Il Presepio Rivelato - SCIENZE ASTRATTE

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Il Presepio Rivelato

RELIGIONI E FILOSOFIE

IL PRESEPIO RIVELATO
Il Presepio, il Solstizio e il Natale

di Andrea Fontana
25 Dicembre 2011

INDICE ARTICOLI:

I QUATTRO SENSI DELLE SACRE SCRITTURE
OGNI LIBRO, SIMBOLO O ALLEGORIA PUO' AVERE SETTE INTERPRETAZIONI
I VANGELI SONO RIFERITI A QUATTRO LIVELLI DI LETTURA

ETIMOLOGIA E STORIA DEL PRESEPIO
SAN FRANCESCO HA FONDATO LA TRADIZIONE DEL PRESEPIO
IL PRESEPIO NELL'ARTE
IL DESTINO SPIRITUALE DELL'ITALIA
IL SIMBOLISMO DEL NATALE
I 12 GIORNI
IL MAGICO SOLSTIZIO D'INVERNO E IL NATALE DEL SOLE
IL NATALE NELLA STORIA
L’EPIFANIA
I PRINCIPALI SIMBOLI DEL PRESEPIO






Il Presepio è il soggetto del Natale più ricco di elevati contenuti simbolici e spirituali, che sono anteriori alla nascita di Gesù.
Il Presepio simboleggia il Cammino dell’Uomo dall’Ignoranza alla Consapevolezza, dal Sonno al Risveglio, dalla Morte alla Rinascita, ovvero dal Materialismo alla Prima Iniziazione con la nascita della Coscienza spirituale nel Cuore.
I principali personaggi del Presepio rappresentano e simboleggiano i vari passaggi di evoluzione della Coscienza.

I QUATTRO SENSI DELLE SACRE SCRITTURE


Il sommo poeta Dante Alighieri nel suo secondo libro del Convivio ha spiegato che le antiche Scritture possiedono quattro sensi, quattro livelli di interpretazione e lettura:
1) LETTERALE = di superficie, immediato;
2) ALLEGORICO = costituito dalla verità che si cela dietro la piacevole invenzione poetica.
Distinse, inoltre, due tipi di allegorie:
= allegorie dei poeti (in cui il significante, il piano da cui si partiva, era fittizio, inventato);
= allegorie dei teologi (in cui il significante era dato come veritiero, attendibile, storicamente verificatosi, applicato da Dante nella Divina Commedia);
3) MORALE = riguarda l’etica, un insegnamento che si può trarre dalla lettura, applicabile ai comportamenti.
4) ANAGOGICO O SPIRITUALE = che riguarda la dimensione spirituale, l’Anima.
Tale idea della pluralità di significati è tipica della mentalità medievale (POLISEMIA = molteplici significati). Infine Dante disse che non si potevano raggiungere gli ultimi livelli senza partire da quello letterale, conferendo così molta importanza anche al lato sensibile della cose.

OGNI LIBRO, SIMBOLO O ALLEGORIA PUO' AVERE SETTE INTERPRETAZIONI

La grande studiosa psichica Helena Petrovna Blavatsky ha approfondito l'argomento: "Ogni libro, simbolo od allegoria occulti possono essere passibili di sette interpretazioni. Vi sono tre serrature da aprire. Sette chiavi. Ogni libro può essere letto exotericamente, soggettivamente e spiritualmente. Non tutte le chiavi sono per ora disponibili." (Dottrina Segreta, I, 330, 343).


I VANGELI SONO RIFERITI A QUATTRO LIVELLI DI LETTURA

John G. Bennet ha spiegato nel libro: “I Maestri di Saggezza” - Edizioni Mediterranee 1989 - che i quattro Vangeli sinottici furono compilati da quattro differenti Scuole di Saggezza, ognuna impegnata in uno scopo differente. Facciamo qui una sintesi:
1) Il Vangelo di S. Marco racconta la storia dell’evento come apparve al discepolo non iniziato.
2) Il Vangelo di S. Luca fu scritto per collegare la Cristianità con la tradizione della Grande Madre attraverso la Vergine Maria.
3) Il Vangelo di S. Giovanni è un’interpretazione basata sulla tradizione Gnostica per mezzo di simboli.
4) Il Vangelo di S. Matteo è preminentemente il vangelo dei Maestri di Saggezza, ed è un "legominismo" accuratamente costruito sul modello che collega i tre mondi (il 'legominismo' è un termine introdotto da Georges Ivanovich Gurdjiieff per designare una informazione destinata alla posterità e collocata in un'opera d'arte in modo tale che il suo significato possa essere decifrato soltanto da iniziati).


ETIMOLOGIA E STORIA DEL PRESEPIO


La parola PRESEPIO o PRESEPE deriva dal latino “præsepium” o “præsæpe” e significa: ’recinto chiuso’.
La più antica origine di questa parola deriva dalle panche o recinzioni (in greco “fathne” = mangiatoia) usate nel culto di Mithra (documentato a partire dal 1400 a. C. in Iran e India, poi in Persia, Mesopotamia, Armenia e infine a Roma).

   

Mithra sacrifica il Toro (III secolo) Parigi, Louvre        --       Ricostruzione di una Cerimonia mitraica


In seguito il termine "Presepio" (Mangiatoia) venne usato dall’astronomo e astrologo greco Ipparco verso il 130 a.C. per denominare un grande ammasso stellare composto da circa 75 stelle, nella Costellazione del Cancro, la nebulosa “Praesepe”.

    
Hipparco studia il cielo    --      La Costellazione del Cancro con la nebulosa “Praesepe” (M44)


La formazione del Presepio è poli-genesiaca, cioè derivata da più fonti e in tempi diversi, anche anteriori alla Nascita di Gesù.
Paradossalmente, l’origine del Presepio è rintracciabile molto più addietro del periodo della nascita di Gesù, e proviene da Usanze ‘pagane’ assorbite o tollerate dalla Chiesa Cristiana, come ad esempio è accaduto per le Strenne, gli Augùri, il Ceppo, l’Albero, le Sibille e la Befana.

Le statuine in terracotta da Presepe vendute nei secoli scorsi nelle principali regioni italiane (prima dell’avvento della plastica industriale) in occasione delle Festività natalizie, hanno avuto origine dai “sigillaria”, statuette in cera e ceramica che si vendevano nel Lazio già prima della fondazione di Roma (753 a.C.) durante le Feste dei “Saturnali”, Feste in onore del dio Saturno, che erano simili alle corrispondenti Feste greche dette “Chronie”, in onore al dio Cronos, a sua volta affini alle “Sacee” babilonesi, antichissime Feste sacre celebrate in Mesopotamia.

La Ceramica, sorta proprio in Mesopotamia e poi diffusa in Grecia e in Italia, è la più antica delle forme artigianali di cui ci siano pervenute ininterrotte testimonianze attraverso i secoli, da vari millenni, ed è di fondamentale importanza per la Cronologia universale, grazie agli scavi archeologici, che ne hanno classificato le innumerevoli tappe.
Un atavico istinto spinse i primi uomini a modellare nella terra (creta) le loro sembianze, forse nell’ancestrale ricordo che “Adamo” era composto di terra, prima che il Soffio divino lo animasse.
Le Religioni di tutti i tempi hanno impiegato la ceramica per riprodurre tangibilmente i loro ‘dèi’, con Riti propiziatori e con l’uso delle primordiali candele votive in cera.
Più tardi venne utilizzato anche il legno per scolpire statue degli dèi, da cui, molto più tardi, sopravvisse la tradizione del “ceppo” natalizio da bruciare nella Notte Santa.
La pietra e il marmo furono generalmente impiegati per bassorilievi, altorilievi e statue.
Ma, fra la caduta dell’Impero Romano nel 395 e il periodo definito Alto-Medioevo tali Usanze pagane si confusero e si dispersero, dimenticate o bandite dalla Religione Cristiana, che ne distrusse e ne disperse le vestigia, così come accadde per le sculture religiose durante il periodo cosiddetto ‘Iconoclasta’ (dal greco: ‘distruzione delle icone’) fra il 726 e l’843, in cui l’Impero Bizantino, detto anche “Impero Romano d’Oriente” vietò il culto delle immagini e decretò la distruzione di ogni immagine scultorea a rilievo. I mosaici erano consentiti, mentre la scultura era rigorosamente proibita: se qualcuno riusciva a stringere il naso di una figura scultorea tra pollice e indice, quella era considerata un idolo e perciò veniva accanitamente distrutta!
In tal modo furono distrutte un numero incalcolabile di Opere d’Arte e con esse furono probabilmente distrutte anche opere che avremmo potuto classificare come i prototipi dei più antichi Presepi.


La Palestina e Betlemme



SAN FRANCESCO HA FONDATO LA TRADIZIONE DEL PRESEPIO

La nascita del Presepio cristiano risale al momento della nascita di Gesù a Betlemme, ma dobbiamo fare risalire la Tradizione del Presepio, ovvero la ricostruzione della nascita di Gesù, a Giovanni Bernardone, meglio noto come il serafico fraticello Francesco d’Assisi (il francese asceso), che nella notte di Natale del 1223 (tre anni prima della sua presunta "morte") in una grotta naturale della valle di Rieti, a Greccio, ricompose dal vivo la Nascita di Gesù, con la partecipazione di confratelli, animali e genti che accorsero da tutte le parti circostanti con fiaccole accese e illuminarono la valle di Rieti e la selva di Greccio.
Nei secoli precedenti erano stati già allestiti vari tipi di Drammi liturgici (Tropi) e sacre Rappresentazioni (Officio dei Pastori) sul tema della Nascita di Gesù e dell’Adorazione dei Magi, celebrati dentro le chiese, ma erano episodi di scarso rilievo storiografico, perché facevano parte di ‘Cicli liturgici' allestiti nell’ambito del rituale della Messa cattolica e nei quali erano talvolta rappresentati anche altri episodi della vita di Gesù, quali la Passione e la Morte.
Invece San Francesco ha rappresentato a Greccio soltanto l’avvenimento della Nascita di Gesù in un luogo naturale esterno ad una chiesa, creato dalla Natura, ovvero una grotta in una selva abbandonata, con il preciso intento di rivivere il Sacro Evento del Natale del Santo Bambino di Betlemme.
Per la sua Rappresentazione sacra, Francesco ottenne eccezionalmente una Licenza speciale dal Papa Onorio III, che nel contempo approvò anche la Regola del suo Ordine, che da lui prese il nome di Ordine "Francescano".
Tra il 1219 e il 1220, Francesco era andato a predicare il Vangelo in Oriente Palestina, Siria, Egitto. Aveva predicato anche alla presenza del Sultano Al-Malik al-Kamil, che lo ascoltò benevolmente. In quel viaggio volle anche visitare i Luoghi Santi. Andò anche a Betlemme, riportandone una grande impressione, e quando ritornò in Italia, continuò a ripensare a quel viaggio e al mistero della nascita di Gesù. Per questo egli decise di rivivere le impressioni provate a Betlemme, organizzando una “rappresentazione viva” del Natale e scelse di farlo a Greccio perché il paesaggio era simile a quello di Betlemme.
E’ sbagliato pensare che San Francesco fosse solo un uomo romantico immerso in una realtà mistica lontana dalla concretezza della vita, poiché invece egli era anche un uomo concreto. Infatti volle tradurre il mistero dell’Incarnazione con una “rappresentazione reale” della nascita di Gesù.
Francesco era diacono, indossò nel Presepio i paramenti solenni e lesse il Vangelo, tenendo poi un discorso.
Tommaso da Celano ha annotato che quando Francesco pronunciava le parole “Bambino di Betlemme” la sua voce tremava di tenerezza e di commozione.


  
Il Santuario di San Francesco a Greccio       -        Interno della grotta in cui fu fondata la Tradizione del Presepio


San Francesco si  rivolse a un suo amico, Giovanni Velita da Greccio, signore della zona, e gli chiese di organizzare per la notte di quel Natale 1223, una rappresentazione della nascita di Gesù. Tommaso da Celano ha riportato le parole esatte che Francesco disse a Giovanni: “Vorrei rappresentare il bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia, e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.

Giovanni Velita organizzò ogni cosa come Francesco aveva chiesto. Inviò alcuni suoi messi a informare la gente del luogo invitandola a radunarsi nella notte di Natale presso la grotta dove Francesco e i frati andavano a pregare. E arrivarono pellegrini anche da altri borghi: “uomini, donne festanti, portando ciascuno, secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte”, come scrisse il Celano.
Alla fine arrivò anche Francesco, e vedendo che tutto era predisposto secondo il suo desiderio, era raggiante di letizia. Il Celano ha precisato che, a questo punto, “si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello”. Nessuno interpretò il ruolo di Maria e del Bambin Gesù.
Inoltre il Celano ha scritto che nel corso della celebrazione eucaristica si manifestarono “in abbondanza i doni dell’Onnipotente”, cioè fatti prodigiosi, riportando la testimonianza, che viene riferita anche da San Bonaventura, di ciò che vide Giovanni Velita: “Egli affermò di aver veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo fanciullo addormentato, che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno”.

Dopo quanto era accaduto in quella notte del 1223, sul luogo della mangiatoia venne eretto un altare con un affresco di scuola giottesca ed una piccola chiesetta, che fu inaugurata nel 1228. In seguito, per ospitare i pellegrini che sempre più numerosi arrivavano per visitare quel luogo prodigioso, la chiesetta fu ingrandita, ma non di molto perché, essendo addossata alla montagna, non c’era possibilità di allargarla.
Oggi la chiesa può contenere al massimo 150-200 persone. A Natale l’afflusso dei pellegrini raggiunge il massimo e si vede un grande serpentone di gente che attende paziente di poter entrare in chiesa per pregare sul luogo dove Francesco volle il primo Presepio.


Santuario di Greccio, affresco attribuito all’anonimo Maestro di Narni, del 1409


Sopra la roccia dove San Francesco depose la statuetta del bambin Gesù fu realizzato nel 1409 un pregevole affresco che rappresenta due scene: il Presepio di Greccio e la Natività di Betlemme con l'immagine della Vergine nell'atto di allattare il Bambin Gesù. All'estremità della lunetta, vi è la Maddalena, protettrice degli eremiti. Nell'affresco del Presepio di Greccio è stata riproposta l'iconografia dell'omonima scena dipinta da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi, ossia Francesco, che indossa la dalmatica bianca dei diaconi, è inginocchiato ed adora il Bambin Gesù, mentre in alto, a destra, il sacerdote celebra la Messa. Dietro Francesco sono raffigurati tutti gli altri protagonisti di quell'evento: in primo piano, l'uomo vestito di una lunga tunica rossa è, secondo la tradizione locale, Giovanni Velita, il nobile di Greccio discendente dei conti Berardi di Celano che diventò grande amico di Francesco, alla sua sinistra, sua moglie Alticama Castelli di Stroncone ed il popolo di Greccio.




Giotto di Bondone - Assisi - Il Presepio di San Francesco (1296-1304)


San Francesco era un grande Iniziato, un Maestro di Saggezza della Gerarchia Spirituale che si era incarnato con lo scopo di spiritualizzare l'ormai corrotta Religione Cristiana e nello stesso tempo cercare di convertire al misticismo le personalità più atee e materialiste.
Il Presepio vivente creato da San Francesco a Greccio, nel Cuore dell'Italia, non è stato un episodio isolato e fine a sè stesso, bensì Egli ha tradotto in termini concreti sul Piano Fisico la Tradizione del Presepio, che era già esistente da molto tempo sui Piani Sottili.


La Nascita sui Piani Sottili, in analogia alla Prima Iniziazione
Dipinto di Ethelwynne Miss Quail - dal libro "Il Regno degli Dei" - Geoffrey Hodson



Non è corretto ritenere che San Francesco abbia “inventato” il Presepio, ma è più giusto affermare che egli ha “fondato” le basi ideologiche ed archètipiche della Tradizione Natalizia del Presepio, non più rappresentato come nei secoli precedenti da vari tipi di opere d’arte pittoriche e scultoree esposte in modo permanente e facenti parte di altre scene artistiche evangeliche, bensì frate Francesco ha iniziato la Tradizione Natalizia di ricostruire ogni anno una Rappresentazione Fisica e Spirituale della Nascita di Gesù proprio nel momento di ricorrenza annuale del Natale del Santo Bambino di Betlemme, con la presenza di tante persone del popolo, che diventeranno in seguito le statue dei personaggi popolari nei presepi di tutto il mondo.
In questo modo fu iniziata la Tradizione del Presepio, che in quel secolo iniziò a diffondersi nella Coscienza Collettiva dell'Umanità (sia pur lentamente) dopo oltre dodici secoli di permanenza nel grande Inconscio Collettivo, anche tramite la letteratura dei Francescani (frà Tommaso da Celano e frà Bonaventura) e dei Domenicani e Gesuiti.



Ricostruzione scenografica del Presepio vivente di San Francesco a Greccio nella notte di Natale 1223
Opera in terracotta e cartapesta di Andrea Fontana (1981)




Gli Artisti hanno contribuito notevolmente allo sviluppo e alla diffusione del Presepio con opere artistiche di ogni tipo e dimensione, prima in Italia e successivamente in altre parti d'Europa e del nostro pianeta.


IL PRESEPIO NELL'ARTE

Il più antico esempio di Presepio artistico composto da statue a tutto tondo è un'Adorazione dei Magi, composta da cinque grandi statue in legno, più la statuetta di Gesù Bambino in braccio alla Madonna, scolpite verso il 1282 circa a Bologna da un anonimo intagliatore, e successivamente policromate e dorate nel 1370 dal pittore bolognese Simone dei Crocefissi.
Questo grande presepio è conservato ed esposto in modo permanente nella Basilica romanica di Santo Stefano a Bologna, un antichissimo complesso di 7 chiese edificate su un preesistente Tempio di Iside, di cui si conservano ancora alcune tracce. Si tratta del Cuore più antico di Bologna, sorto quando ancora la città si chiamava Felsina, fondata dagli Etruschi prima della fondazione di Roma. La Basilica è nota anche con il nome di "Sancta Jerusalem Bononiensis", Santa Gerusalemme Bolognese, perchè nel V secolo san Petronio vi edificò il nucleo più antico ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme esattamente sul luogo dove era il Tempio di Iside, con la fonte d'acqua sorgiva tipica dei culti della mitica dèa egiziana, che è ancora conservata sotto al Sepolcro di San Petronio ed è ricoperta da una grata in ferro.

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Bologna. Basilica di Santo Stefano    -  Il presepio artistico più antico (statue scolpite nel 1282 e policromate nel 1370)


Uno studio approfondito dell'opera è stato pubblicato nel 1981 da Massimo Ferretti alla fine del primo grande restauro effettuato da Marisa e Otello Caprara, in cui hanno identificato che lo scultore delle statue è lo stesso Maestro del Crocefisso 1291 custodito nelle Collezioni d'Arte del Comune di Bologna. L'opera fu prima scolpita da tronchi di tiglio e di olmo nell'ultimo decennio del XIII secolo da un anonimo scultore bolognese e rimase senza coloritura fino al 1370, quando fu incaricato il pittore bolognese Simone dei Crocefissi che ne curò la ricca policromia e la doratura con il suo personalissimo stile gotico. Il restauro del 1981 fece riemergere la splendida policromia, che si era oscurata nel corso dei secoli, come è possibile vedere nelle foto precedenti a quel restauro. Ma con il successivo trascorrere degli anni l'umidità della Chiesa, in cui l'opera era esposta per tutto l'anno, aveva iniziato a rovinare di nuovo la policromia. Per tale ragione agli inizi del 2000 le statue sono state prelevate un paio alla volta e sono state nuovamente restaurate, fino al 2004, in cui tutta l'opera è stata esposta nella Pinacoteca nazionale di Bologna, dove è rimasta fino al Natale 2006, quando è stata riportata a Santo Stefano. Infine, il 21 gennaio 2007 è stata inaugurata l'opera al completo dentro a una grande teca a umidità e temperatura controllate elettronicamente, dotata di vetri antisfondamento, che ospita l'intero gruppo in forma definitiva e permanente.


Dal Natale 2006 il presepio è visitabile tutto l'anno dentro una speciale teca di vetro antisfondamento a clima controllato


Erroneamente vi è una vecchia e diffusa opinione secondo cui il più antico presepio sarebbe conservato a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, scolpito in pietra fra il 1290 e il 1292 dall’artista toscano Arnolfo di Cambio. La Basilica è conosciuta anche come ‘Sancta Maria ad Praesepem’, nome che deriva da un antico Oratorio del VI secolo, dove vi erano custoditi alcuni antichi frammenti in legno, che la devozione romana riteneva provenissero da Betlemme e che facessero parte della culla dove sarebbe stato deposto Gesù.


Roma. Sculture ad altorilievo del presepio di Arnolfo di Cambio (datate 1290-1292) dopo il restauro concluso nel 2005


Si tratta di sculture in marmo che misurano fra 50 e 80 centimetri di altezza, che sono state lasciate al naturale, senza alcuna colorazione.
In realtà l’opera di Arnolfo di Cambio non è un Presepio con statue a tutto tondo, ma consiste in un gruppo di sculture ad altorilievo in marmo, che furono adattate all'ambiente in cui erano sistemate fino a qualche anno fa. Quando le sculture erano ancora inserite nelle pareti della piccola cappella sistina di S. Maria Maggiore potevano sembrare statue a tutto tondo, ma durante il lungo restauro, concluso nel 2005, è stato evidenziato che il retro di cinque figure è piatto e le figure emergono da un fondale di uno spessore di vari centimentri, mentre la sola figura a tutto tondo originale di Arnolfo è il Mago inginocchiato, poichè la Madonna col Bambino non è opera di Arnolfo, essendo stata rifatta tre secoli dopo, nel 1590, modificando la scultura originale del 1290. Attualmente il gruppo è esposto nel Museo della basilica di santa Maria Maggiore.
Perciò l’opera artistica di Arnolfo di Cambio, anche se degna di ogni lode per la raffinata esecuzione, non può essere considerata un vero Presepio con statue a tutto tondo, bensì un insieme di sculture monocrome ad altorilievo con il tema dell'Adorazione dei Magi, così come sono considerate sculture ad altorilievo tante altre opere artistiche scolpite nei secoli precedenti che raffigurano la scena della Natività e dei Magi, ma che sono composte solo da figure ad altorilievo, come ad esempio il gruppo di marmo nella lunetta del portale centrale del Battistero di Parma, scolpito circa nel 1196 da Benedetto Antelami, che è perfino più antico di quasi un secolo dell’opera di Arnolfo di Cambio ed è anche policromato, ma si tratta solo di un gruppo di altorilievi assemblati fra loro a forma semicircolare, sia pur splendido per l’esecuzione e la delicata policromia e doratura, oppure i gruppi di sculture dell'anonimo Maestro dei Mesi di Ferrara, uno conservato a Forlì nella lunetta di San Mercuriale, che raffigura l'Adorazione dei Magi e l'apparizione dell'Angelo in sogno ai Magi, datato 1230, e l'altro a Venezia, nel Museo del Seminario Patriarcale, un'Adorazione dei Magi in pietra d’Aurisina, originariamente dipinta a colori e datata ante 1240.
Tuttavia la Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma merita di essere chiamata ‘Santa Maria del Presepio’, soprattutto grazie all’antico Oratorio del VI secolo ed ai presunti resti della greppia dove fu deposto Gesù, custoditi e venerati per tanti secoli in quella Basilica.



Parma - Portale del Battistero. Adorazione dei Magi in marmo scolpita nel 1196 da Benedetto Antelami




Forlì - Lunetta del portale dell'abbazia di San Mercuriale - Sogno e Adorazione dei Magi
Sculture ad altorilievo del Maestro dei Mesi di Ferrara datate intorno al 1230



Venezia, Museo del Seminario Patriarcale - Adorazione dei Magi, attribuita al Maestro dei Mesi di Ferrara
Sculture ad altorilievo in pietra d’Aurisina originariamente dipinte a colori, datate ante 1240



La Tradizione artistica del Presepio è una delle forme più elevate di sintesi dei Livelli e Piani Evolutivi: Fisico, Emozionale, Mentale e Spirituale, ed è una Tradizione nata in Italia e poi diffusa nel mondo.


IL DESTINO SPIRITUALE DELL'ITALIA

Il Maestro Tibetano D.K. ha rivelato che le principali Nazioni del mondo racchiudono un proprio Motto evolutivo, che riassume il destino più profondo di quella Nazione (nel volume: Il Destino delle Nazioni).
L'Italia ha come Motto (scritto in inglese): "I carve the Paths" che è stato tradotto in italiano con "Incido i Sentieri"; il verbo "carve" può significare anche "scolpire" e "intagliare" i Sentieri e Percorsi (su vari livelli).

Ecco perchè il Destino storico dell'Italia è aprire nuovi Sentieri e nuovi Percorsi.

Ogni Motto evolutivo contiene significati su vari Livelli e Piani Evolutivi. Ecco alcuni esempi che riguardano il Motto dell'Italia:
sul Piano Fisico
l'Impero Romano, con l'arte di costruire le strade ereditata dagli Etruschi, ha creato nuove Strade di grande comunicazione (via Aurelia, via Cassia, via Flaminia, via Emilia, e tante altre) ed in seguito gli italiani Marco Polo, Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci hanno aperto nuovi Sentieri, che hanno collegato Culture fra loro molto diverse e molto lontane, l'Europa all'Asia e l'Europa all'America;
sul Piano Emotivo sono stati creati Sentimenti più elevati con il Misticismo della Religione Cristiana e con le Opere Artistiche del Medioevo e del Rinascimento nelle principali città italiane, diffuse poi in altre zone del mondo;
sul Piano Mentale Concreto sono stati creati Pensieri più raffinati con la fondazione delle Scuole superiori, le Università, la prima nel 1088 a Bologna, considerata la più antica Università del mondo occidentale, fino ad arrivare in epoca moderna alla Telefonia, nata nel 1895 dal bolognese Guglielmo Marconi, che si è evoluta ed è stata perfezionata fino alle attuali tecnologie informatiche e multimediali: la telefonia radiomobile, il Computer, la Video-telefonia cellulare e satellitare ed Internet, che hanno concretizzato il Piano Mentale sul Piano Fisico ed in modo simultaneo collegano gran parte dell'Umanità in ogni parte del mondo.


Il Destino dell'Italia: Incidere e Intagliare nuovi Sentieri e Percorsi nel mondo


Nel prossimo futuro la nostra Umanità sarà impegnata a creare sul Piano Mentale Astratto, e toccherà ancora all'Italia il compito di aprire un nuovo Sentiero del Rinascimento Spirituale, che in seguito sarà proseguito e perfezionato da altre Nazioni nella prossima nuova Era di Aquarius, dopo il 2025, quando inizierà la manifestazione del Quarto Raggio, Armonia tramite conflitto, Bellezza e Unità.


IL SIMBOLISMO DEL NATALE

Dicembre è il dodicesimo mese dell'anno; con esso si compie il ciclo del tempo. Con il Solstizio d'Inverno, il Sole conclude l'attraversamento dello Zodiaco, toccando il punto più basso dell'orizzonte ed inizia a risalire.
Il Dodici è un numero importante: 12 sono i Segni Zodiacali, 12 i Mesi dell'Anno, 12 i Discepoli di Cristo, 12 i Cavalieri della Tavola Rotonda.
Dicembre per antonomasia è un mese di Festa. Come dodicesimo mese, chiude il Ciclo dell'anno e contiene la Festa più importante e magica dell'anno, il Natale con il suo Ciclo Natalizio di 12 Giorni Spirituali.

I 12 GIORNI

I dodici giorni dell’anno che vanno dal 26 Dicembre al 6 Gennaio rappresentano momenti d’avanzamento Spirituale, la cui chiave interpretativa si trova nel Segno Zodiacale corrispondente ad ognuno dei giorni in questione: Ariete il primo giorno, Toro il secondo, Gemelli il terzo, Cancro il Quarto, Leone il quinto, Vergine il sesto, Bilancia il settimo, Scorpione l'ottavo, Sagittario il nono, Capricorno il decimo, Acquario l'undicesimo, fino ad arrivare all'ultimo, il dodicesimo giorno, corrispondente ai Pesci. Pertanto, iniziando dal giorno dopo Natale e continuando fino all’Epifania, abbiamo la possibilità di meditare sul profondo significato di ogni Segno Zodiacale, perché rappresenta l'insegnamento che ciascuno di noi deve imparare  e che simbolizza le Prove da affrontare e superare consapevolmente, i doveri da compiere, i difetti da vincere e le virtù da sviluppare.

IL MAGICO SOLSTIZIO D'INVERNO E IL NATALE DEL SOLE

Il termine Solstizio deriva dal latino "solstitium" composto da "sol" genitivo "solis" = Sole, e di un corradicale di "sistere" = fermarsi.
Si tratta del punto dell'Eclittica in cui il Sole cessa di allontanarsi dall'Equatore celeste ed inizia di nuovo a avvicinarsi ad esso, ed è anche il momento dell'anno in cui la Terra si avvicina al punto più vicino al Sole, ma a causa dell'inclinazione dell'orbita terrestre è paradossalmente anche il periodo più freddo dell'anno.
Verso il 3 Gennaio di ogni anno la nostra madre Terra si trova al Perielio con il Sole, cioè nel punto più vicino ad esso (a 147 milioni di chilometri) quando l'apparente movimento del Sole, visto dalla Terra, riprende lentamente il suo moto fino a raggiungere il punto più lontano il 4 Luglio, all'Afelio (a 152 milioni di chilometri). In realtà sappiamo che è la Terra che ruota intorno al Sole e nello stesso ruota intorno a se stessa, creando in tale modo le Stagioni e il giorno e la notte.


Il Solstizio d'Inverno e il Perielio della Terra


Il Solstizio d'Inverno era celebrato da tutti i Popoli fin da tempi antichissimi e tutte le grandi Religioni hanno identificato e simboleggiato nel Solstizio la Nascita dei propri Dèi o semidèi.
Sicuramente è un grande periodo di Nascite, simboliche e psicologiche, per tutta l'Umanità.

Nell'antichissima Civiltà di Atlantide, sorta 12 milioni di anni fa, il punto di partenza dell'anno era il Solstizio d'Inverno, che veniva celebrato con solenni Rituali solari, fino a quando tale Razza degenerò e per questo fu distrutta da vari tremendi cataclismi planetari, fra cui l'ultimo Diluvio Universale accennato nella Bibbia.
Alcune Conoscenze di Atlantide vennero riprese in India, Tibet ed Egitto, ma l'inizio dell'anno solare fu spostato e festeggiato in altri periodi dell'anno: Krishna lo spostò all'Equinozio di Primavera per motivi politici, ed i Celti e i Druidi lo festeggiarono ad Halloween, corrispondente alla Festa cristiana di Ognissanti, il primo giorno di Novembre.

Le genti della Preistoria avevano già i loro simboli solari, che venivano rappresentati anche in incisioni rupestri ed alcune sono rimaste conservate.

IL NATALE NELLA STORIA

L'etimologia del termine "Natale", come sostantivo maschile, deriva dal latino 'Natalis' = "nascita"; 'dies Natalis'  significa "il giorno della nascita".
Il termine 'nascere' proviene dal latino 'noscere' che significa "cominciare a conoscere" ed ha le sue radici in altre lingue; è un termine collegato ai termini: notizia, nobile, celebre, konig, king.
Il significato etimologico di Natale è quindi legato sia alla nascita, sia alla conoscenza.

Per i Popoli del Nord le notti dal 25 Dicembre al 6 Gennaio erano particolarmente sacre. Nei Paesi scandinavi venivano celebrati i natali di Frey, figlio di Wodan (Wuotan = Odino), dio della Natura, e di Berchta (Frigga = Holda) sua sposa, con la festa scandinava di Yule.
Riservati al culto Solare erano in epoca megalitica il monumento di Stonehenge (Inghilterra) ed i ‘Menhir’ di Carnac (Bretagna), orientati verso Est (il Sole levante).
  
Fra i popoli Celti si accendevano e si accendono tutt’ora il 25 Dicembre dei sacri fuochi al dio Lug (Luminoso) detto ‘Griamainech’= Viso del Sole, corrispondente al greco Hermes ed al latino Mercurius. Questi fuochi sono ancor oggi conosciuti fra gli Irlandesi e i montanari della Scozia e vengono accesi in onore di Cristo.

La festa del Solstizio d’Inverno è sempre stata associata alla celebrazione della Rinascita della Luce e dell’attesa di un “parto” miracoloso della ‘Vergine celeste’, ‘Regina del Mondo’, con la nascita del suo divino ‘Infante’.
Il Rito della Natività del Sole, celebrato in Siria e in Egitto, era molto solenne. Al Solstizio d’Inverno i celebranti si riunivano in particolari Santuari sotterranei (hipógei), da cui uscivano a mezzanotte esultando: ’La Vergine ha partorito! La Luce cresce!’.
Gli antichi Egiziani rappresentavano il Sole appena nato, Horus, con una ‘Imagine’ di un Infante in cera o argilla, che mostravano ai fedeli di Iside e Osiride. La figura di Iside col Bimbo Horo somiglia talmente alla Madonna col Bambin Gesù che a volte ricevette l’adorazione inconsapevole dei primi Cristiani (dal "Libro dei Morti" egiziano). Iside d’Egitto, come Maria di Nazareth era la nostra Signora Immacolata, la Stella del Mare (Stella Maris), la Regina del Cielo e Madre di Dio, ed era rappresentata in piedi sulla falce della Luna e coronata di Stelle.

La figura della “Vergine” dello Zodiaco (Virgo) nelle antiche immagini appare come una donna che allatta un bambino, archètipo di tutte le future Madonne col divino Fanciullo.

In India, l’antichissima Religione dei primi Brahmani vedici, nei più antichi Inni del ‘Rig-Veda’, chiama ‘Sûrya’ (il Sole) e ‘Aghni’ (il Fuoco) =’il Regolatore dell’Universo’, ‘Signore degli Uomini’ e il ‘Re Saggio’= e la Madre Devakî è similmente raffigurata col divino Krishna nelle braccia.

Per i Babilonesi la Madre Mylitta o Istar di Babilonia era raffigurata con la consueta corona di Stelle e con il divino figlio Tammuz, la cui nascita veniva commemorata nelle rituali Sacee babilonesi, feste della Nascita analoghe al nostro Natale.

Il periodo del Solstizio al 25 dicembre ricorre anche per la nascita verginale del principe Siddharta, che fu adombrato da Buddha (l’Illuminato) allo stesso modo in cui Gesù fu adombrato da Cristo.
Per la Storia dell'antica Cina, Buddha nasce dalla Vergine Mâyâdevi.

Per i Persiani, al Solstizio d’Inverno nacque Mithra, divinità solare di origine indo-iranica, anch’egli “nato” in una Grotta, da una Vergine. Fra i suoi sacerdoti si ricordano i Magi citati nel Vangelo di Matteo, sapienti Astrologi e Discepoli di Zarathustra-Zoroastro, che attendevano da tempo il ritorno di Mithra-Maitreia, secondo antiche profezie.

Per i Nabatei, popolazione araba che nel I secolo a.C. dominò la Giordania Orientale, la divinità Dusares era unita al Sole, portava l’attributo di Invincibile, congiunto a Mithra, e il suo giorno natalizio cadeva sempre il 25 Dicembre.

Nel 274 d.C. Aureliano fece erigere a Roma un sontuoso Tempio in onore di Mithra, e numerosi ‘mithrei’ sorsero e si conservano tutt’ora in altre zone d’Italia, noti sotto il nome di ‘Hipógei’.

Nell’antica Grecia veniva celebrata la festa della “Ghenesìa” (il giorno del Natalizio).
Il mito di Hermes (Mercurio) presenta particolari analogie con la figura di Gesù. Nato in una grotta, figlio di Zeus (Iuppiter = Giove-Padre) e da Maia (la Maggiore delle Pleiadi) Hermes è spesso rappresentato con un agnello sulle spalle, da cui deriva il suo nome di Crioforo (portatore dell’agnello). E’ anche ricordato come ‘Guida delle Anime’ nella dimora dei morti (Ade-Inferno). Da tale funzione deriva il nome di Ermes-Psicopompo, “Accompagnatore delle Anime”, e in tali vesti servì di immagine ai primi cristiani per figurare il Buon Pastore, al punto che queste identificazioni si fusero con la figura del Christo.

La data del Solstizio d'Inverno fu ripresa dal Cristianesimo per il Natale di Gesù, in coincidenza con altre feste confluite a Roma, come il "dies Natalis Solis Invicti" il Natale del Sole Invitto (il Sole Invincibile), il Natale di Mithra, la Nascita di Horus in Egitto e quella di Tammuz a Babilonia.
Storicamente la più antica fonte conosciuta, che fissa al 25 dicembre la nascita di Gesù, è di Ippolito di Roma (170 circa- 235) che già nel 204 riferiva della celebrazione del Natale, nell’Urbe, proprio in quella data; e soprattutto Sesto Giulio Africano (211 d.C.) nella sua Cronografia del mondo. Inoltre ci sono anche le prove, indirette, ma evidenti, contenute nei rotoli di Qumran (Cronaca dei Giubilei) che confermano la tradizione apostolica secondo la quale vi erano la festività dell’Annuncio a Zaccaria il 23 settembre, la festa dell'Annuncio a Maria sei mesi dopo (25 marzo) e la nascita di Gesù nove mesi dopo (25 dicembre).
Ufficialmente la Festa del Natale Cristiano fu fissata nel 335 d.C. dall’imperatore Costantino, che sostituì la festa natalizia di Mithra-Sole del 25 Dicembre con il Natale di Cristo, chiamato dal profeta Malachia: “Sole di Giustizia” e da Giovanni Evangelista: “Luce del Mondo”.
Da Roma la nuova festa del Natale Cristiano si diffuse rapidamente in Oriente (seppure con qualche resistenza), come attestato da san Giovanni Crisostomo nell’Omelia pronunciata nel 386, in cui asseriva che la festa era stata introdotta ad Antiochia una decina d’anni prima (circa nel 375) mentre non era in uso né a Gerusalemme, né ad Alessandria, né in Armenia, dove invece nelle chiese locali osservavano già la festa della “Manifestazione” al 6 Gennaio, cioè la triplice Epifania del Salvatore: la Nascita di Gesù, l’Adorazione dei Magi, il Battesimo nel Giordano (Christòs).
Risulta quindi che verso la fine del IV secolo s’era esteso a tutta la Chiesa l’uso di celebrare l’anniversario della Nascita di Gesù-Cristo, in Oriente al 6 Gennaio e in Occidente al 25 Dicembre.

La Novena di Natale è strettamente legata al Culto ufficiale, ma va precisato che il Natale fa parte di un Ciclo di dodici giorni, conosciuto col nome di “Calende”, di origine molto antica. Infatti il Natale segnava l’inizio del nuovo anno.
Nelle case dei nostri antichi avi si accendeva a Natale un ceppo di quercia, dai poteri propiziatori, che doveva bruciare per 12 giorni consecutivi, e dal modo in cui bruciava si intuivano i presagi sul nuovo anno in arrivo. Il ceppo doveva essere preferibilmente di quercia perchè il suo legno era considerato propiziatorio, che simboleggia forza e solidità. Simbolicamente si bruciava il passato e si coglievano i segni del prossimo futuro; infatti le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi, la cenere veniva raccolta e sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti. Si tratta di un'usanza le cui radici risalgono alle popolazioni del Nord Europa.
Abbiamo la testimonianza di Lucano, nel "Bellum civile" (III, 400) in cui ha descritto come gli alberi assumessero un ruolo fondamentale nel culto delle popolazioni celtiche che i Romani si trovarono a fronteggiare, un culto in cui simbolismo e ritualità si fondevano in modo straordinariamente armonico. In particolare i Teutoni, nei giorni più bui dell'anno, piantavano davanti alle case un abete ornato di ghirlande e bruciavano un enorme ceppo nel camino.
Questi simboli sono sopravvissuti nell'Albero di Natale, che rimane verde tutto l'anno e non perde le foglie durante l'inverno come fanno gli altri alberi.
L'Albero rappresenta anche il simbolo del corpo umano e più precisamente il suo Sistema Nervoso compreso il cervello, nel quale deve brillare la Luce, ovvero la Conoscenza che viene dal "cielo" del Pensiero e dalla Coscienza Universale, simboleggiata dalla stella di Natale, che indica l'Illuminazione, la Conoscenza e la Consapevolezza dell'Amore che mantiene vivente il Creato.
Quest'usanza si è oggi trasformata nelle luci che addobbano gli alberi, le case e le strade nel periodo natalizio.
A tale tradizione si collega la celebrazione del Natale per indicare l'avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le pericolosità del Buio.
È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini.
Infatti le case e le abitazioni sono il simbolo della personalità che deve illuminarsi; per questo motivo in questo periodo le case e le città si riempiono di luci, perchè devono portare la Conoscenza di sé stessi, l'Amore e la Giustizia tra gli uomini.

E' documentato che in Romagna, l'antica "Romandìola", l’usanza di iniziare l'anno partendo dal 25 Dicembre di ogni anno durò fino ai tempi di Dante, come si riscontra dal ‘Codice di Lottieri della Tosa’ –n.217- pubblicato a Faenza nel 1979 a cura di don Giovanni Lucchesi.

Ogni anno al Solstizio d'Inverno accade qualcosa di magico e straordinario: nel giorno più corto dell'anno, il Sole tocca a mezzogiorno, il punto più basso dell'orizzonte, ovvero simbolicamente "muore" per rinascere successivamente, dodici giorni dopo, al Perigeo, quando il Sole riprende il suo moto, perpetuando e rinnovando il Ciclo infinito della Vita.
Per questo il Solstizio d'Inverno è considerato il giorno più Sacro dell'anno e del Bene che regna sul mondo.
A partire dal Solstizio d'Inverno il nostro pianeta è permeato dalle potenti radiazioni della Luce Cristica, che continua a manifestarsi con forza fino all’Epifania.
In questo periodo è perciò più facile entrare in contatto con gli Esseri Spirituali e con il Cristo, Signore della Luce.

L’EPIFANIA

Epifania significa, in greco "Manifestazione".
È una delle principali feste della Chiesa Cristiana, d'istituzione antichissima, e ricorda le tre manifestazioni di Gesù:
la 1° ai Gentili nelle figure dei Magi, per mezzo di una Stella prodigiosa;
la 2° ai Giudei nel Battesimo nel Giordano, quando lo Spirito di Cristo apparve sopra Gesù in forma di Colomba;
la 3° ai Discepoli nelle nozze di Cana, con il miracoloso cambiamento dell'acqua in vino.
I Greci, avevano per costume di celebrare in questo giorno anche la Nascita del Salvatore e chiamavano questa festa la "Teofania" o “Festa dei Lumi”. In molte parti d'Italia, viene solennizzata in modo caratteristico ed è chiamata “Festa dei Re”, oppure la Pasquetta, ed anche la Befana.
L'Epifania è l'ultimo dei dodici Giorni Santi, iniziati a Natale, che simboleggiano l’Anno Spirituale.
Dal punto di vista storico, l'Epifania era celebrata come facente parte del periodo Natalizio, infatti non la si considerava una festa a parte fino all'anno 813.
Dal punto di vista esoterico, l'Epifania indica il momento in cui possiamo estrarre l'essenza spirituale delle lezioni apprese durante i dodici giorni precedenti ed è il momento propizio per amalgamare i doni spirituali ricevuti.


NATALIS SOLIS INVICTI-NATALIS IESUS CHRISTI = Natale del Sole Invincibile-Natale di Gesù Cristo (1988)
Bassorilievo in ceramica policroma di Andrea Fontana


In questa scena si vede nel cielo Helios, il dio Sole sul suo carro d'oro trainato da quattro cavalli bianchi, la cui nascita era festeggiata al Solstizio d'Inverno con la Festa del "Natalis Solis Invicti", il Natale del Sole Invincibile.
In basso è raffigurata la Grotta di Betlemme con la Nascita di Gesù adagiato nella 'mangiatoia', il "praesepium".
La Festa del Natale Cristiano fu stabilita nel 335 dall’imperatore Costantino, che sostituì la festa natalizia di Mithra-dio Sole, nato il 25 Dicembre in una grotta, con il Natale di Cristo, chiamato dal profeta Malachia: “Sole di Giustizia” e da Giovanni Evangelista: “Luce del Mondo”.
Il nuovo Sole Invincibile è il Cristo Bambino, il Sole di Verità, Amore e Giustizia.


I PRINCIPALI SIMBOLI DEL PRESEPIO



La GROTTA , sinonimo di Caverna, simboleggia il Centro del Cuore, il Chakra Anahata, dove Nasce il Santo Bambino, l'Amore Cristico.
La Grotta non è citata da nessuno dei 4 evangelisti, ma proviene dalla Tradizione di moltissime Culture in cui rappresenta l’accesso ai Misteri, al riparo dagli uomini ordinari e profani.
Nel linguaggio dei Simboli la Grotta rappresenta anche il Cielo e più in particolare lo Zodiaco con le Costellazioni ed i dodici Segni zodiacali.
Per l'Alchimia la grotta rappresenta l'athanòr, ossia il “recipiente” dove si svolgono i procedimenti di “trasmutazione dei metalli vili in oro”, un concetto allegorico e simbolico che veniva utilizzato dagli antichi alchimisti per velare il vero significato: l'evoluzione della personalità profana verso il proprio Sé superiore, l'Anima.
Il Maestro Tibetano D.K. ha spiegato il significato esoterico della Grotta all'interno della Testa:
"Vi è nella testa umana una piccola cavità ossea che protegge e custodisce una delle più importanti ghiandole del corpo: la pituitaria. Quando questa ghiandola è in piena e giusta attività, abbiamo una personalità completa ed attiva, autocontrollata, con notevole attività mentale e resistenza. Il corpo pituitario ha una duplice configurazione: in uno dei suoi lobi, il frontale o pituitario anteriore, si trova la sede della mente razionale, dell'intelletto; nell'altro, il pituitario posteriore si trova la sede della natura emozionale immaginativa."
È in questa cavità (grotta) che la personalità sviluppata, o individualità, ha la sua tana ed è qui che l'Aspirante spirituale (non ancora diventato un Iniziato) deve vincere, per raggiungere il livello superiore, simboleggiato nell'antica Grecia dal dio Hèlios e in seguito dal Cristo.      
                                                                    



GIUSEPPE
rappresenta il Principio Maschile e simboleggia il lavoro umano necessario all'Ascesi spirituale. San Giuseppe rappresenta intimamente lo Spirito del Sole, il Padre nei Cieli, il vero Spirito monadico. I colori del suo vestito sono Giallo ocra e Marrone: il Giallo è il colore del Sole e simboleggia la natura spirituale, il Marrone è il colore della terra e del legno, e simboleggia la natura umana.
MARIA rappresenta il Principio Femminile e simboleggia l'Energia Spirituale che discende nella Coscienza. Il nome Maria proviene originariamente dall'Egiziano e significa Amare (Myryam). Maria rappresenta intimamente la Madre Terra, la vera Vergine Maria, ma contrariamente a quanto si crede, non rappresenta la Luna, bensì la grande Madre Terra in cui viviamo. I colori del suo vestito sono Bianco e Azzurro cupo o Blu: il Bianco è il colore della Luce spirituale ed il Blu è il colore dell'Energia vitale del nostro pianeta, che infatti è chiamato "pianeta blu".
Nel simbolismo celtico Giuseppe è raffigurato dalla Lancia e Maria dalla Coppa.
La GREPPIA o MANGIATOIA in latino "praesepium" significa "il recinto" e rappresenta la "Personalità integrata con l'Anima" che accoglie il neonato GESU' BAMBINO, ossia il Chakra del Cuore collegato al Sè superiore alla Prima Iniziazione.
Il BUE
simboleggia l'energia sessuale quando è usata al servizio del Sé superiore, ed inoltre rappresenta anche gli Ebrei sotto il giogo della Legge.
L'ASINO simboleggia la personalità umana con i difetti dell'ego, che sono trasmutati nel Servizio al Sé superiore, ed inoltre rappresenta la forma dei Pagani che portano il peso dell’idolatrìa.
Il significato della presenza del bue e dell'asino è quindi molto profondo, poichè quando l'aspirante spirituale comincia a compiere su di sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua personalità e con i suoi difetti di origine atavica.
L'Iniziato è infatti colui che è riuscito a dominare la sua personalità ed a metterla al servizio del Bene collettivo senza reprimerla. Infatti nel simbolismo non è citato che i due animali siano stati cacciati o soppressi, ma erano presenti e soffiavano sul Bambino Gesù, scaldandolo con il loro fiato, poichè quando l'Iniziato è riuscito a mettere al suo servizio la personalità (l'asino e il bue) essa riscalda e alimenta lo Spirito del Cristo con energie straordinariamente utili se sono sotto il giusto controllo del proprio Sè superiore.

                  


I PASTORI rappresentano il Cammino Spirituale nei tre livelli evolutivi:
Pastore giovane con agnello= Discepolo in Prova (si avvicina alla prima Iniziazione) che porta sulle spalle (ovvero il suo Karma) un Agnello, simbolo dell'Era di Aries che sta ormai per terminare e sta per iniziare la nuova Era di Pisces, nella quale non si sacrificherà più il montone, quale espiazione del propri peccati (il Karma) ma sarà il proprio ego ad essere sacrificato al Cristo, per poter giungere alla nuova Nascita nella Grotta del Cuore, che corrisponde all'Ingresso nel Sentiero Evolutivo;
Pastore di media età= Discepolo Accettato (si avvicina alla seconda Iniziazione) che ha sconfitto il suo ego sul Piano Astrale Emotivo e quindi ha ottenuto la nuova "veste", ossia un Corpo Emotivo purificato dai desideri;
Pastore anziano= Iniziato (ha raggiunto la terza Iniziazione) che offre il latte della sua capra (simbolo del Segno del Capricorno) alla sua Monade, e si prepara alla successiva Iniziazione, sulla Croce della Grande Rinuncia (quarta Iniziazione).
Le PECORE
rappresentano l'Umanità ordinaria, ovvero il Popolo di Dio nella sua fase evolutiva media.

I MAGI
erano Maestri di Saggezza, facenti parte della Gerarchia Spirituale del nostro pianeta, e rappresentano simbolicamente le tre Energie che animano l'Uomo: Sentimenti, Pensieri, Volontà, che devono operare insieme per raggiungere una successiva Iniziazione Spirituale e offrono i loro tre Doni al Cristo interiore, il Sé evolutivo.  
Il termine "magi" deriva dal persiano 'magush', da 'maga' che significa dono: colui che partecipa del maga acquisisce un potere magico-spirituale e una Conoscenza straordinaria. Lo stato di maga indicava un livello di Coscienza superiore in cui diventava possibile contattare gli Spiriti che presiedono il Fuoco, l'Aria, l'Acqua, la Terra, la Vita animale, minerale e vegetale ed ottenere il loro aiuto.
Dal VI secolo a.C. fino al VII secolo d.C. i Magi ebbero notevole influenza sulla vita politica, sociale e religiosa dell'area iranica e su alcune regioni limitrofe.
I Magi erano dei profondi conoscitori dell'Astrologia e dell'Astronomia di origine caldea, che a quell'epoca non erano Scienze separate, ma formavano un'unica grande Scienza dello Spirito ed erano in grado di entrare in sintonia con le vibrazioni dell'universo, cogliendo così i segreti celati della Natura.
Le vesti dei tre Magi simboleggiano i tre Colori della trasformazione della Coscienza verso la Consapevolezza Spirituale, corrispondenti alle tre principali fasi dell'Alchimia:
Nero= Nigredo, Bianco= Albedo e Rosso= Rubedo.
Le vesti rappresentano anche il percorso del Sole a partire dopo il tramonto: Nero e Blu durante la notte, Bianco e dorato all’aurora e durante il giorno, Rosso e dorato alla sera, secondo un Ciclo perenne comune a tutta l'Umanità.
La leggenda dice che il primo dei tre Magi fosse di pelle Nera, il secondo di pelle Gialla ed il terzo di pelle Bianca o Rossa, rappresentando così le tre Razze più antiche che si sono succedute e che sono ancora presenti: la Razza della Lumuria (gli africani Neri) la Razza di Atlantide (i Mongoli, Cinesi e Giapponesi) e la Razza Ariana o Caucasica (i Bianchi e i pellerossa).    
Questo indica che con il tempo tutte le Razze arriveranno a seguire un'unica Religione ispirata da Cristo, non da un Cristo esteriore morto in Croce più di duemila anni fa, ma dal nostro Cristo interiore, Guida e Maestro Spirituale di ogni essere umano sul sentiero spirituale.
Secondo alcuni antichi scritti di origine greca, i tre Magi del Vangelo avevano un profondo significato religioso celato nei loro nomi:
Balthasar significa "il Protetto dal Signore" ed aveva con sè l'Oro;
Melchior è "il Re della Luce" e portava con sè l'Incenso;
Gaspar è "Colui che ha conquistato il Farr" ed aveva la Mirra. Il dio Farr, considerato come 'principio igneo', è il Fuoco primordiale che alimenta tutto l'universo dandogli forza, vita e forma.
I tre Doni portati dai Magi a Gesù rappresentano la Volontà spirituale, l'Amore impersonale e la Conoscenza olistica: l'Oro rappresenta la Volontà della Monade, l'Incenso rappresenta l'Amore dell'Anima, la Mirra la Conoscenza delle Leggi evolutive.                                                                                                                                                                                                                              
L'Oro come offerta al Re, Maestro di sè stesso e Simbolo della Volontà Spirituale. L’Oro è un simbolo alchemico antichissimo, che rappresenta l'unione tra i due Princìpi spirituali e generativi del Maschile e del Femminile. Gli alchimisti cercavano di trasformare i metalli vili in Oro, ovvero un'allegoria per indicare come purificare il Corpo Fisico, raffinarlo ed estrarne l'Essenza spirituale. Perciò l’Oro, il primo dono fatto a Gesù, corrisponde allo Spirito consacrato al Servizio della Monade.
L'Incenso come offerta al Sacerdote, simbolo della Personalità integrata con l'Anima, ossia l'Iniziato che ha trasmutato le energie emozionali in elevati Sentimenti e Amore altruistico, l'Amore impersonale. Quando nell’uomo non vi sono più desideri egoistici né passioni, l’Anima profuma, infatti, come incenso. L’Incenso è associato al Fuoco Solare; per questo il suo aroma è sempre stato utilizzato per onorare la divinità e stimolare le facoltà psichiche superiori, creando un ponte tra corpo-mente e Spirito. Nelle Cerimonie religiose le Entità Angeliche si servono dell'incenso per intervenire ed operare.
La Mirra come offerta al Profeta, Discepolo e rivelatore dei Misteri, simbolo delle energie creative. La Mirra, nell'antichità, era considerata un vero e proprio farmaco, utile sia per la salute sia per la bellezza, grazie al suo elevato potere di conservare l'equilibrio interno di organi e tessuti. La Mirra simboleggia ciò che l'uomo impara dalle sue Esperienze e Conoscenze.

La Nascita di Gesù nel Presepio è il Simbolo evolutivo della Prima Iniziazione



Dipinto del 1470, attribuito a san Giovanni da Capestrano, conservato nella Galleria di Stato di Bamberga.


Si tratta di una delle opere artistiche che dimostra l'esistenza ancora nel Medioevo del collegamento fra Astrologia e Religione Cristiana, in particolare qui si vede rappresentato il Natale di Gesù nel Presepio (Simbolo della Prima Iniziazione) al centro dello Zodiaco.


Sul significato più profondo del Natale, ecco la spiegazione del Maestro di Saggezza Tibetano D.K. nel libro "IL DESTINO DELLE NAZIONI" pubblicato da Alice Ann Bailey (pag. 152):


“Così, quando il Cristo proclamò, come tutti i Salvatori e gli Dèi Solari, che Egli è la Luce del mondo, inaugurò un periodo meraviglioso durante il quale l’Umanità è stata illuminata universalmente.
E ciò ebbe inizio il giorno di Natale, duemila anni fa, in Palestina. Fu quello il massimo Natale, e l’influsso che ne emanò fu più potente di ogni precedente afflusso di Luce, poiché l’Umanità vi era più preparata.
Il Cristo venne in Pisces, segno dell’Intermediario divino, nel senso più alto, o del medium nell’inferiore: segno di molti Salvatori e Rivelatori che stabiliscono rapporti mondiali. Notate questa frase.
L’impulso principale che spinse il Cristo a quell’opera fu per instaurare retti rapporti umani: ed è anche il desiderio - cosciente o no - dell’Umanità.
Sappiamo che il Desiderio di tutti i popoli un giorno verrà, che giusti rapporti saranno ovunque presenti, e che la Buona Volontà realizzerà questa mèta portando Pace in tutti i paesi e fra tutte le genti.
In tutte le epoche il Natale è stato considerato e osservato come tempo di nuovi inizi, di migliori contatti umani e più felici rapporti tra le famiglie e le comunità.
Tuttavia, proprio come le chiese si sono abbassate a presentare il Cristianesimo in modo materialistico, quel semplice Natale che sarebbe piaciuto al Cuore del Cristo è degenerato in un’orgia di spese e d’acquisti, ed è considerato come “propizio al commercio”.
Ricordate che quando una religione ispirata alla vita viene interpretata materialmente, quando una civiltà e una cultura perdono il senso dei valori spirituali e rispondono soprattutto a quelli materiali, non sono più utili e devono scomparire, per il bene della vita stessa del progresso.
Il messaggio della Nascita del Cristo suona sempre nuovo, ma oggi non è capito.
Durante l’Era di Aquarius, in cui stiamo penetrando, l’accento passerà da Betlemme a Gerusalemme e dal Salvatore Bambino al Cristo Risorto.
Pisces ha diffuso luce per duemila anni; Aquarius vedrà la Luce Nascente; e di entrambe il Cristo è il simbolo eterno.
La storia antica della Nascita, universalizzata, sarà vista come la storia d’ogni discepolo, che assume la prima Iniziazione e nel suo tempo e luogo serve e diffonde Luce.
L’Era di Aquarius vedrà due sviluppi importanti:
1. L’Iniziazione della Nascita condizionerà ovunque il pensiero e l’aspirazione umani.
2. Il Cristo Risorto, e non il Cristo neonato o crocifisso, sarà la nota distintiva della Religione.
Raramente ci si rende conto che in ogni paese centinaia di migliaia di uomini hanno assunto la prima Iniziazione e vi si preparano: essa è detta la Nascita in Betlemme, la Casa del Pane.
L’Umanità, discepolo mondiale, è pronta. Che ciò sia vero si vede nel riorientarsi generale ai valori spirituali, nell’interesse per il benessere umano, nella perseveranza dimostrata nel cercare la Luce, nell’aspirazione e nel desiderio di una Pace effettiva, basata sui giusti rapporti e realizzata dalla Buona Volontà.
Questa “mente che è nel Cristo” si scorge nella rivolta contro la Religione materialistica e nel vasto tentativo, che si nota in Europa e altrove di restituire la Terra (la Madre-Terra, la vera Vergine Maria) al popolo.
Si può vedere nel costante e generale muoversi da un luogo ad un altro simbolizzato nel racconto evangelico dal viaggio di Maria, col bambino, in Egitto.
Nel Nuovo Testamento, si dice che a questo seguirono trent’anni, di cui si sa soltanto che Gesù diventò adulto e assunse la seconda Iniziazione o Battesimo nel Giordano, e cominciò il Suo Servizio.
I molti che in questa vita sono pervenuti alla prima Iniziazione entrano nel lungo silenzio di quei trent’anni simbolici in cui anch’essi diverranno Adulti, in vista della seconda. Quest’ultima segna il dominio completo della natura emotiva e di tutte le caratteristiche di Pisces.
I trent’anni corrispondono allo sviluppo spirituale segnato dalle tre divisioni di Aquarius (e quindi dell’Epoca sua). Alludo a quelli che tecnicamente si chiamano i tre Decanati. In questo Segno le acque dell’Era di Pisces saranno assorbite, simbolicamente, nel vaso d’acqua che Aquarius porta sulle spalle, acqua di vita più abbondante.
Nell’era di Aquarius, è il Cristo risorto il Portatore d’acqua; questa volta non mostrerà la vita perfetta di un Figlio di Dio, Sua prima grande missione. Apparirà come Capo supremo della Gerarchia spirituale, che sazia la sete delle nazioni, sete di verità, di giusti rapporti e comprensione amorevole. Sarà riconosciuto da tutti, e la Sua Persona stessa testimonierà la realtà della Resurrezione, e quindi l’immortalità dell’Anima, cioè dell’Uomo spirituale.
Durante i duemila anni trascorsi, l’accento è stato sulla Morte che ha colorato tutto l'insegnamento delle Chiese ortodosse; un solo giorno dell’anno è stato dedicato alla Resurrezione.
Nell’Era di Aquarius, sarà invece sulla Vita e sulla liberazione dalla tomba della materia, e questa sarà la nota della nuova Religione, che la distinguerà da quelle che l’hanno preceduta.
Pasqua e Pentecoste saranno i due giorni preminenti dell’anno religioso.
Come sapete, la Pentecoste è il simbolo dei giusti rapporti umani in cui tutti gli Uomini e le Nazioni si intenderanno fra loro e - pur parlando lingue diverse - avranno un unico linguaggio spirituale.
Due episodi importanti sono riferiti nella parte finale del Racconto evangelico, uno che precede e uno che segue immediatamente la morte apparente del Cristo:
1. Il racconto della Camera superiore (Ultima Cena), dove l’Uomo che portava il vaso d’acqua, e che rappresenta Aquarius, condusse i Discepoli, e in cui si tenne il primo servizio di Comunione, cui tutti parteciparono e che preconizzò la generale relazione dell’Era ventura, dopo le prove di Pisces. Questa Comunione non è stata ancora raggiunta, ma l’Era nuova la vedrà.
2. Il racconto della Camera superiore (Il Cenacolo alla Pentecoste), in cui i Discepoli si radunarono, riconobbero il Cristo Risorto e giunsero a comprendersi nonostante la diversità simbolica delle lingue. Ebbero un tocco di preveggenza, d’intuizione profetica, e previdero qualcosa di Aquarius.
Oggi la visione degli uomini è quella dell’Era di Aquarius, anche se non lo sanno.
Il futuro vedrà giusti rapporti, vera Comunione, Condivisione d’ogni cosa (vino, sangue, vita e pane, benessere economico) e Buona Volontà; e il quadro del futuro dell’umanità, indica le Nazioni Unite in comprensione perfetta, e le differenze di linguaggio - simbolo della diversità delle tradizioni, delle culture, delle civiltà e delle opinioni - non guasteranno i giusti rapporti.
Il Cristo è al centro di tutte queste visioni.
Così gli scopi e gli sforzi delle Nazioni Unite si attueranno, ed una nuova Chiesa di Dio, tratta da tutte le Religioni e Gruppi spirituali, metterà fine alla grande eresia della separatività. L’Amore, l’Unità e il Cristo Risorto saranno presenti, ed Egli ci dimostrerà la vita perfetta.”

Un doveroso commento

Ho notato che fra gli studiosi di Scienze Esoteriche c'è la tendenza a sopravvalutare il proprio livello evolutivo, alcuni addirittura pensano o dichiarano di essere vicini alla Terza Iniziazione, mentre invece non hanno superato nemmeno la Prima e addirittura sono solo neofiti Aspiranti. Questi annebbiamenti accadono quando la Personalità umana è avvolta dalle nebbie delle proprie ambizioni personali.
Il Maestro Tibetano ha indicato chiaramente i punti per comprendere se il Discepolo in Prova è pronto alla Prima Iniziazione, nel volume: "Iniziazione Umana e Solare" (pag. 193):

"REGOLE PER I CANDIDATI"
"Regola 1. Il discepolo cerchi nel profondo del cuore. Se il fuoco vi divampa riscaldando il fratello e non lui stesso, è giunta l’ora di presentarsi alla Porta. Quando l’amore per tutti gli esseri indistintamente comincia ad essere una realtà nel cuore del discepolo, ma è privo di amore per se stesso, ciò significa che si sta avvicinando alla porta dell’iniziazione e può assumere i necessari impegni preliminari. Questo è necessario prima che il Maestro proponga la sua candidatura. Se non si cura delle sofferenze e del dolore del sé inferiore, se gli è indifferente la felicità, se il solo scopo della sua vita è servire e salvare il mondo, e se le necessità dei suoi fratelli sono più importanti delle proprie, allora il fuoco dell’amore irradia il suo essere e il mondo può riscaldarsi ai suoi piedi. Tale amore deve essere messo in pratica e dimostrato, e non restare una teoria, un semplice ideale e un piacevole sentimento. Deve essersi sviluppato attraverso le prove e le esperienze della vita, in modo che il principale impulso vitale tenda al sacrificio di sé e ad immolare la natura inferiore.
Regola 2. Fatta la richiesta in triplice forma, il discepolo la ritiri, e dimentichi che è stata fatta. È una delle prove iniziali. Il discepolo non si preoccupa di giungere o no all’iniziazione. Qualsiasi movente egoistico deve essere escluso. Il Maestro trasmette all’angelo archivista soltanto le richieste che gli giungono attraverso l’energia generata da moventi puri e altruistici; solo i discepoli che cercano l’iniziazione per il maggior potere di aiutare e benedire che conferisce riceveranno risposta alla loro richiesta. Chi non s’interessa all’iniziazione, non riceverà “l’abbraccio occulto”, e chi per egoismo o curiosità è ansioso di partecipare ai misteri non varcherà la Porta ma rimarrà fuori a bussare.
Coloro che desiderano ardentemente servire, oppressi dalla consapevolezza delle necessità del mondo risvegliando così il senso di responsabilità personale, coloro che hanno adempiuto la legge, busseranno e verrà loro aperto, e la loro richiesta sarà accolta. Sono coloro che lanciano un appello per ottenere maggior potere di aiutare, ed esso giunge all’orecchio di Coloro che attendono in silenzio.
Regola 3. Triplice deve essere l’appello e molto tempo è necessario per farlo risuonare. Il discepolo lanci l’appello attraverso il deserto, al di sopra del mare e attraverso i fuochi che lo separano dalla porta velata e nascosta. Questa simbologia ingiunge al discepolo di fare in modo che il deserto della vita fisica fiorisca come la rosa, affinché dal giardino della vita inferiore si levino suoni e profumi ed una vibrazione abbastanza forte da attraversare lo spazio esistente fra esso e la Porta; di calmare incessantemente le acque agitate della vita emotiva, affinché la Porta possa riflettersi nella loro superficie limpida e tranquilla, e la vita inferiore rispecchi la vita spirituale della divinità che vi dimora; di gettare nella fornace infuocata quei moventi, parole e pensieri che sono causa principale di attività e che hanno origine sul piano mentale. Quando questi tre aspetti dell’Ego che si manifesta, il Dio interiore, sono dominati, coordinati ed utilizzati, anche senza che il discepolo ne sia cosciente la sua voce che chiede l’apertura della porta verrà udita. Quando la vita inferiore del piano fisico è feconda, la vita delle emozioni stabile, la vita mentale trasmutata, nulla può impedire che la sbarra di quella porta venga alzata per lasciar passare il discepolo.
Solo una vibrazione sincronizzata con quella esistente oltre la Porta ne produce l’apertura, e quando la vita del discepolo sia intonata con quella della Gerarchia, ad una ad una le porte si apriranno e nulla potrà tenerle chiuse."



PRESEPE in terracotta policroma di Andrea Fontana. h. cm. 23 (1992)

L'autore ha realizzato questo Presepio nel 1992 con una precisa simbologia legata ad ogni personaggio.

In alcune zone d'Italia il Presepio era nei tempi passati una Tradizione che si tramandava di generazione in generazione. Alcune famiglie di origini nobiliari o di buone condizioni economiche possedevano pregevoli Presepi in terracotta, che diventavano parte del patrimonio di famiglia. Celebri scultori realizzarono Presepi in terracotta di grande valore artistico, oggi diventati proprietà di collezionisti privati e di Musei.
Andrea Fontana ha realizzato Presepi di vari tipi e dimensioni, esposti in Mostre e Rassegne, alcuni si trovano in Musei tipologici (Roma, Modena, Tortona, Trieste, Assisi).
Le immagini di alcuni suoi Presepi sono pubblicati nel sito: www.andrea-fontana.it

Chi è interessato all'acquisto di un esemplare numerato di questo Presepio realizzato nel 1992, può rivolgersi all'autore, telef. al n. 320.0321470 oppure scrivendo un'email a: info@andrea-fontana.it
                                                                                                               

Per approfondire l'argomento si consiglia di leggere questo articolo: L'EPIFANIA ED I MAGI NELLA STORIA       

 

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