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IL PILASTRO COSMICO (1987)
Scultura in ceramica. h. cm. 75
Questo complesso ceramico racchiude molti significati comprensibili attraverso il linguaggio dei Simboli.
E' composto da due piani circolari, sorretti da due colonne bianche, che si fondono assieme, formandone idealmente solo una, divisa dal piano inferiore, e consiste in un tavolino circolare, di forma stilizzata.
Il piano superiore contiene una scacchiera tradizionale. Intorno alla circonferenza del piano vi sono dodici bassorilievi, raffiguranti alcuni mestieri di una volta, associati ai Mesi dell'anno attraverso varie simbologie.
Intorno al piano inferiore vi sono altri dodici bassorilievi raffiguranti i Segni zodiacali e i simboli dei pianeti governatori, a cui vennero anticamente associate le dodici Costellazioni ed i pianeti del Sistema solare, di cui presero i nomi.
Dodici è il numero simbolico dell'Universo nel suo svolgimento ciclico spazio temporale.
Esso rappresenta anche la moltiplicazione dei quattro Elementi (terra, acqua, aria e fuoco) per i tre princìpi alchemici (zolfo, sale e mercurio). Questo numero è molto sfruttato anche nella simbologia cristiana; infatti, combinando il quattro del mondo spaziale e il tre del tempo sacro, che misura la creazione-
Nel linguaggio dei simboli il pilastro è associato all'Asse del mondo, alla colonna, all'Albero della Vita ed all'Albero cosmico. Esprime la relazione fra i diversi livelli dell'Universo e dell'Io, un luogo di passaggio loro tramite dell'energia cosmica, vitale o spirituale, ed un focolaio d'irradiazione di quest'energia.
Per la stessa verticalità la colonna, come l'albero, è un simbolo ascensionale (come l'albero di Leonardo da Vinci); nell'evoluzione della personalità segna la tappa dell'affermazione di sè; nel corpo umano corrisponde alla colonna vertebrale, che nell'Uomo è il supporto della verticalità.
Fin dagli antichissimi tempi gli alberi erano venerati e sacri a una divinità: "Lucus" era il Bosco Sacro, il Tempio all'aperto; Lugo di Romagna, mia città natale, è sorta sul luogo di un "Lucus Dianae", di cui ha preso il nome.
L'Albero della Vita è un albero centrale: la sua linfa è la rugiada celeste ed esso è spesso assimilato alla croce di Cristo, che diventa, così, anche strumento di redenzione.
La scacchiera, con il simbolismo del gioco degli scacchi, è originaria dell'India e si ricollega chiaramente alla strategia di guerra. Con le sue figure geometriche, di colori alternati -
Nell'antichissima tradizione dei Quadrati magici -
Anche nella tradizione cristiana il quadrato, data l'uguaglianza dei suoi quattro lati, rappresenta il Cosmo.
Ma la forma quadrata non è unica. Essa appartiene al tempo, ma l'eternità è rappresentata dal cerchio che, dopo aver scandito l'arco dell'anno, ha misurato il tempo, poi l'eternità ed infine ha significato l'infinito.
Il cerchio ed il quadrato rappresentano i due aspetti fondamentali di Dio: l'unità e la manifestazione divina.
Il cerchio esprime il celeste, il quadrato il terrestre e il cerchio è per il quadrato ciò che il Cielo è per la Terra e l'eternità per il tempo, ma il quadrato si inscrive nel cerchio, vale a dire la Terra è dipendente dal Cielo. Il cerchio, infatti, è anche il simbolo del tempo: la ruota gira. Carl Gustav Jung ha mostrato che il simbolo del cerchio è un'immagine archetipica della totalità della Psiche, il simbolo del Sè, mentre il quadrato è il simbolo della materia terrena, del corpo e della realtà materiale.
Il Cerchio è per il Quadrato ciò che il Cielo è per la Terra, e l'Eternità per il Tempo, ma il Quadrato si inscrive nel Cerchio, vale a dire che la Terra è dipendente dal Cielo, come ricorda la Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto:
"CIO' CHE E' IN BASSO E' COME CIO' CHE E' IN ALTO, E CIO' CHE E' IN ALTO E' COME CIO' CHE E' IN BASSO".
L'Albero cosmico è anche Albero di vita, archetipo sul quale si costruisce l'Asse cosmico tribale. Tutte le betulle, che sono alberi bianchi e perciò i più luminosi, alberi stupefacenti, per dimensioni e longevità, lo evocano e partecipano alla sua sacralità. La betulla, in quanto pilastro cosmico, viene incisa con dodici tacche, che rappresentano i livelli celesti.
Ecco il motivo di avere realizzata questa scultura di colore bianco, associandola simbolicamente alla betulla.
Il bianco si colloca alle due estremità della scala cromatica e significa l'assenza dei colori o la somma. E' il colore del latte, luce dell'argento e della Luna, ma è anche colore solare e diviene il simbolo della coscienza diurna illuminata, che ha presa sulla realtà. Ed infatti la betulla è talvolta associata alla Luna e al Sole: in questo caso è doppia, padre e madre, maschio e femmina.
La betulla, inoltre, è il simbolo della via attraverso la quale discende l'energia del cielo e risale l'aspirazione umana verso l'alto.
L'albero riunisce simbolicamente i quattro Elementi tradizionali: l'acqua circola con la linfa, la terra si integra al suo corpo attraverso le radici, l'aria nutre le sue foglie ed alimenta il fuoco che si sprigiona dal legno se lo si strofina. Esso è anche il simbolo dell'Uomo, infatti il corpo umano è composto dai quattro Elementi necessari per la vita: l'acqua è presente per oltre due terzi, la terra è presente nelle ossa, nelle cartilagini e nella parte chimica del corpo, l'aria viene introdotta con la respirazione, la quale è fondamentale per la combustione interna (ovvero il fuoco).
Perciò io vi associo anche la Ceramica, perchè anch'essa è formata dai quattro Elementi: la terra e l'acqua formano la creta che è essiccata all'aria e viene consolidata con il fuoco.
Ma l'albero e la Ceramica sono androgini, l'uomo, invece, no.
La Ceramica è la più antica delle forme artigianali di cui si abbiano ininterrotte testimonianze attraverso i secoli, da vari millenni. Perciò rappresenta il primo simbolo dell'Artigianato artistico, come l'albero è il primo simbolo dell'Uomo.
Ecco, quindi, l'accostamento tematico e simbolico che ho ideato assemblando precisi significati in questa scultura: la Terra (il Quadrato, la Scacchiera), circondata dal Tempo ( i Mesi e i Segni zodiacali, il Cerchio), con la raffigurazione del popolo vivente (i Mestieri).
Andrea Fontana 1987