MARTE, Mitologia, Arte e Astrologia - SCIENZE ASTRATTE

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MARTE, Mitologia, Arte e Astrologia

ASTROLOGIA > PIANETI, ASTEROIDI E PUNTI FITTIZI

MARTE, Mitologia, Arte e Astrologia
di Andrea Fontana
Martedì 8 Ottobre 2013




MARS/Marte, Ares
ARIES/Ariete e SCORPIO/Scorpione (2012)

Altorilievo in terracotta di Andrea Fontana - cm. 34 x 50

In questo quadro-scultura ho raffigurato Marte, per i latini Mars e per i greci Ares, il terribile dio della guerra, comprendente alcuni fra i simboli che sono collegati a questo antico mito.

Faccio notare il tipo di cielo, cupo e minaccioso, in cui svolge la scena, dove si vede in alto a sinistra il glifo di Marte ed a destra il rosso pianeta a cui è stato dato il nome del dio della guerra, che è un pianeta di piccole dimensioni, la metà della Terra, e poco più grandi di quelle di Mercurio.
In realtà è stato rivelato dal Maestro Hilarion (
La Natura della Realtà – Edizioni Crisalide, 1997) che il pianeta a cui è stato il nome di Marte, collegato al mitologico dio della guerra, è in realtà governato da una potente forma pensiero di nome Jmojer, carica di rabbia e odio, che in epoche remotissime fu intrappolata all'interno del pianeta, consentendole di entrare in contatto con la Terra solo nel momento di massimo avvicinamento fra i due pianeti, e tale influsso è riuscito a favorire l'odio, i dissidi e le guerre fra gli uomini nella storia del nostro pianeta, anche perché l'umanità ne ha rinvigorito la natura con le sue passioni, alimentando anche l'istinto collerico di certe persone. L'aggressività non è la stessa cosa dell'odio o della rabbia, ma la forma mentale creatasi è in grado di trasformare gli impulsi aggressivi in passioni distruttive, come l'odio, l'animosità e il disprezzo più profondo.




Vediamo nello sfondo a sinistra l'Ariete, domicilio diurno di Marte per l'Astrologia Classica, ed in primo piano in basso a destra si vede lo Scorpione, domicilio notturno di Marte, che governa il Segno dello Scorpione sia nell'Astrologia Classica che nell'Astrologia dell'Anima, ma lo Scorpione che governa la personalità ruota in senso orario, invece lo Scorpione dell'Anima ruota in senso antiorario, come si vede nella Costellazione raffigurata in alto nel cielo.
A fianco di Marte c'è un
avvoltoio, che è uno degli animali consacrati al dio della guerra perché è voracissimo dei cadaveri e per questo motivo seguiva gli eserciti nei combattimenti, al punto che si credeva che egli sapesse, con un anticipo di alcuni giorni, dove si sarebbe svolta una battaglia e dove vi sarebbero state più vittime, per cui si spostava in anticipo in tali luoghi in attesa di nuovo cibo. In questo quadro si vede un avvoltoio mentre ha già ripulito l'ultima ossa di uno dei due scheletri scomposti e sparpagliati ai piedi di Marte, ma non si tratta degli scheletri di due vittime di Marte, come invece potrebbe sembrare, simboleggiano bensì il karma umano che risale a due o al massimo tre vite precedenti e che nell'Astrologia Esoterica è collegato a Marte, mentre il karma più antico è collegato a Saturno, come ha spiegato Douglas Baker.
Infatti l'arcaica etimologia di Marte, andata dispersa, in latino “Mars”, “martis”, significava 'morte' e deriva da “Smert” “Smerti”, da cui “Mors”, “mortis”, morte.





Marte indossa una scintillante armatura metallica, corredata di un mantello rosso; il mantello è il simbolo del corpo astrale-emotivo, collegato al plesso solare, che è la porta del Piano Astrale/emotivo, ed il rosso è il colore del corpo del desiderio e del chakra sessuale, collegati con la passione dei cinque sensi.
Marte stringe nella mano destra una possente spada; la
spada è il simbolo della mente nel suo complesso, la mente concreta e la mente astratta. Il manico della spada è in analogia alla mente concreta e razionale, che deve essere ben sviluppata prima di aspirare a sviluppare la mente astratta e intuizionale, che, tramite lo sviluppo del discernimento, diventa affilata come la lama di una spada, per tagliare e separare l'utile dal superfluo ed il vero dal falso, ossia la spiritualità dal materialismo, fino ad arrivare alla punta della spada, che rappresenta l'aspetto più elevato della mente astratta, ossia l'intuizione spirituale, e permette al grande iniziato di connettersi al Sè superiore ed alla Monade. La dimensione della spada ed il rapporto proporzionale fra il manico e la lama raffigurate in questo quadro sono in analogia alla diversità dell'ampiezza della mente concreta e della mente astratta.


MITOLOGIA


L'etimologia originaria del nome di Marte è stata dispersa e confusa, ma anticamente si sapeva che il nome latino “
Mars”, “martis”, significava 'morte' e deriva da “Smert” “Smerti”, da cui “Mors”, “mortis”, morte (da “Antologia; giornale di scienze, lettere e arti”, Tomo primo, Firenze, 1821, pag. 399).

Marte per i Babilonesi era il dio “
Nergal", o Nergala, la divinità del fuoco, della distruzione e della guerra.

            
Un'immagine di Nergal e un'antica scultura di Gilgamesh


Nell'Epopea di
Gilgamesh, Nergal è signore dell'oltretomba, la «terra di non-ritorno», della guerra e della pestilenza.
Nergal è il secondo figlio di Enlil, e la sua consorte e co-reggente agli Inferi è Ereshkigal, sorella di Ishtar. Nella teologia assira Ereshkigal è sostituita da Las. Secondo altri miti la sua sposa sarebbe Aruru (nota anche come Mammi) la creatrice di Enkidu. A volte la sua figura si confonde con altre divinità come Namtar, visir dell'oltretomba che provoca le sessanta malattie ed è sempre marito di Ereshkigal, ma nell'Epopea di Gilgamesh, Namtar e Nergal sono entità distinte.
Alcuni studiosi sostengono che Nergal era conosciuto anche come
Ninurta, dio della guerra nei miti arcaici, il dio che ha quattro ali, ma in realtà si tratta di un altro dio, collegato a Crono-Saturno, come ho illustrato nell'articolo dedicato a Saturno.
In epoca assira era noto come
Erragal, da cui derivò Erra, dio della guerra protagonista dell'ultima grande epopea babilonese dell'antichità (Epopea di Erra). Si suppone che il nome greco Herakles derivi direttamente da Erragal.

         
Statuetta in pietra di Reshef, circa 1184–664 a.C., con il suo ornamento in testa a forma di gazzella


Il corrispettivo di Nergal nell'alta Siria era
Reshef, dio dell'oltretomba, dei tuoni, della guerra, della pestilenza e in generale della morte, che fu assimilato nella religione egiziana insieme ad altre divinità mediorientali.  di cui è celebre il tempio di Reshef a Ebla.
Nel "Metropolitan Museum of Art " di New York si conserva una statuetta in pietra alta 29 cm. che raffigura Reshef, raffigurato minaccioso e che porta uno scudo ed una mazza; sulla sua testa vi è la corona bianca egiziana con la testa di una gazzella, un animale che è un simbolo molto antico del dio Reshef e indica la sua sovranità sopra il deserto, anche se in altre raffigurazioni Reshef può indossare un uraeus al posto dell'emblema di gazzella e più comunemente tiene nella mano destra una lancia o un mazza, oppure un’ascia o una spada, e nella mano sinistra uno scudo o talvolta uno scettro a forma di ankh.
Molte statuette di bronzo sono state trovate che possono raffigurare il dio Reshef chiaramente identificato con la statuetta di pietra, ed inoltre compare su numerose stele, da solo o con altre divinità, particolarmente con Min e la dea siriana Qadesh.
Reshef si scrive anche Resheph e significa 'fulmine'.
Reshef era in origine siro-palestinese, ma è stato introdotto in Egitto durante la XVIII dinastia e fu poi assimilato con altre divinità egizie, con cui condivideva affinità pestilenziali o marziali, soprattutto con Seth e con il dio della guerra tebana Calogero, anche se ha mantenuto la sua identità. La sua natura marziale potrebbe essere riferita anche alla guarigione, poichè Reshef a volte è stato citato in alcuni rituali dedicati a sopraffare il demone Akha, che fu creduto la causa del dolore addominale per influssi negativi. La consorte di Reshef era la dea Itum citata accanto al dio nei testi egizi, tuttavia egli era anche associato con altre divinità del vicino Oriente e frequentemente è stato venerato come parte di una triade composta da Min, Qadesh e Reshef. Egli è stato probabilmente introdotto in Egitto come un ‘Hyksos’, che significa, in senso letterale, ‘Capo di un paese straniero’ , termine con cui nel ‘Canone Reale’ sono indicati i sei sovrani costituenti la XV dinastia egizia .
Secondo alcuni studiosi Reshef è stato anche chiamato
Baal Hadad, o Baal-Sapon (Zephon Baal), "Signore del tuono", e condivide molte delle caratteristiche di Set, da non confondere con Baal Hammon (vedere Saturno).

Gli antichi Greci identificarono
Nergala con il loro dio della guerra, Ares, e lo chiamarono “Aeros aster” ovvero "Stella di Ares". I greci lo chiamavano anche “Pyroeis” ossia "infuocato".

ALCUNI NOMI DI ARES:
  
Enialio (o Enialo)- limitato al giuramento che gli efebi prestavano ad Atene.
   Brotoloigos - distruttore di uomini.
   
Andreiphontês - assassino di uomini.
  
Miaiphonos - macchiato di sangue.
   
Teikhesiplêtês - che assalta le mura.
   
Maleros - brutale.

Ares aveva una quadriga trainata da quattro cavalli immortali dal respiro di fuoco e i finimenti d'oro, un'armatura bronzea e luccicante e una lancia.
I suoi uccelli sacri erano il barbagianni, il picchio, il gufo reale e l'avvoltoio. Secondo le Argonautiche gli uccelli di Ares, lanciando piume appuntite come dardi, difendevano il suo tempio costruito dalle Amazzoni su di un'isola vicina al Mar Nero.
Il suo culto non era molto diffuso nell'antica Grecia, tranne che a Sparta, dove c’era una statua di Ares incatenato, a simbolo di legame perpetuo con la città.
Il suo tempio, nell'agorà di Atene, fu trasformato da Augusto in tempio di Marte.

          


Gli antichi Romani identificarono
Ares con Mars, e la denominazione greca venne tradotta in “stella Martis” o semplicemente nel nominativo Mars e nel genitivo Martis.

Il Marte italico era figlio della Dea
Tellus e di Iuppiter, in altri miti del biancospino era inizialmente il Dio della fertilità, della vegetazione e dei giardini, ma anche della folgore, del tuono e della pioggia. In seguito venne associato esclusivamente alla guerra e alla battaglia, tanto importante per l'Impero Romano, come il greco Ares. In quanto Dio della primavera, quando rinasce la vegetazione, si tenevano le principali celebrazioni e feste a lui dedicate.
Come protettore dalle calamità agricole abbiamo la preghiera rimastaci nel '
De agri cultura' di Catone, che lo invoca per proteggere i campi da ogni tipo di sciagura e malattia. Gli fu dedicata la 'legio sacrata', cioè la legione Sannita, detta anche linteata, cioè bianca.

I nomi di Marte nelle varie zone italiche:
  
Mars
   Marmar
   Marmor
   Mamers
   Marpiter
   Marspiter
   Mavors
   Mamerte

Altri nomi:
   Mars Alloprosallo -
incostante.
   Mars Artipoo - perfetto.
   Diuum deus - Dio degli Dei.
   Gradivus -
colui che va in battaglia.
   Leucesios - lucente.
   Silvanus:
per i suoi aspetti legati alla natura.
   Ultor -vendicatore, dato da Augusto in onore della vendetta per i cesaricidi.
   Enialio (o Enialo)- limitato al giuramento che gli efebi prestavano ad Atene.
   Brotoloigos - distruttore di uomini.
   Andreiphontês - assassino di uomini.
   Miaiphonos - macchiato di sangue.
   Teikhesiplêtês - che assalta le mura.
   Maleros - brutale.



Secondo la Mitologia romana del I secolo a.C., Giunone, invidiosa che Giove avesse concepito da solo Minerva, chiese aiuto a Flora per ottenere altrettanto, e la Dea le indicò un fiore che cresceva nelle campagne in Etolia che permetteva di concepire al solo contatto. Così diventò madre di Marte, che fece allevare da Priapo, il quale gli insegnò l'arte della guerra. La leggenda è di tradizione tarda come dimostra la discendenza di Minerva da Giove, secondo il mito greco, mentre Flora testimonia una tradizione più antica che faceva discendere gli Dei dalla Grande Madre Terra.
A Roma vi era anche una fontana consacrata a Marte e venerata dai cittadini. L'imperatore Nerone, una volta, si bagnò in quella fontana, gesto interpretato dal popolo come un sacrilegio. Da quel giorno l'imperatore iniziò ad avere problemi di salute, secondo la gente dovuti alla vendetta del Dio.


Il Dio Marte era il Dio della guerra, il Dio dei soldati che a lui si raccomandavano e a cui dedicavano i nemici uccisi, perchè Marte era felice di ogni nemico colpito sul campo, sia perchè proteggeva Roma sia perchè si inebriava del sangue versato. Il suo nome proviene probabilmente dall'etrusco Maris.
Marte, nella società romana, assunse un ruolo molto più importante del greco Ares, perché considerato il padre del popolo romano, inoltre era marito di Rea Silvia e padre di Romolo e Remo, che fondarono Roma. Di conseguenza i romani si chiamavano tra loro Figli di Marte. I suoi più importanti discendenti furono Pico e Fauno.

SIMBOLI di Marte:
Il picchio, il cavallo, la lancia, lo scudo bilobato, le hastae martiae, le lance di Marte, che erano conservate nel sacrario della regia e si scuotevano in caso di gravi pericoli.

                          

            Statua di Marte a Tivoli, Villa Adriana                 -                         Marte Ultore

Nella mitologia Hindu, Marte era conosciuto come “
Mangala". In Sanscrito era noto come Angaraka, dal nome del dio celibe della guerra che nell'Astrologia Vedica (Jyotisha) governava il Segno dell'Ariete e il Segno dello Scorpione, ed insegnava le scienze occulte, chiamato anche 'Bhauma' figlio di 'Bhumi'. Altri nomi vedici sono Kuja (nato dalla terra), Avaneya (figlio della terra), Asra (sangue). Il suo mantra è 'Om Krim Kum Kujaya Namah'.

         
Il dio Mangala o Angaraka

Come dio Mangala, è rappresentato come un uomo con la pelle rossa, che cavalca un ariete o un bufalo, ed ha due o quattro mani che tengono le armi da guerra. In alcune icone si vede mentre fa il gesto di dare la benedizione "Vara Mudra" con una mano, per sottolineare che, se Mangala-Marte è astrologicamente ben posizionato, può influenzare l'armonia della famiglia.

Per gli antichi Egiziani era “
Hr Dšr” ovvero "Horus il Rosso".

         
Hr Dšr, ovvero Horus il Rosso

Gli Ebrei lo chiamavano “Ma'adim” o "colui che arrossisce", da cui deriva il nome di uno dei maggiori canyon del pianeta Marte, il 'Ma'adim Vallis'.


Arabi a cavallo - Adolf Schreyer (1828-1899)

Per gli Arabi è noto come “Al-Mirrikh”, per i Turchi è “Merih” ed in Urdu e Persiano è noto come 'Merikh', ma l'etimologia è sconosciuta.

    

                          Bahram, dio della guerra

Per gli Antichi Persiani è “
Bahram” in onore del divino Zoroastro.
Bahram è il dio della guerra, il grande guardiano degli Ariani, che li protegge nelle battaglie e in guerra, ed è un dio dei pianeti vittorioso.

     


I Cinesi, Giapponesi, Coreani e Vietnamiti considerano il pianeta Marte la "Stella infuocata", di provenienza dalla mitologia cinese del ciclo dei Cinque Elementi.


IL DIO DELLA GUERRA ERA SPESSO UN PERDENTE


Sembra curioso e strano, ma in verità il dio della guerra Ares, o Marte, è stato spesse volte sconfitto in battaglia o nella lotta.
Per esempio è noto l'episodio dell'Iliade in cui Ares, avendo deciso di sostenere il troiano Ettore in uno scontro con gli Achei, tentò di uccidere con la sua lancia il greco Diomede, ma Atena sviò il colpo, e quindi Ares, trovandosi sbilanciato, venne ferito a una gamba dall'avversario, ed il suo grido di dolore fu così acuto che tutti i guerrieri impegnati a Troia lo udirono. Poi il dio fuggì via con forti lamenti e si diresse verso l'Olimpo, dove Zeus lo fece medicare e ascoltò le sue lamentele contro Atena.
In un altro episodio, Ares si azzuffò direttamente con Atena durante una rissa a cui parteciparono molti altri abitanti dell'Olimpo, ed anche in quel caso Ares ebbe la peggio, infatti Atena riuscì a tramortirlo con un colpo di pietra alla testa.

In un altro episodio Eracle (Ercole), sul cammino di Delfi, fu sfidato da Cycnos, il figlio di Ares, ed il dio stesso si mescolò al combattimento, ma Eracle, assistito da Atena, uccise Cycnos e ferì Ares ad una coscia.


Venere e Marte sorpresi da Vulcano - Padovanino (Alessandro Varotari, Padova 1588 - Venezia, 1649)


Ma l'umiliazione peggiore di Ares fu quella subita ad opera di Efesto (Vulcano), il dio del fuoco. Ares infatti si era invaghito della splendida Afrodite (Venere), moglie del divino fabbro Efesto, e si incontrava con lei di nascosto nella stanza del marito. Ma i loro incontri segreti non sfuggirono ad Helios (Apollo o Febo), il dio del Sole, che li riferì ad Efesto, il quale escogitò subito la sua vendetta, fabbricando alcune catene invisibili, che solo lui era in grado di azionare, e poi le dispose sopra il letto della sua camera. Quando i due amanti vi si coricarono scattò la trappola, per cui Ares ed Afrodite si ritrovarono imprigionati nelle catene, nudi ed ansimanti. Quindi Efesto corse a chiamare gli altri dèi, i quali, vedendo la scena, sommersero di sberleffi i due amanti. Solo grazie all'insistenza di Poseidone (Nettuno), Efesto accettò di liberare Afrodite e Ares, che per la vergogna fuggirono dall'Olimpo. La dea si nascose sull'isola di Cipro, mentre Ares tornò a vivere in Tracia, la sua inospitale terra natale.

In un altro episodio Ares venne imprigionato dagli Aloadi, figli di Poseidone (Nettuno), che erano due giganti che all'età di nove anni, quando superavano già i quindici metri di altezza, dichiararono guerra agli dèi. Infatti sovrapposero due montagne una sopra l'altra e le situarono sopra l'Olimpo, in tale modo riuscirono ad arrampicarsi fino al Cielo, ed imprigionarono Ares in una cassa di bronzo, dove restò rinchiuso per ben tredici mesi, e vi sarebbe rimasto di più se gli Aloadi non si fossero trafitti reciprocamente con le proprie frecce mentre cercavano di colpire Artemide (Diana), che si era trasformata in cerbiatta. Infine Hermes (Mercurio) liberò Ares e la pace tornò a regnare sull'Olimpo.

        

                      Mars di Sebald Beham, 1540                 -               Marte di Jacob Matham, 1597


CARRO DI MARTE, di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778)



MARS, di Hans Thoma (Bernau im Schwarzwald, 2 ottobre 1839 – Karlsruhe, 7 novembre 1924)


    
Torre del castello di Cardiff, Galles.  Statua di Marte in pietra di Thomas Nicholls del 1869-1873 - h. metri 2,75


Questa grande statua di Marte è situata sulla cima della torre dell'orologio del castello di Cardiff, nel Galles ed è alta 9 piedi (metri 2,75). La statua fa parte del gruppo di 7 statue raffiguranti i pianeti antichi dell'Astrologia, che raffigurano anche i Segni zodiacali: Sole, Luna, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno.
Le statue sono considerate come un raro esempio di sculture dipinte conservate all'esterno, che furono scolpite nella pietra da Thomas Nicholls nel 1869 e colorate nel 1873. Nel corso degli anni sono state ridipinte più volte a causa del degrado causato dagli agenti atmosferici; l'ultimo restauro è iniziato nel 2004 ed è terminato nel 2008, stavolta includendo la completa ridipintura e ristrutturazione delle statue con foglie d'oro, dopo una ricerca effettuata con il microscopio sugli strati decorativi che sono stati applicati nel corso degli anni, al fine di identificare i colori originali e le tecniche decorative.

ASTRONOMIA   





Marte è il quarto pianeta  del sistema solare ufficialmente riconosciuto dall'Unione Astronomica Internazionale, in ordine di distanza dal Sole ed è l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre, dopo Mercurio, Venere e la Terra. E' stato chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono. Tuttavia di recente è stato scoperto che la vera colorazione è giallastra, e le foto sono state modificate dalla N.A.S.A. nel tipico colore rossastro.
Il pianeta, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra -140 °C e 20 °C), tra i pianeti del sistema solare è quello più simile alla Terra, infatti, nonostante la sua massa sia appena l'11% di quella terrestre e il diametro è circa la metà, presenta un inclinazione dell'asse di rotazione e una durata del giorno simili a quelle terrestri; inoltre la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera.


Le dimensioni di Marte paragonate a Venere e alla Terra

Marte all'osservazione presenta variazioni di colore imputate inizialmente alla presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi dell'anno cambiava di colore. Tuttavia le osservazioni spettroscopiche dell'atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l'ipotesi che vi potessero essere mari, canali e fiumi oppure un'atmosfera sufficientemente densa. Il colpo di grazia a questa ipotesi fu dato dalla missione "Mariner 4" nel 1965, che mostrò un pianeta desertico e arido, caratterizzato da periodiche ma particolarmente violente tempeste di sabbia. La speranza che Marte possa accogliere la vita è tuttavia stata ripresa in considerazione da quando il modulo "Phoenix Mars Lander" ha scoperto acqua sotto forma di ghiaccio, il 31 luglio 2008.

    
Phobos in una foto animata che lo ritrae da varie posizioni, e una foto di Deimos

Attorno a Marte orbitano due satelliti ritenuti erroneamente naturali, Phobos e Deimos, di piccole dimensioni e dalla forma irregolare, che si credeva che fossero due asteroidi catturati dal suo campo gravitazionale, ma è stato scoperto che in realtà si tratta di due satelliti parzialmente cavi, con dei vuoti geometrici al suo interno, costruiti artificialmente e collocati nell’orbita di Marte. Ma non si è ancora scoperto chi sia stato a costruirli, probabilmente alieni o abitanti di Marte, marziani.
Il primo a capire che
Phobos è artificiale è stato il famoso astrofisico russo Dr. Iosif Samuilovich Shklovsky, quando ha calcolato negli anni '60 del secolo scorso il movimento orbitale di Phobos ed è giunto all'inevitabile conclusione che tale presunta luna di Marte è cava ed artificiale, in sostanza è un'astronave titanica.
In precedenza, agli inizi del 20° secolo, l’astronomo russo Dr. Cherman Struve aveva speso mesi per calcolare con estrema accuratezza le orbite delle due lune marziali. Studiando le note di Struve, Shklovsky si era reso conto, col passare dei decenni, che la velocità e la posizione orbitale di Phobos non corrispondevano più alla posizione formulata matematicamente da Struve e dopo un lungo studio delle forze gravitazionali, magnetiche e delle maree, Shklovsky è giunto alla ferma conclusione che
“non ci sono elementi che facciano supporre che cause naturali siano le origini delle due strane lune e del loro comportamento bizzarro, particolarmente quello mostrato da Phobos. Le lune quindi sono artificiali. Qualcosa o qualcuno le ha costruite".
http://www.infinitafollia.it/astronomia/530-agenzia-spaziale-europea-esa-phobos-luna-di-marte-e-artificiale

Marte ha anche alcuni asteroidi troiani, tra cui "5261 Eureka".
Il 27 agosto 2003, Marte si è trovato vicino alla Terra come mai in quasi 60.000 anni a 55.758.006 chilometri di distanza, cosa che lo ha reso particolarmente visibile da Terra.


MARTE ED I MARZIANI


Tempo fa si credeva che Marte fosse popolato da Marziani intelligenti, perchè nel XIX secolo le osservazioni di Marte al telescopio effettuate da Giovanni Schiaparelli avevavo ravvisato alcune strutture reticolari ed ombre estese sulla superficie marziana, che egli definì "canali" e "mari" similmente per quanto avverrebbe riferendosi all'orografia terrestre. Lo Schiaparelli non precisò se i canali fossero naturali o artificiali, ma un'errata traduzione del termine "canali" in inglese e francese lasciò suggerire la seconda ipotesi. Tale terminologia fu proseguita nei libri di Percival Lowell, lo scopritore di Plutone. Le loro opere infatti descrivevano Marte ipotizzandolo come un pianeta morente, la cui civiltà cercava, appunto con detti canali, di impedirne l'inaridimento. In realtà le conformazioni orografiche osservate erano dovute ai limiti ottici dei telescopi usati dalla Terra, inadatti a osservare i precisi e reali dettagli della superficie.
Le supposizioni, che tuttavia erano elaborate in buona fede, continuarono ad essere alimentate da numerose altre osservazioni e dichiarazioni di personaggi eminenti, avvalorando la cosiddetta "Febbre marziana", come ad esempio Nikola Tesla, che nel 1899, mentre indagava sul rumore radio atmosferico nel suo laboratorio di Colorado Springs, captò segnali ripetitivi che in seguito affermò essere probabilmente comunicazioni radio provenienti da Marte, ed in un'intervista del 1901 affermò di avere la sensazione di essere stato il primo a sentire il saluto di un pianeta ad un altro pianeta.
Nel 1901 Edward Charles Pickering, direttore del '
Harvard College Observatory', dichiarò di aver ricevuto un telegramma dal Lowell Observatory in Arizona che confermava i tentativi di Marte di entrare in contatto con la Terra, ed in conseguenza di queste convinzioni egli propose di installare in Texas un sistema di specchi con l'intento di comunicare con i marziani.
Negli ultimi decenni, i progressi nell'esplorazione di Marte non hanno rilevato alcun tipo di testimonianza di civiltà presenti o passate, ma, nonostante le mappature fotografiche, attualmente ci sono ancora studiosi che ritengono valida la teoria dei "canali" di Schiaparelli.



ASTROLOGIA


                              
    Marte                           Materia                    Spirito               Marte Retrogrado


Il simbolo di Marte è un cerchio con una freccia che punta in avanti e simboleggia lo scudo e la lancia che il dio usava in battaglia. Lo stesso simbolo è usato in Biologia per identificare il genere maschile e in Alchimia per simboleggiare l'Elemento ferro, a causa del colore rossastro del suo ossido, che corrisponde al colore del pianeta.
A livello esoterico il simbolo di Marte rappresenta la Croce della Materia situata angolarmente sopra il Cerchio dello Spirito, ma nella simbologia moderna la Croce è stata trasformata in una freccia, che indica la natura marziana di spingersi in avanti ed anche il desiderio di appagamento nella materia, ma è necessario notare che è una freccia inclinata, che rivela una mancanza di equilibrio e di completezza.
Marte è l'unico pianeta personale in cui la Croce della Materia è situata sopra il Cerchio dello Spirito, per cui indica che il desiderio materiale e il bisogno di soddisfazione carnale e fisica predominano sullo Spirito.
Quando Marte diventa Retrogrado il glifo si capovolge e la freccia del desiderio punta verso il basso e verso il passato, destabilizzando il Cerchio dello Spirito che vi poggia sopra, come se l'individuo cercasse di vivere nel presente trascinando come un peso i desideri fisici del passato.
Con Marte Retrogrado vengono sacrificati la spinta all'azione, l'iniziativa, il desiderio e il coraggio, che risultano imbavagliati, per cui tutto si trasforma in competizione e si percepisce l'aggressività, soprattutto la propria, come pericolosa e non si vuole rischiare. Viene così a crearsi una sorta di incertezza che inibisce e frena oltre ogni ragionevole cautela. Ci si irrigidisce caparbiamente o ci si mette in moto sempre in ritardo col rischio di perdere occasioni. E si soffre della propria inadeguatezza, vivendola come una sconfitta. A livello sessuale questa difficoltà può presentarsi come un rifiuto del proprio naturale lato animale, che può risultare imbarazzante e fare sentire anomali.
E' dunque indispensabile non buttarsi allo sbaraglio, aspettare la situazione giusta così da non viverla come un esame, ma poi agire.

Marte:
VI Raggio: Idealismo.
Giorno: Martedì.
Colore exoterico: Rosso.
Colore esoterico: Rosa argenteo.
Principio umano: Kama-Manas. Desiderio.
Principio divino: Desiderio di forma.
Elemento: Acqua. “Desidero ardentemente una dimora”.
Strumento di sensazione: Lingua. Organi della parola.
Piano: Piano Astrale Emotivo.
Senso: Gusto.
Esotericamente, questo principio del desiderio ha sede nel centro sacrale, ed ha un riflesso superiore nella gola.

Nei Segni di fuoco si notano le differenze di Marte.
Marte in Ariete è collegato al Piano Fisico;
Marte in Leone al Piano Emotivo;
Marte in Sagittario al Piano Mentale inferiore;
Invece Marte in Scorpione è riferito alla personalità, che solo nello Stadio di Capricornus muore e si trasmuta nell’Anima e si riferisce ai grandi iniziati.

  
MARS - incisioni di Maarten de Vos, 1581



Enrico Cornelio Agrippa di Nettesheim, nel suo Libro Primo “La Filosofia Occulta o la magia” ha scritto su Marte:

"Delle cose che dipendono da Marte.
Tra gli elementi il fuoco e tutto ciò che ha calore e che è ardente o bruciante; tra gli umori la collera. Tra i sapori quelli amari, gli acri, quelli che fanno bruciare la lingua e quelli che si qualificano lacrimosi.
Tra i metalli il ferro, il rame rosso e quanto contiene fuoco e zolfo; tra le pietre il diamante, il magnete, la sanguinaria, tutte le specie di diaspro e l’ametista.
Tra le piante l’elleboro, l’aglio, l’euforbia, la cartabana, il navone, la rapa, il piccolo lauro, la scamonea; tutte quelle nocive per eccedenza di calore, o spinose, o dannose alla pelle, come il cardo, la fiammula e l’ortica; tutte quelle che fanno lacrimare nel mangiarle, come la cipolla, lo scalogno, il porro, la senape e infine gli alberi spinosi e il corniolo che è consacrato a Marte.
Tra gli animali quelli bellicosì, rapaci, arditi e d’immaginazione ardente, come il cavallo, il mulo, il becco, il lupo, il leopardo, l’asino selvatico, i serpenti e i draghi velenosi e tutti quelli che riescono molesti all’uomo, quali la pulce, la mosca, il cinocefalo, o scimmia a testa di cane, pel suo carattere irritabile. Tutti gli uccelli da preda che si cibano di carne e rodono le ossa, come l’aquila, il falco, lo sparviero e l’avvoltoio; tutti gli uccelli crudeli e selvaggi, come la civetta, la nottola, i tinnunculi, i falchi, e tutti quelli voraci e dalla voce stridula rude e strozzata, come il corvo, la cornacchia e la gazza, che è particolarmente consacrata a Marte.
Tra i pesci il luccio, il barbio, la pastinaca e quelli chiamati ariete, becco, lupo e glauco, che sono rapaci e famelici."

 
Marte dipinto da Johfra nel quadro dedicato all'ARIETE



L'IRASCIBILITA' E LA RABBIA DI MARTE




Il Maestro Hilarion ha rivelato il motivo perché il pianeta Marte è collegato ai sentimenti dell'ira, dell'odio e della distruzione, che è stato pubblicato nel libro: “La Natura della Realtà”, Marcus Books, 1979 - Edizioni Crisalide, 1997:

“Gli uomini dominati dall'ira non immaginano neppure quale sia la vera natura di questa emozione. In effetti, la rabbia non è qualcosa di insito nell'anima umana così come fu creata. Essa è un sentimento distorto che esiste nell'etere che circonda la Terra, a causa della natura e delle caratteristiche del pianeta che chiamiamo Marte. L'essenza di tale pianeta è costituita da un'immensa forma mentale eterica, dotata di incredibile potenza e forza distruttiva che è stata, per cosi dire, intrappolata all'interno del corpo fisico di quell'astro.

Questa forma mentale è il residuo eterico di un pianeta preesistente e ora scomparso che era situato nella zona fra Marte e Giove: si chiamava Jmojer e su di esso si incarnarono a lungo quelli, fra gli angeli caduti, che avevano deciso di riparare per il male fatto, nella consapevolezza che questo era l'unico modo per riconquistare la beatitudine perduta.

Quell'esperimento non ebbe buon esito: gli esseri incarnati su Jmojer ricaddero inesorabilmente nelle vecchie abitudini malvagie, e riuscirono a fare ben pochi progressi sulla strada del miglioramento di se stessi. Ciò accadde malgrado il fatto che molte Anime Guida e altre entità, tanto del gruppo umano quanto di quello angelico, si impegnarono a vivere, a soffrire e a morire su quel pianeta per mostrare ai suoi abitanti la via della perfezione.

Alla fine, si decise che occorreva porre termine all'esperimento su Jrnojer. A tal fine, un enorme asteroide fu fatto deviare dalla sua orbita eccentrica, in modo da farlo entrare in rotta di collisione con il pianeta. L'impatto provocò la disintegrazione di entrambi i corpi che formarono numerosi frammenti e corpuscoli, quelli che vediamo oggi disposti nella fascia asteroidea fra Marte e Giove.

Tuttavia, la grande e ripugnante forma mentale, costituita di ira, odio e impulsi distruttivi, elaborata e perfezionata per millenni dagli abitanti di Jrnojer, rimase intatta. Non possedendo un pianeta che agisse da controparte fisica e non essendo più energizzata da alcun essere vivente, questa forma mentale rappresentava un enorme pericolo per le altre regioni del creato, specialmente per la civiltà terrestre, che si trovava ancora ad uno stato evolutivo relativamente primitivo dal punto di vista spirituale. Si raggiunse pertanto la decisione di intrappolare la forma mentale all'interno del pianeta Marte, consentendole di entrare in contatto con la Terra solo al momento di massimo avvicinamento fra i due astri.

Ciononostante, perfino tale debole influenza è riuscita a favorire l'odio, i dissidi e le guerre fra gli uomini in misura mai raggiunta prima nella storia del nostro pianeta. Per il solo fatto di assorbire ed esprimere la sostanza eterica di questa rabbia, l'umanità ne ha rinvigorito la natura e ha praticamente costruito una forma mentale simile, sebbene meno intensa, sul pianeta terrestre. Questa seconda forma mentale si nutre delle passioni dell'uomo e, allo stesso tempo, alimenta l'istinto collerico di certe persone. Allorché l'uomo cede a tale istinto ed esprime l'ira, gran parte della sostanza eterica alimenta nuovamente la forma mentale, innescando così un circolo vizioso di azione, reazione e graduale intensificazione. Al momento attuale, questa forma mentale si è diffusa in tutte le zone popolate della superficie terrestre e rappresenta un ostacolo gigantesco per i tentativi da parte dell'uomo di vincere gli istinti aggressivi con cui nasce. L'aggressività non è la stessa cosa dell'odio o della rabbia, ma la forma mentale creatasi è in grado di trasformare gli impulsi aggressivi in passioni distruttive, come l'odio, l'animosità e il disprezzo più profondo.

La forma mentale della rabbia non si estinguerà finché verrà alimentata da tutti gli individui che si comportano in modo negativo e distruttivo. Molti uomini sono talmente dediti al male, che non ci si può certo attendere che rinuncino volontariamente alle loro abitudini distruttive. Solo quando non vi sarà più odio nel cuore degli uomini, la terribile forma-pensiero, che tanti danni provoca sulla Terra, potrà dissolversi.”




La gigantesca forma mentale che si è sviluppata sul nostro pianeta, carica di collera, odio e distruttività, tenuta in vita ed alimentata dai sentimenti negativi degli esseri umani, viene chiamata “Guardiano della Soglia” della Terra, che è attivo su tutti i livelli del nostro pianeta, Fisico-eterico, Astrale-emotivo e Mentale.




Il Maestro Tibetano D.K. ha precisato le seguenti considerazioni su Marte, nel Terzo volume del “Trattato dei Sette Raggi - Astrologia Esoterica”. Da pag. 210 a pag. 217:

“Prima: Marte è il pianeta che governa e controlla il veicolo fisico. Questo pianeta compare dapprima come reggitore exoterico in Aries, dove si sprigiona il primo impulso verso la manifestazione oggettiva o l’incarnazione fisica. In Scorpio, il prodotto di tutte le lotte sostenute durante il pellegrinaggio in apparenza interminabile attorno allo zodiaco, o ruota della vita, giunge al culmine ancora per opera di Marte, che nei segni interposti fra Aries e Scorpio non è attivo, almeno per quanto riguarda la ruota del moto inverso. Il discepolo deve dar prova della forza, del carattere e delle qualità che ha sviluppato durante quel lungo peregrinare. Egli partì da Aries con Marte al governo, e la grande guerra fra le dualità che costituiscono l’uomo ebbe inizio. Gli opposti entrarono in tal modo in rapporto fra loro. In Scorpio, la lotta infuria, ed è lo stesso pianeta a presiedere la vita interiore, in questo caso Marte governa non solo il corpo fisico ma l’intera forma, cui diamo il nome di personalità nei tre mondi. È una crisi che implica tutti gli aspetti della natura inferiore, poiché Marte è il reggitore esoterico di Scorpio e le prove riguardano la forma densa e sottile, integrata e potente. Marte dunque regge Aries in senso exoterico, e Scorpio in senso esoterico, e non ricompare nella vita dell’individuo se non per la rispondenza di questi alla vibrazione collettiva in Sagittarius, dove Marte regge la sesta Gerarchia creativa, i Signori Lunari della forma, destinati ad essere sacrificati all’aspetto superiore spirituale e dominati dall’Angelo solare. L’effetto indotto da Marte è pertanto soprattutto collettivo e di gruppo, e produce grandi conflitti, ma che conducono a una grande rivelazione.
In Aries, si rivela alla fine la conoscenza e il proposito dell’incarnazione; in Scorpio, si rivela la visione della liberazione e del servizio; in Sagittarius, si rivela lo scopo del dominio che l’anima esercita sui regni inferiori di natura tramite l’uomo come centro di energia. Dunque non si dimentichi mai che Marte pone in contatto gli opposti, ed è benefico, e non malefico come sovente si assume. Allorché studieremo le Gerarchie e i loro rapporti con i segni, si chiariranno alcune questioni per ora oscure. Lo faremo nell’ultima sezione di questo libro sull’astrologia e i raggi. Vedremo allora che Scorpio presiede alla quarta Gerarchia, l’umana, ma dal canto dell’anima e non della natura inferiore. L’ultima battaglia si accende in Scorpio solo quando in Libra si è raggiunto un equilibrio fra anima e corpo, e in Scorpio appunto l’energia spirituale acquista preponderanza sulle forze inferiori personali. Scorpio governa “gli iniziati”, che è il vero nome occulto dell’uomo e, tramite il proprio reggitore planetario gerarchico, rivela i Figli della Mente, i Messaggeri di Dio, ma ciò si produce per mezzo di Marte e della sua attività.
Seconda: Marte è strettamente collegato al sesso, che è un aspetto delle coppie di opposti, e in modo netto infonde vita alla corrente sanguigna; per mezzo di questa vivifica, purifica e stimola tutte le parti e gli organismi del corpo. Vi sarà dunque chiaro perché le prove di Scorpio e l’attività di Marte sollevano l’intera natura inferiore e la portano alla ribellione e all’opposizione finale contro l’Anima. È Marte che getta Arjuna nella lotta. Tutto l’uomo è coinvolto, e la “battaglia dei sessi” si risolve in un aspetto superiore per mezzo del conflitto fra la personalità altamente evoluta, cioè la forma, e l’Anima, che cerca di imporle il suo dominio definitivo.
A Marte, come sappiamo, si attribuisce il rosso, e ciò corrisponde al sangue, da cui l’associazione di questo pianeta alla passione, all’ira, alle opposizioni in genere. Il dualismo è estremamente potente. Ne consegue la necessità di gettare nella battaglia la vita intera (il sangue è la vita, in questo senso) e che nessuna parte dell’uomo ne resti esclusa; perciò la necessità che il discepolo elevi al cielo la sua natura fisica, emotiva e mentale. Ciò avviene per effetto della vittoria riportata sul “serpente del male” (cioè la forma, con le sue seduzioni e sue esigenze) dal “serpente di saggezza”, nome esoterico dato spesso all’anima.
A proposito del nesso simbolico fra Marte e il sangue, col conflitto che ne deriva fra la vita e la morte (Scorpio è infatti uno dei segni di morte), è degno di nota il fatto che il Cristianesimo è governato proprio da Marte. È facile riconoscere che esso è dominato dal sesto raggio, che opera tramite questo pianeta. È una religione devozionale, fanatica, di grande coraggio, idealistica, che insiste soprattutto sul valore spirituale dell’individuo e sui suoi problemi, è una religione di conflitto e di morte. Sono aspetti della sua teologia noti a tutti. Ma soprattutto questa religione ha condotto una guerra crudele e spesso illogica contro il sesso e ciò che implica; ha insistito su uno stato di celibato militante (militante per quanto riguarda le donne, i loro diritti e la loro natura); ha considerato il rapporto sessuale come uno dei mali peggiori del mondo, e ha quindi presentato come inviolabile il vincolo matrimoniale, se consacrato dalla Chiesa.
Tutto ciò è effetto, benefico o malefico, dell’azione del sesto raggio sulla natura formale. Ma si è studiato poco l’influsso di Marte sul Cristianesimo, che ne ha fatto una religione nettamente militante, sovente crudele e sadica (lo dimostrano gli assassini e le torture inflitte nel nome del Cristo, massimo Esponente dell’amore divino). Per tutta la teologia cristiana scorre incessante il tema del sangue, e la fonte della salvezza è vista come rapporto di sangue, e non come vita che esso nasconde e simbolizza. È governata dal credo del Cristo morto in croce, non dal Maestro risorto. Una delle cause di questo travisamento della verità è che San Paolo, grande iniziato, prima di giungere alla terza iniziazione, narrata negli Atti degli Apostoli, era sotto l’influsso potente di Marte e nativo di Scorpio; lo studio del suo oroscopo lo dimostrerebbe, se foste in grado di farlo come coloro che sono connessi alla Gerarchia. Fu San Paolo a imprimere l’accento Scorpio-Marte all’interpretazione e all’insegnamento della dottrina cristiana, e a rifletterne l’energia in canali che il Fondatore non aveva mai voluto. Tale è sovente l’effetto spiacevole che i discepoli bene intenzionati immettono nell’opera di prosecuzione, dopo che il Fondatore di qualche impresa gerarchica muore o abbandona il suo compito per altri doveri.
Il tema del sangue e della morte, la sofferenza e le terribili prove del discepolo, il valore del conflitto individuale e la coscienza dell’infelicità dell’esistenza sono soprattutto dovuti all’influsso combinato di Scorpio e Marte, che hanno dominato il Cristianesimo per tanto tempo, e solo oggi cominciano alquanto a perdere di potere.
Lo studio dei processi di morte, quali condizionati da Scorpio e da Pisces, sarebbe di grande valore. La morte mediante l’influenza di Plutone e quella di Marte sono molto diverse. La morte in Pisces per influsso di Plutone è una trasformazione — così importante e fondamentale che:
“... l’Antico non si vede più. Affonda nell’oceano della vita; scende all’inferno, ma l’inferno non lo trattiene. Egli, l’Uno, nuovo e vivente, lascia in basso ciò che lo ha trattenuto per lunghe età, e sale dal fondo alle vette, presso il trono di Dio”.
Il nesso di queste parole col Cristo, l’attuale Salvatore del mondo, è ovvio, eppure sono state scritte nei nostri archivi più di settemila anni fa. La morte in Scorpio è differente, e nello stesso documento è descritta in questo modo:
“... l’Antico annega. Tale è la prova. Le acque lo sommergono e non ha scampo. Annega. I fuochi della passione si spengono. La vita di desiderio non lo attrae più e cala sul fondo del lago. Poi risale sulla Terra, dove un cavallo bianco lo attende. E lo cavalca, verso la seconda morte” (cioè, verso Pisces).
È chiara l’allusione a Sagittarius. Il discepolo — dopo la morte della personalità e l’uccisione del desiderio — va verso Pisces, dove ritorna a morire “per risorgere all’eterno”.
In Scorpio muore la personalità, con le sue brame, desideri, ambizioni e orgoglio. In Pisces muoiono tutti gli attaccamenti, e l’anima si libera per servire a livello universale. Il Cristo, in Pisces, fu esempio dell’amore che sostituisce l’attaccamento. Il Cristianesimo rappresenta la morte della personalità, con implicazioni individuali e non generali; l’amore manca in modo cospicuo, e infatti in questa religione ha prevalso il rosso. Non è l’espressione del Cristo, ma la presentazione Scorpio-Marte operata da San Paolo. Marte si è imposto sul Cristianesimo perché San Paolo comprese male il senso esoterico del Nuovo Testamento, e questo avvenne perché la verità — come tutte quelle che pervengono all’umanità — dovette filtrare attraverso la sua mente e il suo cervello personali; fu dunque inevitabile un’impronta personale, che causò la cupa storia del Cristianesimo e la gravissima condizione odierna dei popoli — che si dicono cristiani, eppure sono straziati dall’odio e, nello stesso tempo, dominati dalla paura e dall’idealismo, asserviti in modo fanatico al loro modo di intendere il destino nazionale, e “assetati di sangue”, come dimostrano le riserve di armamenti. Sono tutte caratteristiche di sesto raggio, accentuate da Scorpio e condizionate da Marte che sempre regola la via del discepolo singolo, e oggi l’umanità, come discepolo collettivo, sta proprio all’inizio del sentiero. Oggi tutto l’occidente è sotto l’influenza di Marte, ma fra cinque anni non lo sarà più.
Terza ragione: Marte governa i sensi, che sono cinque. Questi sono la base di tutto il sapere umano, per quanto riguarda l’oggettivo e il tangibile. Marte dunque presiede alla scienza, e ciò spiega il materialismo attuale, netto ma non permanente, poiché rapidamente decresce col calare odierno dell’influsso marziano.
Già la scienza moderna tende all’intangibile e al mondo immateriale. Ecco perché, d’altro canto, si indebolisce l’opposizione all’occultismo, che si approssima a un periodo di potenza. Sensi più sottili sostituiranno quelli fisici, governati per lungo tempo da Marte, e quindi cresce nel mondo di oggi la sensibilità psichica, e da ogni lato appaiono poteri più sottili ed esoterici di chiaroveggenza e chiaroudienza. È uno sviluppo inevitabile, col decrescere del potere di Scorpio e Marte, come oggi avviene. Nel 1945 esso sarà quasi completamente svanito, specie a livello astrale.
…........
Scorpio inoltre è connesso in modo molto interessante a Cancer, per via del sesto raggio, che se ricordate si esprime anche per mezzo di Nettuno, ma in senso spirituale ed esoterico. Nettuno è il reggitore occulto di Cancer. Il significato è chiaro, poiché Cancer è il segno della nascita; è la porta che immette nell’incarnazione ed è il segno della generazione. Scorpio presiede al sesso e alla rigenerazione, e la nascita è sempre il prodotto cui tende la relazione sessuale. Padre-spirito e Madre-materia, posti in contatto producono il Figlio. La difficoltà, le prove e i dolori di quest’epoca sono i sintomi della “comparsa” di una nuova civiltà e cultura. Preannunciano la nascita della Nuova Era attesa da tutto il mondo. Ciò avverrà se — in termini esoterici — l’energia di sesto raggio di Marte sarà trasmutata in quella dello stesso raggio di Nettuno, poiché il primo è “oggettivo e pieno di sangue”, l’altro invece è “soggettivo e  pieno di vita”.”



Marte spogliato da Venere e dalle Grazie, di Jacques Louis David, 1824, Bruxelles, Museo delle Belle Arti



     


Marte, Signore della Morte e portatore di Vita


Dal punto di vista dell'Anima, la nascita sul piano fisico significa "morte", mentre invece ciò che noi sperimentiamo come la fine di un'incarnazione fisica è conosciuta per l'Anima come l'inizio della vita.
Questo rivela che tutto è relativo, come ha postulato Einstein con la Teoria della Relatività, ed ogni nostra esperienza è dipendente dal punto di vista da cui noi la osserviamo e la viviamo.
Il desiderio in generale è collegato a Marte, ed in particolare il desiderio di reincarnarci.
La personalità giunge alla sua liberazione attraverso la morte, così che la sua coscienza può ricongiungersi con la sua Anima dopo le esperienze vissute nell'incarnazione terrena. Per questo motivo Marte è il sovrano della morte del Sé superiore quando il desiderio dell'ego cerca la rinascita nella personalità. Ed alla fine, dopo molte rinascite, Marte presiede anche alla morte della personalità affinché possa sopravvivere solo l'Anima.

Marte è associato al chakra sessuale ed al chakra del plesso solare, che è la porta del corpo astrale/emotivo e del corpo del desiderio, collegato con la passione dei cinque sensi.

Nel tema di nascita individuale la posizione di Marte nel Segno e nella Casa indicherà questo:
= Dove e come i desideri della carne devono essere trasmutati nei desideri dell'Anima;
= Dove è più probabile che si verifichi la battaglia tra il Sé superiore e il sè inferiore;  
= Dove esiste l'attaccamento più forte del sé inferiore, producendo la battaglia più grande per la redenzione della personalità.
La risoluzione di questa battaglia è collegata alle posizioni di Nettuno e Plutone in un tema natale e dai transiti di questi due pianeti verso Marte di nascita.


BIBLIOGRAFIA

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