Giuseppe Verdi - SCIENZE ASTRATTE

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Giuseppe Verdi

ASTROLOGIA > PROFILI ESOTERICI di Personaggi illustri

PROFILO ASTROLOGICO ED ESOTERICO DI GIUSEPPE VERDI
di Andrea Fontana
10 Ottobre 2013

Busto di Verdi modellato da Andrea Fontana nel Giugno 1974



In occasione dell'anniversario dei 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi pubblico questo articolo a conclusione di una ricerca particolareggiata, iniziata nel mese di Settembre 2011.



Casa natale di Giuseppe Verdi alle Roncole di Busseto - PR



BREVE BIOGRAFIA ILLUSTRATA


Giuseppe Verdi è stato uno dei più famosi compositori ed il massimo operista italiano dell'Ottocento, in cui ha musicato 28 opere liriche, composte con magistrale padronanza dei mezzi tecnici, creando opere drammatiche con accese passioni romantiche.

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi è nato Domenica 10 ottobre 1813 nelle campagne della bassa parmigiana (a volte è usato l’aggettivo parmense, ma è più usato il primo), nel paesino di Roncole, frazione di Busseto (nome modificato in Roncole Verdi nel 1963, in suo onore) dai genitori Carlo Verdi, oste e rivenditore di generi alimentari, e Luigia Uttini, filatrice, che provenivano da famiglie di agricoltori piacentini.
Carlo, dopo aver messo da parte un po' di denaro, aveva aperto una modesta osteria nella sua casa di Roncole, la cui conduzione alternava al lavoro dei campi.


Roncole Verdi - PR- Chiesa di S. Michele Arcangelo


Il battesimo del futuro compositore è avvenuto nella chiesa di San Michele Arcangelo alle Roncole, il giorno dopo la nascita, Lunedì 11 Ottobre 1813, e fu annotato nel  Registro battesimale, che in quel tempo veniva scritto tutto in latino.
Roncole di Busseto faceva parte del territorio di occupazione francese, cioè fuori dal territorio del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, ovvero il Dipartimento del Taro (dal nome del fiume che scendendo dall'Appennino confluisce nel Po) poi annesso al Regno d'Italia.
Carlo Verdi, il giorno dopo la nascita del figlio, andò nel Comune di Busseto per la registrazione anagrafica, e l'atto fu quindi redatto in francese, dove si legge (traduzione dal francese):
“L'anno milleottocentotredici, il giorno dodici ottobre, alle ore nove, avanti di noi Vice Sindaco del Comune di Busseto, Ufficiale dello Stato Civile del Comune suddetto, Dipartimento del Taro, è comparso Verdi Carlo di anni ventotto, oste, domiciliato a Roncole, il quale ci ha presentato un bambino di sesso maschile nato il giorno dieci corrente alle ore otto da esso dichiarante e da Luisa Uttini, filatrice, domiciliata a Roncole, sua moglie ed al quale egli ha dichiarato di dare i nomi di Giuseppe, Fortunino, Francesco. Le dette dichiarazioni e presentazioni sono state fatte in presenza di Romanelli Antonio, di anni cinquantuno, usciere del Comune, e di Carità Giacinto, di anni sessanta, portiere, domiciliati a Busseto. Dopo aver dato lettura del seguente atto, al dichiarante ed ai testimoni, essi si sono con noi sottoscritti: Verdi Carlo - Antonio Romanelli - Giacinto Carità - Vicesindaco Vitali.”

Devo fare notare che l'ora di nascita è stata scritta in francese in modo superficiale e poi tradotta in italiano senza tenere conto che nel 1813 in Italia si usava l’ora locale delle singole località e che vigeva la Liturgia delle ore, che divide le ore di luce in sette parti, chiamate ore, ma che non corrispondevano alle ore di 60 minuti, per cui non si tratta delle ore otto, ma dell'ottava ora, che è situata un’ora prima dell’ora nona, la quale cade alle tre del pomeriggio e quindi l'ora ottava cade alle due del pomeriggio, ossia alle ore 14, come meglio illustrerò nei dettagli più avanti. Occorre notare che un errore simile è accaduto a molti studiosi nel secolo scorso per il calcolo del tema di nascita di Leonardo Da Vinci, che per molto tempo è stato basato per le ore tre di notte, invece si trattava dell'ora terza dopo il tramonto, come ho spiegato nel profilo astrologico di Lionardo.

Pur essendo un giovane di umile condizione sociale, Giuseppe Verdi riuscì tuttavia a seguire la propria vocazione di compositore grazie alla buona volontà e al desiderio di apprendere. L'organista della chiesa di Roncole, Pietro Baistrocchi, lo prese a benvolere e lo indirizzò verso lo studio della musica e alla pratica dell'organo.

         

  L'organo della chiesa di Roncole    --    Giuseppe Verdi da giovane      ---    Antonio Barezzi (1787-1867)

Più tardi, Antonio Barezzi, un negoziante di Busseto amante della musica e direttore della Società filarmonica di Busseto, divenne suo mecenate e protettore, e lo aiutò a proseguire gli studi intrapresi.
La prima formazione del futuro compositore avvenne frequentando la ricca biblioteca della Scuola dei Gesuiti a Busseto, ancora esistente, e anche prendendo lezioni da Ferdinando Provesi, maestro dei locali filarmonici, che gli insegnò i principi della composizione musicale e della pratica strumentale.
Peppino Verdi aveva solo quindici anni quando, nel 1828, una sua sinfonia d'apertura venne eseguita, in luogo di quella di Rossini, nel corso di una rappresentazione di “Il barbiere di Siviglia” al teatro di Busseto.
Fu grazie all’aiuto economico di Barezzi ed a una "pensione" elargitagli dal Monte di Pietà di Busseto, che Verdi poté stabilirsi a Milano nel 1832 per approfondire e perfezionare i suoi studi musicali. A Milano tentò di essere ammesso presso il locale prestigioso Conservatorio, ma non vi fu ammesso, ciò nonostante decise di proseguire gli studi con il maestro Vincenzo Lavigna, maestro concertatore alla Scala.
Tornato a Busseto, venne nominato maestro di musica del Comune e direttore della Banda.

             
Ritratto giovanile di Giuseppe Verdi e di Margherita Barezzi


Nel 1836 Verdi sposò Margherita, ventiduenne figlia di Barezzi, con la quale due anni più tardi andò a vivere a Milano in una modesta abitazione a Porta Ticinese, e da questa unione nacquero Virginia ed Icilio.
Nel 1839 riuscì finalmente, dopo quattro anni di lavoro, a far rappresentare la sua prima opera alla Scala, “Oberto, Conte di San Bonifacio”, su libretto originale di Antonio Piazza, largamente rivisto e riadattato da Temistocle Solera, che era un lavoro di stampo donizettiano, ma alcune sue peculiarità drammatiche piacquero al pubblico, tanto che l'opera ebbe un buon successo e quattordici repliche.

    
Teatro della Scala di Milano


Nel 1837 un forte dolore avvolse la vita di Verdi a causa della morte dei suoi due figli e poi della moglie. La prima ad andarsene era stata la piccola Virginia Maria, nata nel marzo 1837 e morta nell'agosto 1838; Icilio Romano, nato nel luglio 1838, era morto invece nell'ottobre 1839. Infine Margherita spirò nel giugno 1840.
Verdi era solo, ormai privo della sua famiglia, e questo gettò il musicista nella più cupa disperazione.
Per ironia della sorte, l'impresario della Scala Bartolomeo Merelli, visto l'ottimo esito dell'Oberto, gli commissionò un’opera comica, la commedia “Un giorno di regno”, che Verdi compose, ma che andò in scena con esito disastroso.
Solo grazie all'aiuto del Barezzi, che gli fu sempre vicino, e di Bartolomeo Merelli, il nostro compositore si riavvicinò a quella musica operistica nella quale era destinato a diventare una pietra miliare. Fu ancora Merelli a convincerlo a non abbandonare la lirica, consegnandogli personalmente un libretto di soggetto biblico, il “Nabucco”, scritto da Temistocle Solera. Verdi, però, ancora scosso dalla tragedia familiare, ripose il libretto senza neanche leggerlo; ma una sera, per spostarlo, gli cadde per terra e si aprì proprio sulle pagine del “Và Pensiero”, e quando lesse il testo del famoso brano rimase scosso. Poi andò a dormire, ma non riuscì a prendere sonno; si alzò e rilesse il testo più volte e alla fine lo musicò, e una volta musicato il “Và Pensiero” decise di leggere e musicare tutto il libretto.
La nuova opera andò in scena il 9 marzo 1842 al Teatro della Scala di Milano e il successo fu questa volta trionfale. Venne replicata ben 65 volte solo nel suo primo anno di esecuzione.
Con il “Nabucco” iniziò la parabola ascendente di Verdi, ed il “Va pensiero” finì col divenire una sorta di canto doloroso o inno contro l'occupante austriaco, diffondendosi rapidamente in Lombardia e nel resto d'Italia.

Seguirono tante altre opere e successi.
Fra gli altri suoi capolavori c'è “Rigoletto” (1851), “Il Trovatore” (1853), “La Traviata“ (1853), in cui non ebbe paura di affrontare temi anticonvenzionali o addirittura scabrosi, con insuperabile talento drammatico e grande capacità di introspezione psicologica.
Sebbene le tre opere furono colpite dalla censura ed inizialmente vennero accolte negativamente dal pubblico, esse raggiunsero presto grandissima popolarità, anche perchè le parallele vicende politiche del Risorgimento italiano aumentarono il prestigio di Verdi come musicista nazionale.



Il suo cognome diventò l'emblema del movimento che doveva condurre l'Italia all'unità e alla libertà, infatti nella scritta “Viva VERDI” vennero nascoste nelle iniziali del nome il grido: “Viva Vittorio Emanuele Re D'Italia” che fu riportata su tutti i muri ed i manifesti d'Italia.


       
Giuseppina Strepponi (1815-1897) e Giuseppe Verdi


Nel 1841 Verdi iniziò a frequentare assiduamente Giuseppina Strepponi, la quale interpretò alcune delle sue opere più famose. Fu Abigaille alla premiére del Nabucco di Verdi alla Scala nel 1842, e nel 1847 la loro relazione divenne convivenza, che durò fino alla morte di lei, avvenuta nel 1897. Giuseppina, lo testimoniano le tante lettere tra loro, fu per il maestro, oltre che moglie, amica e consigliera.

              
Teresa Stolz (1834-1902) Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi


Nel lungo rapporto fra Giuseppe e Giuseppina Strepponi si inserì la relazione di Giuseppe, però mai provata, con la soprano Teresa Stolz, che durò fino alla sua morte.

   
Villa Verdi a Sant'Agata, Villanova Sull'Arda (PC) e la Casa di Riposo per Musicisti a Milano, fondata da Verdi nel 1899



       
Giuseppe Verdi nel Gennaio 1901 durante gli ultimi giorni di vita, e la foto della sua morte


Giuseppe Verdi morì alle ore 2.50 del 27 gennaio 1901, all'età di 87 anni, a Milano, in un appartamento dove era solito alloggiare dal 1872, il Grand Hotel et De Milan. Si era trasferito nel capoluogo lombardo per trascorrervi l'inverno, poichè durante l’anno abitava nella sua villa di Sant'Agata a Villanova Sull'Arda (Piacenza), ma venne colto da malore e spirò dopo sei giorni di agonia. Il maestro lasciò istruzioni per i suoi funerali, che si sarebbero dovuti svolgere all'alba, o al tramonto, senza sfarzo né musica, e volle esequie semplici, come semplice era sempre stata la sua vita. Le sue ultime volontà vennero rispettate, ma non meno di centomila persone seguirono in silenzio il suo feretro. Nei giorni dell'agonia che precedettero la morte di Verdi, via Manzoni e le strade circostanti vennero cosparse di paglia affinché lo scalpitìo dei cavalli e il rumore delle carrozze non ne disturbassero il riposo.  
Un mese dopo i corpi di Verdi e di Giuseppina Strepponi, morta 4 anni prima, vennero portati alla Casa di Riposo per Musicisti, ed Arturo Toscanini in testa all’orchestra della Scala e ad un coro di ottocento persone disposte sulla gradinata, intonò il “Va Pensiero” del Nabucco, l'addio dell'Italia intera al Cigno di Busseto.

Con la morte di Giuseppe Verdi si concluse anche il Risorgimento italiano.

Un nuovo secolo era appena iniziato, denso di altre nuove crisi e sfide per il popolo italiano.

      
Un ritratto dipinto di Giuseppe Verdi, ed una delle ultime fotografie, custodita nel Castello d'Albertis di Genova


     
Monumento in bronzo a Giuseppe Verdi, Parma, Piazzale della Pace, opera di Ettore Ximenes



          


Ronald Pickup nei panni di Giuseppe Verdi, accanto a Carla Fracci nello sceneggiato RAI del 1982



L'ORA DI NASCITA ED IL VERO TEMA DI NASCITA


Nella biografia ufficiale di Verdi ho notato che sono stati pubblicati due dati fra loro discordanti sulla sua nascita.

Nello sceneggiato “Giuseppe Verdi” di Renato Castellani del 1982, è riportata per intero la nascita registrata in latino dal parroco Carlo Arcari, tradotta simultaneamente dal narratore Giulio Bosetti:
“Anno Domini 1813 die decima Octobris Ego Carolus Arcari Prep.us Roncolarum Hoc mane Baptizavi Infantem natum heri vespere hora octava ex Carolo Verdi  q.am Josephi, et ex Alojsia utini f.a Caroli coniugibus huius paroeciae, cui impositum est nomen IOSEPH - FORTUNINUS - FRANCISCUS. Patrini fuere D.us Petrus Casali q.am Felicis et Barbara Bersani, q.am Angeli, ambo huius Paroeciae. In quorum fidtm Praep. C. Arcar!  ”
TRADUZIONE:
"L’anno 1813 il 10 di Ottobre io Carlo Arcari, preposto della chiesa delle Roncole, ho battezzato stamani un fanciullo nato ieri all’ottava ora del Vespero (cioè alle due del pomeriggio circa) da Carlo Verdi."

Invece nell’atto ufficiale di nascita del Comune di Busseto, Dipartimento del Taro, che fu scritto in francese, c’è scritto questo (traduzione italiana):
“L'anno milleottocentotredici, il giorno dodici ottobre, alle ore nove, avanti di noi Vice Sindaco del Comune di Busseto, Ufficiale dello Stato Civile del Comune suddetto, Dipartimento del Taro, è comparso Verdi Carlo di anni ventotto, oste, domiciliato a Roncole, il quale ci ha presentato un bambino di sesso maschile nato il giorno dieci corrente alle ore otto da esso dichiarante e da Luisa Uttini, filatrice, domiciliata a Roncole, sua moglie ed al quale egli ha dichiarato di dare i nomi di Giuseppe, Fortunino, Francesco. Le dette dichiarazioni e presentazioni sono state fatte in presenza di Romanelli Antonio, di anni cinquantuno, usciere del Comune, e di Carità Giacinto, di anni sessanta, portiere, domiciliati a Busseto.
Dopo aver dato lettura del seguente atto, al dichiarante ed ai testimoni, essi si sono con noi sottoscritti: Verdi Carlo - Antonio Romanelli - Giacinto Carità - Vicesindaco Vitali.”

Quindi nei due Atti di nascita, quello battesimale e quello comunale, è riportato un'orario diverso.

Mi sembrava strano che un esperto studioso di latino come Giulio Bosetti ed anche altri consulenti del bravo regista Castellani potessero avere pubblicato un errore del genere, se di errore si trattava, poichè sappiamo che il latino può essere tradotto in diversi modi, come infatti poteva essere questo caso. 

Quindi mi sono rivolto al parroco della chiesa di san Michele Acangelo alle Roncole Verdi, don Adriano Contestabili, che insieme al signor Luciano Belforti, mi hanno confermato quello che ben sapevo, ossia che è giusta l’ora scritta nell’Atto battesimale, perché in Comune a volte si registra alcuni giorni dopo la nascita, e per questo motivo su tanti libri è stata pubblicata l’ora sbagliata della nascita di Verdi. Il parroco gentilmente mi ha inviato una fotografia della pagina dell'Atto battesimale in cui si legge chiaramente la scritta che ho riportato sopra.

Il termine scritto in latinovespere hora octavadeve essere tradotto esattamente come le due del pomeriggio, infatti, secondo la 'Liturgia delle Ore', vi sono sette 'tempi' e seguono il computo antico delle ore del giorno:
1. Ufficio delle Letture (mattutino)
2. Lodi (pieno mattino)
3. ora terza (cioè le nove del mattino)
4. ora sesta (cioè mezzogiorno)
5. ora nona (cioè le tre del pomeriggio)
6. Vespro (al tramonto del sole)
7. Compieta (benedizione della notte)

Dunque l’ora ottava è situata un’ora prima dell’ora nona, la quale cade alle tre del pomeriggio e quindi l'ora ottava cade alle due del pomeriggio, ossia alle ore 14.
Ecco quindi infine la conferma che Giuseppe Verdi non è nato alle otto di sera, bensì nell’ottava ora del Vespro, che corrisponde alle attuali ore 14.
Infatti è anche indispensabile considerare che fino al 22 Settembre 1866 in Italia si usava l’ora locale delle singole località, ed il primo fuso a Est di Greenwich è stato introdotto il 1 Novembre 1893.
Quindi per calcolare la corrispondente ora di Greenwich bisogna sottrarre la longitudine del luogo.
Roncole Verdi è situata alla latitudine 44°57’ 08’’ e longitudine 10°04’19’’, tradotta in tempo 0h. 40m. 17s.
Non tutti i software possiedono i dati delle piccolissime località, come ad esempio Roncole, ed è qundi necessario scegliere la località più vicina, che è Busseto, alla latitudine 44°59' e longitudine 10°02', tradotta in tempo 0h. 40m. 08s.

Quando ho esaminato il tema di nascita eretto per le ore 14 in punto, e poi ho calcolato il grafico dell'Astrocartografia, ho notato che per tale ora Venere risultava lontana da Milano, città dove Verdi ha avuto il suo grande successo artistico, dove ha vissuto ed è anche morto fra grandi tributi.

Quindi ho rettificato l'ora fino al minuto in cui Venere è risultata esattamente su Milano, ossia dopo soli 8 minuti, alle 14.08.

    
ASTROCARTOGRAFIA PER IL 10 OTTOBRE 1813 alle ore 14 e alle 14.08


Quindi l’ora di nascita più attendibile per Giuseppe Verdi sono le ore 14.08.

Ecco il Tema di nascita per tale ora.


TEMA DI NASCITA CON L’ORA GIUSTA E RETTIFICATA




TEMA DI NASCITA CON L’ORA SBAGLIATA

Nel tema calcolato con l’ora sbagliata (le otto di sera, ossia le ore 20) si vede un Ascendente Gemelli, ma ciò che salta subito all’occhio è Marte culminante congiunto al MC ed all'asteroide Pallade.
Dunque, se fosse valida quest’ora, si sarebbe dovuta trattare di una carriera legata ai valori di Marte e di Pallade, ma invece la Musica e le Opere che Verdi ha composto non sono per niente legate al loro simbolismo.
Eppure per tanti anni tale tema è stato creduto giusto ed è stato analizzato da innumerevoli studiosi di astrologia, senza capire che c'era qualcosa che non andava, anzi mi è capitato di leggere considerazioni lusinghiere su Marte culminante, descritto come la nota dominante e caratteristica della musica di Verdi.



TEMA GIUSTO E RETTIFICATO PER RONCOLE, CON UN GRAFICO CHE INCLUDE ANCHE I DECANI ESOTERICI


ANALISI ASTROLOGICA ED ESOTERICA


Stadio evolutivo e Raggi:
Discepolo Accettato 10%
Anima: II
Personalità: 4
Corpo Mentale: 1
Corpo Emotivo: 2
Corpo Fisico: 3



Giuseppe Verdi era un discepolo della Gerarchia Spirituale nato con lo scopo di esprimere con la musica l'Anima della Nazione italiana, in un periodo in cui mancava la libertà di parola e di opinione.

Si deve notare che nei primi anni di vita di Giuseppe Verdi, il 'Male planetario', per mezzo della Loggia Nera che lavora per bloccare l'Evoluzione del nostro pianeta, cercò di eliminare fisicamente il piccolo Verdi, ben sapendo che sarebbe stato un importante strumento al servizio della Nazione italiana in particolare, e del nostro pianeta in generale.
A Roncole c'è una targa che ricorda un pericoloso episodio accaduto nel 1814, quando Verdi non aveva neppure due anni. Nel 1814, le orde sanguinarie di Russia e d'Austria, in alleanza con Gioacchino Murat, compivano razzìe nelle campagne intorno a Roncole. Luigia Verdi si accorse che il nemico era ormai alle porte del paese, quindi prese il suo figliolo e si rifugiò nel campanile della parrocchiale di San Michele, poco distante dalla loro casa-osteria.
La targa-ricordo oggi affissa nella casa, riporta come Luigia Verdi “scampò il suo piccolo Beppino conservando all'arte un arcangelo sublime, all'auspicata redenzione d'Italia un bardo potente e a Roncole una fulgida gloria sicura.”

Verdi era un libero pensatore che aprì la via alla nuova musica italiana permeata da profonda spiritualità, che egli non confuse mai con la religiosità della Chiesa cattolica. La sua musica diventò uno strumento attraverso cui fu possibile esprimere i sentimenti, le aspirazioni, gli ideali e le angosce del popolo italiano.
La sua opera “Nabucco” fu rappresentata per la prima volta nel 1842 alla Scala di Milano ed il pubblico riconobbe subito, nel dramma degli ebrei oppressi, la similitudine con la grave situazione italiana, immedesimandosi tanto da decretare un grande successo musicale e politico, in particolare nel brano “Va pensiero sull'ali dorate” che fu accolto dal pubblico con grandissima partecipazione e calore.


Nel tema natale di Verdi, calcolato per l’ora giusta e rettificata, si presenta Venere culminante e congiunta nettamente al MC ed a Urano in X Casa.
Venere è legata all’Armonia, all’Arte ed alla Musica, che rivela perfettamente le capacità musicali ed il grande successo che Verdi ha raccolto nella sua folgorante carriera, in cui ha fuso le armoniose qualità di Venere con quelle di Urano, portando nel mondo della Musica uno stile nuovo (Urano) e nel contempo tradizionale (Venere), interpretando ed esprimendo i sentimenti, le aspirazioni e gli ideali del popolo italiano, ma anche le sue angosce (Sole e Mercurio congiunti in VIII Casa, con l'opposizione proveniente dalla Luna ed in quadratura a Saturno in XII).
Inoltre l'Ascendente nel Capricorno delinea bene il carattere di Verdi, introverso, solitario e talvolta burbero, con Saturno, suo governatore classico ed esoterico, in XII Casa, che è il settore dei nemici occulti e di antica data, come infatti sappiamo che all'età di un anno e mezzo la sua vita è stata messa in grave pericolo.
Il decano esoterico in cui cade l'AS è governato dal Sole, che nei discepoli vela Nettuno, pianeta che nel tema di Verdi si trova esattamente sulla cuspide della XI Casa, al vertice di un triangolo formato dal trigono di Mercurio-Sole con Marte, a loro volta tutti in sestile a Nettuno. Quindi la Casa XI per Verdi è importantissima, perchè rivela la sua appartenenza alla Gerarchia Spirituale e nei suoi significati superiori indica:
1) Visioni ed aspirazioni spirituali.
2) Attività al servizio dell'Umanità tramite le comunicazioni.
3) Il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo (ma questo Gruppo è nato venti anni dopo la morte di Verdi).
4) La complessità degli Archivi esoterici (La cronaca dell'Akasha).
5) Conoscenza dei Sette Raggi.
6) I membri e le relazioni con il Gruppo esoterico.
7) Espressione ed Iniziazione di Gruppo.

Infine da notare in VII Casa, Giove congiunto al Vertex, inoltre il Nodo Nord congiunto alla Parte di Fortuna, che rivela il suo destino e la sua grande "fortuna" nei rapporti con gli "altri", ossia con la patria italiana, per la quale è nato con un'elevata missione da svolgere.

Vi sarebbero molti altri dettagli da descrivere, ma mi sono limitato ai principali.




ELENCO DELLE OPERE COMPOSTE DA GIUSEPPE VERDI



Oberto, conte di S. Bonifacio, dramma in 2 atti di Antonio Piazza rivisto da Temistocle Solera (Mi, Teatro alla Scala, 17 nov. 1839);  
Un giono di regno ossia Il finto Stanislao, melodramma giocoso in 2 atti di Felice Romani (Mi, Teatro alla Scala, 5 set. 1840);  
Nabucco, dramma lirico in 4 atti di T. Solera (Mi, Teatro alla Scala, 9 mar. 1842);  
I Lombardi alla prima crociata, opera in 4 atti di T. Solera (Mi, Teatro alla Scala, 11 feb. 1843. Tradotta in francese con il titolo di  Jerusalem: Parigi, Théâtre des Italiens, 26 nov. 1847);  
Ernani, dramma lirico in 4 atti di Francesco Maria Piave da Victor Hugo (Ve, Teatro La Fenice, 9 mar. 1844);  
I due Foscari, tragedia lirica in 3 parti di Fr. M. Piave da George Byron (Roma, Teatro Argentina, 3 nov. 1844);  
Giovanna d'Arco, dramma lirico in 3 atti di T. Solera (Mi, Teatro alla Scala, 15 feb. 1845);  
Alzira, tragedia lirica in 1 prologo e 2 atti di Salvatore Cammarano da Voltaire (Na, Teatro di S. Carlo, 12 ago. 1845);  
Attila, dramma lirico in 1 prologo e 3 atti di T. Solera (Ve, Teatro La Fenice, 17 mar. 1846);  
Macbeth, opera in 4 atti di Fr. M. Piave e Andrea Maffei da Shakespeare (Fi, Teatro della Pergola, 14 mar. 1847. Nuova versione: Parigi, Théâtre Lyrique, 21 apr. 1865);  
I masnadieri, opera in 4 atti di A. Maffei da Schiller (Londra, Her Majesty's Theatre, 22 lug. 1847);  
Il corsaro, opera in 3 atti di Fr. M. Piave da G. Byron (Trieste, Teatro Grande, 25 ott. 1848);  
La battaglia di Legnano, tragedia lirica in 4 atti di S. Cammarano (Roma, Teatro Argentina, 29 gen. 1849);  
Luisa Miller, melodramma tragico in 3 atti di S. Cammarano da Schiller (Na, Teatro di S. Carlo, 8 dic. 1849);  
Stiffelio, melodramma in 4 atti di Fr. M. Piave da Emile Souvestre e Eugène Bourgeois (Trieste, Teatro Grande, 16 nov. 1850. Nuova versione con il titolo diAroldo; Rimini, Teatro Nuovo, 16 ago. 1857);  
Rigoletto, melodramma in 3 atti di Fr. M. Piave da Victor Hugo (Ve, Teatro La Fenice, 11 mar. 1851);  
Il trovatore, dramma lirico in 4 atti di S. Cammarano da Antonio Garcia Gutierrez (Roma, Teatro Apollo in Tordinona, 19 gen. 1853);  
La traviata, opera in 4 atti di Fr. M. Piave da Alexandre Dumas figlio (Ve, Teatro La Fenice, 6 mar. 1853);  
I vespri siciliani, grand opéra in 5 atti di Eugène Scribe e Charles Duveyrier (Parigi, Théâtre de l'Opéra, 13 giu. 1855);  
Simon Boccanegra, opera in 1 prologo e 3 atti di Fr. M. Piave da A. G. Gutierrez (Ve, Teatro La Fenice, 12 mar. 1857. Edizione riveduta e libretto revisionato da A. Boito: Mi, Teatro alla Scala, 24 mar. 1881);  
Un ballo in maschera, melodramma in 3 atti di Antonio Somma (Roma, Teatro Apollo in Tordinona,17 feb. 1859);  
La forza del destino, opera in 4 atti di Fr. M. Piave (S. Pietroburgo, Teatro Imperiale, 10 nov. 1862. Riveduta con rifacimenti nel libretto di Antonio Ghislanzoni: Mi, Teatro alla Scala, 27 feb. 1869);  
Don Carlos, opera in 4 atti di Joseph Méry e Camille Du Locle (Parigi, Théâtre de l'Opéra, 24 dic. 1867);
Aida, opera in 4 atti di A. Ghislanzoni da C. Du Locle e Auguste Mariette (Il Cairo, Teatro dell'Opera, 24 dic. 1871);  
Otello, dramma lirico in 4 atti di A. Boito da Shakespeare (Mi, Teatro alla Scala, 5 feb. 1887);  
Falstaff, commedia lirica in 3 atti di A. Boito da Shakespeare (Mi, Teatro alla Scala, 9 feb. 1893).

Musica vocale. Romanze per v e pf:  
Non t'accostare all'urna;  
More, Elisa, lo stanco poeta;  
In solitaria stanza;  
Nell'orror di notte oscura;  
Perduto ho la pace;  
Deh! Pietosa ho addolorata  (1838);  
L'esule, aria (1839);  
La seduzione, romanza (1839);  
Notturno  a 3 v acc fl obbl (1839);

Album di 6 romanze:  Il tramonto;  La zingara;  Ad una stella;  Lo spazzacamino;  Il mistero;  Brindisi  (1845);  
Il poveretto, romanza (1847);  
Suona la tromba, inno (1848);  
Inno delle nazioni  (1862);  
Stornello  (1869).

Musica da camera:  
Quartetto  in mi min, per 2 vl, vla e cello.

Musica sacra:  
Messa da requiem, per soli, coro e orch (1874);  
Pater noster, volgarizzato da Dante, per coro a 5 parti (1880);  
Ave Maria, volgarizzata da Dante, per s acc strumenti a corde (1880);  
Ave Maria, scala enigmatica armonizzata a 4 parti (1898);  
Stabat Mater, per coro a 4 parti e orch (1898);  
Te Deum, per doppio coro a 4 parti e orch (1898);  
Laudi alla Vergine Maria, per 4 v bianche, testo del canto XXXIII del  Paradiso  di Dante.




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