), non riuscivano a coprire neanche per un attimo il nulla su cui si basava il luttuoso assunto, e la storia annegava in un sentimentalismo da fotoromanzo»
29.

7. Reincarnazione e cristianesimo
La diffusione della dottrina della reincarnazione qualunque ne sia la forma e la qualità se da un lato si pone in opposizione al messaggio escatologico e salvifico cristiano, dall’altro rappresenta un segnale forte dell’interesse per il destino della persona e per la vita dopo la morte. Tutto questo richiama le denominazioni cristiane maggioritarie e, nel nostro Paese, specificamente la Chiesa cattolica ad intraprendere un’opera pastorale che tenga conto della necessità di fornire risposte chiare su «che cosa c’è dopo la morte», sviluppando anche una critica serrata e puntuale della dottrina della reincarnazione, che smentisca tra l’altro la diffusa (ma falsa) leggenda secondo cui questa dottrina sarebbe stata tollerata nella Chiesa dei primi secoli.

Note
1 Sulla reincarnazione in generale e sul suo rapporto con il cristianesimo: cfr. CESNUR (a cura di MASSIMO INTROVI-GNE), La sfida della reincarnazione, Effedieffe, Milano 1993, ALESSANDRO NANGERONI, La reincarnazione, Xenia, Milano 1995, PIETRO CANTONI, Cristianesimo e reincarnazione, Elledici, Leumann (Torino) 1997, MONSIGNOR GIU-SEPPE CASALE [Arcivescovo emerito di Foggia-Bovino], Nuova religiosità e nuova evangelizzazione. Lettera Pastorale (6 marzo 1993), Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 1993, in particolare pp. 65-69, MONSIGNOR HANS LUDVIG MARTENSEN [Vescovo di Copenaghen], Reincarnazione e dottrina cattolica. La Chiesa di fronte alla dottrina della reincarnazione (1991), tr. it. di don Daniel Adner e collaboratori, Cristianità, Piacenza 1993, COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Alcune questioni attuali riguardanti l’escatologia, in La Civiltà Cattolica n. 143\3401 (7 marzo 1992).
2 Cfr. REENDER KRANENBORG, L’induismo, Elledici, Leumann (Torino) 2003.
3 DONALD S. LOPEZ JR., Il buddhismo tibetano, Elledici, Leumann (Torino) 2003 e, più in generale (e con particolare riferimento alle presenze buddhiste in Italia), M. INTROVIGNE - PIERLUIGI ZOCCATELLI - NELLY IPPOLITO MACRINA - VERONICA ROLDÀN, Enciclopedia delle Religioni in Italia, Elledici, Leumann (Torino) 2001.
4 Per avere un quadro esauriente sulla comparsa e lo sviluppo della dottrina della reincarnazione in Occidente dal di-ciottesimo al ventesimo secolo: cfr. M. INTROVIGNE, «Reincarnazione e nuovi movimenti religiosi», in CESNUR (a cu-ra di M. INTROVIGNE), La sfida della reincarnazione, cit., pp. 15-57.
5 Ibid.
6 Sullo spiritismo, in generale, cfr. MICHAEL W. HOMER, Lo spiritismo, Elledici, Leumann (Torino) 1997.
7 Per una classificazione sintetica interna al mondo magico e una schema tipologico delle varie esperienze magiche cfr. il mio «Magia ed epoca postmoderna», in Credere Oggi, n. 138 (6/2003), novembre-dicembre 2003, pp. 19-30.
8 Cfr. LUIGI BERZANO, Damanhur. Popolo e comunità, Elledici, Leumann (Torino) 1998.
9 Cfr. MARIA LETIZIA VIARENGO, Sathya Sai Baba e il suo movimento, Elledici, Leumann (Torino) 2001.
10 Cfr. EUGENIO FIZZOTTI - FEDERICO SQUARCINI, Gli Hare Krishna, Elledici, Leumann (Torino) 2000.
11 Cfr. BHAKTIVEDANTA S. PRABHUPADA, La reincarnazione: la scienza eterna della vita, trad. it., Edizioni Bhaktive-danta, Firenze 1983.
12 Sulla Società Teosofica cfr. JAMES SANTUCCI, La Società Teosofica, Elledici, Leumann (Torino) 1999
13 Le opere sono disponibili anche in traduzione italiana: Iside svelata. Chiave dei misteri antichi e moderni della scienza e della teologia, Sirio, Trieste 1958; La Dottrina Segreta. Sintesi di Scienza, Religione e Filosofia, 8 voll., Edi-zioni Adyar, Settimo Vittone (Torino) 1997;
14 Cfr. P. CANTONI, op. cit.
15 Su cui, cfr. J. GORDON MELTON, La Chiesa di Scientology, Elledici, Leumann (Torino) 1998.
16 Sul New Age e sulla sua «evoluzione-involuzione» in chiave individualistica, il Next Age, cfr.  per un’introduzione generale  M. INTROVIGNE, Storia del New Age 1962-1992, Cristianità, Piacenza 1994, la cui 2a ed. ri-veduta e aggiornata è stata pubblicata con il titolo New Age & Next Age, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2000; PIERLUIGI ZOCCATELLI, Il New Age, Elledici, Leumann (Ttrino) 19993; L. BERZANO, New Age, il Mulino, Bolo-gna 1999 e, a mia cura, New Age: «fine» o rinnovamento? Le origini, gli sviluppi, le idee, la crisi, la «fine» del New Age e la nascita di un nuovo fenomeno: il Next Age. Una nuova sfida per la Chiesa, Sinergie, San Giuliano Milanese (Milano) 1999.
17 Sul punto: cfr. ERMANNO PAVESI, «Reincarnazione e ricordo di vite passate: la posizione dello psichiatra», in CE-SNUR (a cura di M. INTROVIGNE), La sfida della reincarnazione, cit., pp. 123-158.
18 GRACE DAVIE, Religion in Britain since 1945. Believing without Belonging, Blackwell, Oxford 1994.
19 Cfr. sul punto il n. 2 della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non-cristiane, datata 28 ottobre 1965.
20 Cfr. SALVATORE ABBRUZZESE, «Il posto del sacro», in Renzo Gubert (a cura di), La via italiana alla postmodernità. Verso una nuova architettura dei valori, Franco Angeli, Milano 2000, p. 434.
21 Ibid.
22 FRANCO GARELLI - ENZO PACE - GUSTAVO GUIZZARDI (a cura di), Un singolare pluralismo. Indagine sul pluralismo morale e religioso degli italiani, Il Mulino, Bologna 2003.
23 VINCENZO CESAREO - ROBERTO CIPRIANI - FRANCO GARELLI - CLEMENTE LANZETTI - GIANCARLO ROVATI, La reli-giosità in Italia, Mondadori, Milano 1995.
24 Cfr., per esempio, M. INTROVIGNE - L. BERZANO, Il gigante invisibile. Nuove credenze e minoranze religiose nella provincia di Foggia, Edizioni N.E.D., Foggia.
25 Cfr. la nota n. 16.
26 Sulla Vishva Hindu Parishad cfr. MANJARI KATJU, Vishva Hindu Parishad and Indian Politics, Orient Longman Limited, New Delhi (India) 2003.
27 Cfr. ARCHANA DONGRE, «Movie Making’s Next Life», in Hinduism Today, febbraio 1999, pp. 20-23.
28 DAN BROWN, Il Codice Da Vinci, trad. it., Mondadori, Milano 2003. Su cui cfr. M. INTROVIGNE, «Il Codice Da Vin-ci»: ma la storia è un’ altra cosa, disponibile sul sito Internet del CESNUR all’URL http://www.cesnur.org/2003/mi_davinci.htm (ultima visita: 28 aprile 2004).
29 ANTONIO MONDA, «Il cinema New Age», in La rivista dei libri, n. 6, giugno 1999.
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LA REINCARNAZIONE

Sintesi dal libro di Alessandro Nangeroni, LA REINCARNAZIONE, Editore Xenia, 1995

LA BIBBIA FINO ALL'ANNO 543, PARLAVA ESCLUSIVAMENTE DI RINASCITA, DICENDO:
L'Anima vive più di una volta in corpi umani, ma non può ricordare le sue esperienze anteriori.

Una legge universale, indispensabile all'evoluzione spirituale dell'uomo. La legge perfetta per eccellenza, causa-effetto: ciò che semini raccogli. La vera manifestazione dell'infinita misericordia dell'altissimo padre creatore del cielo e della terra e, nello stesso tempo, l'espressione suprema della sua santa giustizia.

Grazie alla ricerca di molti storici ed alla scoperta recente di vari documenti che rivelano nuove prospettive sulle origini del Cristianesimo, oggi sappiamo come, quando e perché è scaturito questo apparente disaccordo tra la Teologia Cristiana ufficiale e la dottrina della reincarnazione.
Se la reincarnazione era un'idea che circolava tra i primi cristiani, perché è sparita dalla religione cristiana così come la conosciamo oggi?
È difficile da credere, ma chi proscrisse il concetto di reincarnazione dal Cristianesimo fu l'imperatore romano Costantino! E lo fece per propositi molto mondani.

Agli inizi del quarto secolo le più potenti fazioni cristiane erano in lotta le une contro le altre per motivi di influenza e potere, mentre contemporaneamente l'Impero Romano si sgretolava. Nell'anno 325 D.C., in un nuovo tentativo di rinnovare l'unità dell'impero, l’Imperatore Costantino convocò i leader delle fazioni cristiane in lotta al Concilio di Nicea. Egli offrì loro tutto il suo potere imperiale a beneficio dei cristiani se essi avessero risolto le loro differenze ed avessero adottato un unico credo. Le decisioni che ne seguirono durante questo Concilio gettarono le basi per la fondazione della Chiesa Cattolico Romana. Successivamente i libri della Bibbia sarebbero stati pubblicati e anche 'corretti'. Per promuovere l'unità, tutti i credi in conflitto con il nuovo credo sarebbero stati scartati. Durante il processo le fazioni e gli scritti che supportavano la reincarnazione furono rifiutati.
Apparentemente alcuni cristiani continuarono a credere ancora nella reincarnazione dopo il Concilio di Nicea, perché nell'anno 553 D.C. la Chiesa si trovò ad affrontare di nuovo questo concetto della reincarnazione e condannarlo esplicitamente.
Nel Secondo Concilio di Costantinopoli il concetto della reincarnazione, insieme ad altre idee contenute nell’espressione "preesistenza dell'anima”, fu decretato crimine meritevole della scomunica e dannazione (anatema).

Nell'anno 543 dell'era presente, l'Imperatore Giustiniano, considerato dagli storici l'ultimo imperatore romano, convocò un sinodo a Costantinopoli, con l'unico proposito di condannare gli insegnamenti di Origene sulla dottrina della reincarnazione benché il pretesto fosse un altro: deliberare sui "Tre Capitoli" delle chiese dissidenti, considerate da Giustiniano ribelli ed eretiche che non dipendevano direttamente dal potere di Roma. Origine era allora il più rispettato ed amato Padre della Chiesa cristiana originale.

Il Mandato Imperiale contro il Papa

Il Concilio, noto anche come il 'Secondo Concilio Ecumenico', fu presieduto da Eutiquio, aspirante al patriarcato di Costantinopoli, ovviamente assoggettato a Giustiniano, e contò sulla presenza di 165 vescovi.
Ma il Papa Virgilio, la cui presenza era stata richiesta dall'Imperatore, si oppose fortemente al concilio e si rifugiò in una chiesa a Costantinopoli, timoroso dell'ira vendicativa del malvagio Imperatore. Il Papa non fu presente a nessuna delle deliberazioni né inviò alcun rappresentante e pertanto non accettò mai che la dottrina della reincarnazione fosse prescritta dal credo cristiano.
Il Concilio, sotto il totale controllo dell'Imperatore e nell'assenza del Papa, elaborò una serie di anatemi. Alcuni storici dicono che gli anatemi furono 14 mentre altri che furono 15, elaborati intenzionalmente contro le tre scuole di pensiero qualificate come eretiche i cui credi Giustiniano considerava nemici dei suoi interessi politici e che trovavano in Origene il loro teologo più autorevole. Detti documenti divennero noti da allora come "I Tre Capitoli".
Due degli anatemi elaborati da Giustiniano sono i seguenti:
1) Contro chiunque dichiari o pensi che l’anima umana preesisteva, ossia che sono stati prima spiriti e sacre potestà ma che, sazi della visione di Dio, si sono volti al male, e in questo modo il divino amore è morto in loro e sono pertanto divenuti anime e condannati al castigo dentro corpi, anatema sia.
2) Contro chiunque dichiari o pensi che l’anima del Signore preesisteva ed era unita con Dio il Verbo prima della Incarnazione e della Concezione della Vergine, anatema sia.

Molti dei Padri della Chiesa Cristiana accettavano l'insegnamento del cosiddetto Cristianesimo Esoterico che difendeva la verità sulla reincarnazione.

"Non ho messo per iscritto tutto ciò che penso poiché c'è un cristianesimo esoterico che non è per tutta la gente." San Clemente di Alessandria (150-220).

"L'Anima vive più di una volta in corpi umani, ma non può ricordare le sue esperienze anteriori."
Dialogo con Trifo, Giustino Martire (100-165).

Considerato il Padre della Scienza della Chiesa, Origene (185-254) sosteneva:
"La preesistenza dell'anima è immateriale, pertanto non ha principio né fine. Le predizioni dei vangeli non possono essere state scritte per essere interpretate letteralmente. C’è un processo costante verso la perfezione. Tutti gli spiriti sono stati creati senza colpa e tutti devono ritornare, alla fine, alla perfezione originale. L’educazione delle anime continua nei mondi successivi. L’anima frequentemente si incarna e esperimenta la morte. I corpi sono come bicchieri per l’Anima, la quale gradualmente, vita dopo vita deve mano a mano riempirli. Prima il bicchiere di fango, poi il bicchiere di legno, dopo di vetro e per ultimo d’argento ed oro”.

È in questo evento, presieduto da un monarca e non da un religioso, che il Cristianesimo ha condannato l'idea della reincarnazione. Ma il potere di Giustiniano fu più che sufficiente per far sì che la sua decisione personale di proscrivere la reincarnazione dal canone cristiano prevalesse al di sopra del credo dello stesso Papa.
I successori di Virgilio, incluso Gregorio il Grande (590-604), benché si trovassero ad affrontare successivamente altri argomenti sorti a partire dal Quinto Concilio, non menzionarono assolutamente niente sui concetti di Origene relativi alla dottrina della reincarnazione.




Da un articolo del gruppo Facebook: Fisica Quantistica e Dimensioni Extra
di Piero Bianco

"La Reincarnazione è un argomento fino ad ora trattato prevalentemente dalle religioni, sia negandola sia sostenendola, ma con gli strumenti tipici delle religioni, cioè i dogmi e la fede.
Ora noi, nel cercare dei punti di connessione con il campo quantico, ci siamo trovati ad affrontare questo delicato aspetto perché è emerso preponderante dalle testimonianze presenti nei testi della bibliografia presa in esame.
L’approccio a questo argomento naturalmente ha seguito strettamente la metodologia che ci siamo imposti nel costruire il nostro modello, quindi tutto quello che viene preso in considerazione è fornito da persone di estrazione e professionalità di tipo scientifico, senza nessuna influenza religiosa o dogmatica di vario genere, ma piuttosto professionisti che in partenza non credevano nemmeno a questa fenomenologia, ma che hanno dovuto, nel corso del loro lavoro, ricredersi a tal punto da rischiare la propria credibilità pubblicando queste testimonianze.
Vediamo ora i punti fondamentali in merito alla reincarnazione che abbiamo dedotto in particolare dalle testimonianze del prof. Brian Weiss, psichiatra esperto in ipnosi regressiva, e della dott.ssa Barbara Brennan che cura centinaia di persone tramite il campo energetico umano. La Brennan è da sempre dotata di una sensibilità extra sensoriale che le permette di vedere l’aura e i campi energetici delle persone. Altri sostanziali riferimenti sono gli scritti di Sri Aurobindo con gli incontri con gli esseri di luce nei suoi viaggi O.O.B.E. e poi le tecniche Olotropiche del prof. Grof che con metodi di respirazione accelerata porta i suoi pazienti in uno stato mentale alterato simile alla ipnosi, con effetti regressivi e di visione delle informazioni del campo quantico estremamente interessanti e omogenee con le altre testimonianze che stiamo analizzando.
Per evitare riassunti che potrebbero falsare la qualità originale del contenuto dei libri, vediamo come sintetizzare i punti salienti.
1) Molte vite passate, è la più evidente esperienza che si riesce a rilevare con la regressione è che tutte le persone, indifferentemente e senza eccezione, ricordano in stato d’ipnosi regressiva di essere vissute in vite precedenti. I ricordi sono molto chiari e dettagliati, al punto di ricordare tutto di certi momenti su cui ci si focalizza, odore, gusto, sensazioni e sentimenti vissuti anche migliaia di anni prima. La possibilità di visualizzazione è totale come se veramente fosse un ologramma a tre dimensioni. Si possono vedere gli avvenimenti in prima persona, oppure da angolazioni a piacere, es. volando sulla scena o altro. Questo può significare che quando si accede alla conoscenza del campo quantico universale tutte le informazioni a qualsivoglia profondità, sono disponibili al comando del solo pensiero. Questo tipo di viaggio a ritroso viene utilizzato normalmente dal prof. Brian Weiss per rimuovere traumi che derivano da situazioni accadute in vite passate. Sembra inoltre non esistere limite alle vite, alcuni pazienti ricordano un centinaio di vite vissute e neanche il tempo passato ha limite, si ritorna indietro di decine di migliaia di anni.
2) Molte vite future parallele probabili, in funzione delle decisioni e delle azioni che faremo in questa vita, è possibile durante questo stato di ipnosi, vedere che tipo di vita probabilmente sarà la prossima, questo è stato fatto per alcune persone che volevano suicidarsi e fintanto che la loro intenzione suicida era presente visualizzavano vite future che contenevano sempre le stesse problematiche che loro volevano rifuggire, poi quando superavano questi momenti anche le possibili vite future cambiavano.
3) Entità amiche, chiamate con molti nomi diversi, es. Maestri, Angeli, Esseri di luce, Santi e a volte parenti cari morti. Queste entità intervengono appena dopo la morte e confortano il soggetto con il loro amore sino a quando lo spirito del morto non ricorda che anche lui è una entità immortale e riacquista la visione totale dell’universo. Ci sono inoltre entità che sono particolarmente affezionate ad ognuno di noi, perché hanno una vibrazione molto affine ed con queste entità il rapporto amoroso è particolarmente forte. Con queste entità si fanno molti percorsi insieme in più vite, con rapporti diversi, es genitore e figli, marito e moglie, fratello e sorella etc e quando si incontrano queste “anime gemelle” nella vita incarnata avviene una specie di “colpo di fulmine” e si sente una forte attrazione e affetto, si percepisce una specie di vibrazione comune. Normalmente queste entità sono preposte ad aiutare il soggetto a raggiungere i suoi obiettivi della vita in corso. Non in tutte le vite ci sono presenti le anime gemelle, possono esserci degli accordi nel pianificare la vita successiva dove si decide per qualche motivo di saltare una vita e fare strade ed esperienze diverse.
4) Molti mondi, il nostro non è l’unico mondo ma ve ne sono innumerevoli, che sembra possano anche coesistere in quello che noi crediamo essere lo stesso spazio, solo a vibrazioni con differenti frequenze, così da non potersi vedere reciprocamente. Ecco come ha volte certe persone con particolari sensibilità potrebbero avere visioni extrasensoriali. Tutti i mondi, nostro compreso sono considerati delle specie di “aree di addestramento” dove ci si porta ad un livello superiore di conoscenza e di illuminazione.
5) Un percorso di perfezionamento, ecco l’obiettivo che la reincarnazione persegue. Ogni vita ha degli obiettivi di conoscenza che devono essere raggiunti e, se non sono acquisiti, dovranno essere inseriti nelle vite successive fino a superare quell’ostacolo e passare ad un livello di consapevolezza ed addestramento superiore. Naturalmente non esistono sessi quando si è entità immortali e quindi ci si reincarna indifferentemente in donne e uomini. Uno degli obiettivi è di avere una vasta gamma di esperienze diverse per poter far evolvere l’amore in tutti i vari aspetti della vita, es. vita facile e ricca, vita infelice, breve o lunga, lussuriosa o di clausura.
6) La vita successiva siamo noi a definirla, infatti ognuno rivede la vita appena trascorsa valutando gli errori fatti o gli obiettivi mancati e, con la entità amiche, pianificano la prossima vita in modo che possano essere riproposte le prove non ancora superate. Interessante è il fatto che queste entità, durante la regressione si rivolgano direttamente anche all’analista stesso dandogli ulteriori spiegazioni e dimostrazioni delle loro esistenza. Una regola curiosa che sembra essere seguita nel pianificare la vita successiva è quella che potremmo chiamare del “contrappasso” così da reincarnarsi nelle persone o situazione che sono odiate nelle vite precedenti, es. un razzista diventa una persona della razza odiata, un ricco diventa povero, un aguzzino diventa la vittima etc. Quello che è importante è la conoscenza dell’amore e i passi avanti conseguiti, non la durata della vita. Tutto si misura in livelli di illuminazione non in numero di vite.
N.B Non sono mai stati rilevati esseri negativi e malevoli, non esiste punizione, diavoli, inferno, ma solo mancanza di amore da compensare, come se si dovesse imparare una lezione che se non si è capita si deve ripassare fino a saperla alla perfezione. Il dolore peggiore e la mancanza di amore o la lontananza dall’illuminazione il buio dell’anima.
Sintesi Finale:
-Noi siamo Immortali, Spazio e tempo non esistono, molte vite, esseri di luce, molti mondi, percorso di illuminazione, noi giudichiamo il nostro operato, noi decidiamo la vita successiva, l’amore unica energia assoluta."


Ecco alcuni filmati di Brian Weiss:


http://www.youtube.com/watch?v=Vyx_Z4TpQvg

http://www.youtube.com/watch?v=nYBK9BzOF2E
http://www.youtube.com/watch?v=ZKnqXw8lW_E
http://www.youtube.com/watch?v=VD80n7ZY6XE
http://www.youtube.com/watch?v=k2NmcwbXTd8



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