VENERE, Mitologia, Arte e Astrologia - SCIENZE ASTRATTE

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VENERE, Mitologia, Arte e Astrologia

ASTROLOGIA > PIANETI, ASTEROIDI E PUNTI FITTIZI

VENERE
Mitologia, Arte e Astrologia
di Andrea Fontana
8 Agosto 2013


Venus/Venere, Afrodite;
Taurus/Toro, Libra/Bilancia. (2012)

Quadro-scultura ad altorilievo in terracotta. cm. 34 X 70


Il simbolismo di Venere è di una complessità enorme, di cui è stata finora rivelata solo una parte.

In questo quadro-scultura ho raffigurato Venere, Venus per i latini ed Afrodite per gli antichi greci, la divinità dell'amore distinto in due tipi: cosmico e umano; nel tipo cosmico è riferito all'Amore inteso come attrazione tra loro delle varie parti dell'Universo per conservare e procreare, che simboleggia l'istinto naturale di generazione e di fecondazione, mentre nel tipo umano si riferisce all'amore di vari livelli evolutivi umani, che parte dai livelli più bassi dell'attrazione erotica, fino a giungere all'Amore spirituale dei grandi iniziati.
Infatti Platone distingueva l'esistenza di due tipi della dea: una nata da Urano (il Cielo) e detta perciò Venere Urania, dea dell'Amore puro e spirituale, ideale della Bellezza e dell'Amore platonico, che personificava l'Amore nato dalla contemplazione del divino ed era raffigurata nuda, poiché simbolicamente la nudità rappresenta la purezza spirituale; l'altro tipo di Venere era nata da Dione ed era detta Venere Pandèmia, cioè "del popolo", dea dell'amore volgare, erotico e istintuale, che era vestita elegantemente e ricoperta di gioielli. In questo quadro ho raffigurato Venere in modo che comprenda sia la Venere celeste spirituale, sia la Venere terrena materiale, per tali motivi l'ho raffigurata mezza nuda e mezza vestita, poichè raffigura un terzo tipo della dea, quello della Venere intermediaria fra il Cielo e la Terra, fra lo Spirito e la Materia, fra l'Anima e la Personalità. Il braccio destro è sollevato verso l'alto, per indicare il simbolismo celeste spirituale, ed il braccio sinistro è proteso verso il basso ed è appoggiato alla sua veste, per indicare il simbolismo terreno materiale.
Infatti ho considerato che alcune famose statue di Venere dell'antichità sono state raffigurate vestite solo a metà, ad esempio la magnifica e misteriosa Venere di Milo (II secolo a.C.) di cui non si conosce come era la posizione delle braccia, la Venere di Arles (I secolo a.C.), la Venere di Capua (II secolo d.C.), e in tempi più recenti la Venere italica scolpita nel 1812 da Antonio Canova, parzialmente nuda e in parte coperta da un drappo.

Occorre precisare che è stato scoperto, per mezzo di dettagliate analisi al microscopio, che tutte le statue dell'antichità arcaica erano colorate, ma gli artisti dal Rinascimento in poi, fra cui Michelangelo e Canova, hanno creduto che le antiche sculture fossero state lasciate al naturale, senza colorazione, e per tale motivo hanno scolpito tutte le loro opere senza colorarle.

                                      
Venere di Milo e Venere di Arles, Parigi, Louvre        Venere di Capua, II sec., Napoli     Venere di Canova, 1812, Firenze


Pitagora attribuì ad Afrodite il numero cinque ed il pentagono come forma geometrica, infatti Venere è l'unico pianeta del nostro Sistema solare che può essere identificato con un movimento che forma nel cielo un pentagramma perfetto, derivato dal tracciamento dei suoi movimenti astronomici attraverso lo Zodiaco.
Per tale motivo nel mio quadro ho raffigurato 5 colombe, animali sacri alla dea, di cui 4 si librano sopra di lei e una quinta è posata sulla sua mano, ad indicare che l'amore della dea non è ancora salito completamente al Cielo.
Poiché il 5 è il numero esoterico di Afrodite-Venere, il 7 è il numero collegato al Segno della Bilancia, il settimo Segno dello Zodiaco, governato da Venere nel suo domicilio diurno per l'Astrologia Classica; ecco perchè in questo quadro ai piedi di Venere ho raffigurato 7 grandi rose, poiché la rosa è il fiore di Venere e 7 è il numero della Bilancia, di cui si vede la figura zodiacale librarsi nel cielo a destra, che richiama la Costellazione di Libra.
In basso a sinistra si vede la figura zodiacale del Toro, da cui ha preso il nome la Costellazione di Taurus, domicilio notturno di Venere.
Il Segno del Toro ed il Segno della Bilancia sono entrambi governati da Venere per l'Astrologia Classica, che governa la Personalità, mentre invece per l'Astrologia dell'Anima, Venere governa il Segno e la Costellazione di Gemini, e rappresenta la Mente astratta.




Nel cielo in alto a destra si vede il pianeta Venere, a cui venne dato il nome della omonima dea della Mitologia romana.
In alto a sinistra si vede il glifo astrologico ed astronomico di Venere, composto da una croce sormontata da un cerchio, che racchiude diversi simbolismi, alcuni noti ed altri esoterici; nel significato classico e materiale questo glifo rappresenta lo specchio di Venere, sinonimo di bellezza ma anche vanità, che in questo quadro vediamo raffigurato ai piedi di Venere; invece il glifo nel suo significato spirituale simboleggia la Materia (la Croce) che viene purificata e governata dallo Spirito dei puri sentimenti (il Cerchio).



Sullo sfondo dell'orizzonte si staglia il mare, per ricordare che Venere-Afrodite era nata dalla schiuma del mare ed era figlia della ninfa degli oceani Dione, pertanto era venerata dai naviganti; infatti uno degli appellattivi di Venere è 'Anadiomene', che significa "nata dalla spuma del mare".
Sul Piano Fisico il mare rappresenta il Piano Astrale-Emotivo, ed il simbolismo dell'Acqua è collegato al Corpo astrale-emotivo ed alle emozioni, le quali possono essere padroneggiate solo quando vengono raffinate e purificate dall'assenza di desiderio e con lo sviluppo di emozioni pure e sentimenti elevati, in modo che si possano rispecchiare nell'acqua limpida e calma come se fosse uno specchio.
In secondo piano dietro a Venere ho raffigurato un maestoso cigno, che è uno degli animali sacri a Venere. Nel simbolismo esoterico il cigno rappresenta il Nirmānakāya, che, Helena Petrovna Blavatsky, ha spiegato che non è, come comunemente si crede, il corpo nel quale un Buddha o un Bodhisattva appaiono sulla Terra, ma è un grande Essere che durante la sua ultima incarnazione fisica, sia come Hutuktù che Khubilkhan, ossia un Adepto e un perfetto Yogi, è diventato un membro della Gerarchia Spirituale, quell’Esercito invisibile che, entro i limiti Karmici, protegge da milioni di anni l’Umanità e veglia su di essa. Scambiato spesso per uno “Spirito”, per un Deva o per lo stesso Dio, un Nirmānakāya è sempre un protettore, un Maestro di compassione e un potentissimo Angelo custode per chi diventa degno del suo aiuto.
Infatti Douglas Baker ha precisato che nel tema natale dei discepoli dopo la seconda Iniziazione, Venere indica anche il grado e la qualità dell'influenza del Nirmanakaya, ossia l'accessibilità del fuoco spirituale e il punto in cui esso può manifestarsi nella loro vita.

Dopo un lungo studio condotto per molti anni sul mito di Venere sono giunto alla conclusione che la raffigurazione umana di questa dea, quando è ritratta completamente nuda (poichè anticamente la nudità simboleggiava la purezza spirituale) sia l'indicatore esteriore del livello di spiritualità raggiunto dal tipo di individuo che la osserva, che è tanto meno evoluto quanto più egli resta turbato o in qualche modo eccitato alla vista della femminilità nuda, ed invece è tanto più evoluto quanto meno ne risente a livello emotivo, ma vede nella nudità di Venere soltanto un armonioso e atavico corpo femminile portatore di grazia, bellezza ed armonia.


MITOLOGIA

Venere, in latino Venus, deriva dal termine “venus, venustas” = bellezza.
Nel tomo primo di “Antologia; giornale di scienze, lettere e arti”, Firenze, 1821 (pag. 399) il nome 'Venus' si fa derivare da 'Veno', con il significato di 'dote della sposa'.
Venere nell'antica Roma era la dea dell'amore e della pace, nell'antica Grecia era Afrodite, la dea più bella.

Dall'antichità più remota ci sono giunte sculture che sono state denominate "Venere". Ecco alcuni esempi.

                           
   
   Venere di Laussel                  Venere di Willendorf, datata 20.000~30.000 a.C            Venere di Savignano

           
                
Venere di Vestonice                      Venere di Frasassi       Le Veneri del Museo Archeologico statale di Ancona

  
Nell'antico Egitto vi era la maestosa Hathor, la vacca sacra, che corrisponde a Venere, signora del Piacere, dell'Allegria e della Procreazione, da non confondere con Bastet, la dea gatto, ossia Iside, che il Maestro Tibetano D.K. ha precisato che rappresenta invece il corpo astrale emotivo, uno dei tre aspetti della personalità integrata che si riassume nel Segno zodiacale della Vergine.  

   
      
La dea Hathor e la vacca sacra



La dea Bastet con la sorella Sekhmet, che rappresenta il potere distruttivo del Sole.



La chiave di Ankh e il glifo di Venere


Da notare la che la dea Hator tiene nella mano la chiave di Ankh, che è simile al simbolo classico di Venere.

Nella Mitologia Vedica, Venere era chiamata Shukra, oppure Bha (stella), BhArgavapriya (diamante), BhRgu (precipizio) ed il suo mantra era Om Klim Shum Shukraya Namah. Nel Kama Sutra, l'antico libro indù sulle tecniche dell'arte amatoria, “kamasutra” significa "Canto di Venere" in quanto Sutra significa "verso" o "canto" e Kama è il Dio dell'Amore. Il termine sanscrito 'Shukra' significa "luce brillante" e indica anche lo sperma. Shukra è il guru degli asura che sono influenzabili solo con il fascino, non con la forza.    

      
Shukra - Venus


Nella Mitologia Norrena era chiamata Freya, dea dell'amore e della bellezza, i cui animali sacri erano i gatti, che trainavano il suo carro bellico. Infatti questa dea era anche guerriera, contrariamente alla sua corrispettiva dea greca e romana, nota piuttosto come dea della Pace; ma la Pace spesse volte nasconde la Guerra, tanto è vero che l'amante di Venere più noto era Marte, dio della Guerra.
Infatti per la Civiltà Maya, Venere era la dea della guerra ed irradiava la Terra con raggi cattivi, provocando morte e distruzione.

       
Freya sul carro trainato dai gatti, e Freya cinta per la guerra    - Freya e la Collana dei Brisinghi, di J. Penrose, 1890



Nella Fenicia, Venere era la dea Astarte.

                    
La dea fenicia Astarte                                                         La dea sumerica Inanna       
       

Gli antichi Sumeri, dai quali la Mitologia greca trasse molti concetti, chiamavano il pianeta Venere Inanna, chiamata dai babilonesi IshtarEshtar, equivalente alla fenicia Astarte, ovvero 'Stella del Mattino' e 'Dea dell'Amore', in particolare l'amore dei sensi e quello per la guerra e le battaglie. Nelle rappresentazioni iconografiche la dea era alata, cavalcava un leone ed era armata di arco e frecce. Normalmente veniva ritratta vicino al dio Sole, poiché astronomicamente si trova sempre vicino al Sole. 
Inanna è la dea della fecondità, dell'amore e della bellezza, che governava i raccolti e la fertilità, oltre alla guerra.

          
La dea babilonese Ishtar o Eshtar


I babilonesi adoravano Ishtar, dea dell'amore e della generazione, ma anche signora del Cielo, sposa divina del re e consigliera della sua azione di governo in pace e in guerra. Come dea della natura e della vegetazione, Ishtar/Astarte presiedeva alla nascita ma anche alla distruzione, nel perpetuo avvicendarsi delle stagioni. Secondo la leggenda, la dea discese negli Inferi per cercare l'anima del suo amato, Tamuz, che era morto; a mano a mano che si spingeva negli Inferi, la dea veniva privata della sua gloria dai guardiani dell'Inferno, e quando arrivò al cospetto della Regina degli Inferi, venne impiccata ad un gancio per carni e lasciata agonizzare fino alla morte. La dea venne infine recuperata per volontà divina ed eletta Signora del Cielo.

Dall'Oriente semitico, attraverso la mediazione di Cipro e Citera, Ishtar-Astarte è approdata nella civiltà greca dove ha preso il nome di Afrodite.

      
      La Nascita di Venere, di Cabanel, 1863                                                   Nascita di Venere, Gerome

 
Nella Mitologia greca e romana, Afrodite-Venere era figlia del Cielo e del Mare, ovvero di Urano e di Gaia, ma veniva anche riconosciuta come una delle figlie di Zeus, o anche come figlia della schiuma del mare.
Esistono due versioni della nascita di Venere:
nella prima versione narrata da Esiodo nella Teogonia, la dea era nata prima delle altre divinità dell'Olimpo: quando il titano Crono recise i genitali di Urano e li gettò in fondo al mare, il sangue ed il seme in essi contenuti si addensarono in forma di schiuma e da questa emerse Afrodite, da cui l'origine del suo nome, poichè il termine “aphros” in greco significa 'schiuma', che fu sospinta dagli Zefiri fino all'isola di Cipro; secondo altre fonti, approdò prima a Citera, o a Pafo, e sulla riva fu accolta dalle Ore (le Stagioni) che la vestirono, la agghindarono e la condussero presso gli dèi immortali. Afrodite, dunque, non avrebbe avuto né infanzia, né fanciullezza, ma sarebbe venuta al mondo come una donna giovane e completamente formata;
nella seconda versione, nota come "Versione dei Cherubini", narrata da Omero nell'Iliade, Venere-Afrodite era figlia di Zeus e della ninfa degli oceani, Dione, e diventò la sposa di Efesto (Vulcano) da cui diede alla luce alcuni figli. Tuttavia, trascurava i propri doveri domestici e coniugali poiché dedicava molto tempo ai propri amori con altri dèi e uomini mortali. Tra i numerosi amanti, le sono attribuiti Ares (Marte), dio della Guerra, con il quale la sua relazione è la più nota e la più duratura, e anche con mortali fra cui Bute e Anchise, e con l'avvenente Adone, per il quale l'amore della dea creò la rivalità con Persefone (Proserpina) regina dell'Ade insieme a Plutone. Inoltre Afrodite era la madre di Eros (Cupido), Deimos (Terrore) Phobos (Paura) ed Armonia, la moglie di Cadmo. Uno dei suoi figli mortali era Enea, avuto da Anchise, Re di Dardania, il quale venne reso storpio da una saetta di Zeus quando gli rivelò di aver amato la dea. Grazie ad Afrodite, Enea insieme al padre e al figlio Iulo (o Ascanio), riuscì a fuggire dalla città di Troia in fiamme ed a cercarsi una terra dove crearsi una nuova patria. In tal modo Roma vantava come particolare protettrice Afrodite-Venere, considerata l'antenata degli Iulii, i discendenti di Iulo, a loro volta discendenti d'Enea, e perciò della dea. Per questo Cesare le edificò un tempio, sotto la protezione di Venere Madre, la Venus Genitrix.     


Il giudizio di Paride - Joachim Wtewael, 1615


Venere-Afrodite fu la causa indiretta della Guerra di Troia, che iniziò con una contesa il cui oggetto era la proclamazione della dea più bella dell'Olimpo. Nell'opera di Omero non vi è alcun cenno a questa origine per la guerra di Troia, ma ne parla Euripide nelle Troiane: Zeus era persuaso che la Terra fosse sovrappopolata, quindi convinse la dea della Discordia Eris a partecipare alle nozze di Peleo e Teti, al cui matrimonio non era stata da loro invitata, e per vendicarsi lasciò rotolare tra i convitati una mela d'oro (il pomo della discordia), con la scritta «Alla più bella». Nacque subito una disputa tra Hera (Giunone), Atena (Minerva) ed Afrodite (Venere). Le tre dee chiesero allora aiuto a Zeus, il quale si rifiutò di esprimere un parere, ma decise di rimettere il giudizio ad una persona imparziale. La scelta cadde sul pastore Paride, che si trovava sul monte Ida, su cui Ermes condusse le tre dee insieme al 'pomo della discordia'. Ma a Paride venne chiesto di decidere non in base alla bellezza, bensì al miglior dono che ciascuna dea gli avrebbe offerto. Hera (Giunone) gli offrì di diventare il dominatore di Europa e di Asia, Atena gli promise che avrebbe condotto i Troiani alla vittoria sui Greci, e Afrodite gli offrì in sposa la donna più bella del mondo, Helena (Elena). Paride consegnò ad Afrodite il pomo della discordia e la dea lo condusse da Elena di Troia, moglie di Menelao, aiutandolo a rapirla, e questa fu la causa della guerra di Troia. Con la sua scelta, Paride si inimicò anche Atena ed Hera, che si schierarono con gli achei.

     

Nascita di Venere, di W. Adolphe Bouguereau, 1879              Il Trionfo di Venere, di Gaetano Gandolfi (1734-1802)

Poiché Afrodite era nata dal mare, veniva venerata dai naviganti, non come Poseidone (Nettuno), ma come Pontìa, protettrice della navigazione, colei che rende il mare bello e tranquillo e sicura la navigazione. Per questo le era sacro il delfino, l'allegro accompagnatore dei naviganti.

In Occidente, il culto di Afrodite ebbe il suo maggiore centro in Sicilia sul monte Erice, dove esisteva un santuario punico dedicato a Tanit, e vi si praticavano riti di fecondità, e sembra anche la prostituzione sacra.
Dalla Sicilia il culto della dea si diffuse in Italia passando per la Magna Grecia, l'attuale Calabria, fino ad arrivare a Roma, dove Afrodite fu venerata col nome di Venus, da “venus, venustas” = bellezza e con il nome di Venus Erycina.
Afrodite era venerata con il nome di Anthéia per la sua capacità di riportare la vita nella vegetazione, e come Areia = “accanto ad Ares”, protettrice dei combattenti.
Afrodite-Venere aveva una piccola corte che la accompagnava, costituita dalle Ore, dalle Cariti, o Grazie, da Eros, Potos (il desiderio), Imero e Imene, dio delle nozze. 

Venere è stata associata al rame, metallo di cui è ricca Cipro, isola natale di Afrodite, e veniva raffigurata a volte come un triangolo piatto, a volte con il numero cinque ed altre con il colore blu. Veniva inoltre identificata con il giorno di Venerdì (dies Venus, il giorno di Venere).
I Sassoni usavano il nome della loro dea della fertilità, Fria, che si trasformò poi nel nome inglese di Friday, “giorno di Venere” o Venerdì, mentre il nome francese Vendredi indica la sua chiara origine greco-latina.

In origine, Venere era la dea dei giardini e degli orti e solo in seguito venne identificata con Afrodite, dea dell'amore e della bellezza.
Dalla Grecia, il mito di Afrodite penetrò nella cultura ellenistico-romana cambiando il nome in Venus.
La Venere dei romani era in origine una divinità essenzialmente agreste, protettrice dei campi, dei giardini e dei loro coltivatori.
Più tardi, divenne dea della bellezza e dell'amore ed a lei si doveva la vita, infatti i Romani la identificavano anche con la Primavera e la rinascita della natura.
Secondo la tradizione, Venere aveva come ancelle le Grazie o Cariti; i suoi animali preferiti erano le colombe, che a volte trascinavano il suo carro, i cigni, le lepri, i serpenti, le tartarughe, i delfini, le conchiglie marine.
In quanto protettrice dei giardini a Venere erano consacrati il mirto, la rosa, il melo cotogno e il papavero.
Altri suoi attributi convenzionali erano la cintola magica che rende seducente chi la indossa, lo specchio, la torcia che desta amore, e il cuore fiammeggiante, infatti era la madre di Eros, conosciuto anche come Cupido o Amore.

Platone immaginò l'esistenza di due tipi di Venere: una nata da Urano, il Cielo, e detta perciò Venere Urania, dea dell'Amore puro e cosmico, ideale della Bellezza e dell'Amore platonico; l'altra nata da Dione e detta Venere Pandèmia, cioè 'popolare', dea dell'amore volgare, erotico e istintuale, volgarmente meretrice, prostituta.
Tra i tanti titoli che le erano attribuiti c’era oltre a quello di Urania (amore celeste) e Pandèmia (amore terreno), anche Anadiomene (ossia nata dalla spuma del mare), Anselmia e Scodia.  Inoltre, per le sue origini dal mare, proteggeva i marinai e i naviganti che la imploravano con gli epiteti di Euclodia e Pompia, riferiti entrambi alla navigazione marittima.


Amor Sacro e Amor Profano (1515) di Tiziano- Galleria Borghese, Roma

I neoplatonici fiorentini del Quattrocento come, per esempio, Marsilio Ficino, Angelo Poliziano e Lorenzo di Pier Francesco de' Medici, mecenate di Sandro Botticelli, che facevano parte della cultura gravitante intorno a Lorenzo il Magnifico, aderivano alla teoria di Platone, e distinguevano i due tipi di Venere, che raffiguravano rispettivamente la natura spirituale e la natura fisica dell'amore: la Venere cosmica personificava l'amore nato dalla contemplazione del divino, che nei dipinti, era raffigurata nuda, come simbolo di purezza, mentre la Venere terrena attendeva di trasformarsi in quella celestiale, ed era vestita elegantemente e ricoperta di gioielli.


Il Parnaso, di Andrea Mantegna, 1497 - Louvre, Parigi

Il dipinto di Andrea Mantegna intitolata "Il Parnaso" è un'opera iniziatica, che apparentemente mostra l'amore adulterino tra Venere e Marte, rappresentati su un arco naturale di roccia davanti a un letto simbolico. Sullo sfondo la vegetazione ha molti frutti nella parte sinistra (maschile) e uno solo nella parte destra (femminile), simboleggiando la fecondazione.

Il mito classico di Venere è la personificazione eterna dell'amore ed è raffigurato in un'ampia varietà di immagini e pose, a volte come simbolo di purezza, altre come espressione di una sensualità conturbante.
Dal punto di vista iconografico Venere è stata raffigurata come nascente dalle acque mentre giunge sulla riva di Cipro, oppure giacente o dormiente, oppure in trionfo, oppure associata ad altri soggetti mitologici. 


Nascita di Venere, di Sandro Botticelli, 1482-1485 circa. Firenze, Galleria degli Uffizi


Nel Rinascimento è famoso il dipinto di Sandro Botticelli noto con il titolo "Nascita di Venere" o meglio "Venere in Conchiglia", considerato l'ideale perfetto di bellezza femminile nell'Arte, in cui la dea, nata dalla schiuma del mare, è in piedi su una grande conchiglia, simbolo di fertilità, e viene sospinta dal soffio di Zefiro abbracciato a un personaggio femminile, forse la ninfa Clori, oppure il vento Aura o Boracon, con la quale simboleggia la fisicità dell'atto d'amore, che muove Venere col vento della passione, il vento fecondatore, verso la riva, dove Flora, dea dei fiori, oppure una delle Ore che presiede al mutare delle stagioni, l'attende per avvolgerla in un rosso mantello.
Contrariamente al titolo con cui l'opera è nota, essa non raffigura la nascita di Venere, ma il suo approdo sull'isola di Cipro.
Questa opera nasconde un'allegoria neoplatonica basata sul concetto di amore come energia vivificatrice, come forza motrice della Natura. La nudità di Venere non rappresentava per i contemporanei di Botticelli una pagana esaltazione della bellezza femminile, ma piuttosto il concetto di Humanitas, intesa come bellezza spirituale che rappresenta la purezza, la semplicità e la nobiltà dell'anima. Non a caso è stato fatto un parallelismo tra Venere e l'anima cristiana, che nasce dalle acque del battesimo. Sarebbe dunque un'allegoria dell'amore inteso come forza motrice della Natura e la figura della dea, che è nella posa di Venus pudica (ossia mentre copre la sua nudità con le mani ed i lunghi capelli biondi) rappresenterebbe la personificazione della Venere celeste, simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell'anima.

       
         
         Venere dormiente, del Giorgione, 1505-1510                        Venere allo specchio, di Tiziano Vecellio, 1555


          
  Venere e Cupido, di Lorenzo Lotto, circa 1540                    Allegoria di Venere e Cupido, del Bronzino, 1540-50

              
Venere e Marte legati da Amore, di Paolo Veronese, 1578          Marte che spoglia Venere, di Paolo Veronese, circa 1580            


Dal Rinascimento in poi Venere è stata la figura mitologica femminile più rappresentata nella storia dell'Arte occidentale. Il suo ruolo di dea dell'amore giustificava il fatto che venisse dipinta senza veli e talvolta il suo nome era solo un pretesto per poter commissionare un nudo femminile. 

            

Venere allo specchio, di Peter Paul Rubens, 1613                             Venere allo specchio, Diego Velàzquez, 1650       


           Venere, Marte e Cupido, del Guercino, 1633                                    Venere e Amore, di Guido Reni, 1639


Esiste una vastissima gamma di appellativi, a volte anche inquietanti, con cui Afrodite è venerata nelle diverse località della Grecia e più tardi di Roma: Afrodite Etera, Afrodite Prostituta e persino Afrodite Pitionice, dal nome di una celebre cortigiana ateniese amata da Arpalo, l'infedele tesoriere di Alessandro Magno. 
Secondo la tradizione, in Tessaglia Afrodite era addirittura chiamata con l'epiteto di Omicida, in seguito al brutale assassinio della bellissima etera Laide, uccisa da alcune donne invidiose del suo fascino: è tuttavia probabile che l'episodio sia in realtà una tarda reinterpretazione di un antico quanto macabro rituale espiatorio. 

      

                           Venus, di Sebald Beham, 1540                      -                 Venus di Jacob Matham, 1597


     
        Venus, di Maarten de Vos (Anversa, 1532 – Anversa 1603)


Maarten de Vos (Anversa, 1532 – Anversa, 1603)

    
VENUS, e CARRO DI VENERE, di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778)


VENUS di Hans Thoma (Bernau im Schwarzwald, 2 ottobre 1839 – Karlsruhe, 7 novembre 1924)


          
Venere Callipigia, Museo archeologico nazionale di Napoli

La suddetta statua ripresa da diversi lati è la Venere Callipigia, termine di origine greco che significa "belle natiche".
Si tratta di una copia romana di una statua di bronzo di derivazione ellenistica, rinvenuta a Roma presso la Domus Aurea, databile al I-II secolo e conservata nel museo archeologico nazionale di Napoli. Venere è ripresa nell'atto di sollevare il suo peplo per scoprire i fianchi e le natiche e volgere lo sguardo dietro le spalle per osservarli (il cosiddetto rituale dell'anasyrma).
E' una scultura in marmo di autore rimasto anonimo, che risale all'epoca dell'imperatore Adriano e che al momento del ritrovamento era priva di testa. Nel 1594 così fu acquistata dalla famiglia Farnese, restaurata, con l'aggiunta del capo, e collocata al palazzo omonimo di Roma, inserendola così nella collezione di sculture archeologiche. Successivamente, nel 1786, fu trasferita nella città partenopea sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone a seguito dell'eredità dell'intera raccolta farnesiana ottenuta qualche decennio prima da Carlo, figlio dell'ultima discendente della famiglia, Elisabetta Farnese. In occasione di quest'ultimo spostamento, furono eseguiti altri lavori di restauro da Carlo Albacini, che sostituì nuovamente la testa, poi le braccia ed una gamba. Nel 1792 la scultura si registra alla reggia di Capodimonte mentre dal 1802 è al palazzo degli Studi (oggi Museo archeologico nazionale di Napoli), dove tutt'ora è esposta.
Questo soggetto è stato più volte replicato nel corso della storia; oltre alla versione di Napoli, vi sono altre versioni anche seicentesche, come quelle di Jean-Jacques Clérion e François Barois.

      
Torre del castello di Cardiff, Galles.  Statua di Venere in pietra di Thomas Nicholls del 1869-1873 - h. m. 2,75


Questa grande statua di Venere è situata sulla cima della torre dell'orologio del castello di Cardiff, nel Galles, ed è alta 9 piedi (metri 2,75). La statua fa parte del gruppo di 7 statue raffiguranti i pianeti antichi dell'Astrologia, che raffigurano anche i Segni zodiacali: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno.
Le statue sono considerate come un raro esempio di sculture dipinte conservate all'esterno, che furono scolpite nella pietra da Thomas Nicholls nel 1869 e colorate nel 1873. Nel corso degli anni sono state ridipinte più volte a causa del degrado causato dagli agenti atmosferici; l'ultimo restauro è iniziato nel 2004 ed è terminato nel 2008, stavolta includendo la completa ridipintura e ristrutturazione delle statue con foglie d'oro, dopo una ricerca effettuata con il microscopio sugli strati decorativi che sono stati applicati nel corso degli anni, al fine di identificare i colori originali e le tecniche decorative.



ASTRONOMIA


5 fasi di Venere

Venere è il secondo pianeta del sistema solare e non si allontana molto dal Sole: lo segue dopo il suo tramontare, oppure a volte lo precede prima che esso sorga. Il Pianeta ha un percorso giornaliero di 1° e non si allontana mai dal Sole oltre 48°. Se il Sole è situato in Bilancia, Venere potrà essere solo nei precedenti o successivi due Segni.
Venere ruota su se stessa in 243 giorni, in senso inverso rispetto agli altri Pianeti e condivide questa caratteristica con Urano, gli unici due pianeti del sistema solare che ruotano in senso orario.


   
Le fasi di Venere

Gli antichi greci e i latini credevano che si trattasse di due pianeti diversi e quindi identificarono il pianeta come Stella della sera (Esperòs) e Stella del mattino (Eosforòs).
Si attribuisce a Pitagora la scoperta che si trattava dello stesso pianeta.
Venere fu anche chiamata Phosforòs, che significa “apportatore di luce”, oppure Lucifer, trasposizione latina del greco Fosforos, mentre alla sera era chiamata Vesper o Vesperus, il Vespro, che fino al secolo scorso serviva come momento di passaggio dal giorno alla notte e veniva celebrato con apposite preghiere, i Vespri o Vesperi, al tramonto del Sole. 
Questo pianeta era conosciuto fin dall'antichità presso molte culture.
Per i Cinesi, ad esempio, il pianeta era noto come il Grande Bianco ed era associato ai metalli (in particolare all'oro), all'Occidente, ma anche al quinto giorno della settimana.
L'idea di una settimana composta di sette giorni con i pianeti che ne regolano le ore ed i giorni potrebbe aver avuto origine dall'India. Gli astronomi dell'America Centrale avevano una concezione simile.
Per i Maya, Venere era la dea della guerra ed irradiava la Terra con raggi cattivi, provocando morte e distruzione. Gli astronomi Maya avevano misurato attentamente ogni spostamento del pianeta, costruendovi sopra un calendario rituale.


Il ciclo pentagonale formato da Venere nel cielo in rapporto alla Terra


Al pianeta Venere è associato il Pentagramma, chiamato anche Pentalfa, o Pentagono regolare stellato o Stella a 5 punte. Questo pianeta, infatti, è l'unico del nostro Sistema solare che può essere identificato con una semplice struttura grafica e senza equivoci, derivata dal tracciamento dei suoi movimenti astronomici attraverso lo Zodiaco. Infatti, se si segnano le posizioni planetarie di Venere lungo i 360° del cerchio zodiacale, la figura che si forma è proprio un pentagramma perfetto. Lungo questo percorso il pianeta passa da momenti di invisibilità a momenti di estrema luminosità; quando Venere si trova in prossimità del Sole si manifesta secondo una duplice natura, ed è conosciuto come Stella del Mattino, Phosphoros, o Lucifer ("portatore di luce"), e come Stella della Sera, Hespheros o Afrodite (dea della bellezza, della sessualità e della pace).


Manoscritto con il Pentagramma


ASTROLOGIA    

                                         
Glifo classico di Venere            Croce della Materia        Cerchio dello Spirito


Il glifo astronomico e astrologico di Venere ha principalmente due significati; in quello materiale rappresenta lo specchio di Venere, sinonimo di bellezza ma anche vanità, invece nel significato spirituale simboleggia la Croce della Materia che viene purificata e governata dal Cerchio dello Spirito dei puri sentimenti. Si deve notare che in questo glifo è mancante la Mezzaluna dell'Anima ed è per questo che a questo pianeta è da attribuirsi l'amore che riguarda la personalità di vari livelli, mentre il glifo di Nettuno contiene la Mezzaluna e consente all'uomo di sperimentare l'amore spirituale.


                                           
          Venere Pandemia                     Venere Urania (Venere Retrograda)

L'autore Armando Profita nel suo libro “Astrologia Perduta” ha spiegato che Venere Pandemia è riferita al glifo classico di tale pianeta, con il cerchio che sovrasta la croce, e corrisponde a Venere nel Segno del Toro, Ariete e Scorpione. Invece Venere Urania ha il glifo rovesciato, con la croce che sovrasta il cerchio e corrisponde a venere in Gemelli, Bilancia, Aquario e Pesci. Ha inoltre precisato che Venere in Bilancia rappresenta l'unione procreativa.
Inoltre il glifo capovolto di Venere è usato per Venere Retrograda.
Con Venere Retrograda la Croce della Materia sovrasta il Cerchio dello Spirito, quindi ne risulta che l'individuo è attratto dagli aspetti materiali della vita, infatti il glifo di Venere è mancante della Mezzaluna dell'Anima, che nel moto Retrogrado indica la mancanza o carenza del potere di attrazione ed i legami vengono vissuti "in punta di piedi", con un distacco che allontana, e questo vale anche nei rapporti sessuali. Non si percepiscono i propri sentimenti e sembra quasi che il desiderio e il sentimento scattino in assenza del partner, più che in sua presenza, poichè non si riesce a comprendere quali siano i suoi veri sentimenti. Viene così a crearsi un timore nebuloso dei sentimenti, una sensazione di "impossibilità" rispetto all'amore, che complica la relazione con risentimenti inespressi e che fa soffrire. La sofferenza e l'insoddisfazione affettiva possono portare a reazioni morbose nei confronti del partner, in particolare se Venere riceve aspetti disarmonici, che si suppone non sia sincero o abbia secondi fini. Ma se con la maturazione si riesce ad accettare il proprio modo di essere, allora si può imparare a tenerne conto nella ricerca di un partner che sia in grado di capirlo.

Dobbiamo considerare che Venere, come ogni altro Mito collegato ai pianeti del nostro sistema solare, ha diversi significati perché esistono diversi livelli evolutivi e quindi la coscienza di ogni individuo corrisponde ad un determinato significato di Venere.
La maggior parte dell'Umanità sta ancora sviluppando i livelli inferiori di Venere, oppure si trova nei livelli intermedi e più raramente è vicina ai livelli superiori, ovvero gli elevati stati di Coscienza che sono stati sviluppati dai grandi Iniziati e dai Maestri di Saggezza oltre la Quinta Iniziazione, i grandi Esseri che hanno sviluppato il Centro del Cuore in modo completo e non possiedono più un ego personale, quindi il loro amore è omnicomprensivo e totalmente impersonale, privo di qualsiasi sentimento egoistico.
La maggior parte degli esseri umani sta sviluppando ancora gli aspetti esteriori e mondani di Venere: l'estetica, la seduzione, il sentimentalismo, la benevolenza, la dolcezza, la socievolezza. Venere rappresenta inoltre in questi casi i divertimenti, la lussuria, i piaceri del cibo, la trasgressione fisica, la vita sentimentale, la piccola fortuna, il denaro, l'emotività, gli agi, la capacità di persuasione attraverso il proprio fascino, la fecondazione, la raffinatezza, l'eleganza e la bellezza.
Per un uomo di medio livello evolutivo Venere può indicare le qualità fisiche, estetiche e passionali che la donna deve possedere per suscitare istintivamente la sua attrazione e il suo desiderio inconscio.
Per una donna di medio livello evolutivo Venere indica le sue capacità e predisposizioni seduttive, il senso del piacere, dell'estetica, dell'arte, del bello, della conciliazione, della serenità sia come viene vissuta, che manifestata agli altri. Attraverso i tantissimi livelli evolutivi umani Venere rappresenta la capacità di amare ed il modo tramite il quale gli esseri umani esteriorizzano le loro emozioni e sentimenti.
Nel tema astrologico, se Venere è forte indica la capacità di amare, ma se è afflitta tiene incatenati alle apparenze, alla superficilità e ai piaceri sensoriali. Il pianeta Venere è anche l'indicatore dell'arte, della poesia, della musica e della danza. Venere può rappresentare la musa ispiratrice.
Il tipo venusiano è di solito attraente, bel viso, begli occhi e bei capelli, possiede fascino sessuale e grazia artistica, ha mani ben formate e delicate, ha buona vitalità sessuale e tratti femminei; generalmente ha buona salute, ma se è troppo indulgente verso i piaceri materiali può soffrire ai reni, agli organi riproduttivi, ai polmoni e al cuore.

A livello psicologico i tipi venusiani sono romantici ma non sentimentali, percepiscono la natura della complementarietà in tutte le situazioni. Hanno un forte senso della grazia, una buona immaginazione, possono essere buoni artisti ed avere amore e devozione, amano la bellezza e l’eleganza, i gioielli, i lussi e possono diventare dipendenti dal lusso, ma quando sviluppano la loro spiritualità possono attuare l'amore più elevato, infatti Venere dona un forte potere sessuale che, quando è trasmutato, produce il potere spirituale e la forza di volontà; una Venere forte indica un forte carisma e la capacità di ispirare e dare entusiasmo, ma anche il potere di suggestionare.

Come archètipo Venere rappresenta l'innamorata, la moglie, l'amica o la sorella.
In ambito temporale Venere corrisponde al periodo che segue l'adolescenza dai 15 ai 24 anni

       
GEMINI, con Venere, di Douglas Baker

Per l’Astrologia dell’Anima, Venere governa il Segno dei Gemelli, e nell'Astrologia dei Sette Raggi, Venere è il pianeta sacro che regge il Quinto Raggio: Conoscenza concreta e Scienza Analitica (mente inferiore o mente concreta) le cui caratteristiche umane sono: proprietà di linguaggio ed accuratezza, giustizia (senza pietà), perseveranza, senso comune, rettitudine, indipendenza, acutezza intellettuale.
Vizi del Quinto Raggio: Tendenza al criticismo, ristrettezza di idee, arroganza, incapacità di perdonare, mancanza di compassione e di rispetto, tendenza ad avere pregiudizi.
Virtù da sviluppare: Riverenza, devozione, compassione, amore ed apertura mentale.

Nel tema di nascita degli aspiranti spirituali e dei discepoli, Venere simboleggia la Mente astratta e l’intuizione, senza la quale non è possibile usare l’Astrologia dell’Anima.
Mentre Mercurio simboleggia nel suo aspetto più elevato il passaggio e il collegamento fra la mente concreta e la mente astratta, Venere, sempre nel suo aspetto più elevato, indica dove e come si può sviluppare nella nostra vita la Mente astratta collegata al Piano Causale, il Regno in cui vive l’Anima, il Sè superiore.
Gli influssi più elevati di Venere sono percepiti solo da chi si trova sul Sentiero Spirituale, invece per la maggior parte dell’umanità valgono i valori inferiori.
Douglas Baker ha precisato che nel tema natale dei discepoli (dopo la seconda Iniziazione) Venere indica anche il grado e la qualità dell'influsso del Nirmanakaya, ossia l'accessibilità del fuoco spirituale e il punto in cui esso può manifestarsi nella loro vita.

Per l'Astrologia Monadica, vissuta solo dai grandi Iniziati dopo la terza Iniziazione, Venere rappresenta il Nirmānakāya, che Helena Petrovna Blavatsky, nel suo GLOSSARIO ESOTERICO, ha spiegato che non è, come comunemente si crede, il corpo “nel quale un Buddha o un Bodhisattva appaiono sulla Terra”, ma è un grande Essere che durante la sua ultima incarnazione fisica, sia come Hutuktù che Khubilkhan, ossia un Adepto e un perfetto Yogi, è diventato un membro della Gerarchia Spirituale, quell’Esercito invisibile che, entro i limiti Karmici, protegge da milioni d'anni l’Umanità e veglia su di essa. Scambiato spesso per uno “Spirito”, per un Deva o per lo stesso Dio, un Nirmānakāya è sempre un protettore, un Maestro di compassione e un potentissimo Angelo custode per chi diventa degno del suo aiuto.


Il Maestro Tibetano D.K. ha rivelato gli aspetti spirituali ed esoterici di Venere nei libri pubblicati da Alice Bailey, in cui ha spiegato che questo pianeta rappresenta la mente astratta. Ecco alcuni estratti dal volume “Astrologia Esoterica”. Le pagine si riferiscono all'edizione originale inglese.

“Venere [rappresenta] l’emergere dell’amore ottenuto col potere direttivo della mente.” pag. 126.
“Tramite Venere, [l’uomo] cade sotto il potere della mente, trasmutata in saggezza per mezzo dell’amore.”
pag.127.
“Venere, unione fra cuore e mente, inaugurerà l’Era tanto attesa di Amore-Saggezza, fratellanza e rapporti fraterni.”
Pag.149.
“Venere rivela…la coscienza o amore intelligente.”
Pag.173.
“Venere — 5° Raggio — Scienza concreta. Mente.”
Pag.187.
“Venere, la mente intelligente, in questo segno [Scorpio] perde potere perché l’intelletto, già sviluppato e usato, deve ora subordinarsi al potere superiore dell’Anima, l’intuizione spirituale.”
Pag. 225.
“Venere governa in Taurus [governatore Exoterico], Libra [governatore Exoterico] e Capricornus [governatore Gerarchico], ed è la fonte dell’intelligenza attiva, per desiderio (nei primi stadi) e per amore (negli ultimi stadi). In Taurus, significa la mente che si esprime mediante il desiderio intelligente, poiché tale è la meta della conoscenza dell’uomo ordinario. In Libra, il desiderio materiale personale e l’amore spirituale intelligente sono fra loro in equilibrio, poiché in questo segno risaltano nella coscienza e si bilanciano le due qualità del desiderio cosmico. In Capricornus, Venere è l’amore spirituale, che si esprime in modo perfetto quando l’opera di Taurus e Libra è compiuta. In questo modo si può rintracciare da un segno all’altro dello Zodiaco il filo d’oro dell’evoluzione, capire la storia dell’umanità e vederne la meta.”
Pag. 244.
“Venere, puro amore-saggezza, in questo segno [Virgo] cade nella generazione, e occultamente “scende in Terra”, a rappresentare (come accuratamente esposto nella Dottrina Segreta) il dono della mente e della divinità, incorporato nel Figlio della Mente, e quindi a simboleggiare la discesa del principio Cristico nella materia. Virgo e Venere assieme sono i due aspetti dell’intelligenza. Il simbolismo della discesa dello Spirito nel grembo della madre vergine, sta nel fatto astrologico che Venere “cade” in questo Segno; in senso esoterico sparisce dalla vista e scompare nelle tenebre.”
Pag. 281.
“Nel senso ordinario le masse umane invece progrediscono attraverso Venere, Mercurio e Saturno, poiché l’uomo di poca evoluzione è influenzato da quelle qualità che si possono definire come mente istintiva o affetto (Venere), cioè amore fraterno allo stato embrionale.” Pag. 283.
“Quando Venere è per lui la sorgente della saggezza ed è ciò che trasmuta la mente nell’intuizione e l’intelletto in saggezza, è pronto per essere iniziato. Si sta rapidamente liberando.”
Pag. 284.
“Venere, in questo Segno [Cancer], tende a fare della mente lo strumento della personalità, assecondata in ciò dalle forze del terzo Raggio, dell’Intelligenza Attiva. Così la scena è pronta per la comparsa dell’Anima nella forma.” Pag. 340.
“Venere fu potente nel connettere fra loro opposti quali il quinto Regno delle Anime, e il terzo (sintesi dei Regni subumani), il che comportò un grande Approccio fra anima e forma, e la nuova religione lo riconoscerà di fatto. Si invocheranno le Forze capaci di utilizzare quel potere planetario per promuovere il Piano divino sulla Terra. Fu per aver così congiunto certi opposti, che Venere, nelle menti umane, fu connessa erroneamente alla sessualità e ai rapporti fisici fra gli opposti, maschio e femmina.”
Pag. 355.
“Venere significa, nelle nostre menti, anche possedendo solo un barlume di verità occulta, ciò che è mentale, ciò che concerne la sublimazione ultima, ciò che riguarda il sesso e ciò che deve attuarsi simbolicamente nel mondo fisico. Ecco i concetti principali che si affacciano alla mente quando si considerano Venere e Taurus all’unisono. Sono fattori espressivi riferiti a loro fin dalla notte dei tempi, poiché hanno implicazioni fondamentali ed eternamente cosmiche. Taurus nasconde un certo mistero divino.” Pag. 384.
“Queste cose si possono dire in altro modo: Venere, cioè la Mente o l’Anima, rivela in Libra il significato e gli effetti exoterici del desiderio. In Gemini, Venere rivela il desiderio che gli opposti nutrono l’uno per l’altro, che è il tema che scorre in tutto il processo creativo ed evolutivo: il rapporto fra gli opposti.”
Pag. 391.
“...l’aspetto spirituale di Venere, che pone l’enfasi sul Figlio di Dio, che è il Figlio della Mente, lo strumento dell’amore divino; deve dunque apprendere come si trasmuta il sapere in saggezza.”
Pag. 395.
“Venere è l’amore intelligente, la Luna è l’intelligenza propria della materia;”
Pag. 402.
“Venere, si dice, causò il nascere della coscienza individuale nell’uomo — assieme ad altre influenze e altre forze. Nell’Era di Aquarius, Venere tornerà ad esercitare lo stesso influsso, stavolta però l’individualismo accentuato e la conscia realizzazione del Sé, saranno subordinati ai primi sintomi di una coscienza espansa per tutta l’umanità — quella della responsabilità di gruppo. La si potrebbe forse descrivere meglio dicendo “individualismo di gruppo”. Pag. 448.


Anche il famoso astrologo Alan Leo ha spiegato che l'influsso più elevato di Venere è il simbolo della Mente nell’uomo (sebbene non ha specificato che si tratta delle Mente astratta) nel suo libro “Astrologia Esoterica. Uno Studio sulla Natura Umana” tradotto e pubblicato in Italia da Editrice Nuovi Orizzonti, Milano, 1995:

“…la sua influenza [Venere] separata rispetto a quella degli altri pianeti, può essere esperita solo dalle anime più purificate e da quelle che vivono condizioni di alta cultura.” “…Venere è il pianeta che simbolizza la “Grazia di Dio”, ma per comprendere questa definizione occorre comprendere pienamente anche l’influsso di Saturno.”
“Venere è il pianeta dell’armonia, in quanto rappresenta le chiare percezioni della mente, che avendo espresso tutto quello che può essere percepito sul piano fisico, volge lo sguardo all’interno per divenire cosciente dei piani spirituali dell’essere. Essa allora rappresenta l’anima umana.” Pag. 68-69;
“Venere è nell’uomo il vero pianeta della mente, del principio intellettuale.”
Pag. 273.



Max Heindel e Augusta Foss Heindel hanno specificato che la spessa coltre di anidride carbonica e azoto che forma l'atmosfera del pianeta Venere ci ammonisce a rifiutare i lati negativi dell'amore e del piacere, la lussuria come mancanza di rispetto per il proprio corpo con conseguente blocco della propria energia e quindi la morte, la ossessività nei rapporti, il soffocamento della coppia, l'isolamento.



Alcune descrizioni di Venere date da Douglas Baker nei suoi libri, pubblicati in Italia dalle Edizioni Crisalide:

"Qualità di Venere a livello della personalità: Eleva, rinnova e scintilla. Attrae, raffina e unisce. Armonizza, sovrintende, ha stile. E' sofisticata, educata e ama viaggiare. Promuove accordo e diplomazia. Coordina la reciprocità e l'oscillazione tra gli opposti. Conferisce talento, grazie ed eleganza. Dona equilibrio, dolcezza e bellezza. Apporta luce ed illuminazione.
Venere governa le cose nuove e scintillanti, ad esempio il cellophane lucente e gli involucri plastificati, chiari e trasparenti.
Venere governa l'Antahkarana, il ponte con il sé superiore del discepolato.
Venere governa le persone con doti superiori. Un bambino su mille è un bambino prodigio, la loro intelligenza può non essere superiore alla media, ma le loro capacità spirituali sono incomparabilmente elevate.
Venere apporta compostezza, armonia, sicurezza di sé, grazia e dignità. Manifesta inoltre gli attributi della divinità tanto cari a Plutone: Verità, Bellezza e Bontà, in combinazioni impossibili per qualunque altro pianeta.
Venere governa i cigni. Nel tema natale delle persone spiritualmente evolute indica il grado e la qualità dell'influenza del Nirmanakaya, l'accessibilità del fuoco spirituale e il punto in cui esso può manifestarsi nella loro vita. I Nirmanakaya non ripetono i vecchi insegnamenti, sono degli innovatori. Venere governa il nuovo, indica ciò che è numinoso, come Leonardo Da Vinci che era l'incarnazione dell'archetipo dell'innovazione. Venere agisce a livello del pensiero astratto e della mente superiore, integra l'inferiore con il superiore, in modo da trasformare la conoscenza in saggezza, un'intelligenza amorevole, l'intelligenza applicata con amore.
Venere nei Pesci rappresenta la rosa, con la spinosa realtà dell'esistenza, ma anche con la fragranza della devozione.
Venere retrograda assume qualità opposte e complementari a quelle che di solito possiede, ed a volte si rovesciano in maniera spesso drammatica e catastrofica. Nel moto retrogrado diventa opaca, porta disordine e trascuratezza. Venere retrograda 'torna indietro', un'azione che riflette il suo moto. Un esempio appropriato è il ritorno a scuola, quando le vacanze sono finite e la vivacità dell'estate è andata via.
Venere diretta è bellezza e armonia. Venere retrograda può essere disarmonica, ma non nel senso di liti o separazioni. Può produrre una spaccatura, ma non una divisione completa.
Venere diretta governa le mani, mentre Venere retrograda governa ciò che è maneggevole, o 'a portata di mano'.”


L’astrologo Alan Oken ha riassunto i concetti espressi dal Maestro Tibetano D.K., nel suo libro “Astrologia centrata sull’Anima”, tradotto e pubblicato nel 1999 da Edizioni Crisalide:

“Il concetto predominante che abbiamo dell’amore – particolarmente quell’aspetto dell’amore che viene romanticizzato ed esaltato attraverso le canzoni e la poesia, ricercato “fino alla fine del mondo” ed in genere considerato quale condivisione quintessenziale degli esseri umani – non può certamente essere ritenuto di natura logica!
… Quando Venere opera attraverso la coscienza di un individuo centrato sull’Anima, il concetto e la funzione dell’amore assumono una connotazione nuova. Questo nuovo concetto dell’amore conferisce alla persona la capacità di coordinare la propria Intelligenza Attiva in modo che essa produca atti coesivi di buona volontà e promuova Giusti Rapporti Umani. Ciò richiede frequentemente che l’amore inferiore centrato sulla personalità venga sacrificato affinché le qualità più transpersonali possano condurre ad un orientamento di vita sempre più impersonale.
…La polarizzazione mentale attuata con l’aiuto di Venere costituisce un passo avanti rispetto al puro intelletto, in quanto libera la percezione della realtà dall’incanto della natura astrale e dei desideri, disponendo l’individuo ad un atteggiamento di amorevole distacco.”
Pag. 291.



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